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IMMAGINI LIQUIDE

Post n°146 pubblicato il 20 Maggio 2008 da DerSpinne

Fuori dalla finestra è uno specchio liquido. Piove, di pioggia primaverile stranamente fredda.
Questo maggio è un pò così quest'anno. Ma le divagazioni sul tempo sono piuttosto noiose.

Chissà perchè se penso alla pioggia, mi viene da pensare ad una vecchia immagine.
Forse era un cartellone pubblicitario, forse una schermata fissa della televisione. Sostanzialmente reclamizzava una radio locale.

Nella figura c'era un attore famoso, mi sembra Alain Delon. E' chiaramente la scena di un vecchio film in bianco e nero, e Alain è chiuso nel suo capotto e sta camminando in una strada bagnata, deserta, umida. Il freddo si percepisce da come il cappotto è stretto, abbottonato ad Alain, è quasi una seconda pelle che lo protegge dall'acqua e dall'aria.

Alain ha il volto crucciato, contratto. Sta fumando nervosamente una sigaretta. Una frettolosa boccata, come per sbrigarsi e darsi coraggio. La strada è deserta e lui cammina solo sotto la pioggia, non ha un ombrello.

La faccia è chiusa su se stessa, aspira velocemente il fumo caldo della sigaretta.
Il capello un pò bagnato dalla gelatina e dall'acqua. Sta ancora piovendo e lui accellara il passo, contrae il viso e da una tirata alla sigaretta infastidito dalla pioggia.

Non credo che sia un passo di quelli veloci. Non è fretta, non lo disturba troppo neanche l'acqua. La sua è una reazione sottopelle, quasi istintiva, dovuto al freddo, all'umido.
Si vede chiaramente che sta pensando a qualcosa, qualcosa che lo distrae, lo fa sbandare, noncurante della pioggia.

Non ho mai scoperto a quale film appartiene questa scena, mentre mi sono trovato io stesso a girarla molte volte. La strada deserta, qualcosa a cui pensare, la pioggia che ti cade addosso ed è il male minore. Tu non te ne accorgi, il corpo si, una tirata nervosa alla sigaretta, come per aggrapparti a qualcosa di caldo e le spalle strette, i sopraccigli contratti.

C'è da chiedersi cosa aveva in quel momento nell'anima Alain. Mentre per quel che mi riguarda lo so bene. E' un misto di solitudine e qualche pensiero che ti circola per la testa. Mentre il mondo è un posto grigio e piove.

Non credo che esista qualcosa di più solitario che camminare soli nella pioggia. Con la strada bagnata sotto i piedi ed i propri pensieri. Il resto del mondo non esiste, esiste solo il passo, il respiro, l'aria bagnata.

Ecco, io associo la pioggia a questa immagine. Ed anche oggi, se mi affaccio a guardare dalla mia finestra, nella strada stranamente deserta, mi vedo camminare con un cappotto stretto, chiuso per i fatti miei, sotto la pioggia.

Inutile dire che è un immagine che amo molto, non so spiegarmelo neanche io forse.
So solo che sono stato io stesso a disegnare quella scena per Alain. Quel suo passo in bianco e nero su un cielo in bianco e nero. Nell'asfalto nero con il volto bianco. Con quel qualcosa dentro, che è lo specchio della pioggia.

Come se nel cadere, fosse regista inconsapevole, di una scena, che viene girata milioni di volte.

 
 
 
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