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Il blog curato dall'associazione Domus Idee che racconta quello che succede nella città normanna (Mileto) e nelle sue frazioni (Paravati - Comparni - San Giovanni e il rione Calabrò). La citta di Mileto si trova in provincia di Vibo Valentia in Calabria. (Si raccomanda una risoluzione minima di 1024 x 768)
 
 

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Giornata del malato, il messaggio del Vescovo

Post n°176 pubblicato il 13 Febbraio 2008 da domusidee
 

«Sembra come se un flusso malefico si fosse abbattuto in questi ultimi tempi sulla sanità ed in particolare sull’ospedale di Vibo Valentia». Il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Luigi Renzo, così esordisce nel messaggio ai fedeli pubblicato in occasione della giornata del malato di domenica 10 febbraio. Un messaggio che chiede una sanità più umana e condivisa e nel quale il presule evidenzia come da quanto sta succedendo «tutti ci sentiamo toccati, giudici e censori della situazione. Al massimo alziamo le spalle, seccati per quanto succede, ed in attesa di non si sa quali eventi risolutori dall’alto. Talora ci improvvisiamo anche fustigatori di un sistema di degrado di cui tutti siamo parte ognuno con le proprie responsabilità». Però, a questo punto, «più che vivere la sindrome dello sfascio, più che piangere annegando nel pantano di un disagio morale collettivo o di una tragica sequenza di ventilate corruttele che sta visibilmente inquinando il nostro costume occorre - afferma Renzo - fermarsi a riflettere perché in qualche modo siamo tutti sotto inchiesta». Richiama ogni cittadino alla propria responsabilità il presule che, da Mileto, lancia alla sua diocesi un messaggio che vuole essere, però, riconciliante, un vero e proprio invito a «cominciare a leggere segni positivi». Renzo invita «a sentirsi in qualche modo tutti sotto inchiesta e quindi tesi insieme ad abbandonare le ipocrisie di un perbenismo di facciata, a tornare uomini limpidi innamorati delle trasparenze». Quindi «tutti inquisiti, non giudici inquisitori, tutti impegnati a cercare spiragli di speranza». Nella situazione di emergenza in cui si trova la sanità vibonese «non serve più a nulla e a nessuno puntare il dito. Occorre tutti risalire la china: politici, operatori sanitari e fruitori della sanità (pazienti e familiari). Le minacce ed i gesti del “te la faccio vedere io”, “te la faccio pagare”, non sono risolutivi, anzi aggravano il senso di paura e di insicurezza a discapito dell’insieme». Dunque, in queste condizioni, «spetta a tutti ognuno per la parte di competenza recuperare la fiducia nelle e delle persone, la fiducia nella struttura ospedaliera (sia pure carente), nello stile dei rapporti interpersonali». Per il presule, «forse ci manca proprio questa cultura della “com-passione”, del soffrire insieme, del dialogo fiducioso, rispettoso e non arrogante». Non manca di richiamare al proprio ruolo anche i mass media il vescovo Renzo che ricorda come «possono svolgere un ruolo determinante, senza nulla togliere al diritto-dovere di informare. Ma anche l’informazione - aggiunge - non può scatenarsi solo per una specie di caccia all’untore mediatica. Senza mistificare nulla a tutti tocca l’obbligo morale e l’impegno urgente di lavorare per un ambiente rasserenato e di fiducia. Un clima - scrive il presule - di minaccia incombente genera solo paura ed insicurezza a discapito del paziente: quanti ricoverati vengono salvati perché il medico può intervenire senza le pressioni morali della struttura, delle famiglie e della pubblica opinione». Occorre puntare sulla «ricchezza di umanità ed i legami di solidarietà tra medico-paziente-familiari» che «costituiscono il vero capitale sociale su cui riprendere decisamente quota ed investire». Oggi, dunque, è «doveroso smuoversi tutti, chiederci dove vogliamo arrivare con l’assistenza sanitaria, spenderci per migliorare, oltre la struttura ospedaliera, le dinamiche che derivano dal prestare cura a chi soffre. Dobbiamo credere sul serio che è possibile risollevarsi e rilanciarsi». Il vescovo inoltre richiama l’attenzione di tutti affermando che «investire nell’industria della sanità per trarre profitto dalla malattia altrui non è segno di civiltà e umanità. Il malato - spiega - non può essere considerato una risorsa produttiva, come purtroppo sembra prevalere nell’attuale politica sanitaria, né la funzionalità di una Azienda sanitaria si misura dalla capacità di far quadrare il bilancio o chiudere in attivo». In chiusura, Renzo ha esortato «tutti, me per primo, a cambiare rotta e a rinnovarci interiormente con decisioni radicali, profonde, che significhino in noi una svolta decisiva affinché si possa arrivare a maturare una cultura nuova nello spirito di quella calabresità accogliente che ha sempre delineato e caratterizzato la nostra identità. Non lasciamoci prendere - ha concluso il presule - dalla tentazione che la speranza è un’utopia impraticabile. Sarebbe un voler rinunciare al nostro futuro». Venerdì è previsto un convegno su “La famiglia nella realtà della malattia" che concluderà le manifestazioni per la XVI giornata del malato che, tra le altre cose, ha registrato l'arrivo in diocesi della Statua della Madonna di Lourdes (leggi qui).

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