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Dopo Riso anche Dinardo attacca il sindaco


Neanche il tempo di chiudere la faccenda "Riso" nata dalla decisione del consigliere comunale di maggioranza, Rocco Riso, di rinunciare alle deleghe assegnatigli dal sindaco, Rocco Condoleo, (leggi qui, qui e qui) che nella maggioranza riesplode la polemica. Con una lettera che risale al 4 gennaio indirizzata al sindaco e per conoscenza al capogruppo di maggioranza, Giuseppe Dipietra, al Segretario Comunale, Marina Petrolo, e al responsabile dell'area amministrativa, Giuseppe Tulino, l'assessore all'urbanistica, Antonino Dinardo, mette sotto accusa l'attività amministrativa della giunta Condoleo, di cui egli stesso fa parte. L'assessore contesta l'attuazione del programma di governo, criticando il fatto che «la maggioranza ha pubblicato un manifesto dell'attività svolta» (leggi qui). In primo luogo «l'amministrazione dopo la vittoria elettorale ha ridimensionato il rapporto con i cittadini. Il manifesto - scrive Dinardo - è il simbolo dello scollamento dalla collettività». L'assessore chiarisce che «un manifesto di tal genere non può avere alcuna funzione. Ne ero convinto in campagna elettorale, quando criticai quello dell'Amministrazione uscente, e ne sono convinto oggi». Infatti «se l'operato c'è, i cittadini lo osservano spontaneamente. E se è buono lo apprezzano. Se l'operato è carente i cittadini lo criticano e gli amministratori devono essere capaci di ascoltarli umilmente e di aggiustare il tiro dell'azione amministrativa». Per l'esponente politico «il vero problema di una amministrazione moderna, non è far pesare la quantità di risultati quanto accrescerne la qualità» ed è necessario che «gli atti amministrativi siano assolutamente legittimi». Detto questo Dinardo cita «la clamorosa sospensione di numerose concessioni edilizie rilasciate in campagna elettorale», che «elevata a simbolo della lotta all'illegalità dei predecessori, si è risolta in un fuoco di paglia, attraverso l'annullamento di tanti provvedimenti di sospensione da parte del Tar o del Comune». A questo si aggiunge «l'atteggiamento nei riguardi dei piani di lottizzazioni» definito «incerto e talvolta confuso», mentre il Psc «non gode dell'incisività richiesta dalle circostanze normative». Per il politico «l'amministrazione, suo malgrado, non è riuscita a porre in essere la determinazione necessaria per rendersi credibile, e che, conseguentemente, non può apparire spropositata la delusione dei cittadini». Su questa base Dinardo riflette «sulla crescente sfiducia nei nostri confronti e per il rischio che essa possa divenire sfiducia nelle istituzioni. E mi preoccupa l'indifferenza della collettività verso fatti di particolare gravità come l'esplosione di armi da fuoco verso lo studio privato dell'arch. La Scala e quello dell'ing. Mesiano (già responsabile dell'Area tecnica)». Chiusa l'analisi sullo stato di salute della maggioranza, Dinardo passa all'attacco vero e proprio «è di questi giorni l'adozione, da parte del Responsabile dell'area amministrativa, di tre bandi di concorso per l'assunzione di personale dipendente, nonostante la giunta appositamente riunitasi appena prima di Natale aveva ritenuto di non deliberare alcuna assunzione». Una denuncia dura che mina alle fondamenta lo stesso rapporto fra l'organo esecutivo e l'apparato burocratico. E in virtù di questa denuncia Dinardo afferma di aver scoperto che «il procedimento è confuso. Saranno 35, o solo 5, le ore settimanali? La determinazione è priva del visto di regolarità contabile del responsabile della Ragioneria». Per il politico «il responsabile di area ha evitato di incorrere in un parere contrario della ragioneria, per la violazione della normativa che obbliga alla riduzione della spesa del personale evitando di acquisirlo. Avrei dovuto visionare anche le determinazioni con cui il responsabile ha bandito i due concorsi interni» ma «ho rinunciato, immaginando che con siffatti modi è facile superare persino la Costituzione che all'art. 97 impone il concorso pubblico per l'accesso agli impieghi pubblici. Peccato - prosegue - che la Corte Costituzionale ribadisce l'illegittimità dei concorsi che riservano agli interni più del 50% dei posti». Dinardo spiega come «a seguito di un posto, part-time, di categoria B3, è stato bandito un posto a tempo pieno della medesima categoria ed un altro di categoria superiore. Mi rifiuto di pensare che la cattiva formazione di siffatti atti sia volontaria, ma sento il dovere di fermare i procedimenti, che mi appaiono gravemente lesivi dei principi di uguaglianza dei cittadini e degli interessi della collettività ingiustamente gravata da oneri insopportabili». Citando i recenti richiami della Corte dei conti, peraltro già oggetto di presa d'atto in seno al consiglio (leggi qui), Dinardo «ritiene urgente impegnare l'amministrazione per una nuova dotazione organica snella e funzionale, secondo il principio per cui il personale dipendente è al servizio del Comune e non viceversa. Per una dotazione che riduce il numero dei posti per destinare le economie all'aggiornamento dei dipendenti, alla formazione per i casi della necessaria mobilità interna, e alla riduzione delle tasse aumentate recentemente col proposito, ancora inattuato, di abbassarle prima possibile». In conclusione, l'assessore comunale si «augura che l'amministrazione riconosca l'evidente mediocrità del funzionamento della macchina amministrativa e abbia la capacità di rinominare i responsabili di area». In quest'ottica «propongo la riduzione del numero delle aree e il conferimento degli incarichi a soggetti di elevata professionalità, ove necessario esterni, ed ove possibile del luogo». Per Dinardo i nuovi responsabili d'area «dovranno perseguire gli obiettivi curando, col massimo rigore, la legittimità degli atti amministrativi. Ed il segretario generale - conclude - dovrà riaffermare con vigore il proprio ruolo al servizio del Comune, sovrintendendo allo svolgimento delle funzioni dei responsabili e fornendo assistenza giuridico-amministrativa. Ciò garantirà la necessaria serenità degli amministratori che dovranno essere avvisati di eventuali anomalie nei comportamenti dei Responsabili di area, per una tempestiva rimozione».