MONDO SICILIA

Ha gli occhi neri, i capelli scuri, la barba incolta.Se lo vedeste in giro per Milano, un distinto signore giacca e cravatta, con i suoi baffetti e una ventiquattr'ore, capireste subito che di milanese lui ha ben poco. Calogero Mancuso, 48 anni, passeggia per piazza San Babila. Sono le sei del pomeriggio: ha appena lasciato la filiale del Banco di Sicilia di via Santa Margherita per la quale lavora da più di vent'anni. Giusto il tempo per recarsi in edicola a comprare i giornali della sua Sicilia. Anche a mille chilometri di distanza se la porta nel cuore. Ha lasciato Sinagra, un paesino in provincia di Messina, immerso nel verde dei monti Nebrodi, la sua casa, la sua gente. E' partito un pomeriggio di maggio, con l'espresso delle 19,00 dalla stazione di Sant'Agata di Militello. Le immagini di quei momenti riaffiorano nitide come i frame di un film: lui un ragazzo di appena diciotto anni, diplomato al  collegio salesiano di Castroreale; gli sbuffi del treno e  la mamma  sulla banchina a salutarlo con gli occhi umidi.  Il mare, gli alberi di fichidindia, le immense distese di limoni, via via sono scomparse davanti ai suoi occhi. A Milano ha frequentato l'Università Cattolica del Sacro Cuore. Ha vissuto per alcuni anni in casa di una vecchia zia. Si è laureato ed ha iniziato a lavorare per il banco di Sicilia. Adesso Calogero è un manager affermato. Non ha dimenticato i colori della sua terra e appena può ci ritorna volentieri.