La vita che vorrei

Un uomo, vero

Il giorno in cui Obama lo ha presentato come suo vice, Joe Biden è salito sul palco e ha detto: “Mio padre mi ha insegnato che non importa quante volte cadi. Quello che conta è la velocità con cui ti rimetti in piedi”. Suo padre era ricco, poi cadde in disgrazia e fece bancarotta poco prima che Joe nascesse. Andarono a vivere dai nonni materni. Suo padre puliva gli scaldabagni e nel fine settimana vendeva souvenir e bandierine delle squadre di baseball nel mercatino delle pulci. Il padre ha cresciuto Joe con l’orgoglio della classe lavoratrice e con il motto: “nessuno è meglio degli altri”. Un Natale, quando il padre lavorava in una concessionaria di auto, il titolare fece una festa per i dipendenti e si divertì a lanciare per terra una manciata di dollari d’argento e a guardare dall’alto meccanici e venditori che si azzuffavano per prenderli. Il padre di Joe si licenziò il giorno stesso, sbattendo la porta.

Joe venne eletto al Senato quando aveva 29 anni, nel novembre 1972. Un mese dopo, il 18 dicembre, la moglie stava andando a comprare l’albero di Natale insieme ai tre figli (due maschietti di 3 e 2 anni e una femminuccia di soli 13 mesi) quando un camion prese in pieno l’auto in mezzo a un incrocio. La moglie e la bimba morirono sul colpo, gli altri due bambini vennero ricoverati in ospedale in gravi condizioni. Joe restò per settimane accanto ai loro letti, uscendo solo per il funerale della moglie e della neonata. Al Senato pensarono si dimettesse. Ma Joe non mollò. Faceva il pendolare da Washington, tre ore di treno tutti i giorni, per crescere i figli. Per cinque anni li tirò su da solo, poi incontrò un’insegnante del suo paese e si risposò. E’ questo il motivo per cui Obama lo ha scelto, perché è capace di reagire alle avversità, di rialzarsi dopo una caduta.

Non so se Joe Biden è un politico bravo e non so se diventerà un bravo vicepresidente degli Stati Uniti. So solo che è un uomo, vero.