Creato da brubus1 il 24/12/2006

L'Anticonformista

la forza attraverso l'unità, l'unità mediante la fede, contro le regole imposte alla piena libertà

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ROBIN GIBB - ANOTHER LONELY NIGHT IN NEW YORK





 

ARTE & CULTURA PROVINCIA DI CS

Il Museo di Sibari, inaugurato nel 1996, costituisce con il Parco Archeologico, il principale polo culturale del comprensorio ionico della Provincia di Cosenza. Nell'edificio, articolato in 5 unità museografiche, sono esposti i reperti archeologici più significativi provenienti dal territorio della Sibaritide nonchè dagli scavi delle 3 città sovrapposte di Sibari, Thurii e Copia (dal 720 a.C. al VI sec. d.C.). www.museomg.unical.it





Parco Archeologico di Sibari



 

In una dimensione culturale etnica, un percorso storico ed estetico dell'identità degli 'arbëresh', comunità presenti prevalentemente nel sud dell'Italia, in particolare in Calabria dal 1440. MUSEO DEL COSTUME E DELLE BAMBOLE ARBËRESH. (Frascineto - CS) www.aquilareale.org

 

SOLIDARIETA' & SOCIALE

 














 

 

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20.mo anniversario

Post n°267 pubblicato il 23 Maggio 2012 da brubus1

Nel ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che hanno lottato contro la Mafia e contro lo Stato.

 
 
 

1 maggio

Post n°266 pubblicato il 01 Maggio 2010 da brubus1

 
 
 

Quarantanove

Post n°265 pubblicato il 23 Marzo 2010 da brubus1

...solo 49 e...


 
 
 

L'altro Abruzzo dimenticato

Post n°264 pubblicato il 20 Aprile 2009 da brubus1

L'altro Abruzzo dimenticato, lasciato in una condizione da baraccopoli. Una denuncia a caldo, venuta allo scoperto subito dopo l'ultima calamità abbattutasi su L'Aquila e dintorni. Una denuncia sulle solite promesse non mantenute a tutti dopo il  dammatico  terremoto che colpì la regione nei primi anni del secolo scorso. Un abbandono sociale che pone in evidenza l'inadeguatezza della burocrazia italiana e dei tanti governi succeduti nel corso di ottantasei anni. In quattromila vivono ancora nelle 'casette asismiche' costruite per gli sfollati del tremendo sisma della Marsica del 1915 che contò trentamila morti. Un ulteriore lato scuro di un Italia trascurata ed inefficiente. Una vergogna inammissibile verso questi cittadini e forse per tutti gli altri che hanno avuto la disgrazia di vedere le proprie case e la propria vita distrutte dalla furia dei terremoti. Quali altri scandali sono celati dietro le rovine occorse in tanti anni di disastri tellurici a Reggio Calabria e Messina, a Gemona del Friuli, nell'Irpina, ecc.? Perchè per tanti si e per il rimanente della gente esistono situazioni di disagio così degradanti e diseguali? 



Nel circondario di Balsorano (AQ) in alcune di queste 'casette' non c'è riscaldamento, non ci sono servizi igienici, non esiste pavimentazione. La luce c'è ma solo una lampadina per un totale di trentadue metri quadri. Ai genitori di una signora dissero di portare pazienza, perché quella sarebbe stata una sistemazione provvisoria. Giusto il tempo di ricostruire la loro casa. È passato quasi un secolo ma la signora (adesso ha 82 anni), è ancora qui, dentro queste due stanze buie ed umide vicino al castello di Balsorano. Non è la sola. Sono quattromila le persone che in Abruzzo vivono nei rifugi costruiti per gli sfollati di quel terremoto. Rifugi asismici cioè sicuri (per l’epoca) perché ad un solo piano e con il tetto in travi di legno. E provvisorie, anzi «baracche realizzate a titolo precario» come assicurava il decreto firmato l’11 febbraio 1915 dal Re Vittorio Emanuele III.

E' anche vero che nel corso degli anni molte baracche sono state demolite, quasi sempre sostituite da case popolari. Ma dei circa diecimila esemplari costruiti tra il 1916 e il 1920 ne restano in piedi ancora 1.066 sparsi in 38 comuni, da Avezzano a Balsorano passando per tutta la Conca del Fucino. Tetto spiovente, muri sottili di mattoncini, struttura a castrum romano con le due strade principali che si incrociano al centro, l’immagine è proprio quella di un accampamento. Qualcuno, capendo che la provvisorietà era solo teorica, negli anni ha sistemato le cose ricavando almeno un bagno. Come un'altra signora che un anno fa ha trasformato la sua baracca di Capistrello in un appartamentino vero e proprio. «Ho messo i termosifoni e adesso vorrei comprare pure la parabola» dice, mentre aspetta di scolare la pasta. La sua vicina di casa, la signora Letizia, si accontenta di una stufa a legna che non ha l’aria di essere proprio a norma. Ma spesso le condizioni sono quelle di un secolo fa e quasi sempre a viverci sono persone anziane.

Nel 1971 per iniziativa del senatore Giuseppe Fracassi, che proprio in una delle casette asismiche era nato, venne approvata la "legge per lo sbaraccamento". Abbattimento di tutte le casette, sostituzione con edilizia popolare e spazi verdi. Cosa buona e giusta ma rimasta sulla carta perché la legge non è mai stata finanziata davvero. Servirebbero 50 milioni di euro per riqualificare tutte le 1.066 baracche ancora in piedi. L’ultimo stanziamento, 800 mila euro, era allo studio della giunta regionale quando l’arresto del presidente Ottaviano Del Turco, meno di un anno fa, ha travolto tutto. In poche parole questa gente è costretta a campare in condizioni da terzo mondo, come la prima signora all'inizio citata, che non dimentica quella promessa fatta ai suoi genitori: questione di mesi, poi avrete la vostra casa. Era un secolo fa. (Corriere della Sera del 19 aprile - Lorenzo Salvia)

 
 
 

Il sole che non vedi

Post n°263 pubblicato il 04 Aprile 2009 da brubus1


Siamo tutti viandanti sulle tortuose strade di questo mondo. Con le parole cerchiamo in umiltà di liberare un'idea di energia espressa con quell'amore nascosto e difficile da manifestare, capace però di rendere il cammino più leggero e meno duro, con l'aiuto di ciascuno per riconoscere vivendolo il principio di armonia e fratellanza che governa l'equilibrio del nostro esistere. Confidiamo in qualcosa di soprannaturale, una presenza, un evento che possano modificare l'esistenza, riaccendere la speranza morente. Una luce spirituale che influenzi il nostro sibilo, riaccendere passione nel cuore, perchè non resti ancora sopito e sbandato. Il mondo continua a non volersi svegliare, quasi asuefatto al suo eretico stile di vita. Tutto di troppo sbagliato sotto questo cielo che azzurro non pare e che rifiuta di continuare a guardare e seguire ciò che succede quaggiù. Troppi errori nelle nostre azioni e pensieri. Siamo ormai viandanti senza credo, senza umanità, programmati a ferire, pronti a uccidere, affascinati dalle tentazioni, dalla concupiscenza. All'uomo non appartiene il suolo che calpesta, nemmeno il suo corpo, tantomeno lo spirito che dovrà rendere. Che possa allora volare alto, al suo ritorno, pieno di sapienza e virtù, ma soprattutto pieno d'amore. La pace, l'armonia possono rifiorire, coesistere, riprendendo quel percorso originale perduto. Una nuova Domenica delle Palme è pronta a sorgere, un'altra Pasqua ricorda lo scopo per cui esiste quel qualcosa mentre, ora da qualche parte, il pianeta sanguina; bambini dormono nei tombini della stazione e donne aspettano di venire stuprate legalmente. Loro non conoscono giustizia, ma solo pietà. 'C'è un sole che non vedi, lui ti parla e tu gli credi ....è questa la fede?' La volontà non manchi!
(L'Anticonformista)

 
 
 

Illustrissimi medici....

Post n°262 pubblicato il 26 Marzo 2009 da brubus1

Ultimamente mi è venuta la passione delle lettere, trovate su internet o scritte in modo classico a mano e consegnate al destinatario. In questo caso faccio un cammino inverso rispetto al moderno percorso di comunicazione e dal precedente post. Questa lettera, consegnata di persona alla Direttrice del nostro CSM da un paziente, ha rallegrato tutti per il lavoro che quotidianamente viene assolto. In fondo è una piccola soddisfazione risvegliare  le comuni attitudini e i comportamenti di chi fino ad alcuni anni fa veniva allontanato e schedato come 'pazzo', quindi ritenuto altamente pericoloso quanto incapace di manifestare gli istinti 'normali' che fanno parte dell'essere umano. E' ovvio che ogni caso ha una sua patologia con stadi altalenanti di salite e ricadute che rende a volte arduo il percorso di riuscita finale. Ma i risultati esistono e si vedono. Alla fine è la gente là fuori che dovrebbe scrollarsi di dosso tanti pregiudizi ancora esistenti nei confronti di chi 'pare diverso'. Un grazie a tutti i CSM d'Italia.


Illustrissimi medici, non so se le mie umili parole vi saranno di gratifica, ma mi auguro che saranno utili in futuro ad altri pazienti del CSM. Non so che fine avrei fatto se nel 2001 non avessi incontrato la D.ssa A.M. Sarei ancora rinchiuso in qualche manicomio o mi comporterei come un barbone di strada con seri e maggiori problemi mentali. La D.ssa con il suo staff mi ha aiutato a superare momenti molto difficili trovando la cura giusta, basata  sulla fiducia e l'umanità che valgono di più di qualsiasi altro farmaco prescritto. Con molta pazienza e costanza mi ha reso simile agli altri cosiddetti 'normali', rendendo il cammino psichiatrico meno doloroso. Non è stato facile per lei perdonare le mie crisi depressive e i miei stati d'animo, ma lo ha fatto! Dovrei dirle grazie tutti i santi giorni ed anche ai suoi gentili collaboratori che sono sempre capaci ed efficienti. Ora che il Centro è migliorato nei servizi credo che il loro supporto sarà sempre migliore. E per 'finire' mi dovrete ancora sopportare per altro tempo ancora.       
                                                                               Firmato: M.I.

 
 
 

Uno sguardo complice

Post n°261 pubblicato il 18 Marzo 2009 da brubus1

Diventare papà per la prima volta deve essere una gioia immensa. E' come toccare il cielo con un dito. E' rispecchiare i propri occhi e l'anima in uno sguardo complice di quel tenero corpicino. E' come dare una forma all'immortalità. E' spalancare le porte del cuore e dell'amore. Quell'amore ricevuto e da donare, perchè questo si aspetta dai suoi genitori e parenti tutti, la piccola Ludovica nata pochi giorni fa. Un caro amico ed impiegato del nostro CSM è diventato papà. Domani oltre ad essere San Giuseppe, è anche la festa di tutti i papà. Ho voluto fare questo post in suo onore e per tutti i papà pubblicando il testo scritto da un padre verso la propria figlia che mi ha toccato sensibilmente per i suoi profondi sentimenti e non solo per la parte negativa di esistenza che lo ha toccato. I miei più sinceri, affettuosi e grandi auguri alla mamma e a Stefano per la bella bimba che gli somiglia tanto. E un grazie particolare per aver gestito, l'altra notte, con oculata passione ed esperienza, il trasferimento dei malati psichiatrici della Casa di Cura dell'Istituto Papa Giovanni di Serra D'aiello presso un'altra adeguata ed idonea struttura, insieme alla Direttrice del nostro centro ed una collega, la cui foto, mentre abbraccia teneramente una giovane paziente, è apparsa oggi sui quotidiani locali.


Uno sguardo complice.
Questo il nostro saluto ogni volta che sali su quel treno che ti porta via.
Solo un bacio e un tenero abbraccio che vogliono dire tutto.
Ed ogni volta che prendi quel treno una morsa mi stringe il cuore, come se perdessi una parte di me.
Cerco di sfiorarti la mano, per assaporare ancora per un istante il tocco della tua pelle.
I nostri occhi parlano per noi, di quanto sei stata e sei importante per me, di quanto la mia vita non avrebbe senso senza il tuo amore.
Il treno lascia la stazione, perdendosi nel buio della galleria.
E torno in silenzio solo verso casa, pensando ai bei momenti trascorsi insieme, alle emozioni che provo quando ritorni a casa. 
E i ricordi riaffiorano da un  tempo lontano di quando eri un fiore appena sbocciato, al sorriso di tua madre che ti stringeva forte a se, cercando il mio sguardo.
Ed io che vi guardavo felice e piangente di gioia da dietro un freddo vetro.
Amo, ancora oggi che sei grande, guardarti al risveglio, sfiorare con una carezza le tue rosee guance e tu abbozzi un sorriso e mi dici " buongiorno papà".
Amo guardarti ridere mentre ci raccontiamo delle nostre giornate. Io del mio lavoro, tu dei tuoi studi. 
Amo accarezzarti i capelli e cingerti con un braccio quando guardiamo un film vicini sul divano.
Vedo in te quasi una donna adesso, quando esci dalla doccia con l'accapatoio e sento i tuoi passi sicuri dirigersi nella tua stanza, coi capelli bagnati che ti coprono il viso ....il tuo dolce viso. Assomigli tanto alla mamma.......
Amo guardarti negli occhi mentre ti dico che ti voglio bene, stringendoti a me.
Amo quando sento di proteggerti dalle paure, dai timori che provi e quando ti confidi con me.
Amo quando pensiamo lo stesso pensiero nello stesso istante, quando basta guardarci per capirci.
Amo sentire questi nostri cuori che battono in  sintonia per ogni emozione che viviamo.
Amo quando mi dici che sono un padre speciale, perchè tu lo sei per me, da quando sei nata.
E so che questo sentirci unici e speciali mi farà superare i momenti tristi in cui saremo lontani.
Perchè anche se non sarai con me sentirò il tuo amore in ogni istante.
A volte ho paura al solo pensiero di te lontano, nei momenti in cui forse sentirò di più la tua mancanza.
Sai mi manca tanto tua madre e so che è così anche per te. Ora che non è più qui con noi, sento come se lo fosse sempre, sento ancora la sua dolce voce.....
La mia vita è nelle tue mani, il mio cuore custodito dal tuo amore e il mio grande desiderio è quello di renderti sempre felice e darti il meglio che tu desideri in questa vita che io posso donarti.
Perchè non c'è niente e nessuno che potrà distogliere il mio sguardo da te.
Perchè sei speciale e meriti un amore speciale che ti amerà per tutta la vita, quando anche io non potrò più seguirti e proteggerti.
So che mi sarai vicino quando sarò più vecchio e ne avrò bisogno. 
Mi perderò nei tuoi occhi da qui all'eternità perchè sei una ragazza meravigliosa, piccola mia.

 
 
 

Sogno contro Vita

Post n°260 pubblicato il 11 Marzo 2009 da brubus1

Il Sogno vide la Vita che mangiava dei libri. "Ti piacciono?"
- "Sono buonissimi. Costruirò su di me la bellezza di queste storie."
- "È probabile, disse il Sogno. Ma degli autori che ne è stato?"
- "Ho chiesto alla Morte di prenderseli, così sarà mia anche la loro ispirazione, e smetteranno di rompere le scatole".
Il Sogno sospirò. "Questo non dovevi farlo. Ti rendi conto che hai agito anche contro te stessa?"
La Vita radunò ancor più strettamente la pila di libri che stava cucinando.
- "Non importunarmi. Il campo l'ho trovato io e ci metto quanto letame voglio per far crescere i miei libri come voglio".
-"No, i sogni non nascono in questo modo, ma muoiono. I libri si leggono, non puoi mangiarteli come nel tuo solito modo".
- "E allora? Adesso quelli che mi servono faranno fuochi d'artificio per quanto costruiranno meglio con i mattoni dei sogni".
- "Ma quello che hai ucciso per incatenare nel tuo mondo non apparteneva a te"
-"Viveva? Allora era mio!"
Il Sogno non volle insistere oltre, perché in fondo quasi tutto poteva essere interpretato in due modi diversi.
Ma c'era qualcosa di profondamente inquietante e sbagliato.
Il Sogno aveva capito cos'era, ma era troppo tardi.

 
 
 

Come un uomo (comme un homme)!

Post n°259 pubblicato il 06 Marzo 2009 da brubus1

Anche per quest'anno ho voluto postare qualcosa che riguarda nel testo l'emisfero femminile. Non sono favorevole a questa ricorrenza come fenomeno commerciale. Dalla data di quella giusta rivoluzione la donna ha fatto molti passi avanti, raggiungendo posizioni ragguardevoli fino ad alcuni anni fa quasi impensabili. Ma non è oro tutto ciò che luccica.  E' questo lo spirito dell'8 marzo che ogni anno si ricorda trovandomi pienamente concorde quanto partecipe. Il contenuto della meravigliosa canzone sotto riportato ha un suo significato, non interpretato alla stessa maniera da tutti. Ancora una volta si evidenzia il sacrificio che affrontano molte donne nella società. Nel testo viene citata Milano, ma può essere qualsiasi contrada, paese o città del mondo. Raffinata ed interpretativa la calda voce di Mina.



Nelle vie di Milano, nelle sere d'inverno
c'è tanto vento che, non c'è nessuno intorno
essere donna o ragazza, non t'aiuta perchè
hai sempre torto, se lo fai da te
e la bontà, non si sa più cos'è.
C'è chi mi ha corteggiato, per passare una notte
chi mi avrebbe adorato, avessi detto si.
Nessuno ha mai guardato, più in la del mio sorriso
per molti la beltà, è un muto paradiso
a chi importava se pensavo anch'io
e se sudavo, per il pane mio
come un uomo!

No davvero, non si può essere regine
in un mondo pensato dai re
essere belle, essere donne, bambine
questo è quello che vogliono da te.

Un uomo è appena entrato, un figlio arriverà,
è tanto naturale che si ripeterà.
Il bimbo viene grande, l'uomo se ne va
banale si, ma è la mia verità,
allora prendi quel che il cielo da
e tiri avanti con la volontà
come un uomo!

No davvero, non si può essere regine
in un mondo pensato dai re
essere belle essere donne, bambine
questo è quello che vogliono da te.

No io non piango più, non mi lamento mai
e accolgo tra le braccia chi me lo chiederà.
Però, quando mi accorgo che mi annoio un pò
dentro di me comincio a urlare no.
non ho rimpianti sono intelligente
e me ne vado senza dire niente
come un uomo!


(H. Giraud, P. Delanoé - vers. ital. di Bruno Lauzi)

 
 
 

Carissimo ragazzo....

Post n°258 pubblicato il 19 Febbraio 2009 da brubus1

Il tutto racchiuso nelle parole di Roberto Benigni e, a seguire, nella 'toccante' lettera di Oscar Wild. Tralasciando qualsiasi altro commento sulla canzone di Povia a Sanremo. Pur se la versione dei fatti può essere benissimo accettata, ma sbagliata e fuorviante per gli occhi degli altri e per le scelte di vita di un omosessuale.

"Quando ci s'innamora si diventa uomini liberi"
"Gli omosessuali non sono fuori dal piano di Dio"
"Gli omosessuali non sono peccato, l'unico vero peccato è la stupidità"
"Gli omosessuali ci hanno dato dei doni enormi, e io gli sono grato, così come gli eterosessuali, è la stessa cosa"
"Gli omosessuali sono stati seviziati, torturati, morti nei campi di concentramento, sapete perché? Perché amavano un'altra persona! Non c'è delitto più infame!"
"E' talmente incredibile che si parli ancora così degli omosessuali, incredibile la rozzezza di qualsiasi accenno! Sono persone che amano, amano persone dello stesso sesso. Non è che finisce la razza, come ha detto qualcuno"
"E' proprio il sentimento dell'amore che caratterizza gli omosessuali, il piacere è un'altra cosa, ce l'abbiamo anche noi, ma è l'amore e quando c'è l'amore tutto diventa grande, finisce la mediocrità e allora nemmeno la fede rassicura, rassicura solo l'amore, più della fede"
"L'Inghilterra ha messo in galera, il più grande poeta della sua epoca, la penna più fine di quell'epoca dove c'erano grandissimi scrittori. Quando è uscito, è morto di stenti dopo due o tre anni. Nella prigione ha scritto una lettera alla persona per la quale è stato seviziato, torturato, umiliato, offeso, messo ai lavori forzati e ucciso semplicemente perché amava, come un uomo una donna, una donna un uomo, un uomo un uomo, una donna una donna, un'altra persona".

..........

"Carissimo ragazzo, questo è per assicurarti del mio amore immortale ed eterno per te. Domani sarà tutto finito.
Se la prigione e il disonore saranno il mio destino, pensa che questa idea, il mio amore per te e questa convinzione, ancora più divina, che tu a tua volta mi ami, mi renderanno capace di sopportare le mie sofferenze e spero il mio dolore.
Poiché questa idea, anzi la certezza d'incontrarti ancora in un altro mondo è la meta e l'incoraggiamento della mia vita attuale.
Possa io continuare a vivere in questo mondo per questa ragione.

Oggi un caro amico mi è venuto a trovare, gli ho dato parecchi messaggi per te.
Mi ha detto una cosa che mi ha rassicurato: che a mia madre non mancherà mai niente. Ho sempre provveduto io al suo mantenimento e l'idea che avrebbe potuto soffrire delle privazioni mi rendeva infelice.

Quanto a te, grazioso ragazzo dal cuore degno di un Cristo, quanto a te, ti prego, non appena avrai fatto tutto quello che puoi fare, non rimanere qui, non esporti all'Inghilterra per nessuna ragione al mondo.
Parti per l'Italia e conquista la tua calma e componi quelle belle poesie che sai fare tu, con quella strana grazia che ti appartiene.

Se un giorno a Corfù o in qualche altra isola incantata potessimo trovare una casetta dove vivere insieme, la vita sarebbe più dolce di quanto sia stata mai.

Il tuo amore ha ali larghe ed è forte. Il tuo amore mi giunge attraverso le sbarre della mia prigione e mi conforta. Il tuo amore è la luce di tutte le mie ore.

Se il fato ci sarà avverso, qualcuno scriverà, lo so, che ho avuto una cattiva influenza sulla tua vita. Se ciò avverrà tu scriverai, tu dirai a tua volta che non è vero.
Il nostro amore è sempre stato nobile e bello.
Se io sono stato il bersaglio di una terribile condanna è perché la natura di quell'amore non è stata compresa.

Tendo le mani verso di te, potessi vivere per toccare i tuoi capelli e le tue mani.
Credo che il tuo amore veglierà sulla mia vita. Il tuo amore è la luce di tutte le mie ore.

Se io dovessi morire voglio che tu viva una vita serena e pacifica in qualche luogo fra fiori, libri e moltissimo lavoro.
Fammi avere presto tue notizie. Ti scrivo questa lettera in mezzo a grandi sofferenze.

Carissimo ragazzo, amatissimo e più amabile, io sono ora come sempre dal giorno in cui ci siamo conosciuti, devotamente tuo, con amore immortale, Oscar."

 
 
 
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ANTICONFORMISTI




















 

ORCI (VASELLAME)

Orci



 

MONDO GAY







FILM: Mambo Italiano
Il film racconta molto bene lo spaccato sociale in cui si muove Angelo, giovane gay alle prese con dei genitori conservatori che sognano per lui il più classico dei matrimoni. Graziosa commedia che in maniera bonaria prende in giro certi usi, costumi e pregiudizi di un'italia meridionale ormai matura per il cambiamento radicale. Un semplice flash con un amico che, dopo il matrimonio di copertura, descrive bene l'ipocrisia che molti praticano tra le ombre notturne. Indimenticabile la scena finale della passeggiata dei genitori di Angelo con il figlio e il nuovo "genero", dove anche le persone più rozze e tradizionali, riescono a superare le proprie omofobie e accettare scelte diverse. Da vedere!

LIBRO: Corpi Contro
Dopo la fine di una lunga storia d'amore con una coetanea, un uomo bello e di successo vede la propria vita cambiare radicalmente: incontra Claudio un giovane artista e se ne innamora. Da questo momento, l'uomo ripercorre la storia appena conclusa confrontandola con la passione nascente per Claudio: da lei a Claudio, da un corpo a un altro. Di lui ama la virilità, di lei amava la femminilità. Di lui i peli sul petto, di lei il seno prosperoso. Di lui la barba incolta, di lei la pelle liscia e bianca. Dettagli steriori eppure la gente etichetta tutto, e l'uomo sa che questa sua attrazione per Claudio avrebbe finito con il farne un omosessuale, almeno agli occhi del mondo esterno. Ma lui non vuole far parte di un gruppo. Sa che amare Claudio è restituire un pezzo mancante a se stesso.

LIBERTA'=DIRITTI X TUTTI

anche OMOGENITORIALE

 

SCOPERTE & INVENZIONI

E' datata 1963 la presentazione della prima musicassetta da parte della società olandese Philips. La piccola cassetta di plastica di 10 cm per 6, che renderà di colpo vecchi e superati i precedenti registratori a bobina aperta, troppo voluminosi e complicati da usare, può registrare un'ora di musica (poi due e perfino tre) su un nastro che scorre a 4,75 cm al secondo, consentendo un'ottima resa musicale. Questa innovazione sarà destinata a rivoluzionare il mondo della musica "portatile" e, ancora 30 anni dopo la sua immissione sul mercato, con ben 3 miliardi di pezzi venduti all'anno, costituirà il mezzo principe per diffondere le "sette note".


"Il fazzoletto che levo dalla tasca, disse D'Annunzio, ha l'odore dei fiori appassiti e della cera strutta". Al di là del volo poetico, è indiscutibile l'importanza del fazzoletto, che ha fatto la sua apparizione fin dai tempi in cui... Berta filava. Nei secoli ha cambiato grandezza, look e, ferma restando la distinzione tra quello maschile e quello femminile, tuttavia è sempre servito per compiere i soliti gesti: soffiarsi il naso, asciugarsi le lacrime e il sudore. Ma qualcuno, la società americana Kimberley-Clark Co., nel 1924, ha ritenuto che fosse giunta l'ora di dare una scrollatina a quel mito, adoperando la carta al posto della tela, e di chiamarlo kleenex. In Italia l'"usa e getta" anche per le lacrime ed il sudore è arrivato nel dopoguerra, portato dai soldati alleati.
 

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