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« Primavera NeraGenerazione di ferro »

L'ESTATE CHE SCIVOLA

Post n°152 pubblicato il 17 Luglio 2008 da DerSpinne

Scivola tra le mani come sabbia, come qualcosa che cade e non riesci ad afferrare.

Fai quel gesto meccanico, istintivo, di chinarti, di allungare la mano. Ma continua a cadere.
Finchè non ti sfugge.

Questa è la foto che scelgo per questo mio inizio estate. Eppure passerà. Il periodo brutto che ancora persiste passerà. Rimango integro. Malgrado la stanchezza.

Sono qui, con la musica, la birra gelata nello stomaco, le sigarette, la notte in pugno.

Potrei parlare di tutti i miei passati, delle estate torride passate con qualcuno nel letto, o da solo, a scacciare le zanzare. Del caldo che entra dalla finestra. Di questa notte che è una lunga propagine oscura di ogni crepuscolo che ho visto.

Quando il cielo si incendia e segui semplicemente una destinazione.

La destinazione è sempre l'orizzonte, sempre domani, sempre avanti, oltre il bordo che separa il cielo e la terra. Non c'è altra strada.

E malgrado il superlavoro, il tempo per me stesso che manca, le sere a casa, la mia mente è piena di belle ragazze con le gonne, risate con gli amici, birra da bere e caldo sulla pelle

Somma di quello che è stato, di quello che verrà. Perchè come la metti la metti, l'estate è qualcosa di reale che scorre e scivola

Quasi fosse un acqua densa, intorno a te.

Guardo le foto nella mia testa. Io con quell'amore andato. Io con quest'avventura. Io ubriaco. Io che ballo nella notte nella maniera sgraziata dei dilettanti. Io nel campo a guardare le lucciole. Io e tutti i miei gatti. Io e le stelle. Io e la luna bassa sul mare, che disegna una strada di luce sulla risacca, che viene voglia di percorrerla e perdersi. Io e ancora Io.

Come se l'estate fosse la personificazione della mia essenza, densa e corposa, eppure così difficile da afferrare.

La vedi, è lì, pensi di prenderla, di catturarla. Ma la natura acquosa del mio ascendenti pesci che si fonde nell'aria impregnata di umidità, sospinta appena da una leggera brezza d'occidente, t'inganna.

E nelle mani ti ritrovi sabbia, oggetti che cadono e che non sai afferrare, riflessi di tempo.

La chiamo personificazione. Forse è solo un ombra, il rumore di una lattina vuota che cade in terra.

Eppure mi guarda la notte estiva fuori dalla finestra, senza che io riesca ad afferrarla

Senza che lei, afferri me.

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Commenti al Post:
b_2
b_2 il 21/07/08 alle 12:57 via WEB
il prossimo post lo intitoli "autunno"?.... :))))))) vabè....ma quando hai birra fresca, sigarette, misica e notte in pugno, che vuoi di più??? :))) bb
 
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