Truly, madly, deeply

somewhere down the road...

Come vi dicevo ne è passata di acqua sotto il ponte.

La vita cambia in 3 anni.

La mia almeno.

Sottosopra.

Non sono esattamente come mi vedevo a 20, ma nemmeno come mi vedevo 3 anni fa.

La cosa più bella e più grande, quello che mi ha cambiato profondamente è la maternità.

Ora mi rendo conto di avere la grossa responsabilità di una vita. Mio figlio, DJ, 18 mesi sarà l'uomo che vorrà essere in base a quello che vivrà prima di tutto con noi.

La sua fragilità e la sua innocenza sono un tesoro che dovremo proteggere e difendere sempre, fin oltre il nostro respiro.

I suoi sorrisi, le sue grida, il suo chiamarci mamma e papà ci fanno gridare al miracolo ogni giorno.

Possibile che sia davvero nostro figlio?

E poi il pensiero vola ad altre mamme.

A quella che per 42 giorni ha aspettato e pregato per il ritorno della sua bambina e a chi fino ad oggi quella bimba l'aspettava ancora sino a quando un gelido comunicato di "un fermo da convalidare per omicidio, rapimento ed occultamento di cadavere" ha spazzato ogni speranza.

A volte mi chiedo che mondo consegniamo ai nostri figlia, quanta bruttalità, quanto egoismo.

Mi chiedo se basterà il nostro amore a crescere un bimbo, a renderlo un uomo rispettoso della vita e delle persone.

Perchè c'è da chiederselo.

Perchè ogni mostro è stato un bimbo, cullato, nutrito, spesso amato. Ma evidentemente non basta.

Eppure noi, in questo mondo, sì pieno di brutture e violenza ma anche fattod i amore e persone che continuano a cercare di migliorarlo, ci crediamo ancora.

Dobbiamo crederci.

Per il nostro DJ e per tutti i dj del mondo.