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LE TEMPESTE EQUINOZIALI

Post n°436 pubblicato il 25 Settembre 2010 da tizi88_2006

Mammatus

Con il termine "tempesta equinoziale" non si intende una tipologia di situazione diversa dai canoni climatici tipici delle nostre zone temperate, ma più genericamente si vuole indicare la comparsa di situazioni caratterizzate da depressioni più profonde rispetto alla stagione estiva, accompagnate da fenomenologia più intensa e diffusa e che spesso danno il "colpo di grazia" alle ultime esuberanze termiche sul nostro Paese. La dinamica dei fronti collegati alle depressioni delle medie latitudini è solitamente schematizzata, ma solo 1/4 delle depressioni presenta caratteristiche frontali simili a quanto si può trovare su un libro di meteorologia; il resto è solitamente un mix tra le varie possibilità. In estate per esempio, la vita di una depressione è caratterizzata da un minor sviluppo dei fronti caldi, mentre l'avvitamento e l'isolamento attorno al minimo dell'aria fredda, genera frequentemente aree instabili, che danno luogo a fenomeni temporaleschi anche 5 o 6 giorni dopo il colmamento del minimo depressionario. In inverno invece accade il contrario e sono spesso i fronti caldi quelli più attivi, in questo caso l'occlusione pone fine alla vita della depressione, ma raramente assistiamo alla formazione di un nuovo fronte stazionario, che dovrebbe preludere ad un nuovo punto d'incontro tra le masse d'aria di origine polare e quelle sub-tropicali. Verso settembre le zone artiche iniziano a raffreddarsi in modo più deciso, mentre rimane intenso (a volte si raggiungono i massimi) il riscaldamento a latitudini di circa 30°; si riaccende così il contrasto e si modifica sensibilmente la circolazione generale. Dalle deboli depressioni che transitavano oltre il 50° parallelo, si passa inizialmente a una situazione intermedia che vede centri di bassa pressione di moderata entità, ma in grado di superare senza troppi problemi le resistenze opposte dalle alte pressioni. In questo caso si tratta di irruzioni fredde che mitigano spesso la grande calura di agosto, e dopo queste visite da nord, ecco affacciarsi dall'Atlantico la prima depressione autunnale in piena regola, con tanto di fronte caldo e freddo ben visibili da satellite. Quello che colpisce maggiormente è l'estensione della nuvolosità (alla quale non eravamo più abituati da mesi), che abbraccia a volte mezzo continente europeo, mentre non si poteva dire la stessa cosa per le basse pressioni estive, di gran lunga più piccole. La fenomenologia ripercorre i canoni delle classiche descrizioni frontali, ma con le solite varianti imposte dall'orografia e una leggera predilezione all'instabilità anche nei fronti caldi. I valori di pressione sono sensibilmente inferiori a quelli riscontrabili in estate, e possono scendere fino a 950 hPa. In questa fase possono concorrere anche i vecchi uragani tropicali, che riagganciati dal flusso zonale al sud-est degli Stati Uniti, si trasformano in normali (anche se a volte forti) depressioni extratropicali e giungono così fino alle nostre regioni. In ogni caso sono questi i primi episodi in cui il cielo può rimanere coperto per più di un giorno (raro in estate), e dopo il passaggio di queste "tempeste equinoziali" anche a livello sinottico si notano dei cambiamenti; sulle carte, sia di previsione, sia di osservazione infatti le isobare sono più fitte, ed oltre ai valori più bassi dei minimi depressionari, si nota anche un aumento nei valori delle alte pressioni (sintomo di contrasti più vivaci). Una volta osservate queste condizioni, sapremo esattamente di essere in autunno (almeno a livello meteorologico); anche se la descrizione dei fenomeni letta sopra non può rappresentare al 100% tutte le situazioni possibili e non può neppure essere ricondotta a tipologie osservabili tutti gli anni. Il tentativo è quello di fornire delle linee guida, per identificare più facilmente le situazioni autunnali e tentare di dare a queste il giusto peso, mediando tra sinottica e statistica, cercando di costruire un sentiero percorribile nella selva di possibilità offerte da questa sempre affascinante quanto complicata scienza.

A PRESTO!

 
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