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LA VERA STORIA DELLO STADIO DI MESTRE

Post n°23 pubblicato il 12 Ottobre 2008 da jurames3

Già prima della Grande Guerra a Mestre si gioca a calcio, o meglio a football come si diceva in quel periodo. Nell'immediato dopoguerra le società principali erano due: A.C. Mestre e Spes. Si giocava in un campo attaccato al cinema Concordia, praticamente confinante con piazza Sicilia. L'interesse per il calcio in città cresce sempre più e così si decide di adibire a campo sportivo un'area limitrofa a viale Garibaldi. Già nel 1896 la Società Veneta di Sport guidata da tre illustri mestrini (Nicolò Marcello, Lorenzo Sabiante e Antonio Marini Missana) aveva fatto recintare una vasta zona di terreno tra la rotonda di Viale Garibaldi e via Ca' Rossa, inizialmente con l'idea di adibirla ad ippodromo e richiedendo al Comune di inibirne l'accesso.
Quel terreno fu acquistato il 9 novembre 1923 dalla Società Anonima Pro Mestre con l'apposita l'intenzione di costruirci lo stadio per la Città. Lo stadio fu progettato da Antonio Grandin e il progetto presentato il 12 ottobre dello stesso anno. L'inaugurazione ufficiale avvenne il 14 giugno 1925. C'era l'odierno campo di calcio e intorno una pista per il ciclismo con tanto di curve sopraelevate. Una transenna delimitava il campo, parallela al viale e una tribuna in legno accoglieva gli spettatori. Le porte erano sistemate, come oggi, una nella zona della caserma dei Carabinieri, l'altra verso il centro di Mestre. Il viale era il passeggio preferito per molte famiglie e sempre più gente si fermava a guardare quelle squadre in campo. Ma la prima partita ufficiale nell'area dell'odierno stadio si disputò 6 anni prima. Nel 1919. L'A.C.Mestre e la Spes si sfidarono per aggiudicarsi la Coppa Beccari (dal nome di un atleta mestrino caduto in guerra). I sostenitori del Mestre erano così convinti di vincere l'incontro - vinto in effetti per 2 a 0 - che avevano fatto stampare i giorni precedenti dei grandi cartelli con scritto "Mestre batte Spes...", a cui aggiungerono solo il risultato a fine partita. Al termine della gara gli striscioni vennero esposti per tutto il viale, in modo da far trovare ai giocatori, all'uscita del campo sportivo, le strade già addobbate con il risultato della partita. Cinque anni più tardi l'A.C. Mestre assorbì la compagine della Spes e nacque il Mestre Football Club, e con l'inaugurazione ufficiale dello stadio il campo sportivo Francesco Baracca era diventato il riferimento della squadra che rappresentava la Città e dei sui sostenitori. La passione cresceva e ormai i tifosi seguivano la propria squadra anche in trasferta. Nel 1929, presso la sede del Coni si decise per una fusione fra le quattro maggiori rappresentative della città, così nacque U.S. Mestrina. Il primo presidente fu Giuseppe Pea, padre del famoso Avvocato Giorgio e già socio di riferimento della Pro Mestre. Fu per sua volontà che in quegli anni lo stadio Baracca si arricchì delle tribune, nella forma e nella collocazione attuali.
Per sovvenzionare il progetto si era pensato di affittare lo stadio a chi volesse farne uso. Purtroppo l'autonomia amministrativa di Mestre era finita e ci fu l'annessione al Comune di Venezia. Forse anche a causa di questo motivo gli imprenditori interessati a far crescere la struttura si allontanarono. La Società Anonima Pro Mestre si trovò quindi in cattive acque e entrò in liquidazione nel 1931. l'11 marzo 1933 i liquidatori cederono al Comune di Venezia lo stadio e il terreno circostante in cambio di un'area a Porto Marghera.
Sul terreno di gioco del Francesco Baracca daranno calci ad un pallone Valentino Mazzola, Benito "Veleno" Lorenzi, Gianni Rivera, Paulo Roberto Falcao e tanti altri campioni, senza dimenticare centinaia di altri giocatori che hanno indossato lo stemma di Mestre con l'orgoglio di rappresentare una Città. Migliaia gli appassionati che si sono dati appuntamento sulle tribune, talvolta di fortuna e costruite dagli stessi tifosi. Uno stadio che rappresentava la sua città, che cresceva insieme ad essa e ne era in qualche modo lo specchio e l'anima popolare. In una famosa partita contro il Padova vennero strappati ben 12.000 biglietti ma in molti giurano che gli spettatori reali fossero di più, tanto rami e tetti delle case erano colmi di gente assiepata per assistere all'incontro.
Una delle più grandi mezzali mai viste al Baracca, Ostelio Tommasi, pur avendo calcato i palcoscenici di serie A, ricordava: "Quando giocavo a Mestre il Baracca era sempre pieno all'inverosimile e il pubblico andava in delirio. Difficilmente ho visto in giro un pubblico caldo e appassionato come quello mestrino..."
Più recentemente, lo stadio ospita la nascita del VeneziaMestre, poi Venezia 1907, di Zamparini e l'esordio della squadra in serie B, dopo vari decenni d'assenza.
Successivamente, il rinato Calcio Mestre sfiora la promozione in C-1 e riporta al Baracca oltre 6000 spettatori per le sfide con il Padova e la Triestina.
Dopo il fallimento del Mestre, la gestione del glorioso impianto passa nelle mani di un'altra storica compagine cittadina, L'Edo Mestre, già presente da anni in alternanza con il Mestre. Ora la gestione è affidata alla squadra gialloblu, che attualmente guida il campionato di Eccellenza. A domeniche alterne, oltre all'Edo, gioca la neonata Mestrina 1929.
Lo stadio Francesco Baracca è quindi da oltre 83 anni un punto, l'unico vero punto di socializzazione della città insieme a piazza Ferretto, è un simbolo di una città anomala. Creato e fortemente voluto dai mestrini mentre le altre anime venivano cancellate, interrate o snaturate dal traffico (il Foro Boario, piazza Barche). E' da ritenersi quindi un valore storico, culturale e sociale della città di Mestre.
Nel 2008 per contrastare un progetto edilizio voluto dal Comune di Venezia che prevede l'abbattimento dello storico stadio per far spazio a tonnellate di cemento, i cittadini di Mestre hanno raccolto oltre 3000 firme.

 
 
 
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