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Guarire da me stessa

Post n°24 pubblicato il 08 Agosto 2021 da pacilli.s3901

Guarire da me stessa. storia di una malattia autoimmune 
Se dovessi descrivervi la mia vita fino a qualche anno fa, 
immaginatevi il prototipo di ragazza di  bell'aspetto, con 
un'intelligenza superiore alla  media, interessata a tutti gli aspetti 
della vita, dal più futile a quello meramente esistenziale.   
Formazione professionale, lavoro e relazioni  sociali sono il 
fulcro di una quotidianità  sostanzialmente normale a cui l'asse 
delle incognite verso il futuro s'interseca a quello del  pieno 
controllo di se stessi, secondo il detto latino "Homo faber vitae 
sue". Ora che vi siete fatti un'idea della mia persona qualche anno 
fa, segnatevi questa data: 12 ottobre 2007. Fatto?
Non è trascorso poi tanto tempo, e seppur il quadro descrittivo di 
me rimane il medesimo, la connotazione che ne deriva ora 
assumerebbe un significato completamente diverso in funzione di  
un aspetto irrilevante fino a questa data: la salute.
E' sera, Roma ad autunno offre un clima  invidiabile, mite, decido 
per un aperitivo in centro con alcuni colleghi, un giro di bevute, 
qualche snack al sapore di gossip e sogni di vacanze e via si 
ritorna a casa, domani si lavora e questo per me è un periodo 
importante: mi è stato affidato il mio primo progetto in 
autonomia, tra una settimana ci sarà  l'evento e sarò io ad aprire e 
a chiudere i lavori (come si dice in gergo!). Non posso fallire, 
niente timidezze, incertezze, si punta dritto all'obiettivo! 
Dimenticavo, sono laureata in psicologia del lavoro e lavoro 
nell'ambito della Responsabilità Sociale d'Impresa.
E' mattina, e come ogni giorno, mi lascio cullare  dalla melodia 
della sveglia, mi piace svegliarmi ascoltando la musica classica e 
stamattina la stanza è inondata dalle dolci note di Vivaldi, mi alzo 
con calma e filo in bagno, apro l'armadio e passo allo screening le 
decine di camice, maglioncini, gonne, pantaloni, abiti e faccio 
qualche prova allo specchio. Dio, quanto sono vanitosa! 
E' mattina, venerdì 12 Ottobre, Vivaldi non suona stamattina, tutto 
intorno a me è silenzioso, anche il fruscio delle lenzuola è  
scomparso, provo a parlare, la mia voce è cupa, rimbomba come 
un eco...provo ad alzarmi dal letto e un capogiro mi fa 
sprofondare tra le coperte, senza un tonfo, senza un nulla di 
nulla....tutto tace, no aspetta, ora che mi rendo sempre più conto 
della situazione, un rumore di sottofondo c'è, ma da dove viene? 
Sembra un ruscello, lo scorrere dell'acqua sul letto di un fiume, 
anzi no, ascolto meglio, è cambiato, uno sciame di api, no magari 
il vento fuori, no...è sempre più forte e più si alza e meno riesco 
ad ascoltare la mia voce! 
E da qui inizia il mio viaggio, bagaglio alla mano e coraggio, mi 
avvio in un percorso sconosciuto, dentro e fuori di me. 
Qualcuno dice che non ci dobbiamo preoccupare delle buche, ma 
che bisogna godersi il viaggio! Come si fa a non condividere ciò, 
se proprio all'inizio del mio viaggio un illustre medico 
specializzato in ORL mi ha disilluso sul probabile recupero 
uditivo e non di meno sull'eventuale guarigione...
Mai un raffreddore, un'influenza, ed ora? Mi becco una malattia 
rara e perdipiù inguaribile? Io che di inguaribile menzionavo solo 
la "romantica" di Vasco, io che fino a qualche ora prima ridevo e 
scherzavo con gli amici, io che ero completamente assorbita da 
un lavoro che in poco tempo mi aveva dato grandi 
soddisfazioni...Io, cos'ero ora, IO? Una ragazza di ventisei anni 
che all'elegante andatura di un tempo lasciava spazio al passo 
incerto e tremolante di una bambina che inizia appena a muovere i 
primi passi, che fa difficoltà a comprendere le parole e le frasi 
più semplici, come se intorno a lei tutti dialogassero in tanti 
lingue ed idiomi diversi, incomprensibili, con vocaboli doppi, 
tripli, metallici, un frastuono di suoni e parole che non le 
appartenevano più. La sua vita ora girava unicamente intorno ad un 
paio vocaboli, semplici nella grammatica quanto complessi nel 
contenuto, tali da offuscare e cancellare tutto il resto: 
SINDROME DI COGAN.
Una malattia autoimmune che porta alla sordità  ed alla cecità  
completa entro pochi mesi dall'esordio, leggevo navigando tra le 
pagine di google, l'eziologia, ovvero le cause sono ad oggi 
sconosciute, continuando a scorrere la pagina on line, esiste solo 
una probabile cura, il cui esito è sconosciuto anche quello, mi 
trovavo infine a leggere in calce ad ogni estratto scientifico che 
trattasse di questa malattia. Ok, bene. All'opera, Claudia. Metti in 
atto tutte le tue skills di problem solving tanto celebrate a lavoro 
e trova una soluzione! In fondo c'è sempre una soluzione, no? 
Cercavo di ripetere a me stessa...
Ho studiato tanto da quel venerdì, sapete, ogni giorno mi studiavo 
articoli scientifici, portali di medicina in italia e all'estero, home 
page di professionisti ai quali mi rivolgevo e che prontamente non 
sapevano fornirmi una risposta ...e intanto avevo individuato - 
grazie ad un forum specifico e ad una compagna di viaggio - 
grazie Milena!!! - un centro a Parma che conosceva bene la mia 
malattia e che vantava l'uso di terapie innovative che promettevano 
degli ottimi risultati. 
Per 18 mesi ho sostenuto cure potentissime, chemio a basso 
dosaggio, immunosopprensori quotidianamente, flebo di 
cortisone settimanali, farmaci della nuova generazione di 
biologici, Endoxan, Metotrexate, Sandimmun Neoral e 
Rituximab erano ormai diventati vocaboli comuni di cui 
conoscevo a memoria ogni aspetto funzionale ed ogni effetto 
collaterale.
Il mio aspetto era cambiato, la tossicità  di ogni farmaco era 
sempre più evidente sulla mia pelle, sulle mie abitudini, ero 
sempre stanca, come appesantita e ciò nonostante, le mie 
condizioni di salute fluttuavano repentivamente, dei giorni mi 
sentivo bene con una soglia uditiva pressocchè accettabile quando 
improvvisamente cadevo nel silenzio fatta eccezione per i rumori 
che il mio orecchio interno produceva, gli acufeni. 
Anche il mio modo di essere era cambiato, cercavo di evitare 
continuamente il contatto con gli altri, avevo paura di non essere 
compresa fino in fondo, mi sentivo diversa, non avevo più nè la 
voglia nè la forza di fare discorsi futili e non, di brindare ad una 
serata con amici, di conoscere nuove persone. No, volevo stare da 
sola, solo in questo modo riuscivo a dimenticare per qualche 
attimo la mia situazione, sola nella mia stanza, con la mia anima e 
quella degli scrittori. I libri, la mia unica fonte di crescita. In 
fondo non scegliamo noi le persone con cui interagire? 
Stessa cosa - mi ripetevo - vale per con i libri, magari il dialogo 
assume una diversa forma, ma avviene comunque un confronto, 
uno scambio di conoscenze e, perchè no, anche una crescita. 
Nel contempo continuavano le mie ricerche nel mondo web, ora 
che sapevo di cosa si trattava, mi premeva il desiderio di sapere: 
perchè? come mai? 
Lo sapete che significa avere una malattia autoimmune? A seguito 
di un forte stress, con particolare riferimento alla sfera emotiva, 
il nostro sistema immunitario, noto per le sue funzioni di difesa 
del nostro corpo da agenti esterni, quali virus, batteri ecc, subisce 
un forte scossone ed impazzisce. E' risaputo in fondo che in 
genere chi attraversa un periodo di stress si ammala più spesso, 
insomma per farla breve, il sistema immunitario è pesantemente 
influenzato dal nostro ritmo di vita e, soprattutto, dallo spirito 
con cui attraversiamo tale difficile periodo. 
Il sistema immunitario pertanto si può indebolire o al contrario, 
come dimostrano recenti studi, aumentare le difese, ma in 
maniera sbagliata, ovvero andando a colpire non gli agenti esterni, 
ma gli organi del corpo stesso. Come??? E io che prendevo 
l'actimel ogni mattina per rinforzare le difese immunitarie, volete 
dirmi che ho creato un mostro che ora mi sta distruggendo??? 
Certo, la spiegazione medico scientifica sarà senz'altro più  
ampollosa, ma in parole povere...è proprio così. 
IO sto distruggendo me stessa, o meglio, una parte di me. Quale? 
L'udito. Mmmm...mi viene da pensare.Perchè? 
Ovviamente e soprattutto consciamente non mi verrebbe mai in 
mente un'autolesione del genere, ma chi mi dice che dentro di me, 
nella parte più recondita e sconosciuta di noi, in quello che 
solitamente definiamo "inconscio", IO voglia veramente questo? 
Accade qualcosa che all'esterno ci turba, ciò si ripercuote dentro 
di noi, perchè no? La nostra reazione è assolutamente normale, 
lecita, ci chiudiamo in noi stessi e quale migliore modo di farlo, 
se non evitare di sentire? Abbassiamo il volume, quindi. Anzi 
spegniamolo, Off. Così che nessuno o nient'altro possa più 
turbarci o costituire lo stressor che tanto ci ha danneggiate.
Del resto, lo sapevate che chi ha gravi patologie mentali, i pazzi 
insomma, non si ammalano nè di tumore nè di malattie 
autoimmuni? E che in genere, ritornando alla popolazione dei 
"sani", chi ha un atteggiamento aggressivo tende a sviluppare 
allergie, mentre chi ha un atteggiamento più introverso ha la 
tendenza a sviluppare tumori o malattie autoimmuni?? 
Non sono mica miei pensieri, queste affermazioni derivano da 
ricerche scientifiche. E non vi fanno pensare e collegare quello 
che ci è successo ad un probabile riflesso di quella che è la nostra 
psiche?? Anche gli antichi dicevano "mens sana in corpore sano" 
del resto...Ma la medicina allopatica, quella tradizionale, quella 
delle chemio per capirci, non affronta tutto ciò, guarda il sintomo, 
lo scinde dall'individuo e cosa fa? 
Combatte il sistema immunitario, distrugge alcuni linfociti e 
cerca di immunomodulare quelli giusti. 
In tutta verità  a me sembra una forzatura, a mio parere una cura 
dovrebbe avere come risultato il ritorno alla normalità ed il 
pensiero di fare immunosopprensori a vita non mi rende certo 
tranquilla. 
Quando nei mesi scorsi, ormai infelice abbonata di trenitalia, 
avevo occasione di stare molto frequentemente all'ospedale di 
Parma e avevo anche la fortuna di avere una soglia uditiva 
accettabile, ho avuto modo di fare interviste a campione qua e là  
tra i pazienti che come me erano là per i consueti cocktail di 
flebo tossiche. Lo sapete che alcuni di loro a stento sanno cosa si 
iniettano? Che ormai rassegnati effetuano la stessa terapia da anni, 
che dico, decenni? E lo sapete, aggiungo, cosa mi sono sentita 
dire dalle proff. in sede dell'ultimo incontro? Che i primi due anni 
necessitavo di una terapia d'attacco e che se le cose fossero 
andate bene avrei fatto una cura di mantenimento. Ohhhh???!!! 
Ma mica è una dieta dimagrante??? Secondo loro io avrei 
dovuto convivere per altri due terzi della mia vita (stimando 
un'età  centenaria..eheh) a forza di pane e immunosopprensori. 
E al rischio di infezioni? 
Gli antibiotici...Nessun accenno al ritorno alla normalità , al mio 
caro e vecchio sistema immunitario, che mi costringeva a fare 
alzare la temperatura del termometro con il termosifone per 
fingere pseudo influenze ai tempi della scuola, no, il ritorno alla 
normalità  non era contemplato. E senza discutere. 
Per rimanere al tema dei folli sopra citato, immaginate che il 
nostro sistema immunitario sia come un pazzo, uno che non 
ragiona insomma. Se ci affidiamo alle cure allopatiche e 
tradizionali, è come se lo legassimo, ben stretto sopra ad una 
sedia, in modo che non possa creare danni. Certo ogni tanto la 
corda cede, si slega e noi aumentiamo il numero dei nodi e lo 
rileghiamo stretto stretto, fermo là, non fare danni, ok? 
Tuttavia non mi sembra una soluzione definitiva, non credete? La 
corda dopo un po' di tempo comincia a creare effetti collaterali, 
chennesò danni alle articolazioni e quant'altro, ergo, cosa abbiamo 
risolto? Siamo in una spirale senza uscita. Ecco la realtà.
E se provassimo invece a farlo ragionare? 
Ci sono una gran quantità  di articoli dispersi nella rete che 
parlano di cure non convenzionali, omeopatia, omotossicologia, 
psico neuroendocrino immunopatia (PNEI)...e altrettanti articoli 
redatti da gente che si affida a queste cure dopo decenni di terapie 
tradizionali. E ne esce vincente, subito. 
Ora non pretendo di riformare il sistema sanitario nazionale, 
facciano quel che vogliono, ed è ovvio che il business per i malati 
come dire "convenzionali" è bello potente, ma vorrei portare la 
mia esperienza - come ripeto se ne sentono a centinaia nel web - 
a favore di queste cure, che sono tutt'altro che tossiche e 
soprattutto fanno riferimento a quelle che sono le caratteristiche 
di personalità  dell'individuo malato, ne contemplano la sfera 
emotiva insieme alla serie di disturbi che la malattia comporta. 
Terapie che hanno come protagonisti gli stessi componenti del 
nostro organismo, e nel caso del sistema immunitario, regolano 
soprattutto l'attività  delle citochine. Il loro ruolo biologico è  
caratterizzato dal coordinamento della risposta immunitaria ed 
infiammatoria, quali tessitrici appunto del network mmunologico. 
Agire sulle citochine consente quindi l'innesco di reazioni a 
catena che, per un effetto di potenziamento, agiscono come 
regolatori. Ovviamente non può esistere un protocollo 
standardizzato per il loro impiego, poichè la loro prescrizione 
dev'essere relativa allo studio fisiopatologico dei diversi 
mediatori immunologici, nonchè alla storia clinica individuale. 
La terapia che sto seguendo da circa due mesi contempla i 
seguenti farmaci di Immunologia Omeopatica:
· BDNF (Brain Derived Neurothropic Factor - ricombinante 
umano) Neurotrofina agente sui neuroni danneggiati durante lo 
sviluppo in seguito a lesioni;
· NGF (Nervous Growth Factor) Degenerazione del tessuto 
nervoso. Patologie del Sistema Nervoso. Sclerosi multipla; (per 
intenderci quello che ha dato il premio nobel alla montalcini...)
· NT 4 (Neorotrophin 4) Neurotrofina agente sui neuroni 
danneggiati durante lo sviluppo in seguito lesioni;
· TNF (Tumor Necrosis Factor) Attività  antibatterica ed 
antitumorale. Chemiotassi su monociti e macrofagi.
     Ed inoltre, una serie di farmaci la cui composizione è la stessa 
del nostro DNA con acido nucleico, citochine, anticorpi 
monoclonali (i quali "cloni" sintetici sono alla base della nuova 
generazione di biologici), proteine della Immunovanda diluite a 
dosi infinitesimali (questo credo alla base dell'omotossicologia) 
i quali consentono di effettuare una immunomodulazione grazie 
all'impiego di dinamizzazioni progressivamente decrescenti o 
crescenti; in particolare è possibile stimolare il sistema 
immunitario (esempio in cancerologia) utilizzando 
dinamizzazioni progressivamente decrescenti delle molecole 
immunomodulanti; oppure frenare il sistema immunitario 
(esempio in caso di malattie autoimmuni) utilizzando 
dinamizzazioni progressivamente crescenti. 
Ovvero nel nostro caso. 
Vorrei concludere affermando che non nego il valore del 
progresso scientifico, bensì le modalità  con cui viene applicato 
al target di riferimento: la popolazione dei bisognosi di cure. 
Sono fermamente convinta nell'imminente ri-conciliazione tra 
mente e corpo, tra psiche e soma, comprendendo il risvolto 
simbolico della patologia quale primo passo per superarla. 
Il medico che mi sta seguendo ora - e sono felice di darvi i 
riferimenti qualora me li chiedeste - mi dice spesso "La malattia 
rende onesti poichè, come espressione di un disagio dell'Anima 
(Psiche), non accetta compromessi, sotterfugi o deleghe. Il 
potere della malattia è inversamente proporzionale alla sua 
accettazione." Accettare per essere più consapevoli, perchè 
nulla succede a caso...l'apparente abbandono è propedeutico alla 
riappropriazione della nostra identità : il medico può curare, non 
sempre guarire. Riflettiamo insieme su alcune considerazioni per 
divenire, pur senza presunzione, terapeuti di noi stessi:
* Il germe è nulla, il terreno è tutto. * 
Mente-corpo sono inseparabili. * La malattia rende onesti.

La destinazione del mio viaggio non è altro che l'epilogo di questa 
riflessione: accettare la malattia, dialogare con lei, non 
considerarla un aspetto estraneo da eliminare, al contrario di 
come interagisce la medicina tradizionale. 
Viverne le conseguenze e comprenderne il significato, solo in 
questo modo potrò raggiungere la fine del mio viaggio interiore e 
riscoprire tutto ciò che di bello può darmi la vita alla luce di una 
nuova prospettiva: quella di me!

 
 
 
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