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Un blog creato da LaMenestrella il 05/06/2007

Gocce di rugiada

Zibaldone dei miei pensieri

 
 

CHI SONO?

Mi chiamo Valeria. Vivo a Pompei. Sono nata in un freddo giorno di dicembre del 1987. Ho pregi e difetti, come tutti. Sono romantica e sognatrice, allegra e ottimista, generosa e discreta. Ma anche lunatica e problematica, permalosa e impaziente, testarda e un po' pigra. Mi reputo un'esteta. A tratti snob. Una folle, se volete. Ho mille ambizioni seppure molte paure. Svariati interessi e grandi sogni nel cassetto. Non so perché ho scelto come nickname "Menestrella"... Forse perché i menestrelli mi hanno sempre affascinata. O forse perché mi sarebbe piaciuto essere come quei cantastorie medievali, quegli artisti girovaghi, liberi e bizzarri. O forse perché sono un po' come loro: alla perenne ricerca di un principe che mi ami e di una corte che mi accolga.

 

              

 

AMO

Leggere,scrivere,pensare,
parlare,viaggiare,
la musica,
la danza classica,
il teatro,
l'opera lirica,la fotografia,
la storia dell'arte,
il Palio di Siena,i tramonti sul mare,
i suoni e i profumi della montagna,
i versi degli animali in campagna,
i panorami,la solitudine,il vino,la birra,la pizza,il cibo,
le bolle di sapone,la psicologia,
i borghi medievali,
Siena,Roma,Ravello,la semplicità,la serenità,la gioia,
le forti emozioni,la cultura,l'eleganza,i profumi,la bigiotteria,
il rosa,i burattini,i gatti,
i film intelligenti,
le maschere veneziane,
il mio orsacchiotto di peluche,
i sorrisi,i bei ricordi,la mia famiglia.

 

ODIO

L'ipocrisia,la volgarità,la cattiveria,l'ignoranza,la superstizione,il caldo torrido,il raffreddore,le persone che non si lavano,le bugie,i tradimenti,la maleducazione,l'arroganza,il conformismo,i ficcanaso,i ladri,le persone senza progetti sogni ed ideali,chi fa del male agli esseri umani e agli animali,gli illusi,le persone con la puzza sotto il naso,il politically correct,il libertinaggio,gli esibizionisti,i perenni insoddisfatti.

 

            

 

 

 

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POUR MARGUERITE GAUTIER

Post n°24 pubblicato il 03 Agosto 2008 da LaMenestrella

Amore, come è solito fare, ha bussato inatteso alla porta del tuo cuore, Marguerite, e con insistenza ti ha chiesto di farlo entrare. Stupita e incredula per la sua venuta, hai tentato di opporti al suo ingresso, credendoti incapace di accoglierlo, ma non hai resistito alla sua forza e così ti sei arresa a lui. Eri convinta che Armand fosse come gli altri, desideroso di vivere con te un'avventura lussuriosa. L'hai deriso, meschina! Hai schernito i suoi sentimenti sinceri paragonandoli all'eccitazione di un giovane che si affaccia alla vita ed è ingordo dei piaceri della carne.

Ma Amore non è rimasto a guardare. E' intervenuto guarendoti dalla cecità che ti impediva di vedere con quanta purezza Armand ti chiedeva di farti sua per sempre. No Marguerite, Armand non era come gli altri, a lui non interessava solo dominare il tuo corpo ormai troppe volte deflorato; era determinato più che altro a penetrare nella verginità del tuo cuore, quel cuore sporcato, violentato, dimenticato forse anche da te stessa. O invece lo custodivi gelosa, considerandolo l'unica cosa tua, pulita, da non condividere con gli altri, quale scrigno dell'ultima goccia di dignità che ti era rimasta?... Ma ad Armand l'hai affidato con cieca fiducia e con lui e per lui hai sancito il trattato dell'amore eterno. Come pegno della tua fedeltà al patto, gli hai donato una camelia, un gesto delicato quanto incomprensibile. 

Con Armand ti sei abbandonata all'emozionante vortice dell'amore vero. Hai ritrovato la tua dignità, ormai stanca di sentirla troppe volte calpestata; hai capito che il senso della vita non si trova nei piaceri effimeri che questo mondo offre e sorpresa hai scoperto quanto fosse terribilmente bello amare e sentirsi amata. Eri una peccatrice, Marguerite, ma Amore ti ha redenta con la stessa compassione che ebbe Gesù Cristo per la Maddalena.



Ma per la società del tuo tempo tu rimanevi sempre e comunque Marguerite Gautier, una mantenuta. Nonostante la tua conversione, hanno continuato a puntarti il dito contro accusandoti di infrangere le loro buone regole piccolo-borghesi. Quella vita dissoluta da te intrapresa, forse liberamente o forse per costrizione, ti aveva lasciato sulla pelle un marchio indelebile e bruciante. Eri la vergogna, eri lo scandalo, eri da evitare come la peste per quella società, inconsapevole simbolo di ipocrisia, composta da galantuomini e gentildonne, timorati di Dio eppur sordi al perdono, dichiaratisi pubblicamente disgustati dal tuo modo di vivere ma ritrovatisi segretamente desiderosi e invidiosi del tuo essere. 

 

Quella stessa società a cui apparteneva la famiglia di Armand e dunque suo padre. Quel padre che, venuto a conoscenza del vostro amore e inorridito dalla tua passata condizione, si è precipitato da te per chiederti, prima con tono severo e distaccato, poi con fare supplichevole e con paterna dolcezza, di rinunciare ad Armand. Pur scoprendoti pentita e purificata dal peccato, pur apprezzandoti per questo difficile cambiamento, non ha esitato ad implorarti il sacrificio. Eri sempre e comunque Marguerite Gautier, una traviata. Tu saresti stata per la sua famiglia per bene come una grossa, imbarazzante, inguardabile macchia di sporco su un abito bello e pulito; una macchia che la società non avrebbe mai lavato via. Saresti stata motivo di disonore per il suo giovane e promettente figlio Armand e soprattutto causa di infelicità per la sua tenera figlia Bianca in quanto, sapendola imparentata con una cortigiana come te, l'illustre famiglia del giovane del quale era innamorata e al quale era ormai promessa sposa, non avrebbe più acconsentito alle nozze. Quell'uomo chiedeva, all'insaputa di Armand, la tua abnegazione in cambio della felicità di sua figlia e te la chiedeva in nome di quello stesso amore a cui ti induceva a rinunciare. 



Tu, Marguerite, che non eri misera come Prudence o come Olimpia o come le altre mantenute, tu che eri buona e d'animo sensibile, tu che avevi conosciuto il perdono e l'amore, la felicità e i valori veri della vita, non riuscivi ad immaginarti causa di infelicità di una fanciulla innocente ed innamorata. E con un dolore che insopportabile ti stringeva il cuore hai accettato la straziante ed indicibile richiesta.
Amore ti ha tirata fuori dalle tenebre e ti ha mostrato la luce della gioia ma dopo ti ha scelta come suo agnello sacrificale. Perché Amore è fatto così ,è presuntuoso e autoritario e certe volte si diverte ad infliggere pene. 

 

Con l'inganno ti sei allontanata da Armand che, ignaro del fatto che a spingerti a compiere questo inspiegabile gesto fosse stato suo padre, si è sentito tradito nel cuore di amante e ferito nell'orgoglio di uomo. Credendoti ritronata alla tua vecchia vita, ha pensato di impazzire e ha cercato di dimenticare dandosi ad una vita sfrenata e godereccia. Ha trovato consolazione fra le braccia di quella sciocca sgualdrinella di Olimpia e con lei ti ha sfidata e umiliata. Ma il suo non era odio o vendetta nei tuoi confronti. Era rabbia.Perché continuava ad amarti pazzamente e con tormento si chiedeva perché l'avevi tradio ed abbandonato improvvisamente e misteriosamente. Desideravi spiegargli tutto ma non potevi. Non eri in grado di venire meno alla segreta promessa che con tanta invidiabile nobiltà avevi fatto a suo padre e non volevi essere motivo di discordia fra genitore e figlio. Ma quanto male ti procurava il sentire Armand dubitare del tuo amore per lui e crederti gaiamente ritornata a quel passato a cui invece tu stessa cominciavi a guardare con sdegno.

Ma tra le dolorose lacrime e l'apparente disprezzo, tra le accese dicussioni e la giusta disperazione, è scattato il raptus della passione. Nuovamente e per l'ultima volta i vostri corpi si sono uniti per diventare un tutt'uno e le vostre labbra e le vostre lingue e le vostre mani si sono raccontate con trasporto l'amore immenso che vi legava. 



Amore
 è superbo, sa di avere molti nemici ma sa di essere invincibile, come Achille. Qualche fortunato Paride potrà colpirlo al suo tallone ma non lo vincerà del tutto perché lui troverà sempre qualche saggio Omero che ne esalterà le gesta e gli restituirà quell'immortalità che gli appartiene. Amore è come la Fenice che brucia e poi rinasce dalle sue stesse ceneri, esso non conosce morte. Amore, capriccioso e volubile, si è commosso difronte al vostro dolore, dolci creature. Ha smesso di giocare a farvi penare e ha deciso di condurvi per l'ennesima ma ultima volta alla sua estasi.

 

Ma dopo la trasognata trance d'amore è subentrata la crudele realtà. Armand, dopo aver rincontrato la tua inspiegabile opposizione alla sua richiesta di ritornare insieme a lui, ti ha detto addio per sempre.

      

Il dolore per quest'insopportabile abbandono ti ha divorata più della tisi che possedeva il tuo corpo così come tanti frivoli galantuomini avevano fatto in passato.
Sapevi che ormai volgevano precipitosamente al termine i giorni della tua vita terrena e prima ancora di affidare la tua anima a Dio hai pensato bene di affidare la verità alle pagine di un diario che, come da te disposto, sarebbe dovuto essere pervenuto ad Armand dopo, e solo dopo, la tua morte. Armand doveva conoscere il motivo per cui avevi rinunciato ad una vita felice insieme a lui. Tutto gli hai spiegato, con parole rassegnate e di tanto in tanto esposte agli slanci di un'assurda speranza di guarigione e di ritorno allo spensierato amore. Non potevi morire nell'inganno e nel mistero. Eppure con quanta ammirevole fede hai mantenuto fino in fondo la promessa fatta al padre. Quanto decoroso rispetto hai rivolto a quell'uomo, un uomo del suo tempo, che pur di non andare contro la banalità della logica sociale, se n'è infischiato dei tuoi sentimenti (e di quelli di suo figlio).
Quel diario è giunto fra le mani di Armand, cara Marguerite, dopo il tuo decesso, e dopo averlo letto, il suo urlo di pentimento e di rabbia, di dolore e di follia sarà sicuramente giunto fin dove la morte ha condotto la tua anima.
Tu, Marguerite, eri come le camelie, quei fiori che ti piacevano tanto: bella e raffinata, imponente alla vista e delicata al tatto, amata ed ammirata da molti, fragile e allo stesso tempo resistente alle intemperie. Ma come le camelie eri senza profumo e perciò additata e biasimata, usata per l'apparenza di un attimo e poi gettata via per quella mancanza che invece gli altri fiori vantano di non avere. 

Solo Armand è riuscito a cogliere la tua bellezza profonda e nascosta e ti ha coltivata come il più bello ed importante fiore del suo giardino. E tu solo per lui hai emanato il tuo soave profumo.
Il pentimento e la conversione, la muta obbedienza all'inconcepibile sacrificio, l'ardore con cui hai amato il tuo Armand fino alla fine, non sono passati inosservati ad Amore che, al culmine della tua esistenza, ti ha incoronata sua eroina.
Riposa in pace Marguerite. Molto ti sarà perdonato perché tanto hai amato. 



(Nelle foto: Isabelle Ciaravola e Stéphane Bullion, primi ballerini dell'Opéra National di Parigi, nei panni di Marguerite Gautier e Armand Duval, protagonisti del balletto "La dame aux camélias" di John Neumeier, ispirato all'omonimo romanzo di  Alexandre Dumas figlio.)

 
 
 
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