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"ADDIO PIZZO": LA  FORZA DELLE IDEE

Post n°3 pubblicato il 12 Maggio 2006 da savin_s
 
Foto di savin_s

In mezzo al Cassaro, il popolare quartiere di Palermo in cui persino Ferdinando II di Borbone si divertiva a giocare, il carro di Santa Rosalia, troneggiante, con il suo consueto incedere tra due ali di folla ad altissima densità. Sopra, a qualche metro di distanza in linea d'aria, un lenzuolo appeso ad un balcone con la scritta "Santa Rosalia, liberaci dal pizzo".

Ne hanno fatto di strada i ragazzi di "Addio Pizzo", da quella prima volta, quando, una notte di giugno di due anni fa, uscirono ad "attacchinare" gli adesivi che raccontavano una semplice e scomoda verità: un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità. All'inizio i grandi giornali hanno ignorato quasi del tutto "il popolo degli adesivi ribelli." Non si conosceva la provenienza della rivolta cartacea fiorita da un momento all'altro sui muri del centro storico di Palermo. Non si conoscevano le intenzioni e i volti degli attori di quella protesta visiva e silenziosa.

All'inizio semplici attacchini, poi la lista di cento commercianti liberi dal racket, una presentazione ufficiale: "Addio Pizzo" , non più anonima fonte di coraggiose delazioni ma battaglia a viso scoperto contro le estorsioni.

Domenica scorsa a  Piazza  Magione, a Palermo, c'erano tutti a stringersi intorno ai protagonisti coraggiosi della lotta contro il racket, una grande commozione, la gioia dei giovani, la festa sotto il sole, gli striscioni, le canzoni urlate, i colori, le lacrime, i sorrisi. Immagini indimenticabili, il segno evidente che il destino della Sicilia non è segnato.

Una manifestazione diversa da tante altre in cui i siciliani erano stati coinvolti in precedenti occasioni: la prima volta in cui la gente non è stata chiamata a raccolta per reagire ad un atto criminale della mafia, ma con l'intento di celebrare la volontà di un popolo che sta cominciando a scrollarsi di dosso la sua opprimente pressione. I momenti di massimo coinvolgimento dell'opinione pubblica, erano stati, in passato, quelli successivi agli attentati dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Allora, la gente era scesa in piazza per gridare il suo dolore e la sua rabbia, contro un potere nascosto e spietato, che ormai sembrava non avere alcun ritegno nello sfidare a viso aperto le istituzioni.

Quella di Piazza Magione, l'iniziativa di "Addio Pizzo" è davvero una festa per la Sicilia e i siciliani. Non nasce dall'esperienza di un lutto, da una sconfitta dello stato e della comunità civile, ma dall'esperienza vissuta che contro "Cosa Nostra" si può vincere, anzi si è già cominciato a farlo, e non solo con le operazioni di polizia, assolutamente necessarie, ma soprattutto con un lavoro paziente e capillare,"porta a porta", con la tenacia e la determinazione che è insita e connaturata nell'animo siciliano e che ha consentito ai giovani di "Addio Pizzo" di coinvolgere gradualmente commercianti e consumatori, convincendoli ad unirsi in una lotta nell'interesse di tutti.

E' irredimibile, la Sicilia? Quando due anni fa è iniziato tutto, a credere in "Addio Pizzo" erano in sette. Giovani studenti  senza potenti protettori, senza cospicui finanziamenti, senza altre armi se non la loro VOLONTA' di cambiare le cose. Perchè, le cose, in Sicilia come altrove, sono le persone a poterle cambiare, se scelgono di farlo. Forza Sicilia!

 
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