Creato da maringolarosario il 13/05/2010
Di tutto un po'
 

 

1500 euro a famiglia rom per vacanze di Natale:una regione italiana regala soldi ai nomadi *******

Post n°74 pubblicato il 05 Novembre 2014 da maringolarosario

 

martedì 4 novembre 2014
1500 euro a famiglia Rom per le vacanze di Natale: Una regione italiana regala soldi ai nomadi
C’è pure l’imbarazzo della scelta: duecento euro per il biglietto aereo di sola andata, oppure 500 euro a testa (con un massimo di 1500 Euro per nucleo familiare) per tornare a casa; per chi vuole restare invece, c’è il sostegno sulle quote d’affitto di un alloggio. Fa discutere il piano stanziato dalla Regione Toscana per incentivare i rom a lasciare il paese, soprattutto nei termini e nelle agevolazioni concesse. Il rimpatrio assistito pagato da Società della salute e Croce Rossa ha un ché di “paradossale – come nota il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale Giovanni Donzelli – e va ben oltre i limiti del ridicolo se pensiamo che la Regione Toscana offre a 130 rom una vacanza strapagata”.

Vacanze di Natale – Come nota Donzelli infatti, nulla vieterebbe ai rom rimpatriati di ritornare in Italia: le misure stanziate dalla Giunta guidata dal presidente Enrico Rossi, come scrive ilgiornale.it, prevedono il volo di sola andata e 200 euro a testa oppure 500 euro a persona, e alla lunga “il beneficiario potrebbe tranquillamente andare in vacanza a trovare i parenti, incassare i 500 euro e spenderne 100 per tornare in Toscana con il primo pulmino”. In questo modo le misure adottate dalla giunta si trasformerebbero in una sorta di vacanza premio, che con l’avvicinarsi delle vacanze di Natale hanno il sapore della beffa per i milioni di italiani che invece faticano ad arrivare a fine mese.

Il precedente – La perseverante Giunta toscana, già nel 2011, a Quaracchi (periferia fiorentina), stanziò 400mila euro per incentivare 120 nomadi accampati in una zona piena di amianto, a tornarsene in Romania: peccato che la maggior parte di questi, intascati i soldi ben si guardò dal lasciare il paese, e rimase al contrario, in Italia. 

 
 
 

DE MAGISTRIS:SU BAGNOLI RENZI HA TRADITO NAPOLI*******

Post n°73 pubblicato il 05 Novembre 2014 da maringolarosario

De Magistris: su Bagnoli Renzi ha tradito Napoli

PER APPROFONDIRE: de magistrisrenzibagnolisblocca italia
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NAPOLI - Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris parteciperà alla mobilitazione contro lo Sblocca Italia e il decreto su Bagnoli organizzata dai comitati civici dell'area occidentale. La manifestazione è prevista per venerdì 7 novembre, giorno in cui dovrebbe essere in città il presidente del Consiglio Matteo Renzi, anche se al momento la visita non è confermata. «Il presidente Renzi - ha affermato de Magistris - ha tradito Napoli».

De Magistris, che ha parlato a margine delle celebrazioni per le Forze Armate, sostiene che «il presidente Renzi ha tradito Napoli dal punto di vista istituzionale, ha tradito la città e il suo sindaco che lo scorso 14 agosto aveva firmato un accordo che il presidente si è rimangiato». Secondo il primo cittadino di Napoli, tuttavia, c'è ancora tempo «per rimediare». Lo Sblocca Italia, infatti, va in aula per la conversione in legge l'11 novembre. «Se il decreto venisse convertito così com'è - ha dichiarato de Magistris - si creerebbe una rottura istituzionale fortissima con conseguenze che ci porterebbero a mettere in campo azioni giudiziarie e di lotta popolare fino a quando non verrà tolto il commissariamento perchè Bagnoli e Napoli non si commissariano».

«Siccome considero quello del Presidente del Consiglio un tradimento istituzionale, se non ci sarà il ritiro della norma su Bagnoli entro l'11 novembre, che è la data di conversione, noi non ci sentiamo più vincolati formalmente a quella firma e allora come sindaco di Napoli ritiro la firma che è stata messa a Città della scienza il 14 agosto». Lo ha annunciato il sindaco Luigi de Magistris nel corso di un'assemblea pubblica a Bagnoli contro il decreto Sblocca Italia.

Gli attivisti. Il corteo di protesta contro il decreto «Sblocca Italia» a Bagnoli, il prossimo 7 novembre, ci sarà anche se, come si rincorre la voce in queste ore, il premier Matteo Renzi quel giorno non sarà a Napoli, così come era stato annunciato. «Renzi non viene? Vuol dire che questo Governo non è così forte come sembra, è di carta, è possibile combattere le politiche di massacro e di rapina sociale di questo Governo, non è altro che un stimolo un più per costruire la mobilitazione e rafforzarla», sostengono gli attivisti che nel pomeriggio si sono riuniti in un'assemblea pubblica, nel cuore di Bagnoli. «Se Renzi non verrà è la dimostrazione che solo uniti si può vincere - spiega Eddi, del comitato che sta organizzando il corteo - è la dimostrazione che questi signori li possiamo mandare di nuovo nei loro palazzi di potere dove pensano di poter decidere sulla testa nostra e sui nostri territori. Sui nostri territori da oggi decideremo noi».
martedì 4 novembre 2014- 14:42  Ultimo agg.: 

 
 
 

OBAMA**************

Post n°72 pubblicato il 05 Novembre 2014 da maringolarosario

L'America boccia Obama: 
Camera e Senato ai repubblicani
Dopo le elezioni di midterm il presidente si trova contro tutto il Congresso. Per lui due anni in salita
commenti 
06:4205 Nov

I repubblicani cavalcano il malcontento e la sfiducia verso la Casa Bianca e si prendono il controllo delle due camere. Per improssimi due anni Obama sarà un'anatra zoppa. L'Empire State building di New York si tinge di rosso

 
 
 

CASA BIANCA *******

Post n°71 pubblicato il 04 Novembre 2014 da maringolarosario

v

  •  

    "Ebola è una malattia terribile che sta causando grande distruzione in Africa occidentale, ed è lì che è necessario l'aiuto. E 'come combattere un incendio. Dovete spruzzare l'estintore alla base del fuoco, non solo nella parte superiore del fiamme - o non avrai mai spegnere il fuoco ".  

    - Dr. Kent Brantly

    Medici. Ingegneri. Gli scienziati. Soldati. Qualunque sia l'abilità che possono offrire, qualsiasi sacrificio devono fare, gli americani da tutto il paese si stesse mettendo in prima linea nella lotta contro Ebola in Africa occidentale, al fine di salvare vite umane.Sono eroi - e le persone in Africa occidentale bisogno di più come loro per contribuire a garantire che porre fine a questa devastante epidemia alla fonte. 

    Ascoltare come alcuni dei nostri operatori sanitari parlare perché sono impegnati per la missione americana in Africa occidentale - quindi condividere le loro voci di coraggio con i tuoi amici e familiari.

     

     

     

     

 
 
 

MPS*******??

Post n°70 pubblicato il 04 Novembre 2014 da maringolarosario
Foto di maringolarosario

Mps, colonia democratica: in dieci anni 700 nomine

Collegi sindacali e cda in mano al Pd: dentro anche Cgil e uomini di Renzi. Un elenco che si incrocia con le strategie del gruppo di potere Mussari-Ceccuzzi

Nomi e nomine gradite al «gruppo della birra» del duo Mussari-Ceccuzzi. Dall'informativa dei carabinieri dimenticata in un'inchiesta «minore» su ristoranti e immobili a Siena relativa all'esistenza di un presunto gruppo di potere capitanato dall'ex presidente di Mps e dall'ex sindaco pd (da poco indagato per l'affaire pastificio-Amato) si fa riferimento, per l'appunto, alle «poltrone» al Monte dei Paschi gestite da un ristretto giro di persone, che poi sarebbero le stesse che a detta degli inquirenti si sarebbero date un gran da fare per le «discutibili nomine nei consigli di amministrazione delle controllate della banca Mps».

L'ex presidente del Monte dei Paschi di Siena Giuseppe Mussari entra in Procura

Lo spunto, ai carabinieri, viene inizialmente offerto da una «gola profonda» a conoscenza di molti segreti che invita a dare un'occhiata a un articolo postato su un blog (mercatoliberosiena.blogspot.it) molto cliccato. Da qui l'interesse a scavare nelle nomine. Chi l'ha fatto, nel Pdl di Siena, ha ricostruito un documento con un elenco di centinaia e centinaia di nomi: «Sono circa 700 nomine effettuate dal gruppo Mps nel corso degli ultimi dieci anni, tra cda e collegi sindacali di controllate o partecipate. Di queste nomine, addirittura 7 o 8, dicono, sarebbero riferibili al Pdl» commenta ironico Massimo Parisi, coordinatore del Pdl toscano. Ecco un po' di nomi. 

Il primo, citato nell'informativa, è quello di Fabio Carlesi. Nel 1989, entra in Mps, dove siede tuttora. In rapporti con i figli del fantino Andrea Degortes, detto Aceto: tra questi Antonio, socio del figlio del fantino Aceto, Alberto Degortes, «già consigliere in Banca Mps Belgio - scrivono i carabinieri - su proposta di Mussari consigliere Mps Francia e vicepresidente Mps Leasing&Factoring Spa». L'elenco stilato da fonti di livello, interne alla banca, e rielaborato dal Pdl. Ovviamente è di parte, ma estremamente significativo. Ecco alcuni esempi. Fabio Borghi, presidente di Mps Gestione crediti, è stato segretario della Cgil senese, iscritto ai Ds e molto vicino all'ex sindaco Cenni. Aldighiero Fini, presidente di Mps capital service, ex presidente di Banca Toscana, risulta negli elenchi pubblici dei finanziatori ai Ds e al Pd.Marco Spinelli, membro della direzione regionale del Pd, è stato nella Fondazione Mps, ma anche nelle partecipate Sansedoni Spa, Banca agricola mantovana e Mps Leasing&Factoring. Claudio Vigni, membro del cda di Mps capital service, ex segretario della Cgil senese. Riccardo Margheriti, già presidente di «Monte dei Paschi Banca Verde», è un ex senatore del Pci e «benefattore» del Pd per la somma di 133mila euro. Giuseppe Cattuti, dal 2001 ai vertici di società del gruppo Mps, ex esponente della Margherita e poi del Pd. Saverio Carpinelli, ex assessore alla cultura del Comune di Siena, presidente di Mps Capital service, ha versato 176mila euro al Pd senese. Massimo Bernazzi, presidente Mps leasing e facturing per due mandati, ex sindaco di Monteroni d'Arbia, recentemente schieratosi con Renzi. Aldo Berlinguer, ex consigliere e vicepresidente di Banca Antonveneta, figlio di Luigi Berlinguer, rettore dell'Università di Siena, ministro nel governo Prodi, e decenni fa consigliere di Mps. Ex consigliere dell'aeroporto di Ampugnano, Mussari presidente, da cui poi si dimette. Graziano Battisti, iscritto al Pd di San Gimignano, consigliere Banca Toscana e quindi Mps capital service dal 2011.Alberto Bianchi, recentemente nominato presidente dei sindaci revisori del Consorzio operativo Mps, è presidente della Fondazione Big Bang espressione di Matteo Renzi e fratello del commissario del Maggio Musicale fiorentino. Marco Carrai, consigliere comunale a Firenze per la Margherita, uomo di fiducia di Renzi, nel 2009 è stato nominato alla presidenza di Firenze Parcheggi su indicazione del socio Mps. Fabio Ceccherini, dal 2011 vicepresidente di Mps capital service, già dirigente comunale e provinciale dei Ds, sindaco di Poggibonsi e presidente della Provincia. Massimo Della Giovanpaola, dipendente di una società partecipata senese, sindaco di Montepulciano dal 2004 al 2009, poi vicepresidente di una partecipata della galassia Mps. Moreno Periccioli, nel cda di Antonveneta e Mps leasing, già consigliere provinciale a Siena per il Pci e poi Ds. Ernesto Rabizzi, dipendente di Mps, entra nella deputazione della banca nel 2001, nel 2004 passa alla vicepresidenza della Provincia, per poi tornare nel 2006 in banca: prima nel cda del Monte, poi vicepresidente, e presidente di altre società del gruppo. Nel 2011 è nominato presidente di Antonveneta. Lucia Cocchieri, già membro del cda della banca Mps, è stata capogruppo di Sinistra Democratica in Comune. Una poltrona per tutti

 
 
 

MONTE DEI PASCHI DI SIENA*******

Post n°69 pubblicato il 04 Novembre 2014 da maringolarosario
Foto di maringolarosario

Maxiofferta per Mps: holding di Hong Kong vuole dare 10 miliardi

La Nit Holdings vuole investire a Siena. Ma la banca italiana smentisce l'offerta

Mps diventa cinese? Il fondo di Hong Konh Nit Holdings avrebbe infatti offerto al cda dell'istituto di credito senese ben 10 miliardi di euro per la ristrutturazione completa del capitale dopo gli stress test effettuati dalla Banca centrale europea.

Rocca Salimberni, storica sede della banca senese

L'offerta - effettuata "in un’ottica di alleanza sinergica nel lungo periodo" - sarebbe stata già notificata anche a Bce e Bankitalia in vista del cda di Montepaschi del 5 novembre.

La notizia è stata smentita da un portavoce della banca italiana secondo cui Mps non ha ricevuto alcuna proposta di investimento. Nit Holdings è una holding internazionale di investimenti e partecipazioni, con sede a Hong Kong e con operatività globale. La società è specializzata nella gestione di portafogli e nell’offerta di servizi finanziari indipendenti a clienti e partner internazionali, tra cui soggetti governativi, Paesi in via di sviluppo, fondazioni, Trusts, Ultra High Net Worth Individual e industrie private.

 
 
 

LA TESTIMONIANZA *******

Post n°68 pubblicato il 01 Novembre 2014 da maringolarosario

*******LA TESTIMONIANZA****************************************************************************CORTE DI ASSISE DI PALERMO - CORTE D'ASSISE*
Procedimento penale n. 1/13 Udienza del 28/10/2014
DOTTORE MONTALTO ALFREDO Presidente
CD REGISTRATO A ROMA Ausiliario tecnico
PROCEDIMENTO A CARICO DI – BAGARELLA LEOLUCA BIAGIO +
9 -
G / T : - Possiamo prendere posto. Ringranziamo innanzitutto
il Segretariato Generale per l'ottima ospitalità e
organizzazione e quindi possiamo dare inizio
all'udienza. Cominciamo a chiamare le parti. 
CANCELLIERE: - Sì. Intanto diamo atto che a seguito di quanto
la Corte ha disposto con l'ordinanza dibattimentale del
25 settembre 2014, confermata dalla successiva ordinanza
del 9 ottobre 2014, si procede alla costituzione delle
parti processuali in assenza degli imputati e delle
Parti Civili costituite, che sono tutti rappresentati
dai rispettivi difensori che mi accingo a chiamare.
Quindi, per l'imputato Bagarella Leoluca Biagio sono
presenti gli Avvocati Fabiana Gubitoso e l'Avvocato Luca
Cianferoni, che è sostituto processuale designato
dall'Avvocato Anania che invece non è presente. Per
Brusca Giovanni sono presenti i difensori Avvocati
Fiormonti e Simona Celebre. Per l'imputato Ciancimino
Massimo sono presenti i difensori Francesca Russo e
Roberto D'Agostino. Per l'imputato Cinà Antonino è
presente l'Avvocato Federica Folli ed è assente
l'Avvocato Giovanni Di Benedetto. Per l'imputato De
Donno Giuseppe è assente l'Avvocato Saccone ed è
presente l'Avvocato Francesco Antonio Romito. ***********************************************************************************************Per R.G. 1/13 - 28/10/2014 c/BAGARELLA LEOLUCA BIAGIO + 9 l'imputato Dell'Utri Marcello sono presenti i difensori
Di Peri e Pietro Federico. Per l'imputato Mancino Nicola
sono presenti i difensori Massimo Krogh e Nicoletta
Piergentili Piromallo. Per l'imputato Mori Mario sono
presenti i difensori Milio e Musco. Per l'imputato Riina
Salvatore, è presente l'Avvocato Cianferoni, sempre
sostituto processuale dell'Avvocato Anania che è
assente. Per l'imputato Subranni Antonio è presente
l'Avvocato Milio. Per le Parti Civili costituite: per la
Parte Civile De Gennaro Giovanni è presente l'Avvocato
Bertorotta quale sostituto processuale designato
dall'Avvocato Coppi che è assente. Per il Presidente del
Consiglio dei Ministri, sono presenti gli Avvocati
Dell'Aira e Caserta dell'Avvocatura Distrettuale dello
Stato. Per il Centro Studi e Iniziative Culturali Pio La
Torre è presente in aula l'Avvocato Ettore Barcellona.
Per il Comune di Palermo è presente in aula l'Avvocato
Airò Farulla. Per la Presidenza della Regione Siciliana
sono sempre presenti gli Avvocati Caserta e Dell'Aira
dell'Avvocatura Distrettuale dello Stato. Per Libera,
Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie, è presente
l'Avvocato Vincenza Rando. Per la Parte Civile
Associazione tra Familiari delle Vittime della Strage di
Via dei Georgofili è presente in aula l'Avvocato Danilo
Ammannato. Inoltre si dà atto che il Presidente
autorizza la presenza del Vice Segretario Amministrativo
della Presidenza della Repubblica, in persona del dottor
Flavio Salvadori per assicurare la continuità delle
funzioni del Presidente della Repubblica. Per la Procura
della Repubblica di Palermo sono presenti il dottor
Leonardo Agueci, Procuratore facente funzioni della
Procura della Repubblica di Palermo; il Procuratore
Aggiunto Dottore Teresi e i Dottori Di Matteo, Francesco
Tartaglia e Del Bene, che sono sostituti della Procura
della Repubblica di Palermo.********************************************************** R.G. 1/13 - 28/10/2014 c/BAGARELLA LEOLUCA BIAGIO + 9
4 G / T : - E allora, siamo qui come sapete, ovviamente, per
l'assunzione della testimonianza del Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano, che a questo punto
possiamo introdurre. 
DEPOSIZIONE DEL TESTE: NAPOLITANO GIORGIO 
G / T : - E allora buongiorno Presidente, la ringraziamo
innanzitutto per la disponibilità che ha voluto dare con
questa udienza qui organizzata e per l'ottima
organizzazione e ospitalità che apprezziamo. Quindi ora
adesso daremo inizio all'esame, all'assunzione della sua
testimonianza. È mio dovere ricordarle, avvertirla
dell'obbligo di dire la verità, come la Legge impone di
fare, e quindi delle responsabilità previste dalla Legge
per il testimone. Abbiamo necessità, anche sempre per le
formalità, di acquisire le sue generalità innanzitutto.
Quindi Giorgio Napolitano, nato? 
DICH. NAPOLITANO: - Nato a Napoli il 29 giugno 1925. 
G / T : - Nato a Napoli il... 
DICH. NAPOLITANO: - Come? 
G / T : - Sì, sì, stavo... Così il Cancelliere sta prendendo
nota. Benissimo, allora l'esame del Presidente della
Repubblica è stato chiesto dalla Procura della
Repubblica e quindi diamo la parola al Pubblico
Ministero. Pregherei ciascuno, ai fini della
registrazione, di dare innanzitutto il proprio nome e la
propria qualità, indicare la propria qualità in modo che
la registrazione poi possa darne conto. Prego Pubblico
Ministero.

*******LA TESTIMONIANZA****************************************************************************CORTE DI ASSISE DI PALERMO - CORTE D'ASSISE* Procedimento penale n. 1/13 Udienza del 28/10/2014 DOTTORE MONTALTO ALFREDO Presidente CD REGISTRATO A ROMA Ausiliario tecnico PROCEDIMENTO A CARICO DI – BAGARELLA LEOLUCA BIAGIO + 9 - G / T : - Possiamo prendere posto. Ringranziamo innanzitutto il Segretariato Generale per l'ottima ospitalità e organizzazione e quindi possiamo dare inizio all'udienza. Cominciamo a chiamare le parti.  CANCELLIERE: - Sì. Intanto diamo atto che a seguito di quanto la Corte ha disposto con l'ordinanza dibattimentale del 25 settembre 2014, confermata dalla successiva ordinanza del 9 ottobre 2014, si procede alla costituzione delle parti processuali in assenza degli imputati e delle Parti Civili costituite, che sono tutti rappresentati dai rispettivi difensori che mi accingo a chiamare. Quindi, per l'imputato Bagarella Leoluca Biagio sono presenti gli Avvocati Fabiana Gubitoso e l'Avvocato Luca Cianferoni, che è sostituto processuale designato dall'Avvocato Anania che invece non è presente. Per Brusca Giovanni sono presenti i difensori Avvocati Fiormonti e Simona Celebre. Per l'imputato Ciancimino Massimo sono presenti i difensori Francesca Russo e Roberto D'Agostino. Per l'imputato Cinà Antonino è presente l'Avvocato Federica Folli ed è assente l'Avvocato Giovanni Di Benedetto. Per l'imputato De Donno Giuseppe è assente l'Avvocato Saccone ed è presente l'Avvocato Francesco Antonio Romito. ***********************************************************************************************Per R.G. 1/13 - 28/10/2014 c/BAGARELLA LEOLUCA BIAGIO + 9 l'imputato Dell'Utri Marcello sono presenti i difensori Di Peri e Pietro Federico. Per l'imputato Mancino Nicola sono presenti i difensori Massimo Krogh e Nicoletta Piergentili Piromallo. Per l'imputato Mori Mario sono presenti i difensori Milio e Musco. Per l'imputato Riina Salvatore, è presente l'Avvocato Cianferoni, sempre sostituto processuale dell'Avvocato Anania che è assente. Per l'imputato Subranni Antonio è presente l'Avvocato Milio. Per le Parti Civili costituite: per la Parte Civile De Gennaro Giovanni è presente l'Avvocato Bertorotta quale sostituto processuale designato dall'Avvocato Coppi che è assente. Per il Presidente del Consiglio dei Ministri, sono presenti gli Avvocati Dell'Aira e Caserta dell'Avvocatura Distrettuale dello Stato. Per il Centro Studi e Iniziative Culturali Pio La Torre è presente in aula l'Avvocato Ettore Barcellona. Per il Comune di Palermo è presente in aula l'Avvocato Airò Farulla. Per la Presidenza della Regione Siciliana sono sempre presenti gli Avvocati Caserta e Dell'Aira dell'Avvocatura Distrettuale dello Stato. Per Libera, Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie, è presente l'Avvocato Vincenza Rando. Per la Parte Civile Associazione tra Familiari delle Vittime della Strage di Via dei Georgofili è presente in aula l'Avvocato Danilo Ammannato. Inoltre si dà atto che il Presidente autorizza la presenza del Vice Segretario Amministrativo della Presidenza della Repubblica, in persona del dottor Flavio Salvadori per assicurare la continuità delle funzioni del Presidente della Repubblica. Per la Procura della Repubblica di Palermo sono presenti il dottor Leonardo Agueci, Procuratore facente funzioni della Procura della Repubblica di Palermo; il Procuratore Aggiunto Dottore Teresi e i Dottori Di Matteo, Francesco Tartaglia e Del Bene, che sono sostituti della Procura della Repubblica di Palermo.********************************************************** R.G. 1/13 - 28/10/2014 c/BAGARELLA LEOLUCA BIAGIO + 9 4 G / T : - E allora, siamo qui come sapete, ovviamente, per l'assunzione della testimonianza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che a questo punto possiamo introdurre.  DEPOSIZIONE DEL TESTE: NAPOLITANO GIORGIO  G / T : - E allora buongiorno Presidente, la ringraziamo innanzitutto per la disponibilità che ha voluto dare con questa udienza qui organizzata e per l'ottima organizzazione e ospitalità che apprezziamo. Quindi ora adesso daremo inizio all'esame, all'assunzione della sua testimonianza. È mio dovere ricordarle, avvertirla dell'obbligo di dire la verità, come la Legge impone di fare, e quindi delle responsabilità previste dalla Legge per il testimone. Abbiamo necessità, anche sempre per le formalità, di acquisire le sue generalità innanzitutto. Quindi Giorgio Napolitano, nato?  DICH. NAPOLITANO: - Nato a Napoli il 29 giugno 1925.  G / T : - Nato a Napoli il...  DICH. NAPOLITANO: - Come?  G / T : - Sì, sì, stavo... Così il Cancelliere sta prendendo nota. Benissimo, allora l'esame del Presidente della Repubblica è stato chiesto dalla Procura della Repubblica e quindi diamo la parola al Pubblico Ministero. Pregherei ciascuno, ai fini della registrazione, di dare innanzitutto il proprio nome e la propria qualità, indicare la propria qualità in modo che la registrazione poi possa darne conto. Prego Pubblico Ministero.

 
 
 

31-ott-2014 21.07 S-T-U-N-N-I-N-G (03026) Da: Democrats 2014 (dccc@dccc.org)

Post n°67 pubblicato il 31 Ottobre 2014 da maringolarosario

31-ott-2014 21.07 S-T-U-N-N-I-N-G (03026) Da:Democrats 2014 (dccc@dccc.org) 
A:"rosario maringola"<rosariomaringola@alice.it>http://action.dccc.org/p…/-/POTUSQuote_YesWeCan_20140930.png
Rosario -- everyone counted us out. Everyone.

But you know what? We kept fighting.

...Altro...

 
 
 

ASSALTO AL COLLE:LA TRISTE FINE DI RE GIORGIO*******

Post n°66 pubblicato il 30 Ottobre 2014 da maringolarosario
Foto di maringolarosario

Assalto al Colle: la triste fine di Re Giorgio

Giorgio Napolitano è stato costretto a rispondere ai criminali attraverso i loro legali: 40 tra pm e avvocati al Quirinale per interrogarlo sulla presunta trattativa Stato-mafia

Ha accettato che lo santificassero e adesso marcia verso il martirio. Giorgio Napolitano appartiene a un mondo giurassico ormai scomparso ma caparbiamente agisce come se quel mondo esistesse ancora.

I più giovani non lo sanno, ma quell'uomo eternamente sfottuto come un (finto) rampollo di casa Savoia a causa della sua somiglianza con Umberto il «re di Maggio», è stato da un certo momento in poi un difensore convinto del sistema occidentale ed ha rappresentato nel Partito comunista italiano una corrente molto audace, perché doveva contrapporsi all'altra corrente composta dagli uomini cari al Kgb sovietico.

Non a caso Henry Kissinger - suo coetaneo ed ex Segretario di Stato sotto Nixon - diceva di lui che era l'unico comunista per cui provasse amicizia. Personalmente mi spingo più in là: il Pci alla caduta dell'impero sovietico era diviso ormai fra filoamericani benvoluti dalla Cia e filorussi benvoluti dal Kgb. Non parlo di agenti o di spie, ma di quegli intellettuali che nell'apparato non visibile preparano le svolte politiche. Io me ne accorsi quando la comparsa del «Dossier Mitrokhin» nel 1999 scatenò una guerra interna al Partito comunista in cui i filoamericani trattavano i filorussi con disprezzo accusandoli di spionaggio interno e di lì cominciò la dissoluzione del partito di Togliatti, che si sta completando con la cacciata di fatto di tutti i comunisti dal partito dei Ds.

Napolitano ha partecipato dietro le quinte a questo processo, trincerato dietro i suoi discorsi ufficiali di scoraggiante prevedibilità, come devono essere in genere i discorsi di chi abita al Quirinale. Certo, qualcuno ricorderà che Napolitano faceva parte di quel gruppo dirigente stalinista (dopo Stalin) che impose a Nikita Krusciov la sciagurata repressione nel sangue degli studenti e degli operai di Budapest nel 1956, ma su questa storia e molte altre lo stesso Napolitano ha riconosciuto gli errori con onestà. Esiste una sua splendida intervista a un giornalista americano, in proposito, che non ricordo di aver letto in italiano. Ma sta di fatto che l'allora giovane dirigente del Pci (che come tutti a quell'epoca aveva un passato fascista) si mise a studiare l'inglese, lingua che parla con scolastica padronanza e che gli ha aperto più d'una porta.

Che cosa sta succedendo oggi a quest'uomo vergognosamente costretto a rispondere a due fra i più grandi criminali della storia italiana, sia pure attraverso i loro avvocati? Io credo che la risposta sia semplice: Napolitano paga oggi (da qualche anno ormai) il suo passato e le sue scelte a favore dell'Occidente e degli Stati Uniti. La memoria dell'acqua, che solo in apparenza passa e se ne va, è invece eterna. Che Napolitano possa essere accusato di aver fatto, o tutelato una trattativa fra Stato e mafiosi per evitare altre perdite di vite umane e devastazioni, è ridicolo. Come scriveva ieri il direttore di questo giornale, visto che lo Stato non ha perso nulla e che i mafiosi hanno perso tutto, andrebbe fatto un monumento a coloro che hanno messo nel sacco la mafia. Ma in molti pensano, e io fra loro, che il tentativo di incastrare il Capo dello Stato con l'umiliazione di un interrogatorio a domicilio condotto dai criminali, abbia lo scopo di completare il «character assassination», l'uccisione della figura pubblica di un uomo che da molti anni è garante di equilibri che vanno di traverso alla sinistra.

Certo, non dimentichiamo tutto ciò che è accaduto nel momento dell'espulsione di Berlusconi dall'ultimo governo votato dal popolo con una serie di trame di palazzo guidate, o eseguite proprio da Napolitano. L'uomo non è esente da pecche anche gravi. Ma oggi va difeso sia perché le accuse nei suoi confronti appaiono grottesche, macchinose e persecutorie; sia perché i suoi nemici di oggi sono molto vicini ai nemici di ieri. Certo, Napolitano non è vittima di un «complotto comunista» ma è vittima di un complotto ordito alla maniera dei comunisti, con un apparato derisorio stalinista, cioè del genere che fu poi diligentemente copiato dai nazionalsocialisti: insudiciare la vittima e poi sottoporla alla gogna di un processo di per sé umiliante. Pur di far perdere Napolitano, non si esita a far vincere Riina. Che poi sarebbe l'esatto opposto di quanto l'ipotizzata trattativa fece davvero, dal momento che Riina con tutti i suoi è chiuso nelle patrie galere e dunque era un perdente, come era giusto che fosse.

E dunque, se vincesse il partito che oggi lo vuole alla gogna, vincerebbe lo sgretolamento dell'istituzione repubblicana, come accadde quando fu la volta di Francesco Cossiga, un altro che aveva scelto la libertà e la pagò carissima. Noi speriamo che Napolitano regga botta, che dia fondo alle sue qualità più solide: una calma invidiabile, la capacità di sgretolare i macigni riducendoli in sabbia e una forte fiducia in se stesso ma anche di chi sta al suo fianco perché sa riconoscere una montatura ideologica da un'accusa giudiziaria.

 
 
 

LA NATO LANCIA L'ALLERTA PER I VOLI RUSSI SUI CIELI UE "ATTIVITA AEREE INSOLITE

Post n°65 pubblicato il 30 Ottobre 2014 da maringolarosario
Foto di maringolarosario

La Nato lancia l'allerta
per voli russi sui cieli Ue
"Attività aeree insolite"

Molti non sono individuabili dal controllo aereo civile. Quattro intercettazioni in pochi giorni

Nato: intercettati aerei russi sui cieli d'Europa. "Rischi per i voli civili"

Molti non sono individuabili dal controllo aereo civile. Quattro intercettazioni in pochi giorni

Secondo una nota pubblicata dalla Nato almeno 26 caccia russi sono stati intercettati nello spazio aereo europeo.

Un T-50 russo in volo durante il Moscow International Aviation and Space Salon

Gli aerei sorvolavano il Mar Baltico, il Mar Nero, il Mare del Nord e l'Oceano Atlantico e "rappresentano un insolito livello di attività aerea per i cieli dell'Europa". La nota dell'Alleanza mette in guardia, specificando che molti dei voli rilevanti rappresentano un rischio per l'aviazione civili, perché "non hanno piani di volo o non usano trasponder, quindi il controllo aereo civile non può vederli né assicurare che non interferiscano". La Nato ha dichiarato che negli ultimi giorni ha effettuato almeno quattro missioni di intercettazione aerea, nei confronti di gruppi composti da modelli Tu-95 Bear H, MiG-31 e da altri velivoli. In volo aerei dell'aviazione norvegese, inglese, portoghese, tedesca e turca. Nonostante non siano stati segnalati incidenti, Il portavoce Jay Janzen ha parlato di un numero insolitamente alto di voli russi. Sempre secondo quanto riferisce la Nato, aerei di paesi della Nato sono decollati da quattro località diverse in missione di intercettazione dei caccia russi tra ieri e oggi, precisando che si è trattato di aerei portoghesi, turchi tedeschi, britannici e norvegesi.

Le manovre degli aerei russi rilevate dalla Nato nei cieli d’Europa "sono attività che non interessano lo spazio aereo italiano", ha fatto sapere l’Enav, aggiungendo che "non c’è un’allerta" in Italia.

 
 
 

COMPRAVENDITA DI SENATORI*******

Post n°64 pubblicato il 29 Ottobre 2014 da maringolarosario
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De Gregorio: "Da me e Berlusconi strategia della 'guerriglia urbana' contro Prodi"

"Proposi a Mestella di fare il premier di un governo di transizione", rivela l'ex senatore, chiamato a testimoniare a Napoli nel processo sulla compravendita di senatori che portò alla caduta del governo di centrosinistra

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29 ottobre 2014
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De Gregorio: "Da me e Berlusconi strategia della 'guerriglia urbana' contro Prodi"NAPOLI -  "Con Berlusconi avevamo adottato una strategia di 'guerriglia urbana' per devastare la coalizione dell'Unione", ovvero la maggioranza che sosteneva il secondo governo Prodi nel 2006. Lo ha spiegato l'ex senatore Sergio De Gregorio, sentito come testimone al processo per la presunta compravendita di senatori in cui sono imputati Silvio Berlusconi e l'ex direttore dell'Avanti Valter Lavitola.

Leggi/DE GREGORIO: "COSI' NACQUE L'OPERAZIONE LIBERTÀ" di D. Del Porto e C. Sannino  

Nella deposizione De Gregorio ha ammesso di aver preso parte all"Operazione Libertà", termine che sarebbe stato coniato dallo stesso Berlusconi per delineare l'insieme delle azioni messe in campo per portare alla caduta del secondo governo Prodi, che poteva contare su pochi voti di maggioranza al Senato. L'ex senatore ha rivelato di aver proposto a Clemente Mastella di diventare premier di un governo di transizione per il dopo Prodi. "Organizzai un pranzo con Mastella e un capocentro della Cia  - ha raccontato De Gregorio - il quale disse al ministro della Giustizia che gli interessi degli Stati Uniti non erano tutelati da questa coalizione, da un governo che non voleva il completamento delle basi militari in Italia". 

Sergio De Gregorio è stato chiamato a testimoniare dalla Procura di Napoli ed è il grande accusatore dell'ex Cavaliere. L'ex senatore, che nel 2006 passòdall'Italia dei Valori al Pdlcon le sue dichiarazioni accusatorie e autoaccusatorie diede il via all'inchiesta dei pm Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock. De Gregorio affermò di aver ricevuto da Berlusconi tre milioni di euro per passare dal centrosinistra al centrodestra e contribuire alla caduta del governo Prodi. E' uscito dal processo patteggiando venti mesi di reclusione.

L'ex senatore ha affermato che, in un incontro a Palazzo Grazioli poco dopo la sua elezione, il Cavaliere espresse rammarico per la sua elezione nelle fila del centrosinistra e gli chiese di "tornare a casa". De Gregorio gli spiegò di essersi fortemente indebitato per fare campagne elettorali al termine delle quali non era stato candidato, e l'ex premier si offrì di ripianare i suoi debiti. All'incontro era presente Lavitola, "uno davanti al quale i parlamentari di Forza Italia si mettevano sull'attenti. L'unico che entrava a Palazzo Grazioli senza appuntamento, uno dei pochi, se non l'unico, che si permetteva di alzare la voce con Berlusconi" ha aggiunto l'ex parlamentare. Infine De Gregorio ha affermato che Berlusconi accettò di dargli tre milioni in cambio del passaggio al centrodestra: un milione come sovvenzione al movimento "Italiani nel mondo" e due milioni in contanti in varie tranche tramite Lavitola.







 
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Protagonisti:
Sergio De Gregorio
Romano Prodi
Silvio Berlusconi
© Riproduzione riservata29 ottobre 2014
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***************VOLONTARIO******************************************************++

Post n°63 pubblicato il 29 Ottobre 2014 da maringolarosario

We know we can seem a bit all over the place with the emails…

-- Sometimes it’s good news.
-- Sometimes it’s bad news.
-- Sometimes it feels like all hope is lost.

But that’s exactly how the 2014 Election has been.

Right now there’s good news: we’ve gotten some amazing polls recently showing we can win in deep-red states like Nebraska, Arkansas, and West Virginia.

And right now there’s bad news: Boehner’s allies just launched their largest ad buy yet… $25 MILLION to defeat Democrats.

The only real answer is to just keep fighting. And thanks to your support, that’s exactly what we’re doing.

  • Late last night, you helped us smash our ad buy deadline goal. In just the last 48 hours, we’ve brought in over $1.2 million to fight Republicans’ Obama-bashing attacks. And get this: our average gift was just $23. That’s grassroots!
  • Last weekend, you helped us Get-Out-The-Vote in more than 30 too-close-to-call races. All together, we knocked on over 300,000 doors in just 2 days.

Thank you SO MUCH for all you’ve done. Now, it’s time to knock some doors, make some phone calls, and go win this election!

Watch President Obama’s video -- then sign-up to the volunteer for the final week of this election.



https://action.dccc.org/are-you-in-for-2014

Thanks for all you do -- we’ll see you out in the field!

DCCC

P.S. As a small token of our appreciation, we want to make sure you get your “Fix Congress” bumper sticker.Just click here and let us know where to send your FREE sticker >>















Paid for by the Democratic Congressional Campaign Committee | 430 South Capitol Street SE, Washington, DC 20003 | (202) 863-1500 |www.dccc.org | Not authorized by any candidate or candidate's committee.

This message was sent to: maringolarosario@libero.it | If you'd like to sign up for emails in a different account, click here.

We believe that emails are a crucial way for our campaign to stay in touch with supporters. However, if you'd rather not receive emails about this particular campaign, clickhere. If you'd just like to receive fewer emails, you can click here.

Our campaign to defeat Tea Party Republicans is powered by supporters like you. 99% of our contributions come from grassroots donations, with an average gift of $22. If you'd like to unsubscribe from DCCC emails, click here. If you'd like to make an online donation, click here. Thanks for your support of Democrats!

 
 
 

LA MAFIA RICATTO' LO STATO NEL 93

Post n°62 pubblicato il 29 Ottobre 2014 da maringolarosario
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Napolitano: "Sì, nel '93 la mafia ricattò lo Stato ma non ho mai saputo di accordi con i clan"

Il Presidente ascoltato come testimone dai giudici del processo di Palermo Ha risposto per tre ore a tutte le domande Poi la richiesta: "Rendete subito pubblica la mia deposizione"

di SALVO PALAZZOLO

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29 ottobre 2014
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ROMA - Nella sala dei Capi di Stato, il testimone presidente Giorgio Napolitano giura di dire tutta la verità davanti alla corte d'assise di Palermo. Al suo fianco, c'è la bandiera italiana. Di fronte, gli otto giudici della corte d'assise arrivati dalla Sicilia, che stanno cercando di svelare i misteri sulla trattativa fra pezzi dello Stato e uomini della mafia. Misteri ancora profondi sul 1992-1993, la stagione delle bombe fra la Sicilia e Firenze, fra Roma e Milano.

Il testimone presidente scruta uno per uno i volti di questi giudici e racconta cosa furono per lui quegli anni. "La notte fra il 27 e il 28 luglio 1993  -  è il passaggio più drammatico, più decisivo della sua deposizione  -  fu subito chiaro che quelle bombe erano un ulteriore sussulto della strategia stragista portata avanti dalla fazione più violenta di Cosa nostra, per porre i poteri dello Stato di fronte a un aut aut. O per ottenere benefici sulla carcerazione, o per destabilizzare lo Stato". Questo spiega, senza giri di parole, il presidente quando il pubblico ministero Nino Di Matteo gli chiede "quale fu il convincimento delle più alte cariche dello Stato nei momenti in cui scoppiavano le bombe a Milano e Roma". Il magistrato chiede ancora: "Ebbe la sensazione che quelle bombe fossero un ricatto?". Il presidente non esita un attimo. E dice: "Sì".

Così, nella sala del Quirinale trasformata in un'aula di giustizia, emerge un frammento di verità importante grazie al racconto del testimone Giorgio Napolitano, all'epoca presidente della Camera. In quei giorni di angoscia e di strazio, i vertici dello Stato compresero chiaramente qual era il messaggio che portavano le bombe di mafia. Napolitano spiega, rievoca le analisi di quelle ore "condivise con le più alte cariche", il presidente della Repubblica Scalfaro e quello del Senato Spadolini. "Assistemmo a una successione in evoluzione logica e schiacciante delle bombe", ricorda. E per tre ore e dieci risponde a tutte le domande che gli vengono rivolte, prima dai pubblici ministeri di Palermo, poi anche dal legale di Totò Riina, l'avvocato Luca Cianferoni. Non solo sulla stagione del 1992-1993, ma anche sulla lettera che due anni fa gli inviò il suo consigliere giuridico Loris D'Ambrosio, messaggio in cui esprimeva i suoi "timori" sugli "indicibili accordi" che potrebbero aver attraversato un pezzo delle istituzioni in quegli anni. Napolitano dice di non aver ricevuto alcuna confidenza particolare al proposito da D'Ambrosio. E ribadisce quanto aveva già scritto ai giudici di Palermo. Lui non ha mai saputo di "indicibili accordi " nel cuore dello Stato.

La lettera del consigliere.
 Inizia proprio con la lettera di D'Ambrosio la prima domanda del procuratore aggiunto Vittorio Teresi. Alle 10,05. Mentre il palazzo del Quirinale è blindato più che mai e un centinaio di giornalisti aspettano all'ingresso, in una piazza chiusa da un imponente cordone di sicurezza. Prima che cominci l'audizione, Napolitano viene ringraziato pubblicamente dal presidente della corte, Alfredo Montalto, "per la disponibilità e l'ospitalità". Poi, il capo dei pm di Palermo, il procuratore reggente Leonardo Agueci tiene a sottolineare che la sua presenza è "un atto di rispetto per la persona del presidente della Repubblica, per l'atto che sta per compiere e per la verità che stiamo cercando".
L'atmosfera è distesa, di grande serenità. Ma il momento resta solenne, anche perché Napolitano continua ad esercitare le sue funzioni di capo dello Stato in quelle ore in cui è chiuso nella sala del Bronzino. E accanto al testimone c'è il vice segretario generale della presidenza della repubblica. Un'eccezione speciale per questa audizione. Il giudice Montalto ne dà atto e "autorizza" la presenza accanto al testimone "per assicurare la continuità della funzione presidenziale".

Iniziano le domande. I procuratori di Palermo sono tutti lì. Accanto ad Agueci c'è l'aggiunto Teresi, ci sono Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia. Tutti seguono attenti la sequenza delle domande, 37 ne hanno preparate. Repubblica ha ricostruito le risposte del presidente Napolitano attraverso i racconti di tre diverse fonti, che hanno assistito all'audizione.

Teresi chiede al testimone di ripercorrere gli incarichi istituzionali svolti. Poi, subito, si apre il capitolo D'Ambrosio. Il capo dello Stato spiega di averlo conosciuto nel maggio 1996: "Fu il ministro della Giustizia Flick a presentarmelo". Ricorda le sue doti morali e la sua "grande cultura e preparazione giuridica". Tiene a precisare che con lui aveva un rapporto di "stima e affetto", seppur sempre un "rapporto di lavoro". Quella lettera  -  una lettera di dimissioni dopo le polemiche seguite alle intercettazioni di D'Ambrosio con Mancino  -  arrivò senza alcun preannuncio sul tavolo di Napolitano, fu un "fulmine a ciel sereno".

Il giallo ne libro.
 Il procuratore Teresi legge alcuni passi di quella lettera, i più drammatici sulla stagione del 1989-1993. Napolitano ricorda lo "stato di esasperazione" del suo consigliere giuridico, per il caso Mancino: "Era sconvolto per la campagna mediatica di quei giorni". Ma precisa di non aver mai saputo nulla di più da Loris D'Ambrosio sui timori che ipotizzava. Precisa di non aver mai parlato con D'Ambrosio degli spaventosi anni del 1989-1993, quelli citati nella lettera. E lo di- ce precisando che vuole rispettare la "riservatezza " che copre i colloqui di un presidente, ma gli sta a cuore la trasparenza della sua deposizione. Napolitano evoca le guarentigie del capo dello Stato "che la sentenza della Corte Costituzionale ha efficacemente sintetizzato", ma non si tira indietro. Vuole chiarire tutti gli interrogativi che risuonano nell'aula, anche quando il presidente della corte non ammette qualche domanda del legale di Riina, ad esempio sul "non ci sto" di Scalfaro.

Teresi chiede ancora dei timori di D'Ambrosio, ricorda che nella lettera si fa cenno a uno scritto del consigliere consegnato alla sorella di Falcone per un libro sul 23 maggio 1992. Napolitano ammette la "drammaticità" di quelle parole, ma anche lui si stupisce del fatto che nel testo in ricordo di Falcone non si trovi alcun riferimento agli "indicibili accordi".
Così le parole di Napolitano confermano quello che è un altro grande interrogativo dei pm attorno alla lettera di D'Ambrosio. Il presidente tiene però a precisare che se il suo consigliere avesse avuto indicazioni importanti, e non solo sospetti, "si sarebbe rivolto alla magistratura".

La confidenza di Violante.
 Si torna ai misteri del 1992-1993. Di Matteo chiede se è a conoscenza di "dubbi" di qualcuno al vertice delle istituzioni sulla posizione da adottare sul carcere duro. È il cuore del processo. Napolitano ricostruisce la fase politica dell'epoca, ma spiega di non conoscere retroscena. Il pm chiede ancora se seppe mai della richiesta di Vito Ciancimino, per i pm uno dei protagonisti della trattativa, di essere sentito dalla commissione antimafia. È un altro dei passaggi chiave dell'audizione. Perché Napolitano dice di averlo appreso all'epoca dal presidente della commissione antimafia, Luciano Violante. Alla fine dell'udienza anche il presidente Montalto gli chiederà un approfondimento, per capire se Violante gli parlò dei contatti fra Ciancimino e il Ros. Napolitano risponde di no.

L'allerta del Sismi.
 Ora si parla delle minacce di attentato nei confronti del presidente rilevate dai servizi segreti nel 1993. Il testimone conferma che fu Parisi ad avvertirlo, "alla vigilia di una partenza per la Francia". E in quei giorni Napolitano fu scortato dalle teste di cuoio dei Nocs. L'audizione del presidente della Repubblica è adesso in un file, che i giudici hanno già consegnato a un perito trascrittore. Già domani potrebbe arrivare il verbale con tutta la deposizione.
 
 
 

USA ELEZIONI DI MEDIO TERMINE :LE DIECI GARE CHIAVE DA TENERE D'OCCHIO

Post n°61 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da maringolarosario

USA elezioni di medio termine: le 10 gare chiave da tenere d'occhio
Non hanno seguito le elezioni di medio termine degli Stati Uniti da vicino? Ecco una carrellata dei più notevoli - e famigerato - gare
Mitch McConnell, Alison Lundergan GrimesElezioni di metà mandato rivali Alison Lundergan Grimes e Mitch McConnell appare sul Kentucky stasera. Fotografia: Pablo Alcala / AP
KENTUCKY SENATO

Esecuzione In carica Mitch McConnell (repubblicano) v Alison Lundergan Grimes (democratico)

Snapshot Non ci sono singoli candidati democratici vorrebbero staccare più di McConnell, la loro nemesi del Senato, che è così vicino a diventare leader della maggioranza può sentirne l'odore. E se qualche democratico può rompere Kentucky, può essere Grimes, un 35-year-old segretario rock-star di stato.

Polling Una media di proiezioni ha McConnell vincente di 4 punti.

IOWA SENATO

Esecuzione di Joni Ernst (R) contro Bruce Braley (D)

Istantanea Un annuncio della campagna presto per Ernst, un comandante in stato di guardia nazionale, descritto il suo cavallo in pelle sul suo Harley al suo club di pistola. Braley, un membro del Congresso ed ex avvocato di prova, è famosa per matto al suo vicino di casa dei suoi polli che corrono sciolto nel suo cortile. Un classico Cliffhanger Iowa.

Polling Una media di proiezioni è Ernst vincente di 2 punti.

NORTH CAROLINA SENATO

Esecuzione uscente Kay Hagan (D) v Thom Tillis (R)

Istantanea Una gara incredibilmente negativo. Lo stato visto 10.800 spot televisivi negativi nella terza settimana del solo mese di ottobre, secondo uno studio. Questo è più di un annuncio TV negativo ogni minuto - per una settimana.

Polling Una media di proiezioni è Hagan vincente di 3 punti.

GEORGIA SENATO

Esecuzione di Michelle Nunn (D) contro David Perdue (R)

Istantanea Uno studio nel modo in cui i dati demografici potrebbero cambiare la politica nazionale degli Stati Uniti. Il profondo sud è territorio repubblicano affidabile da Nixon. (Le eccezioni - Carter Clinton - sono ragazzi locali fatti bene). Ma le grandi popolazioni Latino afro-americani e fiorente della Georgia potrebbe cambiare la situazione. Oddsmakers presidenziali stanno osservando attentamente se Nunn, una figlia della sovranità politica locale, in grado di tirare fuori.

Polling Anche. La distanza media che separa i candidati sono meno di un punto.

KANSAS SENATO

Esecuzione uscente Pat Roberts (R) contro Greg Orman (Indipendente)

Snapshot Il mese scorso i democratici hanno preso l'insolita mossa di citare per rimuovere il nome del loro candidato dalla scheda elettorale.Questo perché hanno visto che l'ingresso indipendente, Orman, ha avuto l'unico vero colpo a battere Roberts, 78 anni, che si è accovacciato al Congresso per 34 anni.

Polling Anche. La distanza media che separa i candidati sono meno di un punto.

NEW HAMPSHIRE SENATOScott BrownScott Brown: una nemesi per i democratici. Fotografia: Harry Hamburg / Associated Press

Esecuzione uscente Jeanne Shaheen (D) v Scott Brown (R)

Snapshot Brown è un ape nel cofano dei democratici. Lui in camicia sede di Ted Kennedy in Massachusetts dopo il leone liberal è morto.Ora ha attraversato il confine per assumere Shaheen, la prima donna eletta sia governatore e senatore del New Hampshire. Poscritto: nel 1982, Brown ha vinto Cosmopolitan concorso di uomo più sexy d'America della rivista. Google, forse.

Polling Una media di proiezioni è Shaheen vincente di 2 punti.

CALIFORNIA collegio elettorale 52

Esecuzione uscente Scott Peters (D) contro Carl DeMaio (R)

Snapshot DeMaio, un ex consigliere comunale, ha fermamente negato le accuse di un collega che ha catturato DeMaio masturbarsi in città bagni sala - due volte. DeMaio allo stesso modo ha negato un conto separato da una persona diversa che ha detto che camminava sul DeMaio si masturba nel suo ufficio. Ancora - Peters non è accusato di masturbarsi.

Polling Chiamato anche, ma una carenza di polling.

NEW YORK collegio elettorale 11

Esecuzione uscente Michael Grimm (R) v Domenic Recchia (D)

Snapshot mai stato a Staten Island? Grimm è famosa per aver minacciato - sulla macchina fotografica - per gettare un giornalista fuori di un ufficio del Congresso balcone e "rompere [lui] a metà" dopo che il giornalista lo ha interrogato su accuse di corruzione. Poi Grimm è stato accusato di frode federale, l'evasione fiscale e falsa testimonianza. Sta in corsa per la rielezione in ogni caso - e solo potrebbe vincere.

Polling Chiamato anche, con una carenza di polling.

Florida GovernorCharlie Crist, a sinistra, e Rick Scott vedo l'ora di iniziare un dibattitoCharlie Crist, a sinistra, e Rick Scott vedo l'ora di iniziare un dibattito Fotografia: Will Dickey / AP

Esecuzione uscente Rick Scott (R) contro Charlie Crist (D)

Istantanea Il catch-all gara. Florida è uno stato di oscillazione; Crist è un candidato altalena, avendo già identificato come repubblicano (come governatore, non meno). Rielezione di Scott, invece, è un referendum sulla legge sanitaria del presidente, le parti di cui Scott ha cercato di adottare contro la volontà del suo partito. Bonus: questi signori bronzato sembrano odiare veramente l'un l'altro.

Polling Anche. La distanza media che separa i candidati sono meno di un punto.

Il governatore del Texas

Esecuzione di Greg Abbott (R) contro Wendy Davis (D)

Snapshot Davis ha vinto enorme sostegno dopo che lei ha parlato al Senato dello stato lo scorso anno senza sosta per 11 ore per bloccare una legge anti-aborto (che indossava un catetere). Lei sta perdendo male, però, di Abbott, un avvocato generale dello Stato che è diventato paraplegico quando un albero è caduto su di lui nel 1984 mentre stava facendo jogging. Se Abbott vince, la moglie, un messicano-americano, sarà il primo di Latina first lady del Texas.

Polling Una media di proiezioni ha Abbott vincendo di 14 punti.

 

 
 
 

QUIRINALE LA TESTIMONIANZA*******

Post n°60 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da maringolarosario

 

Il Presidente Napolitano

Si è svolta stamattina nel Palazzo del Quirinale l'udienza del processo in corso davanti alla II Sezione della Corte d'Assise di Palermo nella quale il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che aveva dato la sua disponibilità a testimoniare, ha risposto alle domande senza opporre limiti di riservatezza connessi alle sue prerogative costituzionali né obiezioni riguardo alla stretta pertinenza ai capitoli di prova ammessi dalla Corte stessa. L'udienza è durata circa tre ore.

Il Presidente Napolitano ha reso la testimonianza richiesta nel processo in corso davanti alla II Sezione della Corte d’Assise di Palermo

Si è svolta stamattina nel Palazzo del Quirinale l'udienza del processo in corso davanti alla II Sezione della Corte d'Assise di Palermo nella quale il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che aveva dato la sua disponibilità a testimoniare, ha risposto alle domande senza opporre limiti di riservatezza connessi alle sue prerogative costituzionali né obiezioni riguardo alla stretta pertinenza ai capitoli di prova ammessi dalla Corte stessa.

L'udienza è durata circa tre ore.

La Presidenza della Repubblica auspica che la Cancelleria della Corte assicuri al più presto la trascrizione della registrazione per l'acquisizione agli atti del processo, affinché sia possibile dare tempestivamente notizia agli organi di informazione e all'opinione pubblica delle domande rivolte al teste e delle risposte rese dal Capo dello Stato con la massima trasparenza e serenità.

Roma, 28 ottobre 2014

 
 
 

COMUNICATODEL QUIRINALE *******

Post n°59 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da maringolarosario

Assunzione della testimonianza del Presidente Napolitano da parte della Corte di Assise di Palermo
C o m u n i c a t o

 

Si è svolta stamattina nel Palazzo del Quirinale l'udienza del processo in corso davanti alla II Sezione della Corte d'Assise di Palermo nella quale il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che aveva dato la sua disponibilità a testimoniare, ha risposto alle domande senza opporre limiti di riservatezza connessi alle sue prerogative costituzionali né obiezioni riguardo alla stretta pertinenza ai capitoli di prova ammessi dalla Corte stessa.
L'udienza è durata circa tre ore.

La Presidenza della Repubblica auspica che la Cancelleria della Corte assicuri al più presto la trascrizione della registrazione per l'acquisizione agli atti del processo, affinché sia possibile dare tempestivamente notizia agli organi di informazione e all'opinione pubblica delle domande rivolte al teste e delle risposte rese dal Capo dello Stato con la massima trasparenza e serenità.

Roma, 28 ottobre 2014

Assunzione della testimonianza del Presidente Napolitano da parte della Corte di Assise di Palermo
QUIRINALE.IT|DI SEGRETARIATO GENERALE DELLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA - SERVIZIO SISTEMI INFORMATICI - REPARTO WEB

 
 
 

STATO MAFIA *******

Post n°58 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da maringolarosario

 

"I boss fanno stragi e noi gli togliamo il 41-bis": ecco i verbali segreti dei summit al Viminale

Nelle riunioni del Comitato per la sicurezza nel '92-'93 lo scontro sulla revoca del carcere duro

di SALVO PALAZZOLO

 

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28 ottobre 2014
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Alle sue spalle Loris D'Ambrosio (ansa)PALERMO - In un archivio del ministero dell'Interno è conservata la storia segreta degli anni più drammatici d'Italia, gli anni delle bombe di mafia. È l'archivio che custodisce i verbali dei Comitati nazionali per l'ordine e la sicurezza, il massimo organismo deputato alla protezione della Repubblica e dei suoi cittadini. Nei giorni delle stragi del 1992-1993, si riuniva spesso il Comitato, presieduto dal ministro dell'Interno, dai vertici delle forze dell'ordine e dei servizi di sicurezza. E poi lanciava solenni comunicati stampa per ribadire la linea della fermezza del governo contro i boss. Ma i verbali rimasti per vent'anni in una cassaforte della "segreteria speciale" del gabinetto del Viminale raccontano tutta un'altra storia.
 
Raccontano che nel 1993 un pezzo dello Stato decise all'improvviso di revocare il carcere duro al gotha di Cosa nostra. Senza un'apparente ragione, mentre le bombe continuavano ad esplodere in giro per il paese. E qualcuno protestò con forza. Anche questo scontro ai vertici delle istituzioni raccontano i verbali. Uno scontro che fino ad oggi non era mai emerso. Anzi, l'allora ministro della Giustizia Giovanni Conso ha sempre ripetuto che la decisione di non prorogare 300 decreti di 41 bis fu una sua "scelta personalissima ". Ma adesso i file dei Viminale dicono diversamente. E oggi Repubblica è in grado di ripercorrere questa nuova storia dopo aver letto le 456 pagine che raccolgono la cronaca dettagliata di nove comitati nazionali per la sicurezza. Questi documenti, che risultano declassificati nel 2012, sono ora agli atti al processo per la trattativa Stato-mafia.

L'allarme sul 41 bis.
 Bisogna iniziare dall'ultimo comitato desecretato per capire quale verità sia stata nascosta per vent'anni. È il comitato del 16 dicembre 1993. Il solerte funzionario del ministero incaricato di verbalizzare annota la presenza del ministro dell'Interno Nicola Mancino e prende nota degli interventi. Il capo della polizia Vincenzo Parisi solleva il problema dei blocchi stradali: "Dall'inizio dell'anno ce ne sono stati 192", spiega. Il comandante generale dell'Arma dei carabinieri Luigi Federici è preoccupato invece per i "centri potenziali di disordine legati al settore del lavoro". Sembra che l'emergenza delle bombe non sia più un problema. 

All'improvviso, prende la parola il procuratore nazionale antimafia Bruno Siclari e dice in modo schietto: "Preoccupa molto il pericolo degli attentati, ma preoccupa anche il regime carcerario, per il rallentamento del rigore nei confronti dei detenuti". È un allarme preciso. Il 41 bis è stato depotenziato. E Siclari è il primo a denunciarlo. "Oltre che sensibilizzare i magistrati di sorveglianza, sarebbe opportuno anche un segnale del governo per delineare una linea più dura".

Un'altra denuncia.
 Così, oggi sappiamo che in quello scorcio di fine 1993 il governo, non solo il ministro Conso, aveva modificato la sua linea antimafia. Dopo Siclari, parla il capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Adalberto Capriotti. Se la prende con i magistrati che "non adottano la linea dura". Ma pure lui deve riconoscere che "questo è dovuto anche agli interventi politici motivati da esigenze di carattere generale". Interventi politici sul 41 bis? Di chi? Non ce n'è traccia nelle pubbliche dichiarazioni di quei giorni. Chiede di parlare il vice direttore del Dap, il magistrato Francesco Di Maggio, che non usa mezzi termini. "L'articolo 41 bis crea molte preoccupazioni  -  dice  -  perché su 1232 provvedimenti ben 567 sono per delega del ministro della Giustizia e di questi soltanto 8 sopravvivono, mentre gli altri vengono revocati. I rimanenti 66 provvedimenti, invece, che non sono provvedimenti delegati, sopravvivono in numero maggiore: soltanto 26 vengono revocati dal magistrato". Come dire, il vero problema non sono i giudici, ma il ministero della Giustizia. Nel comitato del 10 agosto, Di Maggio era andato oltre, chiamando in causa il governo. Le sue parole sono a pagina 357 dei file del Viminale: "È opportuno che il governo mantenga ferma la sua posizione sull'articolo 41 bis". L'anonimo verbalizzatore sottolinea la parola "governo". E il ministro Mancino che dice? Cambia argomento.

Ammissione di sconfitta.
 Da quell'archivio del Viminale emerge soprattutto la debolezza dello stato in quei mesi terribili. Il 3 giugno, all'indomani della strage Falcone, il capo della polizia apre il suo intervento dicendo che mancano le auto blindate. Il 24 luglio, cinque giorni dopo l'attentato a Borsellino, ammette che "l'attività informativa non ha funzionato". E siccome il paese protesta, propone anche di fare attività di "controinformazione". Il capo della Dia, il generale Tavormina, suggerisce di trasferire i magistrati a rischio all'Asinara, perché in Sicilia nessuno riesce più a garantire sicurezza. Ma il capo del Dap, Nicolò Amato, avverte che i rischi sono anche sull'isola: "Non è stato rispettato l'impegno di inviare 50 poliziotti e 50 carabinieri ". Parisi risponde che sono già partiti. Amato ribatte che non sono mai arrivati. Il 30 luglio 1993, all'indomani dell'ennesimo attentato di mafia, Parisi dice: "Dobbiamo ammettere che il dispositivo di sicurezza non ha funzionato; esiste al riguardo una responsabilità collegiale". Mentre gli analisti del Viminale brancolano nel buio. E qualcuno si vanta che "tutte le manifestazioni di reato  -  dagli omicidi alle rapine  -  sono diminuite del 21,72 per cento".
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Post N° 57

Post n°57 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da maringolarosario
Foto di maringolarosario

"I boss fanno stragi e noi gli togliamo il 41-bis": ecco i verbali segreti dei summit al Viminale

Nelle riunioni del Comitato per la sicurezza nel '92-'93 lo scontro sulla revoca del carcere duro

di SALVO PALAZZOLO

28 ottobre 2014
"I boss fanno stragi e noi gli togliamo il 41-bis": ecco i verbali segreti dei summit al ViminaleIl presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Alle sue spalle Loris D'Ambrosio (ansa)PALERMO - In un archivio del ministero dell'Interno è conservata la storia segreta degli anni più drammatici d'Italia, gli anni delle bombe di mafia. È l'archivio che custodisce i verbali dei Comitati nazionali per l'ordine e la sicurezza, il massimo organismo deputato alla protezione della Repubblica e dei suoi cittadini. Nei giorni delle stragi del 1992-1993, si riuniva spesso il Comitato, presieduto dal ministro dell'Interno, dai vertici delle forze dell'ordine e dei servizi di sicurezza. E poi lanciava solenni comunicati stampa per ribadire la linea della fermezza del governo contro i boss. Ma i verbali rimasti per vent'anni in una cassaforte della "segreteria speciale" del gabinetto del Viminale raccontano tutta un'altra storia.
 
Raccontano che nel 1993 un pezzo dello Stato decise all'improvviso di revocare il carcere duro al gotha di Cosa nostra. Senza un'apparente ragione, mentre le bombe continuavano ad esplodere in giro per il paese. E qualcuno protestò con forza. Anche questo scontro ai vertici delle istituzioni raccontano i verbali. Uno scontro che fino ad oggi non era mai emerso. Anzi, l'allora ministro della Giustizia Giovanni Conso ha sempre ripetuto che la decisione di non prorogare 300 decreti di 41 bis fu una sua "scelta personalissima ". Ma adesso i file dei Viminale dicono diversamente. E oggi Repubblica è in grado di ripercorrere questa nuova storia dopo aver letto le 456 pagine che raccolgono la cronaca dettagliata di nove comitati nazionali per la sicurezza. Questi documenti, che risultano declassificati nel 2012, sono ora agli atti al processo per la trattativa Stato-mafia.

L'allarme sul 41 bis.
 Bisogna iniziare dall'ultimo comitato desecretato per capire quale verità sia stata nascosta per vent'anni. È il comitato del 16 dicembre 1993. Il solerte funzionario del ministero incaricato di verbalizzare annota la presenza del ministro dell'Interno Nicola Mancino e prende nota degli interventi. Il capo della polizia Vincenzo Parisi solleva il problema dei blocchi stradali: "Dall'inizio dell'anno ce ne sono stati 192", spiega. Il comandante generale dell'Arma dei carabinieri Luigi Federici è preoccupato invece per i "centri potenziali di disordine legati al settore del lavoro". Sembra che l'emergenza delle bombe non sia più un problema. 

All'improvviso, prende la parola il procuratore nazionale antimafia Bruno Siclari e dice in modo schietto: "Preoccupa molto il pericolo degli attentati, ma preoccupa anche il regime carcerario, per il rallentamento del rigore nei confronti dei detenuti". È un allarme preciso. Il 41 bis è stato depotenziato. E Siclari è il primo a denunciarlo. "Oltre che sensibilizzare i magistrati di sorveglianza, sarebbe opportuno anche un segnale del governo per delineare una linea più dura".

Un'altra denuncia.
 Così, oggi sappiamo che in quello scorcio di fine 1993 il governo, non solo il ministro Conso, aveva modificato la sua linea antimafia. Dopo Siclari, parla il capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Adalberto Capriotti. Se la prende con i magistrati che "non adottano la linea dura". Ma pure lui deve riconoscere che "questo è dovuto anche agli interventi politici motivati da esigenze di carattere generale". Interventi politici sul 41 bis? Di chi? Non ce n'è traccia nelle pubbliche dichiarazioni di quei giorni. Chiede di parlare il vice direttore del Dap, il magistrato Francesco Di Maggio, che non usa mezzi termini. "L'articolo 41 bis crea molte preoccupazioni  -  dice  -  perché su 1232 provvedimenti ben 567 sono per delega del ministro della Giustizia e di questi soltanto 8 sopravvivono, mentre gli altri vengono revocati. I rimanenti 66 provvedimenti, invece, che non sono provvedimenti delegati, sopravvivono in numero maggiore: soltanto 26 vengono revocati dal magistrato". Come dire, il vero problema non sono i giudici, ma il ministero della Giustizia. Nel comitato del 10 agosto, Di Maggio era andato oltre, chiamando in causa il governo. Le sue parole sono a pagina 357 dei file del Viminale: "È opportuno che il governo mantenga ferma la sua posizione sull'articolo 41 bis". L'anonimo verbalizzatore sottolinea la parola "governo". E il ministro Mancino che dice? Cambia argomento.

Ammissione di sconfitta.
 Da quell'archivio del Viminale emerge soprattutto la debolezza dello stato in quei mesi terribili. Il 3 giugno, all'indomani della strage Falcone, il capo della polizia apre il suo intervento dicendo che mancano le auto blindate. Il 24 luglio, cinque giorni dopo l'attentato a Borsellino, ammette che "l'attività informativa non ha funzionato". E siccome il paese protesta, propone anche di fare attività di "controinformazione". Il capo della Dia, il generale Tavormina, suggerisce di trasferire i magistrati a rischio all'Asinara, perché in Sicilia nessuno riesce più a garantire sicurezza. Ma il capo del Dap, Nicolò Amato, avverte che i rischi sono anche sull'isola: "Non è stato rispettato l'impegno di inviare 50 poliziotti e 50 carabinieri ". Parisi risponde che sono già partiti. Amato ribatte che non sono mai arrivati. Il 30 luglio 1993, all'indomani dell'ennesimo attentato di mafia, Parisi dice: "Dobbiamo ammettere che il dispositivo di sicurezza non ha funzionato; esiste al riguardo una responsabilità collegiale". Mentre gli analisti del Viminale brancolano nel buio. E qualcuno si vanta che "tutte le manifestazioni di reato  -  dagli omicidi alle rapine  -  sono diminuite del 21,72 per cento".
 
 
 

Sapete chi produce i prodotti vendut...da LIDL*******

Post n°56 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da maringolarosario

 


 


 


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lidl
Che oggi i discount abbiano avuto un boom non è cosa nuova… Ormai sempre più famiglie si recano in questi posti per riempire più che possono il carrello della spesa. Ma sapete lidl dove prende i suoi prodotti? Ecco di seguito elencati alcuni alimenti e le aiende che li producono.

 

Con questo articolo vogliamo semplicemente far capire che Lidl,nonostante è un marchio tedesco utilizza prodotti italiani,cosa molto rara in un discount.

Pasta
La pasta fresca Nonna mia é prodotta da Armando De Angelis
La pasta Combino in sacchetto è attualmente prodotto da Pastificio La molisana, Campobasso
Le penne e gli spaghetti della pasta Combino sono prodotte anche da Pasta Zara.

Riso
Il riso Carosio Lidl è prodotto da Curti
Il riso Robigna (sacchetto da 2 kg) é prodotto da Scotti

Insaccati
Parte dei Wurstel Lidl sono prodotti da Beretta (Wuber)?
Parte dei Wurstel Lidl (250g pollo e tacchino) sono prodotti dalla Tre Valli
Quasi tutti gli affettati DAL SALUMIERE (a fette, in vaschetta) sono prodotti da Grandi Salumifici Italiani (Casa Modena)
La bresaola Fresca Fetta Lidl è prodotta da Beretta
La bresaola DAL SALUMIERE è prodotta da Del Zoppo
Il salame cacciatore di Lidl è prodotto dai Fratelli BERETTA
Il prosciutto cotto Light è prodotto dal Salumificio F.lli Riva
Salsicce suinelli prodotte a Piazzale Veronesi 1 – San Martino Buon Albergo; AIA gruppo Veronesi
Prosciutto SALUMEO di Lidl fino a pochi giorni fa era confezionato da Brendolan service srl (in Friuli)
Provoletta Primo Prato prodotto in Italia da M&C nello stabilimento di zona ASI, loc. Pascarola – Civano (NA)
Petto di pollo Dulano prodotto da Kemper (H. Kemper GmbH & Co KG – Hauptstraße 2 – 49638 Nortrup – Bassa Sassonia)

Biscotti
I biscotti Realforno Lidl sono prodotti da Balocco
I Savoiardi Lidl sono prodotti da Vicenzi
Gli amaretti Realforno lidl sono prodotti da Vicenzi
I Cantuccini del marchio di qualità Italiamo (quando presenti in promozione) sono prodotti da Sapori
I Frollini economici BoJoy sono prodotti da Unibread (Reggio Emilia) nello stabilimento di Pierantonio (PG) …ex IDU/IDP PISELLI
I frollini dorati di Dolfi e Colombini sono prodotti dalla Colussi nello stabilimento di Petrignano d’Assisi(PG)
I biscotti Petit Realforno Lidl sono prodotti dalla Colussi nello stabilimento di Petrignano d’Assisi (PG).
Merendine

I croissant alla crema Nastrecce Lidl sono prodotti da FBF Gruppo Bauli
I Plumcake allo yogurt Nastrecce sono prodotti da MisterDay (Gruppo Vicenzi),nello stabilimento di Nusco (AV).
Le Ciambelle di pasta margherita Nastrecce sono prodotte da MisterDay (Gruppo Vicenzi),nello stabilimento di Nusco (AV).
I panini al latte Nastrecce sono prodotti nello stabilimento dei panini al latte Morato.
I croissant al cacao nastrecce sono prodotte da FBF gruppo Motta -Bauli nello stabilimento di s. Martino Buonalbergo (VR).

Fette biscottate
Le fette biscottate a marchio Certossa sono prodotte da Buitoni

Prodotti solubili
Il The al limone e alla pesca sono prodotti nello stesso stabilimento della Ristora

Olio
Primadonna= Bertolli/Carapelli

Aceto
Aceto di vino bianco WINAROM è prodotto in Italia da Acetificio Mengazzoli SNC – Levata di Curtatone MN

Condimenti
Cipolle borretane sott’olio, marca Baresa. Prodotte in via c. Battisti 1059, Monsummano Terme. Corrisponde allo stabilimento dei Fratelli Polli

Pesto alla genovese marca Baresa, prodotte a Monsummano Terme da Fratelli Polli
Crema di zucca marca DeLuxe. Prodotte in Vicolo F. Baracca 1, San Martino di Lupari (PD). Corrisponde allo stabilimento Simens.
Patè di olive taggiasche marca DeLuxe. Prodotte in Via Molini 1, Diano San Pietro (MI). Corrisponde allo stabilimento Frantoio Venturino.
Battuto di olive leccino marca DeLuxe. Prodotte in C.da Saude, Reino (BN). Corrisponde allo stabilimento La Reinese s.r.l.
Sale

Il sale fino/grosso Chante Sel è prodotto in Italia da ATISALE S.p.A. Margherita di Savoia (BT)

Succhi di frutta
Il pompelmo SiTi è prodotto da Spumador
Il succo di frutta Vitafit (tropical cocktail) è prodotto da Parmalat

Insomma, tutti prodotti che pur avendo un nome che corrisponde ad una sotto marca, sono comunque di buon qualità e forniti da aziende all’avanguardia che commerciano in italia e all’estero. Ma continuando l’elenco, possiamo trovare ancora altri alimenti:
Surgelati:
Molti dei gelati in vendita al Lidl a marchio Gelatelli sono prodotti da Eskim ossia Algida

Gelato tartufo classico prodotto da Sammontana
Piselli fini surgelati in vendita al Lidl prodotti da Industrie Rolli Alimentari
Le Pizze Taverna Giuseppe sono prodotte da Mantua surgelati S.p.a.
Prodotti Stagionali:

La Salsa con tartufo “Deluxe” Lidl è prodotta da Nord salse s.r.l. Via Rossana, 7 12026 Piasco (CN)
Le foglie di vite ripiene Vine leaves Eridanous sono prodotte per lidl in Grecia
Inserisci qualche prodotto. Apri la tua dispensa e leggi l’etichetta! Es. Pandoro, panettone, colombe N

Latte e derivati:
Il parmigiano reggiano Antichi Maestri è prodotto da Virgilio
Le mozzarelle di bufala Lidl sono prodotti da Francia e dalla Mandara
La ricotta Lidl a 55 cent è prodotta da Francia Latticini
Il gorgonzola dolce Merivio è prodotto da Igor
Il latte fresco Microfiltrato Latteria è prodotto da Padania srl a Casalmaggiore (CR)
Il robiolino Lidl è prodotto da Bustaffa
la besciamella Milbona è prodotta da Sterilgarda
Gli yogurt Latteria Magro e Intero da 150 gr sono prodotti da Latte Montagna Alto Adige (Mila) Via Innsbruck 43, 39100 Bolzano
Il latte ad alta digeribilità Latteria è prodotto da Mila
Il mascarpone della Merivo è prodotto dalla Sterilgarda

Patatine e pop-corn:
Le patatine Pandal Lidl sono prodotte da Amica chips

 

(FONTE: http://ioleggoletichetta.it/bancadati/index.php/PRODOTTI_LIDL)

 
 
 

LA POLONIA SPOSTERA' MIGLIAIA DI SOLDATI AL CONFINE CON L'UCRAINA*******

Post n°55 pubblicato il 27 Ottobre 2014 da maringolarosario
Foto di maringolarosario

La Polonia sposterà migliaia di soldati al confine con l’Ucraina

 

polacchi

 

27 ottobre – La Polonia sposterà migliaia di soldati verso i suoi confini orientali a causa del conflitto nella vicina Ucraina. Lo riferisce ad Associated Press il ministro della Difesa della Polonia, Tomasz Siemoniak, spiegando che almeno tre basi militari nell’est del Paese vedranno salire il personale dall’attuale 30% della capacità a circa il 90% entro il 2017 e che in quelle basi sarà anche incrementata la presenza militare. -

Attualmente la maggior parte dei 120mila soldati dell’esercito polacco si trova basata lungo i confini occidentali del Paese, eredità questa dell’impostazione in vigore quando la Polonia era membro del blocco sovietico.”La situazione geopolitica è cambiata, abbiamo la più grande crisi della sicurezza dalla Guerra fredda e dobbiamo trarre delle conclusioni da tutto questo”, ha affermato Siemoniak.

Non si tratta, ha sottolineato il ministro polacco, di “una mossa nervosa o radicale”. Vista questa “situazione di minaccia”, ha dichiarato, “vorremmo che queste unità nell’est della Polonia fossero più efficaci”. Nelle basi militari polacche nell’est del Paese, come ad esempio in quella dell’aeronautica a Siedlce, il personale è attualmente al 30% delle capacità, in linea con un piano che prevede il 100% delle truppe “soltanto in caso di guerra”.

 
 
 

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