"VITA è ADESSO "

della pura terra

 

LAURA FABIAN

L
 

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Reincarnation

 

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SBRIGATI IL TEMPO VOLA !!!

 

PICCOLA PILLOLA

La società ci insegna

ad amare le cose

Non ascoltiamola,

impariamo ad amare

       la Vita !!

 

 

PABLO NERUDA

preghiera al Sole

Padre Viracocha

tu che dici

"e giorno sia";

tu che dici

"che albeggi e vi sia luce "

tuo figlio il giorno

inceda,

affinché l'uomo

tua creatura, sia

illuminato.

Padre Viracocha,

cosi come il re del giorno

splende in pace e libero ,

anche la luna,

posta da te nella notte,

illumini,non abbia

alcun male, alcun dolore.

donale

pace e libertà.

Pablo Neruda 

 

 

 

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Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 03 Agosto 2008 da Madhya7
 

    

.

Nella cultura Tibetana la gente non trova che la morte sia un fenomeno angoscioso e penoso. Da noi in Occidente, invece risulta estremamente difficile anche solo parlare della morte porsi in relazione con essa." Nessuno ci dice la verità definitiva". Che quasi nessuno sia disponibile ad aiutare lo stato psicologico è un rifiuto terribile, un fondamentale rifiuto d'amore! Attraverso i media, conosciamo la morte in tutti dettagli tramite i giornali , dalle TV, dai film, i primi piani dei parenti disperati, le solenne cerimonie funebri e cosi via, ma mai un sulla morte in quanto tale! Probabilmente ciò dipende dal fatto che in Occidente la credenza generale è che abbiamo una sola vita terrena, e che il defunto ha solo la via della salvezza o della punizione ultraterrena, oppure si crede in uno dissolvimento materiale del corpo definitivo, irreversibile, l'annullamento per sempre della sua presenza spirituale. Il Tibet invece, (cosi come in quasi tutte le tradizioni filosofiche religiose orientali) è acquisita da migliaia di anni la credenza della reincarnazione, l'anima del defunto non scompare per sempre, ma aspetta un'altra rinascita, e cosi per numerosi cicli di morte e rinascita. 

 
 
 
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e graziosa come un cigno !

 

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"Il regno di Dio è dentro di voi e tutto intorno a voi, non in palazzi di pietra. Comparirò nel pezzo di legno che spacchi, mi troverai sotto la pietra che sollevi. Chiunque ne scoprà il significato non conoscerà la morte"

 

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E VENNE LA POESIA ... DI PABLO NERUDA

E fu a quell'età... Venne la poesia
a cercarmi. Non so, non so da dove
uscì, da quale inverno o fiume.

Non so come ne' quando,
no, non eran voci, non erano
parole, ne' silenzio,
ma da una strada mi chiamava,
dai rami della notte,
all'improvviso tra gli altri,
tra fuochi violenti
o mentre rincasavo solo,
era lì senza volto
e mi toccava.

Io non sapevo che cosa dire, la mia bocca
non sapeva
chiamare per nome,
i miei occhi erano ciechi,
e qualcosa pulsava nella mia anima,
febbre o ali perdute,
e mi formai da solo,
decifrando
quella bruciatura,
e scrissi il primo verso vago,
vago, senza corpo, pura
sciocchezza,
pura saggezza
di colui che nulla sa,
e vidi all'improvviso
il cielo
sgranato
e aperto,
pianeti,
piantagioni palpitanti,
l'ombra trafitta,
crivellata
da frecce, fuoco e fiori,
la notte travolgente, l'universo.
E io, minimo essere,
ebbro del grande vuoto
costellato,
a somiglianza, a immagine
del mistero,
mi sentii parte pura
dell'abisso,
ruotai insieme alle stelle,
il mio cuore si distese nel vento
 
 Pablo Neruda

 
 
 

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