Creato da slvnccl il 30/08/2010
Foto, musica, filosofia, computer e storia

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

awasa51Blondiedgl5edoardottoteseigianlucaorsinifulviaAlberto_Alpozzislvncc1slvncclslvncc0dado856elisa1988contepaolo_pieraccinibarbara.nesi77razzoukimarragiovimontanari
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

Massaua 1887

Post n°21 pubblicato il 29 Settembre 2010 da slvnccl
 
Foto di slvnccl


  • Massaua1887
  •  
  • Quale è l‘origine di Massauah ? […] Munzinger che molto studiò questi
  • paesi, crede che bisogna ricercare l‘etimologia del suo nome nella lingua
  • indigena (hassia o tigrè) nella quale la parola mezaua significa lo spazio
  • attraversoil quale si può distintamente udire la voce umana; tale infatti è la
  • distanzache separa l‘isola dalla terraferma […]“.
  • *Massaua,Keren, Kassala / Luigi Pennazzi. œ Modena : Soliani, 1887.
  •  
  •  
  • Massauaconsta di due isole e di due penisole. L‘isola che più si protende
  • inavanti, e che con Gherar forma appunto il porto, è unita con una diga alla
  • secondaisola cioè a Taulud; questa a sua volta comunica per mezzo diun‘altra
  • digacolla terraferma. Quest‘ultima diga ha la lunghezza di circa 1 km[…].
  • […] Le due isole presentano un aspetto particolare ed affascinante per la
  • molteplice varietà di razze umane che vi si incontrano, e nelle quali pare di
  • scorgere una fusione dell‘ Africa colla vicinissima Asia. Arabi della costa,
  • Abissinicristiani e maomettani, Somali, Sudanesi, Egiziani, vari tipi dibeduini,
  • qualiBeni-Amer e Habab vivono alla rinfusa con Indiani e Asiatici didifferente
  • religionee di svariatissimi costumi […]“.
  • Un *mio viaggio nell‘Eritrea / Max Schoeller ; traduzione del Cav.
  • Mottura.œ Genova : A. Donath, 1896.
  •  
  •  
  • L‘isoladi Massaua […] è lunga circa 880 metri, larga 280. E‘ distantedal
  • Ras Gherar, punto più vicino della terraferma, circa 500 metri. E‘costituita da
  • banchi conchigliferi e madreporici di formazione recente, nei quali tutte le
  • specie fossili che si trovano sarebbero identiche, anche secondo l‘opinione del
  • prof. Issel, a quelle viventi nel mare circostante. La parte più bassa e più
  • occidentale dell‘isola, che è anche la più estesa, è occupata dalla città. La
  • orientale,quasi sei metri più alta, non ha caseggiati. A settentrione si vedeun
  • molinoda grano mosso da muli appartenenti al governo; a levante una specie
  • di fortezza che sta all‘imboccatura del porto, e accanto ad essa la chiesa e la
  • casa della Missione cattolica […]. Varie antiche e belle cisterne, di forma
  • oblunga rettangolare, che ricordano quelle romane della Tunisia, ma la
  • maggiorparte in rovina, si vedono a fior di terra nella spianata, e traqueste ed
  • il limite della città un vetusto cimitero musulmano, le tombe del quale sono
  • screpolate e guaste dalle intemperie ed alcune anche irriverentemente
  • semiaperte […]. A Massaua le case […] sono per circa la metà di paglia […]
  • Alcunegrandi case sono state fabbricate di recente nel puro stile arabo,simili a
  • quelle di Geddah, di tanto singolare aspetto per quei balconi sporgenti e
  • copertidi legno intagliato a rabeschi […]“.
  • *Viaggionei Bogos / Orazio Antinori ; con prefazione del march. Prof.
  • Giacomo Antinori. œ Rom a : Società Geografica Italiana, 1887.
  •  
  •  
  • Il lettore vuole egli seguirmi? Io gli sarò guida per alcun poco
  • nell‘internodella città; lo avverto però che, se non possiede quel senso arcano
  • chemuove l‘artista ad ammirare estatico certe cose volgarissime agliocchi dei
  • più, la passeggiata non gli riuscirà per nulla gradita. A tutta prima entriamo
  • nella via del commercio, in quella ove si aprono i principali negozi di
  • manifatture,di mercerie e simili, e nella quale regna la maggiore attività. Visi
  • incontrano, nelle ore degli affari, numerosi mercanti e marinai qui venuti da
  • lontaneprovincie per far incetta di tele, di conterie, di armi. Il bottegaioarabo
  • accovacciatonel suo bugigattolo aspetta gli avventori snocciolando gravemente
  • tra le dita una coroncina di Gedda ed intanto si avvolge nei fumi d‘un scisc
  • (speciedi pipa), ovvero nei vapori di certi strani profumi che va spandendoun
  • fornellettodi terra cotta. Gli sta d‘accanto il pingue Baniano, economo,astuto,
  • intentosempre al guadagno, il quale non lascia sfuggir occasione di spacciarla
  • sua tela, o di accaparrare presso i suoi clienti l‘avorio e le pelli che egli si
  • proponedi spedire a Bombay. Però la sua bottega è sempre più frequentatadi
  • quelladel vicino Arabo. Ad ogni tratto dobbiamo scostarci per lasciar libero il
  • passo ai facchini che recano al porto zanne d‘elefante, balle dipelli, sacchi di
  • caffè,o alle donne, la cui schiena si curva sotto il grave peso di un‘otre piena
  • d‘acqua[…]. Nelle vicine stradicciuole, ove si tiene il mercato deicommestibili,
  • vi osserveremo una scena del pari animatissima. Da una banda e dall‘altra
  • donne e ragazzi esibiscono cinguettando nel loro dialetto, misto d‘arabo e di
  • tigrino,datteri secchi dell‘ Egias, intorno a cui si radunano mosche amiriadi,
  • lattecontenuto in recipienti di paglia […] burro fuso in bottiglie,idromele, pani
  • di tamarindi, ecc. altri presenta agli avventori cocomeri, corbedi patate dolci
  • odun cestino d‘insalata. Più lunghe sono esposte, sopra unbanchetto, focacce
  • didura ancora calde, il pane del paese, e di contro un friggitore rittoalla porta
  • dellasua capanna, circondato dai fumi penetranti del burro bollente checrepita
  • inun gran vaso di rame, immerge in quello lunghe filze dipesci, e né li trae
  • fuoriappena cotti. Tra molti bugigattoli in cui si esitano granaglie,farina, miele
  • ed altro merita speciale osservazione la bottega del semplicista, nella quale
  • sonoostensibili in tanti vasetti di legno: un pupillo di garofani,alquanto pepe,
  • alcun poco di henna, che serve a tingere in giallo le unghie delle mani e dei
  • piedi, qualche frammento di galena, usata dalle donne per annerire i margini
  • delle palpebre e le occhiaie, il kusso, rimedio sovrano contro il tenia […] e
  • moltesorta di semi ed erbe di cui ignoro il nome e l‘uso […]“
  • *Viaggionel Mar Rosso e tra i Bogos / Arturo Issel ; con un‘appendice
  • sul m ar Rosso nei suoi rapporti con l‘Italia dopo il 1870. œ 4. ed.
  • rivedutadall‘ A. œ Milano : F.lli Treves, 1885.
  •  
  •  
  • Altramonto tutto muore, che gran parte della popolazione si reca ad un
  • villaggio circa un‘ora dalla città per passarvi la notte che si pretende meno
  • calda,ed allora nei bazar sono disposte delle sentinelle […]“
  • *Abissinia : giornale di un viaggio / Pippo Vigoni. œ Milano : Hoepli,
  • 1881.
  •  
  • Se Dante avesse conosciuto Massaua, è ben certo che il suo Inferno
  • conterrebbeuna bolgia di più nella quale il sommo poeta avrebbe messo i più
  • colpevolifra i suoi dannati. Ad un sole i cui raggi fanno salire iltermometro a
  • 45°, aggiungete una terra nuda, senza vegetazione, senz‘acqua […] eppure
  • […] qualche cosa riguadagna […] se il sole è torrido, in compenso la brezza
  • marina vi ha delle dolcezze sconosciute altrove, una certa soavità d‘alito che
  • rarevolte trovai sulle spiagge più belle e le più rinomate; se le suecase sono
  • inabitabili,se tutti gli insetti che Noè ebbe il torto di salvare nella sua arcavi si
  • sono dati appuntamento, quale voluttà, quale estasi non provasi nel dormire
  • all‘aperto, ammirando lo stupendo spettacolo di queste notti africane, all‘aere
  • sì trasparente, al cielo sì cupamente azzurro, al firmamento sì tempestato di
  • stelle,all‘atmosfera sì pregna di elettricità e di voluttà, che visale al cervello,
  • vi inebria e vi culla […] e il tramonto […] è un‘ elegia triste, melanconica,
  • soave,che rammenta il bacio di Giulietta, il canto di Desdemona, oil lontano
  • suonodi una mandola nel silenzio della notte […]“.
  • *Massaua,Keren, Kassala / Luigi Pennazzi. œ Modena : Soliani, 1887.

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Quadro storico Eritrea 1869

Post n°20 pubblicato il 29 Settembre 2010 da slvnccl
 
Foto di slvnccl

ERITREA QUADROSTORICO 1869

 

 

  • L‘affermarsi della presenza italiana lungo le coste africane del Mar
  • Rossonel corso del XIX secolo va collocato nel più ampio e com plesso
  • processo di espansione coloniale che porterà alla spartizione
  • dell‘Africa tra le principali potenze europee. Interpretata dalla
  • storiografia alla luce di differenti m otivazioni (fattori econom ici,
  • politico-diplomatici, etici, m ilitari e di prestigio) la conquista coloniale
  • del continente africano rim ane indubbiam ente un evento storico che
  • haavuto grande im patto sull‘Africa e sull‘Europa .
  • Nel più generale processo di espansione coloniale europeo, le
  • ambizioni dell‘Italia sono di difficile e controversa interpretazione. Il
  • Paese,appena unificato, viveva anni di grande arretratezza economica
  • esociale, caratterizzati da forti nicchie di disoccupazione cheavevano
  • a lungo alim entato intensi flussi m igratori verso le Americhe e
  • l‘Australia.
  •  
  • Questofenom eno può parzialm ente aiutare a com prendere il carattere
  • estemporaneo ed a volte esitante dei prim i passi coloniali compiuti
  • dall‘Italia a partire dagli anni imm ediatam ente successivi
  • all‘unificazionedel 1861. In tale contesto non deve quindi stupire che
  • aprem ere per l‘espansione coloniale dell‘Italia, più chespecifici gruppi
  • d‘interesse rappresentativi del mondo economico, fossero personalità
  • dai percorsi esistenziali tra loro più diversi. Em blem atico da questo
  • punto di vista Giuseppe Sapeto, ex m issionario, insegnante di lingua
  • arabaed esperto del Corno d‘Africa, che ebbe un ruolo di prim o piano
  • nell‘espansione italiana sulle coste del Mar Rosso. Egli fece pressioni
  • sulla Chiesa affinchè aprisse una missione cattolica in Etiopia (cosa
  • cheavvenne nel 1839) e sul governo italiano invitandolo ad acquistare
  • territori lungo il Mar Rosso, necessità ritenuta im prorogabile per
  • garantire un futuro politico econom ico e di prestigio al neonato Stato
  • unitario.
  • E‘ solo in un secondo tem po che l‘interesse dell‘ Italia inizia a
  • strutturarsi m aggiorm ente attorno a settori diversi: scientifici,
  • attraversola nascita della Società Geografica Italiana (1867) e della
  • SocietàAfricana d‘Italia (1882), e com merciali attraverso la Società di
  • EsplorazioniCom merciali in Africa con sede a Milano (1879).
  •  
  • I progetti coloniali dell‘ Italia dovevano confrontarsi non solo con la
  • precarietà delle strutture econom iche e produttive del paese, m a
  • anche con un‘opinione pubblica che era in parte sfavorevole.
  • L‘opposizione anticoloniale si m anifestò con particolare intensità in
  • due settori, tra loro molto distanti: la sinistra socialista e la Chiesa.
  • Parte della sinistra, il cui rappresentante più noto era Andrea Costa,
  • criticava aspram ente la politica coloniale afferm ando che essa non
  • avrebberisolto le reali priorità del paese (ad esempio, la questione del
  • Mezzogiorno) m a violato i diritti di sovranità e di indipendenza
  • nazionale su cui si fondava lo stesso Stato italiano. La posizione
  • anticoloniale della Chiesa era più com plessa in quanto legata
  • principalmente al conflitto tra Stato liberale e Chiesa che caratterizzò
  • la storia politica italiana del XIX secolo. In tale prospettiva la Chiesa
  • negava allo Stato laico la legittim ità di svolgere qualsiasi —missione
  • civilizzatrice“ presso altre popolazioni, attività che essa rivendicava
  • per le proprie missioni. Tale atteggiam ento di forte ostilità m uterà
  • parzialmente solo a partire dal 1894, quando si ebbe un primo
  • avvicinamento tra le due istituzioni, grazie alla mediazione di am bienti
  • cattolici gravitanti attorno al cosiddetto movimento —conciliatorista“
  • che sosteneva la necessità per i cattolici di im pegnarsi nella vita
  • politicadel paese.
  •  
  • Iprogetti di espansione coloniale italiana nel Corno d‘Africaentrarono
  • in collisione con gli analoghi interessi di altre forze internazionali e
  • regionali quali l‘Im pero Ottomano orm ai in via di disgregazione, la
  • Gran Bretagna, la Francia, l‘Egitto e l‘Etiopia. Massaua e più in
  • generale le sue coste, da secoli crocevia di scam bi com m erciali e
  • culturali tra entroterra africano, Mediterraneo, Medio Oriente e
  • OceanoIndiano, assunsero valore strategico. La Turchia esercitava la
  • sua influenza sul Mar Rosso m irando ad un ruolo egemonico su quei
  • territori. A partire dalla seconda m età del 1800, sotto la guida del
  • khedive Ism ail era stata avviata una politica m irante ad estendere il
  • controllosull‘intera regione fino alle coste som ale dell‘Oceano Indiano.
  • Due avvenim enti concom itanti dettero ulteriore impulso alla strategia
  • egiziana: la guerra di secessione am ericana, che aveva determinato
  • unagrave crisi nel m ercato internazionale del cotone, e l‘aperturadel
  • canaledi Suez che rendeva più sem plice ed econom icam ente redditizia
  • l‘esportazione di beni prodotti nei territori sotto il controllo egiziano.
  • Intali circostanze, il porto di Massaua , che era sotto il controllodell‘
  • Impero Ottom ano fin dal 1557, assumeva un ruolo fondam entale per
  • vari com merci. Sugli stessi territori convergevano gli interessi degli
  • imperatorietiopici che in quegli anni erano im pegnati in un com plesso
  • sforzo di unificazione politica e centralizzazione am ministrativa ed ai
  • qualiil controllo della costa del Mar Rosso garantiva l‘accesso alflusso
  • di armi im portate dall‘Europa. Un‘ ulteriore ma non trascurabile
  • circostanzaera rappresentata dal fatto che il Mar Rosso rivestiva una
  • rilevanteim portanza economica grazie ai profitti realizzati dal traffico
  • di schiavi provenienti dall‘Im pero Etiopico e dal Sudan e destinati ai
  • mercatidella penisola arabica e del Vicino Oriente.
  •  
  • E‘ sullo sfondo di questi com plessi avvenim enti che va letta la prim a
  • espansionecoloniale italiana in Africa iniziata il 15 novem bre 1869 con
  • l‘acquisto di Assab e conclusasi con l‘occupazione di Massaua il 5
  • Febbraio1885. 
  •  
  •  

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Augusto Franzoj 1848-1911

Post n°19 pubblicato il 29 Settembre 2010 da slvnccl
 

  • AUGUSTO FRANZOJ
  •  
  • Nato a San Germano Vercellese il 2 ottobre 1848 da fam iglia agiata,
  • partecipa alla terza guerra d'indipendenza del 1866 e diviene un attivissimo mazziniano, coinvolto nella rivolta di Pavia del 24 marzo 1870. Per questo subisce un processo penale che si conclude con il trasferimento in una compagnia di disciplina alla fortezza di Finestrelle (Torino), da dove evade nel novem bre di quell'anno. Ripreso etrasferito
  • nelle carceri di Rocca d'Anfo, poi a Gaeta ed al Lido di Venezia, qui si sparaun colpo di pistola al petto per cui verrà espulso dall'esercito.
  • Giornalista politico radicale, fu esiliato in Svizzera, Francia, Belgio e Spagna. Rivolta la sua attenzione all'Africa, tenta di portare in Italia il corpo di Giovanni Chiarini. Giunto a Massaua il 22 maggio 1882, da solo,senza mezzi, viaggia in Etiopia dal 1882 al 1884. Nello Scioa conosce gli
  • europei che gravitavano alla corte di Menelik. Da qui raggiunge il territorio di Ghera, trova il corpo di Chiarini e lo porta ad Assab il 28 agosto 1884. Tornato in Italia nel settembre 1884, nel marzo 1887 è nuovamente a Massaua come corrispondente del "Corriere di Roma".
  • Scontratosi con le autorità coloniali viene espulso il 9 aprile 1887. Nel 1889 ed ancora nel 1891 tenta inutilmente di tornare a Massaua.Viaggia nell'America del Sud ed al ritorno il 20 luglio 1895 indirizza un promem oria a Crispi per farsi mandare dal governo italiano in Etiopia a
  • sobillare le popolazioni amhara contro Menelik II. Dopo la battaglia di Adua viene incaricato di contattare in Svizzera l'ing. Alfredo Ilg, consigliere di Menelik II, per risolvere la questione dei prigionieri di guerraitaliani. Questo lo porterà ad avere un contenzioso con ilGoverno nel 1899, che si conclude nel 1901 con una transazione sollecitata dallo
  • stesso presidente del consiglio Zanardelli. Ritiratosi a San Mauro Torinese,qui si toglie la vita il 13 aprile 1911. 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Pellegrino Matteucci 1850-1881

Post n°18 pubblicato il 29 Settembre 2010 da slvnccl
 
Foto di slvnccl

  • PELLEGRINO MATTEUCCI
  •  
  • Natoa Ravenna il 13 ottobre 1850 dall'avv. Cherubino e da Angela Ghigi.
  • Studia medicina all'Università di Bologna senza conseguire la laurea.
  • Legato all'am biente della Società Geografica Italiana, dove riveste la carica di consigliere, nel 1877 è in Africa con Rom olo Gessi per una spedizionenell'Africa Equatoriale che giungerà solo fino a Fadasi (Sudan) per contrasti sorti tra i due viaggiatori. Matteucci torna in Italia e nel
  • lugliodel 1878 viene posto a capo di un'altra spedizione diretta inEtiopia patrocinatadalla Società di Esplorazione Com merciale in Africa.
  • Gli sono compagni nel viaggio Pippo Vigoni, Enrico Tagliabue e Gustavo Bianchi. Il 28 aprile 1879 la spedizione parte per Dabra Tabor con Giacomo Naretti e il 20 m aggio viene ricevuta dall'Im peratore Yohannes
  • IV. Fallita anche questa spedizione, il 5 febbraio 1880 Matteucci si imbarca nuovamente per l'Africa con l'ufficiale di marina Alfonso Maria Massari e con il mecenate della stessa spedizione, il principe romano Borghese,che non terminerà il viaggio.
  • Questo terzo viaggio in Africa, dal Mar Rosso al golfo di Guinea, si ferma allefoci del Niger nel giugno 1881. Matteucci sbarca a Londra ammalato, dove muore l'8 agosto 1881 per febbri contratte in Africa, assistito da
  • illustri medici italiani presenti nella capitale inglese per un convegno.
  • Verrà insignito della Medaglia d'Oro alla mem oria della Società GeograficaItaliana il 17 dicem bre 1881. 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

GUSTAVO BIANCHI 1845-1884

Post n°17 pubblicato il 29 Settembre 2010 da slvnccl
 
Foto di slvnccl

GUSTAVOBIANCHI

  • Nato a Ferrara il 24 agosto 1845 da Luigi (1817-1844) e da Carolina Pagliarini (1812-1898). Studia m atematica a Bologna e nel 1863 entra all'Accademia militare di Modena per uscirne Sottotenente due anni dopo.
  • Terminata la cam pagna contro l'Austria del 1866 lascia la divisa nel 1868 a causa di una forte miopia. A Milano Gustavo Bianchi si aggrega alla spedizione di Pellegrino Matteucci diretta in Etiopia, patrocinata della
  • Società d'Esplorazione Comm erciale in Africa. Nel dicembre 1878 sbarca a Massaua e prosegue per Asmara, Adua, Axum. Viene ricevuto dall‘ imperatore Yohannes IV il 20 maggio 1879. Saputo della prigionia di Giovanni Chiarini, Bianchi si prodiga per liberarlo, giungendo sino alla stazione di Let Marefia dove i ncontra il marchese Orazio Antinori. Socio
  • Corrispondente della Società Geografica Italiana, torna in Africa con CesareDiana e Gherardo Monari per tentare di aprire una strada che da Assab portasse al‘interno dell‘Etiopia, evitando le zone dove era morto Giulietti. Parte da Makale e tenta di raggiungere la costa, m a viene
  • ucciso in Dankalia nella notte tra il 6 ed il 7 ottobre del 1884.

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963