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L’ Associazione Secolare “Missionari Francescani del Rosario” si è riunita per la prima volta nel 2009 presso l’ospedale civile di Caserta. Si desiderava dar vita ad un’associazione di laici che vivesse nel mondo la missionarietà propria che scaturisce dal Battesimo, nella semplicità francescana, evangelizzando attraverso la preghiera del Rosario. Primo assistente spirituale dell'associazione è fra Rosario Perucatti ofmcap, ex cappellano dello stesso ospedale. Fra Rosario ha riunito intorno a sé volontarie e volontari ai quali ha dato mandato di recitare il santo Rosario della Madonna di Pompei insieme agli ammalati e ai loro familiari nella sala di attesa della rianimazione e nei vari reparti dell’Ospedale. Lo stesso fra Rosario ha poi dato vita ad una catechesi mariana, attraverso la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, cui tutti erano chiamati a partecipare per acquisire una maggiore conoscenza del Rosario. Alla Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe Lucia Corcella, poi, è stata affidata una ulteriore catechesi sul valore ed il significato della missionarietà. È nata, infine, la tradizione di Solennizzare la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre: durante la Celebrazione Eucaristica, viene consegnato il mandato missionario a coloro che entrano a tutti gli effetti nell’Associazione. Oggi, l'“Associazione Secolare missionari francescani del Rosario”, nata dallo spontaneo desiderio di portare la parola di Dio ai fratelli, ha raggiunto una sua forma statutaria e continua ad operare anche al di fuori dell’ospedale e si offre a quanti sentono il desiderio di pregare.
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Post n°1130 pubblicato il 17 Aprile 2015 da mfr_caserta
Vangelo Venerdi 17 Aprile 2015
Commento su Gv 6,1-15 Ha ragione Filippo, come dargli torto! Sono cinquemila le famiglie presenti, con duecento denari, l'equivalente di duecento giornate di lavoro, si riuscirebbe a malapena a dar loro il necessario per calmare la fame. Fa sorridere il gesto ingenuo e disarmante dell'adolescente che offre a Gesù la propria merenda. Cosa mai si riuscirà a fare con così poco? Eppure Gesù preferisce la folle iniziativa del ragazzo alla ponderata analisi dell'apostolo. Perché lascia spazio alla fantasia di Dio, perché sa che ha a che fare con l'inaudito perenne del Maestro. Perché sa che esiste una dimensione che ci sfugge, che va oltre le nostre analisi corrette. Giovanni è l'unico evangelista a sottolineare questo particolare, a dirci che i famosi pochi pani e pesci che sfameranno la folla provengono da un ragazzo che diventa il modello del nostro agire pastorale, della nostra fede. Invece di passare il tempo a vedere le tante cose che non vanno nella nostra parrocchia e nella Chiesa in generale, mettiamo in gioco quel poco che abbiamo, il resto sarà Dio a farlo. Facciamo nostro quel tocco di follia che ci aiuta ad entrare nel grande sogno di Dio!
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