Senza dubbio voler sciupare i "Misteri" ad ogni costo appartiene a chi si arrabbatta superficialmente tra sensi e significati cercando affannosamente di attribuire un nome, un senso a tutto ciò che non comprende intellettualmente o ciò che con lagnanza dimostra di non possedere culturalmente, a parte l'egotica impressione del sé condita da senso permanente di rivalsa dell'autostima. Tratteggi di comodo, storpiature di concetti e giudizi in genere infoltiscono schiere di somari luminescenti. L'espressione più intimamente sincretica, o il dubbio, al contempo l'apertura mentale, l'esercizio a comprendere una poetica o la filosofia del pensiero, indagare il tempo, esser sereni con se stessi, semplicemente consapevoli di cosa si è, senza cercare a tutti i costi un confronto di posizionamento, è un impegno non alla portata di tutti. Qualcuno si affanna e si accanisce e più di un orrore di presunzione non riesce a creare nel giochino dei consensi.
E poi ci sono i mondi. Esplorati e da esplorare. E giungere di nuovo al mondo con intima cognizione. Per questo lo spazio qui. Frequentato da chi vi si trova a suo agio. Nessun reclutamento forzato. Quando accade, la meraviglia di una discussione spontanea, non ha pari. Anche se il meglio a mio avviso è già passato, ma può darsi che ritorni_*
quella addobbata col lampadario? le manomissioni di varchi grafici somigliano sempre di più alla manina disgrafica di zzzzz alle ball'sgU. Però l'invidia che brutta bestia :DD
Il possesso della conoscenza non uccide il senso di meraviglia e mistero. Il mistero va accolto. Il mistero non è un muro, ma un orizzonte, non è una mortificazione dell’intelligenza, ma uno spazio immenso; noi ci sediamo in cerchio e supponiamo, ma il mistero si siede in mezzo. E lui sa. I misteri illuminano le tenebre che ci circondano mantenendo il loro segreto, come una lampada che ci dà luce anche se non capiamo il suo funzionamento. Quello che noi tutti portiamo d’ignoto a noi stessi, ci rende quello che siamo. Liberi tutti di volerlo accettare, capire, accogliere o meno…
Tenetevi gli uni accanto agli altri, ma non troppo vicini, così come le colonne del tempio si ergono a distanza, come il cipresso e la quercia non crescono l'uno all'ombra dell'altro