Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
* Herman Hesse
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.
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RossoCoralloIl corallo rosso (Corallium rubrum ) è un octocorallo della famiglia delle Coralliidae. Secondo Ovidio (Metamorfosi, IV, 740-752) il corallo rosso nacque dal sangue di una delle Gorgoni, Medusa, quando Perseo la decapitò. Le Gorgoni avevano la capacità di pietrificare con lo sguardo, e il sangue di questa, al contatto con la schiuma creata dalle onde, pietrificò alcune alghe che col sangue divennero rosse. Il Vasari, nella descrizione del quadro Perseo e Andromeda, scrisse nel 1570:
Il corallo rosso viene pescato e commercializzato principalmente per essere lavorato per ottenere gioielli ed opere d'arte. Prevalentemente viene montato su oro e argento, o infilato per ottenere collane e bracciali. La lavorazione si suddivide in varie fasi a partire dalla eliminazione del rivestimento, il cenosarco, dalla pulizia, dal taglio e/o intaglio, dalla lavorazione ed infine dalla lucidatura. La storia di Torre del Greco è talmente intrecciata con quella del corallo tanto da costituire un binomio inscindibile, ed è documentata fin dal XV secolo. Nel 1790 fu costituita nella città di Torre del Greco la Reale Compagnia del Corallo, con l'idea di lavorare e vendere il corallo pescato. (Ciò dimostra che la pesca del corallo era fiorente già da tanti anni nella città campana...) Inoltre fu promulgato il 22 dicembre 1789 da Ferdinando IV di Borbone il Codice corallino (preparato dal giurista napoletano Michele Jorio), con l'intento di regolamentare la pesca del corallo che in quegli anni vedeva impegnati, oltre ai marinai torresi, anche i genovesi, i livornesi e quelli di Trapani. Tale regolamentazione non ebbe però... il successo sperato Dal 1805, anno in cui fu fondata la prima fabbrica per la lavorazione del corallo a Torre del Greco (da Paolo Bartolomeo Martin, francese ma con origini genovesi), iniziò il periodo d'oro per la lavorazione del corallo nella città sita alle pendici del Vesuvio, anche perché insieme alla lavorazione la pesca del corallo era sempre più sotto il dominio dei pescatori torresi. Dal 1875 i torresi iniziarono a lavorare con il corallo di Sciacca e nel 1878 sorse in città addirittura una Scuola per la lavorazione del corallo (che chiuse nel 1885 per riaprire nel 1887), presso la quale nel 1933 fu istituito un Museo del corallo (dalla famiglia Ascione) In seguito venne il momento della lavorazione del corallo giapponese scoperto sui mercati di Madras e Calcutta. Oggi a Torre del Greco non viene più praticata la pesca del corallo (l'ultima corallina risulta in disarmo nel 1989) ma la città resta comunque il più importante centro al mondo per la lavorazione del corallo, con oltre 2000 addetti al settore Ruolo importante nella pesca del corallo è anche il Giappone, sin dal 1889. Nel paese nipponico si pescano varietà di corallo differenti per pregio e valore: il cosiddetto "Corallo pelle d'angelo", dal colore bianco sfumato in rosa, il "Corallo Moro", il cerasuolo, di colore rosso rubino, ecc. La grandezza dei rami è di un certo rilievo dato che i cespi raggiungono una grandezza di 30-40 centimetri con rami di diametro di 160 millimetri. . . . - Piero della Francesca - Il corallo è un antichissimo amuleto di valore apotropaico per i neonati, ancora oggi diffuso. ...Secondo la tradizione pagana i rametti appuntiti infilzavano il malocchio lanciato per invidia, mentre per i cristiani il suo colore rosso ricordava il sangue di Cristo, infatti veniva usato già nel medioevo per i reliquiari della Croce. - Masaccio - Il corallo assumeva così la valenza di simbolo della doppia natura di Cristo, umana e divina. Per questo si trova in numerosi dipinti rinascimentali, come la Madonna del solletico di Masaccio, la Madonna di Senigallia e la Pala di Brera di Piero della Francesca. - Piero della Francesca - . Questo è per dire cosa è il Corallo, la sua storia, il suo percorso, il suo mondo. E aggiungere che ci son stata alla Mostra del Corallo. Pochi giorni fa. Magnifica. Bellissima oasi di cultura e sapienza, data anche dal fatto che chi ha presentato tali Opere artistiche e tali sono, (certo Giancarlo Ascione - un nome una garanzia, giuro...), ha avuto la maniera giusta di porsi col pubblico presente, piuttosto semplice seppur accurata, sostando tra i vari box di cristallo e spiegando con minuzia, ogni singolo dettaglio, ogni singola lavorazione, non tralasciando nulla, anzi, arricchendo cio' che di ricco, era gia'. Non dimentico i cammei, vera delizia. Insomma, se capita di andar per Napoli, si pensi di passar per questo Museo. Proprio davanti il Teatro san Carlo. L'amica, cara, per esempio, che m'ha accompagnata, pur essendo del luogo, non c'è mai stata (!). Quale occasione migliore per ...lucidarsi gl'occhi, dinanzi simile meraviglie. |
Inviato da: cassetta2
il 09/10/2020 alle 19:56
Inviato da: gaetano561
il 14/02/2014 alle 21:48
Inviato da: Lost_Dreaming
il 18/03/2012 alle 22:26
Inviato da: adamsmith76
il 25/12/2011 alle 10:48
Inviato da: adamsmith76
il 20/11/2011 alle 17:17