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Post n°37 pubblicato il 13 Maggio 2007 da nicunica

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Post n°36 pubblicato il 13 Maggio 2007 da nicunica

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Post n°35 pubblicato il 13 Maggio 2007 da nicunica

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Post n°34 pubblicato il 13 Maggio 2007 da nicunica

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Post n°33 pubblicato il 13 Maggio 2007 da nicunica

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Post n°32 pubblicato il 13 Maggio 2007 da nicunica

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Post n°31 pubblicato il 13 Maggio 2007 da nicunica

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Post n°30 pubblicato il 13 Maggio 2007 da nicunica

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Post n°29 pubblicato il 13 Maggio 2007 da nicunica

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Post n°28 pubblicato il 13 Maggio 2007 da nicunica

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Post N° 27

Post n°27 pubblicato il 13 Maggio 2007 da nicunica

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Post N° 26

Post n°26 pubblicato il 13 Maggio 2007 da nicunica

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Post N° 25

Post n°25 pubblicato il 13 Maggio 2007 da nicunica

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Post N° 24

Post n°24 pubblicato il 13 Maggio 2007 da nicunica

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Post N° 23

Post n°23 pubblicato il 13 Maggio 2007 da nicunica

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Post N° 22

Post n°22 pubblicato il 08 Maggio 2007 da nicunica

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Mostra fotografica a Firenze in occasione del ventennale dalla scomparsa di Dalida

Post n°21 pubblicato il 07 Maggio 2007 da nicunica

“Perdonatemi, la vita mi è insopportabile”. Con queste parole scritte su un biglietto il 3 Maggio 1987, Dalida salutava il suo pubblico e la sua famiglia. A ricordarla nel ventesimo anniversario dalla sua morte al PICCOLO Cafè di Firenze (via Borgo Santa Croce 23/r) è Demetrio Papagni, appassionato estimatore della cantante, che da pochi giorni ha inaugurato una mostra in sua memoria. Classe ’65, Demetrio Papagni (da sempre “Dimitri” per gli amici del Piccolo) lasciò l’Italia da bambino per trasferirsi con i genitori emigranti in Belgio. Fu a 9 anni a Bruxelles che ascoltò il primo 45 giri di “Parole Parole”, disco in cui Dalida duettava con Alain Delon: da quel momento si innamorò della sua voce ed in particolar modo delle melodie risalenti al suo primo periodo artistico, dato che gli ricordavano le sue origini italiane. Conseguiti gli studi alberghieri fuori Italia, a 24 anni Dimitri decise di stabilirsi a Firenze (dopo un lungo peregrinare in alcuni ristoranti di pregio del centro Europa), dove tuttora svolge la professione di maitre. La sua vastissima collezione di reperti storici e biografici riguardanti l’artista sarà in mostra fino al 20 Maggio all’interno del Piccolo dalle 19,30 fino a tarda notte. Si potranno così ammirare 17 pannelli di dimensioni miste (fino ad 1 metro e mezzo di altezza) con le gigantografie di Dalida, sia in bianco e nero che a colori, alcune sagome in legno a grandezza reale, molti vinili e nastri introvabili risalenti al primo periodo della sua carriera ed una buona parte di rassegna stampa dell’epoca. Assieme all’esposizione delle foto più rappresentative della cantante, nel corso delle serate verrà inoltre ripercorsa la parte più sconosciuta della discografia di Dalidà attraverso l’ascolto di alcuni dei 33 e 45 giri originali della collezione privata di Demetrio, che conta oltre 200 rarissimi dischi in vinile, molti dei quali realizzati dalla cantante in italiano. Questo gentile omaggio alla memoria dell’artista italo-egiziana, nata al Cairo nel 1933 da genitori calabresi, interprete di oltre duemila canzoni con 120 milioni di dischi venduti, si svolgerà contemporaneamente alla manifestazione nazionale in sua memoria intitolata “Dalida, una vie”, che avrà luogo a Parigi dall’11 Maggio all’8 Settembre. La cantante francese, che nel 1967 partecipò con Luigi Tenco al Festival di Sanremo presentando un pezzo scritto dallo stesso Tenco "Ciao amore ciao", dopo 20 anni è ancora un mito che rivive anche in due raccolte multimediali: "Dalida - Une vie" , un cofanetto di 8 dvd con più di 20 ore di musica e filmati televisivi girati tra il 1956 e il 1987 e "Dalida", una raccolta di 3 dvd.
Una volta terminata la mostra, Demetrio Papagni donerà tutto il materiale raccolto in oltre 25 anni all’ Associazione culturale “Iolanda Gigliotti in arte Dalida”, fondata nel 2002 a Serrastretta (CZ), luogo che ha dato i natali a Jolanda Gigliotti e dove è tuttora presente la sua casa-museo.
La mostra permanente di Papagni a Serrastretta verrà inaugurata il 26 Maggio proprio in occasione dell’apertura al pubblico della Casa-Museo dopo lunghi anni di ristrutturazione. Un’altra riposta italiana al mito Dalida sarà offerta dall’eccentrica Patty Pravo, che nel mese di Maggio presenterà il suo cd dedicato alla memoria di Dalidà, la prima artista tra l’altro ad avere avuto un fan-club già nel lontano 1952.

DALIDA, un mito 20 anni dopo
In Francia si commemorano i 20 anni dalla scomparsa di Dalida (vero nome Iolanda Cristina Gigliotti). L'artista famosa per dischi come "Monday Tuesday... Laissez-Moi Danser", "Dali" e per la storia tormentata con Tenco, si suicidò il 3 maggio 1987 a Parigi. Lasciò un biglietto: "La vita mi è insopportabile. Perdonatemi". Nata nel 1933 al Cairo da genitori calabresi, interpretò 2mila canzoni vendendo 120 milioni di dischi nel mondo.
Una mostra, tre libri, collezioni di dvd con filmati e documentari, un cofanetto di cd musicali, trasmissioni radiofoniche e televisive. Vent'anni dopo il suicidio della cantante e attrice nel suo appartamento a Parigi, nel quartiere di Montmartre, la Francia celebra la leggenda di Dalila, a partire da una grande mostra a lei dedicata all'Hotel de Ville, voluta direttamente da un suo caro amico, il sindaco di Parigi Bertrand Delanoe, all'epoca giovane consigliere di quartiere.
La mostra "Dalida, une vie" si terrà nella sala St-Jean dell'Hotel de Ville dall'11 maggio all'8 settembre. Nel fine settimana nelle librerie francesi arrivano tre libri: "Dalida - Une vie" di Jacques Pessis (Chronique Editions), "Dalida - Tu m'appelais petite soeur" di Jacqueline Pitchal (Editions Didier Carpentier) e "Dalida" di Henry-Jean Servat (Editions Albin Michel).

SERRASTRETTA: anche in Italia rivive Dalida
L’Associazione Jolanda Gigliotti di Serrastretta, al fine di operare nell'ambito sociale  culturale sportivo, di stimolare le attività economiche e di valorizzare le tradizioni del territorio, svolge le proprie attività senza fini di lucro. I soci fondatori sono: Ubaldo Fazio, Italo Maletta, Fernando Roperto, Angelo Mancuso e Francesco M. Mancuso.
Il filo conduttore nelle varie manifestazioni che l'associazione organizza è quello  di promuovere in positivo il nome di Jolanda Gigliotti e naturalmente di Serrastretta che le ha dato le origini.
Nel corso del 2007, anno di ricorrenza del ventennale della morte di Jolanda Gigliotti in arte “Dalida”, l’associazione intende promuovere alcune iniziative per celebrare l’anniversario.

 
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"Al Piper brilla la mia Stella"

Post n°20 pubblicato il 07 Maggio 2007 da nicunica

La sua parlantina fresca, spedita, sorretta da una buona dizione che nasconde il suo accento toscano, è più veloce della pioggia battente su Roma. Martina Stella si infila in un taxi, destinazione il mitico Piper, emblema degli anni Sessanta. Lei, infatti, giovedì 10 maggio, su Canale5, sarà Milena nel film tv che mutua il titolo dal famoso locale. "Interpreto una ragazza che sogna di cantare", ci racconta. "Per prepararmi ho visto molti fimati dell'epoca, si ballava e cantava in modo diverso. Non interpreto Patty Pravo, ci tengo a ribadirlo, lei è un mito". Il 13 e 14 maggio, Martina, interpreterà invece una crocerossina nella serie, sempre per Canale5, dal titolo L'amore e la guerra. "Va al fronte, incosciente, e scoprirà la compassione e l'amore". Due ruoli diversi, che mettono a fuoco una personalità, quella di Martina, divorata dalla smania di guardarsi dentro e cercare. "L'importante è non dimenticare il passato, quello che sei stato", racconta. E sapete come dipinge la sua vita attuale? Di verde. E un motivo c'è. Prego, leggete.

Martina, cominciamo dal film Piper dove oltre a recitare, canti e balli. Che idea ti sei fatta di questi anni Sessanta? Ti sarebbe piaciuto vivere in quel periodo?
Sì e mi è piaciuta molto l'idea di recitare evocando quel contesto storico particolare, in cui c'era un grande fermento di cambiamento, anche nella moda, nella musica, nell'arte e in genere nel costume. Era un periodo aperto a grandi speranze. Per prepararmi ho visto molti fimati dell'epoca con artiste come Rita Pavone o Patty Pravo: si ballava e si cantava in modo diverso.

A proposito, hai dichiarato: non ho mai avuto la percezione di interpretare Patty Pravo. Però Milena la ricorda molto da vicino.
Ci tengo a ribadire che non ho avuto la sensazione di imitare questa grande cantante, che ammiro e di cui conosco tutte le canzoni. Patty Pravo è una figura mitica, di un forte carisma. Se mi avessero proposto di recitare in un film su di lei ci avrei pensato mille volte perché si tratta di un personaggio profondo, la sceneggiatura sarebbe stata diversa. In Piper Milena è una ragazza che sogna di cantare...

E abbandona la sua città Venezia per andare a Roma. Anche tu hai lasciato Firenze per la città eterna. Quanto ti rispecchi in lei?
In effetti ci accomuna questa cosa, ma in realtà siamo diverse. Di Milena mi incuriosiva questa sua forte determinazione, è convinta di essere speciale e a tratti è anche un po' arrogante. Io non sono così, non ho problema a mostrare le mie fragilità.

Il tuo prossimo impegno in tv sarà sempre per Canale5 con la fiction L’amore e la guerra. Lì interpreterai una crocerossina. Un ruolo più difficile rispetto a quello in Piper?
Sono due prodotti diversi, arrivati in due momenti diversi della mia vita. Il regista de L'amore e la guerra, Giacomo Campiotti, mi ha chiamata quando era da un po' che non lavoravo e mi sono presa tutto il tempo per entrare in questo personaggio impegnativo, drammatico. Ho girato Piper in un momento invece molto frenetico della mia vita professionale.

Ne L'amore e la guerra sei la contessina Albertina Regis che parte al fronte...
Sì, la serie è sulla prima guerra mondiale e lancia un messaggio di pace. Sono una ragazza che va al fronte con incoscienza, un po' per gioco, inconsapevole di quello che deve affrontare. Si trova così davanti alle sue inadeguatezze e scoprirà il sentimento della compassione e dell'amore (il sergente interpretato da Daniele Liotti). Senza retorica, credo che l'insegnamento più bello sia mettere da parte l'ego e donarsi agli altri.

E’ vero che mamma Bianca ti ha trasmesso l’amore per la recitazione e per le battaglie post-femministe?
Più che altro per le battaglie post-femministe. La mia famiglia, pur essendo di umili origini, non mi ha mai fatto mancare niente. Da piccola i miei genitori mi portavano al cinema, al teatro. Mia madre avrebbe voluto che diventassi una ballerina, invece è andata diversamente ma credo sia contenta lo stesso.

Martina, quando hai dato "l’ultimo bacio", tanto per citare il film che ti ha lanciata?
(Ride, ndr) Poco tempo fa.

E’ vero che alle mail preferisci le lettere? La lettera che non hai mai scritto e quella che vorresti ricevere.
Premetto che non sono contraria alle nuove tecnologie, però, sì, amo molto scrivere con la penna su un pezzo di carta a cui affido le mie riflessioni, i pensieri e anche le poesie. La lettera che vorrei scrivere è per mio padre e mia sorella. Quella che vorrei ricevere? Bè, si scrive senza aspettarsi che gli altri rispondano, no?

E a cosa non potresti mai rinunciare?
Alla libertà. A volte, specie negli ultimi tempi, ho avuto la sensazione di perderla. Succede quando magari vieni fagocitata dai ritmi lavorativi, la tv è una macchina veloce che ti può dare questa sensazione.

Quante volte nella vita hai messo un punto e sei partita da capo?
Si mette sempre un punto e a capo per ricominciare. La vita è in continua evoluzione, una continua rinascita. L'importante è non dimenticare il passato, quello che sei stato.

Dai un colore al momento che stai vivendo.
Verde chiaro...

Ah verde speranza...
No, quello è verde smeraldo. Il verde chiaro mi trasmette positività, dolcezza, e un senso di ricerca.

Federico Pini

 
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