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Post n°114 pubblicato il 09 Luglio 2008 da gianzav1
L'Europa comincia a sentire l'impatto della crisi a livello internazionale. La crescita rallenta e diminuira' ulteriormente nel 2009. L'inflazione, al contrario, restera' oltre il 3%, almeno fino alla fine dell'anno, per poi calare anche grazie alla diminuzione dei consumi derivante dalla flessione dell'espansione dell'attivita' economica. La Bce, dopo il rialzo dei tassi del 3 luglio, resta in attesa dei prossimi dati, aperta a tutte le opzioni. Jean-Claude Trichet continua comunque ad avvertire che ogni spirale salari/prezzi sara' combattuta con tutte le forze dal Consiglio direttivo. Da Bruxelles Joaquin Almunia, Commissario Ue per gli affari economici e monetari, avverte che "le turbolenze sui mercati finanziari e il rialzo dell'inflazione stanno creando delle difficolta' all'economia della zona euro". Trichet da Strasburgo spiega che l'outlook rimane molto incerto e che il Consiglio monitorera' "molto da vicino" tutti gli sviluppi. Toni piu' "rialzisti" arrivano invece da Jose Manuel Gonzales Paramo e da Miguel Angel Fernandez Ordonez, componenti del Governing Council. Il primo ha dichiarato che la Bce fara' tutto il necessario per assicurare la stabilita' dei prezzi, il secondo che i rischi al rialzo sull'inflazione si stanno moltiplicando. Sembra un avvertimento ai Governi e al mercato: i salari non si toccano anche se il petrolio e il cibo costano piu' cari altrimenti la Bce e' pronta a prendere le contromisure. Un ulteriore rialzo sembra comunque improbabile, viste le previsioni sulla crescita. Jean-Claude Juncker, presidente dell'Eurogruppo, sempre da Strasburgo, ha ribadito che l'ultima stretta monetaria non dara' inizio ad un ciclo di rialzi. I primi segnali del rallentamento dell'economia della zona euro ci sono gia' stati con gli indici di fiducia e i dati sui consumi. Oggi sono stati confermati dalla revisione al ribasso della crescita del Pil del 1* trimestre, con un'attesa sul 2* che si avvicina sempre piu' allo zero e con i dati sulla bilancia commerciale in Germania. Per il terzo mese consecutivo le esportazioni hanno registrato, a maggio, una flessione, segno che la locomotiva d'Europa sta perdendo vapore. Rischi al ribasso sottolineati anche dal ministro delle Finanze tedesco, Peer Steinbrueck. Il petrolio nel frattempo, dopo aver perso 9 usd/barile nelle ultime due sedute, ha ripreso a salire con il future sul Brent che guadagna oltre l'1,5% sulle nuove tensione in Medio Oriente con il test missilistico portato a termine dall'esercito iraniano. |
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