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LETTERA AD UNA BAMBINA. (CREPET)
Vorrei che i tuoi Natali non fossero colmi di doni-segnali a volte sfacciati delle nostre assenze ma di attenzione. Vorrei che gli adulti che incontrerai fossero capaci di autorevolezza, fermi e coerenti: qualità dei più saggi. La coerenza, mi piacerebbe per te. E la consapevolezza che nel mondo in cui verrai esistono oltre alle regole le relazioni e che le une non sono meno necessarie delle altre, ma facce di una stessa luna presente. Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a inseguire le emozioni come gli aquiloni fanno con le brezze più impreviste e spudorate; tutte, anche quelle che sanno di dolore. Mi piacerebbe che ti dicessero che la vita comprende la morte. Perché il dolore non è solo vuota perdita ma affettività, acquisizione oltre che sottrazione. La morte è un testimone che i migliori di noi lasciano ad altri nella convinzione che se ne possano giovare: così nasce il ricordo, la memoria più bella che è storia della nostra stessa identità. Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a stare da sola, ti salverebbe la vita. Non dovrai rincorrere la mediocrità per riempire i vuoti, né pietire uno sguardo o un'ora d'amore. Impara a creare la vita dentro la tua vita e a riempirla di fantasia. Adora la tua inquietudine finché avrai forza e sorrisi, cerca di usarla per contaminare gli altri, sopratutto i più pavidi e vulnerabili. Dona loro il tuo vento intrepido, ascolta il loro silenzio per curiosità, rispetta anche la loro paura eccessiva. Mi piacerebbe che la persona che più ti amerà possa amare il tuo congedo come un marinaio che vede la sua vecchia barca allontanarsi e galleggiare sapiente lungo la linea dell'orizzonte. E tu allora porterai quell'amore sempre con te, nascosto nella tua tasca più intima. Paolo Crepet
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Post n°10 pubblicato il 22 Aprile 2014 da charmelina78
Molti studi della moderna psicologia soprattutto in ambito della PNL( Programmazione Neuro Linguista) ormai trattano sempre di più lo stretto nesso che lega PAROLE ( frasi, verbi, modi di dire, narrare, modi di raccontarsi le cose che filtriamo dal mondo) COSTRUTTI COGNITIVI ( pensieri, idee, rappresentazioni mentali) costrutti NEURONALI (sinapsi, scariche chimiche e attività biologica del nostro corpo e soprattutto del sistema endocrino, ossia ormoni che mediano le emozioni) ESPERIENZA di vita. Detta in parole più semplici c'è un diretto legame tra le parole che abitualmente usiamo, le esperienze che scegliamo di fare, le cose che ci capitano nella vita, le delusioni ed i successi. Detta così potrebbe sembrare fantascienza! verrebbe da essere increduli e chiedersi:" possibile mai che delle semplici parole possono cambiare il modo di agire nel mondo? e il mio stesso approccio alla vita?" Ebbene si! addirittura le parole che si trasfomano in pensieri che a lungo andare modificano anche le espressioni del viso, oltre a tutte le altre parti biologiche del nostro fisico. Tutto questo è facilmente esperibile attraverso dei piccoli e semplici esercizi: Prova a metterti nei panni una persona molto critica e pessimista e poi descrivi un immagine con le parole che userebbe questi per almeno due minuti... fatto ciò osserva il tuo stato d'animo, il tuo volto mentre vesti quelle espressioni, lo stato d'animo che resta dopo la descrizione. Ora la stessa immagine prova a descriverla con lo stato d'animo di un sognatore, sempre per almeno due minuti e poi fermati ad ascoltare il tuo corpo, la pelle, le emozioni che ha provato, le rughe del volto... Trai ora le tue conclusioni. Basta poco quindi per capire quanto possano incidere le parole reiterate continuamente, giorno per giorno, attimo per attimo. Così come calcificano le rughe sul volto allo stesso modo strutturano il modo di approcciarsi al mondo, la reazione alle esperienza, la scelta delle relazioni, lo sguardo con il quale si interpreta o si scelgono le cose da guardare nel mondo, le persone da frequentare, le cose da sperimentare. Le parole con cui descriviamo il mondo addestrano i nostri occhi a selezionare cosa guardare, a selezionare solo quello che conferma le nostre idee, che conferma quello che la PNL chiama il nostro METAMODELLO, ossia la rappresentazione mentale attraverso cui interpretiamo, narriamo e sperimentiamo il mondo. Come fare allora per avere uno sguardo più funzionale al benessere psicofisico? O meglio come educare i nostri discorsi, le nostre riflessioni, i nostri dialoghi interiori affinche possiamo abitare esperienze più nutrienti e meno tossiche? Basta semplicemente riaddestrare il nostro modo di parlare in modo da costruire il nostro agio e non reiterare il disagio. basta davvero poco, in pratica:
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