Creato da Matrixart il 29/10/2006

Arte & cultura

L'arte nel tempo

 

 

« Porta Galliera a BolognaBattistero di Volterra »

Chiesa di San Domenico a Bologna

Post n°4 pubblicato il 30 Ottobre 2006 da Matrixart
 
Tag: Bologna
Foto di Matrixart

Chiesa di San Domenico a Bologna:

La prima chiesa si chiamava Santa Maria delle Vigne che era una chiesa romanica, poi viene concessa ai domenicani più o meno al momento della morte di Domenico, nel 1221 e i domenicani aggiungono a questa chiesa due navate, una seconda chiesa che a differenza della prima, la prima aveva il tetto a capriate, la seconda chiesa a volte crociera costolonate e lì dove si crea l’ innesto fra la vecchia chiesa romanica e la nuova chiesa di San Domenico c’era il tramezzo. Secondo la tradizione qui sarebbe stato sepolto San Domenico nel 1221 e quindi nel mezzo della nuova chiesa che veniva realizzata in quel periodo, mentre l’ arca di San Domenico di Nicola Pisano per molti secoli si è trovata in questa posizione. Questa chiesa qui che viene consacrata nel 1251 era all’ avanguardia nelle forme architettoniche, purtroppo molto di quello che si sa o non si sa di questa chiesa è basata su ipotesi perché l’ architetto del ‘700 che ha costruito la chiesa attuale e si chiamava Dotti, ha lasciato un disegno di come era la chiesa originale. La divisione in campate dove le campate delle navate laterali hanno la stessa lunghezza di quella navata centrale deriva da un prototipo cistercense (Morimondo). Ci sono due tipologie una quella di Chiaravalle Milanese dove la navata al centro c’è un quadrato e ai lati ci sono due quadrato più piccoli, che poi è il vecchio schema di Sant’ Ambrogio a Milano e poi c’è lo schema di Morimondo dove ha un quadrato della navata centrale corrisponde un rettangolo per lato anche se sono rettangoli molto stretti. Poi la chiesa subisce una serie di aggiunte fra la fine del ‘200 e la metà del ‘400 si costruiscono una serie di cappelle private, laterali fra cui anche questa cappella di San Domenico del 1411 dove quindi l’ Arca di San Domenico viene portata dalla navata laterale in una cappella apposita e questa cappella di San Domenico poi viene trasformata nel 1605 viene ingrandita.

Arca di San Domenico: qui forse c’era il piano delle cariapidi dove oggi sono al Bargello a Firenze, a Boston, al Victorian Over Museum e al Louvre ma la cosa è controversa. Poi nel ‘400 Nicolò pugliese dell’ Arca realizza la parte sopra e Michelangelo fa i Santi Petronio e Procolo e un angelo. La predella scolpita è di Alfonso Lombardi, un’ artista rinascimentale. Quindi di Nicola Pisano e bottega è solo il sarcofago con i suoi quattro lati, però la qualità oscilla per cui si crede che qui ci abbia collaborato Fra Guglielmo che poi nel testamento si pente di aver trafugato un pezzetto del corpo di San Domenico e da questa notizia noi sappiamo che lui aveva lavorato qui (Fra Guglielmo ha lavorato anche in San Giovanni Fuorcivitas a Pistoia).

Qui vediamo il miracolo di Napoleone Orsini caduto da cavallo e resuscitato da San Domenico, la Madonna con il Bambino è molto simile a quello del pulpito di Siena di Nicola e secondo Max Saidel la Madonna con Bambino dell’ Arca di San Domenico è di un allievo che copia la Madonna del pulpito di Siena. Gli anni sono gli stessi fra il

1264 – 1267, non a caso quando Arnolfo viene chiamato a intervenire a Siena lui non si presenta perché forse lui stava lavorando qui a Bologna. Qui ci sono citazioni chiarissime da sarcofagi antichi in particolare quel gruppo di albigesi, qui c’è la prova del fuoco in cui San Domenico che fa una sfida contro i catari in cui butta il proprio libro nel fuoco e il fuoco invece di consumare il libro lo lascia intatto e invece i libri dei catari vengono bruciati dal fuoco.

Qui vediamo il sogno di Innocenzo III che ha due visioni simili in cui vede una volta San Francesco che sostiene il Laterano e un’ altra volta invece vede San Domenico che sostiene il Laterano e quindi approva sia la regola francescana che la regola domenicana.

Croce dipinta di Giunta Pisano che dovrebbe essere l’ ultima delle sue croci, sappiamo che lui ha lavorato nel ’33 ad Assisi per Frate Elia che gli fa una grande croce dipinta oggi perduta nella basilica di San Francesco ad Assisi. Rimane un’ altra croce dipinta molto più piccola a Santa Maria degli Angeli; poi c’è la croce dipinta del Museo Nazionale di San Matteo a Pisa proveniente dalla chiesa di San Ranierino e un’ altra che gli viene attribuita sempre al Museo Nazionale di San Matteo proveniente dal monastero delle benedettine. Questo è il modello diretto per Cimabue nella sua croce di San Domenico ad Arezzo.

A destra vediamo il monumento a Taddeo Pepoli morto nel 1337, opera che Vasari attribuiva al fantomatico Jacopo Lanfrani e invece oggi è stata attribuita a Maso di Banco scultore (Kraitemberg); in ogni caso è molto forte il rapporto con la pittura di Giotto in particolare quella santa che riceve il modellino della cappella che è ripresa pari pari dal polittico di Giotto.

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Agosto 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

serenabrioliwitztraurelio91.c0leone.francolape206federer13maffeisfrancescoa.delchiaromiciomao85bibi_sabripapi5mdc80fd_groupmaol16nomore.norless
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963