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Post n°9 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da Magdalene.73
Stamattina ho letto un post sul blog di una schiava, credo sia la nuova schiava del mio ex padrone. Una delle tante nuove. Ho spesso sentito dire che sia molto difficile trovare una slave, lui, invece, stranamente ne trova quasi una al mese. Quello che provo è una sensazione di già visto, di già vissuto, un deja vu. In quello che lei scrive riconosco l’uomo che ho conosciuto io, tutto mi parla di lui, tutto mi parla di me e di lui. Un tempo sicuramente l’avrei odiata con tutta me stessa, oggi invece, le stesse parole che fino a qualche mese fa mi avrebbero ferito, mi scivolano addosso lasciandomi indifferente. La sensazione di leggerezza che lei prova nell’averlo al suo fianco, io la provo invece nell’essermene allontanata per sempre. E non posso far a meno di sorridere della sua ingenuità. Certo, potrebbe essere che lui in tutto questo tempo sia cambiato, sia maturato come master e come uomo, ma sinceramente ne dubito. Arriverà anche per lei, presto o tardi, lo scotto da pagare per questa illusoria felicità che sta provando. No, non fraintendetemi… non le sto certo augurando tutte le lacrime che ho versato io, anzi, se fosse in mio potere farlo, vorrei che lei e nessun altra conoscessero la sofferenza che ho conosciuto io. Ma so che prima o poi questo accadrà. Peccato non possa dirvi di chi si tratta, altrimenti potremmo scommettere sulla durata di questa nuova unione… Forse vi sembrerò cinica, una stronza, non so, giudicatemi voi, ma non mi sento tale. Nello stesso momento in cui ho pensato alla scommessa, un’altra amara considerazione mi è venuta in mente. Io, tra le tante, sono stata quella che è durata di più, un anno… ma forse solo perché sono stata la più cogliona.
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Non dobbiamo pensare al cammino degli altri perchè incontrando la stessa persona potrebbero percorrere strade differenti, o forse quella persona è cambiata e si spera maturata.
L'importante è che durante il nostro cammino incontrando le persone si provi a crescere si provi a maturare, e mi sembra che tu sia una di quelle persone che camminando fanno questo.
Il reiterato non è un problema, il problema è fare le cose nascondendo mezze verità, cioè non dicendo guarda io voglio solo giocare con te.
Ho un paio di amiche che sono consapevoli della loro posizione e hanno accettato questo, va bene per tutte e due, se va bene alla coppia giocare e dimensionare il BDSM solo in quella sfera è giustissimo, i problemi nascono quando una delle due parti non è sincera, oppure quando una delle due parti si approffitta della situazione.
Si fa presto a dire io e te giochiamo e basta e poi a far finta di non vedere che il partner va oltre questo, io ho la coscienza pulita io glielo dico tutte le volte. Bisogna assumersi le responsabilità anche di chiudere qualcosa di bello.
Anche io credo che il mio BDSM sia strettamente legato a due persone, e che gli altri ci possono entrare solo per gioco (qui la cosa si fa lunga a descrivere). Ma questo è il mio BDSM e non giudico quello degli altri.
Penso che ognuno debba fare i conti solo con se stesso. Se una persona è corretta e dice subito ed apertamente quello che cerca e quello che può offrire non ci vedo problemi.
Il famolo strano per me è la giocata di una volta, un rapporto duraturo è BDSM
1) il mio modo di vedere ed intendere il BDSM fa si che io lo viva in maniera "esclusiva" un Dominante un Sub.
2) ho fatto il Dom per una donna sposata e so quanto ne ho sofferto
3) non voglio accontentare nessuno dicendo fai bene ad avere due sub o a dividere la persona Dominante, voglio solo dirgli che se il gioco è pulito è giusto per lui farlo. Io sono solo io e gioco con le mie regole e voglio che chi gioca con me segue queste regole, non vuol dire che non sia amico di chi fa un altro gioco e che non possa non condividerlo, ma quanto meno comprenderlo.
la consapevolezza, il sapere della presenza di un'altra persona, permette di fare scelte oculate. posso anche giocarmi la vita. ma voglio sapere, a priori, a cosa si gioca. e quali sono le regole del gioco.
prima dicevo che io voglio conoscere a priori le regole del gioco. perchè se le accetto, posso anche decidere di giocarmi la vita. pensavo, però, mentre scrivevo, al disequilibrio che c'è spesso tra due persone in un rapporto. una parte è spesso più debole dell'altra. vuoi per carattere, vuoi per i sentimenti che entrano in gioco. e pensavo che molto spesso, la parte debole non è in grado di fare scelte sensate. accetta, subisce, per non perdere l'altra persona. ecco. c'è un confine. c'è un limite all'egoismo umano oltrepassato il quale, io credo, la parte più forte deve guardarsi dentro e prendersi la responsabilità di decidere cosa è meglio per l'altro. e se la parte più debole soffre le pene dell'inferno, è preciso dovere morale dell'altro porre fine a quelle pene. pur andando contro i propri interessi.