MillePiedi

CONFINE TRA FONDO E SPROFONDO


Capitolo 5
Scritto da inattesadiFelipe vide aprire la porta.Una porta,legno caldo respirava la paura dei suoi passi avvicinarsi, erano come suoni e ritmi di piccoli tonfi sgonfi, come ovatta nelle orecchie e voce dietro un vetro.Natalia uscì dall’ombra del corridoio come una lucetta improvvisa,come un piccolo sogno la mattina un’attimo prima di svegliarsi,l’impressione di non essere ancora sceso sulla terra,il bisogno di tenere quell’imagine ancora dentro,non farla appassire nel medesimo istante in cui i talloni entrano a contatto col freddo terrestre.Filipe quella mattina era andato per la valigia marrone,e,Natalia gliela porse sull’uscio con piedi scalzi sul pavimento in cotto,in fondo alle sue mani,un cuore batteva caldo.La paura era che, forse non doveva andare così,ma faceva parte del piano, un gioco troppo grande per uno come Filipe capace di spaiare tutti i suoi calzini , innamorarsi di un portacenere e di Natalia, ma senza lasciare la benché minima traccia di un sentimento.A quei tempi la valigia profumava di pelle nuova,e, si confondeva con le parole dette e dimenticate nel medesimo istante,e non ricorda se la porta chiusa sul suo naso grande fece rimbombo o solo appannaggio dentro quel condominio silenzioso alle porte di Madrid,non ricordava,se il biglietto per Roma fosse sulla sua mano o su quella di Natalia.Non ricorda se aveva la valigetta o se era rimasta sullo zerbino.Lei disse solo ciò che ricorda Filipe:”Questa è la valigetta di Armando Ricci, detto er Tramontana” La capitale sopra di lui odorava cinese,borgo o stazione,lupa spennacchiata di poveri strati di gente solita non lavarsi,per gusto o per noia,e li,su quelle strade dimenticate tanti anni fà conobbero l’omino madrileno sgattaiolare come un povero topo con il formaggio in mano.I bambini improvvisamente più grandi di Filipe si allontanarono come un obiettivo sfocato continuando a gonfiare palloni di sapone ,e il nostro eroe spagnolo corse via stringendo la valigia marrone.“Non l’avrai mai caro il mio Tramontana”boffocchiò sputando saliva e sudore.Seduto su una montagna di rifiuti biologici fece per aprire la valigia,ricordava a canzone che quel giorno accompagnava l’incontro sulla soglia tra lui e Natalia,ricorda la sua promessa di restituire ciò che spettava ad Armando,ma,non la mantenne mai e, Felipe, si calò nel buio confine tra fondo e sprofondo.Ora che aveva di nuovo il suo grande spettro da aprire ,si accorse che forse tutta questa storia lo aveva catapultato per troppo tempo in un mondo sommerso da illusioni e speranze di mezzo mondo che ci camminava sopra ricoprendolo di strati.Nell’istante in cui Felipe iniziò l’apertura del suo scrigno improvvisamente da diecimila e passa valigie impilate, incastrate a creare un mosaico di pelle di coccodrillo e di vitello, tessuto idrofobo, cartone e lana sbucò Natalia,dolce destino e via destinata a risolvere la storia.Prossimo blogger brubus1