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« Giovanni Negus d'Abissinia 1879Massaua 1888 »

La Spedizione allo Scioà 1879

Post n°6 pubblicato il 19 Settembre 2010 da slvnccl
 

1879

LA VALIGIA n° 5

LA SPEDIZIONE ALLO SCIOA

Da alcuni brani di lettere pervenute alla Presidenzadel Comitato per la spedizione allo Scioa, rileviamo interessantiparticolari relativi ai costumi Africani, e tanto più riescirannogradite queste notizie, poichè sappiamo che ci pervengono dacoraggiosi giovani italiani capitanati dal bravo D.r Matteucci, iquali per amore della scienza, dell'umanità, e per dare incrementoal nostro commercio, lasciarono gli agi, le abitudini e i più cariamici del loro paese, avventurandosi in regioni aspre e selvagge afar vita di privazioni, di fatica e di pericoli.

Tralascio di riportare la descrizione del loro arrivoa Suez e Suakin, per seguirli a Massowa (1), ove si fermarono perindirizzare al re Giovanni, negus d'Abissinia(2), la domanda scrittain lingua Amarica, di poter penetrare nell'Impero d'Etiopia. Il reGiovanni essendo ottima persona, di buone intenzioni, non tarderà aschiuder loro le porte di quella regione, nascosta agli occhi de'profani da insormontabili baluardi granitici, e popolata da uominiforti ed orgogliosi della loro razza.

In quanto a Massowa, questa città risentedell'influenza Araba e mantiene sempre l'impronta del carattereAbissino. Nelle campagne, le risorse son nulle, il terreno è arido,e non molto abbondante la caccia. Furono sorpresi di trovare unapiccola chiesa cattolica, ove vennero invitati a sentir messa. Vi siraduna la piccola colonia europea; il tempio è un semplice camerone,con due pilastri che reggono il soffitto, finestre senza imposte; unavecchia toletta fa servizio di altare, e si vede qualche sacraimmagine in quadro.

In quanto agl'indigeni, le donne sono più originaliche seducenti.

Predomina il colore fuligginoso, capelli nerissimispartiti a metà della testa e cadenti su i due lati in minutissimetreccie unte col burro, spesso inanellate con conterie di variocolore; nelle orecchie portano due, tre o quattro anelli, che giranofin sopra il padiglione: ad una narice un anello od un grosso chiodod'argento; al collo, alle braccia, ai piedi collane, braccialetti eciondoli ed amuleti, spesso ravvolti in pezzetti di cuoio; pertutt'abito una copertina di tela bianca, che secondo l'agiatezzaarriva, dal lenzuolo al cencio.

(1) Massowa è una tra le provincie tolteall'Abissinia, dal governo egiziano.

(2) Nel N. 2 la Valigia dette una particolareggiatadescrizione dei re Giovanni del suo esercito dei costumi d'Abissinia.

 







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Queste dee abitano capanne rettangolari o rotonde,assai primitive; le pareti ed il tetto sono fatte con pali e stuoje;la porta d'entrata è la sola parte decorata con cura a mezzo distuoje nuove trapuntate con corde di palma: le prime sono d'ordinariole case dei benestanti, ed hanno unito un cortiletto cinto dapalizzate: l'altre dei più poveri danno sulle viuzze serpeggiantitra l'una e l'altra. La popolazione è buona, e se c'è qualcheladro, non di rado è fra le guardie, e vuolsi che le sentinelle delbazar e le pattuglie, abbiano il mandato di reciprocamente guardarsi.

Una sera i nostri viaggiatori furono sorpresi d'udireun baccano infernale, che usciva da una capanna. Spinti dallacuriosità, dopo avere insistito per entrare, si trovarono in mezzoad una specie di capannotto, come se ne vedono nelle nostre campagne,ma assai logoro e mal fatto. In un angolo, due angareb o divani, sucui sedevano otto o nove giovani avvolte in pepli bianchi: a terrauna stuoja, su cui era accovacciata una giovane dall'aspetto mesto esofferente, pure avvolta in lini bianchi: ai suoi lati due ragazzotticon tamburi, su cui picchiavano continuamente, accompagnando unacantilena cadenzata delle giovani sedute, interrotta a quando aquando da un acutissimo strillo: una ventina di persone, parenti edamici presenti facevan coro con regolari battimani. Di quando inquando, con olio profumato, spalmavano il viso alla giovine sdraiatae mettevano incenso in un braciere, dinanzi a lei.

Ma perchè quest'insieme di musica, di profumi, diriti pieni di color locale ? ― Si voleva impaurire e scacciare ildemonio della malattia dal corpo di quella giovine inferma; chi fapiù baccano, mette più paura al demonio, è miglior dottore emedicina insieme. Appena l'ammalato crede star meglio, salta d'untratto in piedi e si mette a ballare, gli altri fanno altrettanto. Siscanna un montone, si mangia, e si finisce in una baldoria generale.Pare che gli ammalati serii ci lascino la pelle con questa cura; chisi alza e balla dopo un pajo di giorni, sarebbero le mogli che sifingono malate per ottenere dal marito ciò che desiderano; e questobasta per persuadere, che, fra la barbarie africana e la civiltàeuropea, non v'è quell'abisso che crederebbesi...

In quanto alla vegetazione, il suolo di Massowaessendo arido, si riduce a qualche cactus, a delle acacie ed a pochicespugli stremenziti dal sole ardente. Però le partite di cacciaoffrono una certa attrattiva e novità.

I nostri viaggiatori raccontano d'essersi portati atale scopo nel villaggio di Arkiko, ove furono accolti cordialmenedal capo del villaggio. Egli, non soltanto offrì loro per dimora unacapanna di stuoie e paglia, lunga otto metri, larga la metà, echiusa in un cortile cinto da una stecconata, ma invio una schiavaper spazzare l'appartamento, un servo con del caffè e vasi d'acqua,ma per vero dire tanto torbida e puzzolente, da non potersi bere.

 





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Per procurarsi il, pranzo, essi fecero una girata, etornarono con un paio di lepri, le quali mercè la gastronomiaeuropea e l'appetito... africano, servirono stupendamente allo scopo.S'erano dimenticati delle posate: il capo del villaggio non erasicuro di prestar loro le sue, ma forse avrebbero, stonato collarustica tavola, la quale era formata d' un tronco d'albero foggiato amodo di due coni rovesciati ed uniti al vertice, e con sovrapposto ungran, piatto di scorza di palma intrecciata.

La lepre sembra che piacesse ai nostri viaggiatori,se dobbiamo desumerlo da non aver buttato via che le interiora.... lequali servirono d'esca per attirare le jene. Queste bestiacce, cherappresentano ― come scrisse il Matteucci, ― quanto v'è diferoce senza generosità e forza, quanto di crudele senza coraggio, odi ributtante senz'ombra di pudore, stettero tutta la notte aringhiare e litigarsi uno straccio di budello.

Il giorno dopo i nostri connazionali furono menofortunati nella caccia, non buscarono che un potente acquazzone, comeli sa rovesciare madre natura nelle regioni intertropicali. Accantoalla loro capanna s'era formato un fiume, i tetti riversavano l'acquaa orci, mentre la bufera scrosciava come una cateratta. Che fare? Nonera questione di ripararsi... sotto l'ombrello, bisognò che se laprendessero in santa pace, come benedizione del cielo, edaspettassero che spuntasse il sole per asciugarsi, e partire. Infattial mattino, il sole si compiacque di far capolino, per vedere quantigradi di calore ci volevano per asciugarli, e i nostri cari amicipoterono tornare a Massowa. Ma anche là, quel povero paese sguazzavanel pantano. Que' tetti piani, fatti d'uno strato di terra battuta,grosso trenta o quaranta centimetri, s'imbeve e si stempera collepioggie diluviali, per cui l'acqua filtra allegramente nell'interno,ed allaga all'esterno.

Come si vede il soggiorno in certi paesi non è deipiù seducenti, ma ci conforta il sapere che fra quei bravi giovaniregna la concordia. L'ottimo umore scaccia l'uggia e la malinconia.Mai corse fra loro neppure una mezza parola che potesse destare ilpiù piccolo malcontento, e il bene di questo stato di tranquillitàdeve largamente apprezzarsi, quando si rifletta alle noje che neverrebbero, se fosse altrimenti. La comunanza d'idee, la fusione deicaratteri, allevia lo sconforto dell'isolamento e della lontananza.

Facciamo dunque voti perchè un tale accordo simantenga, e sebbene scarsi di numero, ma compatti d'idee e fermi diproposito, possano ottenere il compimento dei loro voti, edacquistarsi la pubblica estimazione, ben meritato premio al lorocoraggio, ai loro sforzi, e alle loro speranze.

 


 
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