Low Cost a Milano

Come riuscire a spendere poco nella città meneghina, guida per turisti lastminute e per chi vuole trovare soluzioni economiche per vivere a Milano

 

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Post N° 19

Post n°19 pubblicato il 11 Giugno 2008 da Uscirailsole
 
Foto di Uscirailsole

Caccia al pieno "low cost" ecco la mappa

NEL RIPIANO DA INGRANDIRE TROVERETE LA MAPPA DELLE COSIDETTE POMPE BIANCHE
Per Carlotta 70 centesimi di risparmio valgono dieci minuti di coda, ferma in macchina sotto il sole. Nel giorno record del prezzo del carburante, alle quattro del pomeriggio aspetta il suo turno per arrivare alle pompe di Mirina, il benzinaio low-cost in via Ripamonnti 400.

Ieri vendeva gasolio a 1.46 euro, contro punte in città di 1.54. «L'ultimo pieno l'ho fatto a Pasqua, ora faccio i soliti dieci euro, il carburante è un bene di lusso e va acquistato a rate», scherza amaro Carlotta, 42 anni e due figli da mantenere con uno stipendio da insegnante.

Davanti alla sua Punto diesel, le auto in fila sono tre: un furgone rosso guidato da un egiziano, una coppia di anziani su una Seicento, una Twingo con a bordo una ragazza di vent'anni.

Da Mirina non vanno i suv, non fermano le auto sportive. La clientela è quella degli hard discount, di chi sta attento al centesimo perché non riesce a tenere il passo delle corsa dei prezzi del carburante.

Il gestore Giovanni Lavana ne fa un punto di orgoglio: «Siamo il benzinaio del popolo», dice. «Siete il benzinaio della crisi», risponde sarcastico Piero Galimberti, 34 anni, tassista da sei. «Qui si fanno soldi perché la gente di soldi non ne ha più», continua.

Piero abita a Opera, con la sua Skoda 1900 fa 600 chilometri a settimana, in gasolio spende 20 euro al giorno. «Quando ho iniziato a lavorare nel 2002 il diesel costava 89 centesimi al litro — dice — ora è sopra l'euro e mezzo. Basta guardare questa fila per capirlo: la gente non ce la fa più, venendo qui risparmia qualcosa».

Ormai non passa giorno senza che benzina e gasolio stabiliscano un triste primato. È una catena, hanno dapprima iniziato a protestare i pescatori che infatti non pescano più, ora la minaccia è dei camionisti, pronti a fermarsi come già i loro colleghi di Germania, Spagna e Portogallo. Il privato può ancora lavorare d'ingegno per limitare i consumi e per continuare a viaggiare.



La Figisc, l'associazione dei gestori di pompe di benzina, stima nell'ultimo mese un calo dei consumi in città vicino al 5%, di pari passo con l'aumentare dei prezzi.

Luca Denise, gestore di tre pompe a Milano attivo nel sindacato, sbotta: «Con questi prezzi è ovvio che ad avvantaggiarsi siano i distributori che svendono».

Cioè Mirina e BeyFin, distanti trecento metri l'uno dall'altro lungo la Ripamonti, rispettivamente al primo e secondo posto nella classifica dei benzinai più economici in città pubblicata sul sito www. prezzibenzina. it.

Mirina non ha un contratto di fornitura, ogni giorno compra carburante al miglior prezzo. MeyFin è una piccola catena che lavora su soglie di guadagno minime. «Fanno prezzi impossibili», lamenta il cingalese che aspetta clienti alla Shell di via Ripamonti angolo Selvanesco, dove un litro di senza piombo ieri costava 1.51 euro.

Da BeyFin benzina e gasolio costano qualche millesimo di euro in più che da Mirina, lì la fila si crea alla manetta del Gpl. Uddin, benzinaio del Bangladesh, lo ripete ai clienti: «Sconto Gpl, tutti i martedì sconto Gpl».

Ieri si pagavano 64 centesimi al litro contro i 67 di lunedì. Dario Sanfratelli ferma la sua Lancia Musa e chiede il pieno. «La macchina l'ho comprata usata — dice — nel novembre scorso, quando la benzina ha iniziato a correre, ho montato l'impianto Gpl, ho speso 1.800 euro».

Per un pieno ora paga 27 euro, e ci fa 500 chilometri. Davide Bianucci, gestore della pompa, guarda le auto in coda e allibisce: «Nell'ultimo anno le macchine con la bombola sono triplicate, dall'oggi al domani è diventato il gas il vero business».

In via Lorenteggio, dalla circonvallazione esterna al primo cartello del comune di Corsico, i benzinai in fila sono dieci. Nonostante la guerra di prezzo, il mercato nelle ultime settimane è crollato.

Alle sei di sera, al distributore Agip, Raffaele Esposito chiede 10 euro di benzina per la sua Ford Mondeo. «Papà è diventato tirchio», ridacchia guardando il figlio. Poi si fa serio: «Dell'auto non posso fare a meno, ma questi prezzi ci uccidono, la benzina è roba da ricchi».

Raffaele ha 48 anni, un contratto part-time come tecnico informatico, e due figli. Alla Total di via Lorenteggio il cartello segna per senza piombo e gasolio 1.485 euro al litro, un prezzo da battaglia, ma non basta. Sandro lavora alla pompa da nove anni: «Se un mese fa un quarto degli autisti chiedeva il pieno — dice — ora lo fa uno su dieci, forse meno».

Altro distributore Total, un chilometro più avanti: la benzina qui costa 1.535 euro al litro, prezzo pieno. Fausto, 58 anni, benzinaio da 34, allarga le braccia: «C'è gente che paga con le monetine, padri di famiglia che mi chiedono 7 o 8 euro di gasolio. Meno male che sono vecchio e penso alla pensione, il mio è un lavoro finito». Mirina intanto, entro agosto, aprirà un'altra pompa in via Bovisasca.

 
 
 
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Un blog di: Uscirailsole
Data di creazione: 08/06/2008
 

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