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Mitologia Celtica - Dei e uomini sull'Isola Verde (Capitolo 1)

Post n°26 pubblicato il 17 Marzo 2013 da nami.1991

Il popolamento dell'Irlanda è argomento di una epopea intrisa di mistero, magia e colpi di scena, contenuta in un manoscritto, il lebor Gabala o Libro delle invasioni. Si  tratta di una compilazione in prosa molto tardiva, che può essere datata intorno al XII secolo.
Vi si narra di una terra fertile, chiamata allora l"Isola Verde", e delle insioni che soffrì da numerosi popoli, prima d'essere abitata dai celti, antenati degli odierni irlandesi.

L'EPOCA DEL DILUVIO

Agli arbori dell'umanità, l'Irlanda dovette anzitutto scampare alla calamità terribile del Diluvio. Unici superstiti di quell'epoca di distuzione sono i fomori.
Si tratta di mostri crudeli, mezzo belve e mezzo uomini, che si sono rigugiati sul fondo delle caverne o nelle cupe acque dell'Oceano.
Ogniqualvolta nuovi conquistatori accosteranno l'isola -siano le genti di Partholan, quelle di Nemed o ancora i firbolg- dovranno lottare con queste strane creature.
V'è però un popolo che segna la storia dei celti per sempre, una razza di dei, i tuatha dè danann, e ciè le tribù della dea madre Dana.

L'ARRIVO DEGLI DEI

Si narra che i tuatha dè danann, dei della luce venuti dal Nord, siano gli organizzatori del mondo. Appena toccano le coste dell'Isola Verde, s'innamorano di quelle terre al punto che, d'istinto, danno fuoco alle loro navi per non essere tantati di ripartire.
Precocissimi sono loro i primi scontri con i fomori, i mostruosi abitanti dell'isola. Ma non sono gli unici, un popolo è già là: quello dei firbolg.
Nel proposito di evitare combattimenti e perdite umane, i tuatha propongono ai firbolg di dividersi l'Irlanda a metà. L'offerta viene sdegnosamente respinta e lo scontro perciò si fa perciò inevitabile.
Eochai, re dei firbolg, e Nuada, re dei tuatha, presiedono ai combattimenti, che durano giorni e notti intere.
Troppo a lungo, per la verità. Nessuno dei clan giunge a piegare l'altro.
Per risolvere la contesa, Nuada propone al sire nemico una disfida fra dieci dei migliori guerrieri di entrambe le parti.
Ma la notte della vigilia, prima della battaglia memorabile che dovrà svolgersi nel mezzo della vasta piana di Mag Tured, Nuada riceve la visita della dea della guerra, la tremenda Morrigan.
Dopo di che, preda di un bellicoso furore, il in persona decide di affrontare Streng, temibile guerriero e campione dei firbong. La spada del terribile avversario tronca disgraziatamente il braccio del re dei tuatha, mentre Eochai, re dei firbolg, viene ucciso in sul campo.
La vittoria arride pertanto ai tuatha.

L'ALLEANZA CON I FOMORI

Una legge dei celti proibisce a un mutilato di regnare: il nobile re Nuada, benvoluto da tutti, è dunque costretto ad abdicare. Chi regnerà ora sui tuatha dè danann?
La deliberazione indica in Bres colui che succederà a Nuada.
Il giovane è nato dalla violenza perpetrata da un re dei fomori, Elatha, su una regina tuatha, Eriu.
Il fatto di essere un meticcio pare una buona carta diplomatica in vista di una pace duratura con le mostruose creature, i formori.
Per meglio sancire l'alleanza, il giovane Bes sposa la principessa Brigit, figlia del buon re tuatha Dagda, protettrice lei stessa fi druidi e bardi.
Nello stesso tempo viene celebrato il matrimonio di Cian, figlio del dio tumaturgo Diancecht, ed Eithnè, figia di Balor, infido e crudele re di fomoro cieco da un occhio.
Da quest'ultima unione vedrà poi la luce un notevolissimo personaggio, il sublime Lugh, futuro dio del sole.
Bres, ahinoi, si rivela subito un pessimo re. Sentendosi anzitutto un fomoro, riduce in schiavitù il popolo dei tuatha, lo grava di bumerose imposte, gli infligge umiliazione a non finire...
Un'alra credenza, presso i celti, vuole che l'incapacità di un re indegno ricada su tutto il paese, che non può prosperare.
E' quanto accade: ai cattivi raccolti segue ogni sorta di calamità.
I tuatha chiedono l'esilio di Bres. E l'ottengono. Egli trova allora rifugio dai suoi, i fomori, ove medita la sua vendetta.

NUADA DAL BRACCIO D'ARGENTO

Terminata la battaglia di Mag Turd, in cui s'erano scontrati firbolg e tuatha, il dio taumaturgo Diancheht, aiutato dal dio fabbro Goibhniun, aveva innestato un braccio d'argento su quello mutilato del re Nuada.
Miach, figlio di Diacecht e guaritore come il padre, fa meglio di lui e risana appieno il braccio del re, cucendo cone divina destrezza tendino e muscoli e risanando le ossa.
Questo permette a Nuada di riguadagnare il trono. Nel frattempo Bres e i fomori preparano la guerra; i tuatha sono costretti a fare lo stesso. I preparativi durano sette anni.
Il comando delle armate delle tribù della dea Dana spetta ora a Lugh, figlio dei Cian. Ma i fomori sono forti e numerosi. I tuatha se ne rendono conto, m non sanno che pesci pigliare.
In quel mentre accade un fatto insolito, che risolverà a sorpresa il problema.

I FIGLI DI TUIREINN

Mentre batte le campagne in cerca di rinforzi, Cian scorge da lontano tre cavalieri. Riconosce in loro tre figli di Tuireinn, che di chiamano Brian, Iuchar e Iucharba. Una lite anticadi molte generazione oppone il lignaggio di Cian a quello di Tuireinn.
Cian, solo contro tre fratelli, non ha l'ombra di una speranza: guardain giro, cercando una via di scampo.
Niente all'orizzonte, tranne un branco di cinghiali. I tre cavalieri s'avvicinano. Grazie ai suoi magici poteri di druido, Cian si ramuta in cinghiale e si mescola al branco.
Il più vecchio dei fratlli, Brian, non si fa ingannare e smaschera lo stratagemma. Egli stesso druido potente, tocca i fratelli con la bacchetta magica e li tramuta in cani feroci che si getano sul finto cinghiale. Non faticano a catturarlo.
Nell'istante in cui Brian sta per finirlo con in colpo di lancia, il cinghiale comincia a parlare.
-Sono Cian, figlio di Diancecht!
-Questa è bella - ironizza Brian.- Un cinghiale parlante!
-Pietà di me ...
-Se tu avessi sette vite, ti ucciderei sette volte- ribatte brutalmete Brian
-Concedimi l'ultima grazie- implora Cian -Prima di morire, vorrei riprendere la mia forma umana.
Concesso. Subito Cian si fa beffe dell'errore dei tre fratelli:
-Ve la sarste potuta cavare al prezzo di un cinghiale! Ora dovrete l'indennizzo per la vita di un uomo!
Il crudele Brian non esita a trafiggerlo con la lancia; i fratello lo finiranno poi a colpi di pietra.  Di Cian non rimane altro che una poltiglia insaguinata di carne e ossa.
Si narra che quando tre fratelli tenteranno di seppellire Cian, la terra rifiuterà sei volte di farsi complice di un simile crimine. Solamente la settima volta di piegherà ad accettare.

LA PUNIZIONE DEI TRE FRATELLI

Appresa la morte del padre, Lugh, dio solare, impazzisce di rabbia e tristezza. Intende vendicare il suo onore.
Durante l'assemblea degli dei, alla corte di re Nuada, smaschera i tre colpevoli ed esige riparazione.
I tre fratelli, confusi, sono costetti ad accettare le condizioni di espiazione imposte da Lugh: dovranno raccogliere e consegnare una serie di oggetti dai magici poteri disseminato ai quattro capi del mondo.
S tratta di tsori che i possessori serbano gelosamente il luoghi segreti, sorvegliati da eserciti interi. E' il caro delle mele dei giardino di Isabella, in Oriente, capaci di guarire ogni tipo di malattia.
O del manto di un maiale, che ripara qualsiasi mutilazione... Comincia così la lunga ricerca dei tre figli di Tuireinn. Scampati a molteplici peripezie, giungono al termine della missione e portano i tesori a Lugh.
Resta un'ultima prova, di gran lunga più difficile: i tre fratelli devono lanciare tre urli dal punto più altro della collina di Miodchaoin. 
Il temibile guerriero è stato maestro de Cian e maipermetterebbe ai tre assassinidi urlare dell'alto della sua montagna!
I tre fratelli si battono coraggiosamente e ne escono vincitori, ma feriti a morte. Ormai agonizzanti, riescono a cavare tre miseri urli e tornano a corte.
Qui implorano Lugh di salvare loro la vita.
Lo spettacolo dell'agonia dei nemici procura a Lugh un certa soddisfazione: egli si mostra impenetrabile alle preghiere. Così di comporta un, quando è offeso.
Muiono i tre fratelli, e così il loro padre, Tuireinn, annichilito dal dolore. Lasciano tuttavia ai tuatha degli oggetti megici che saranno assai preziosi in combattimento

LA BATTAGLIA CONTRO I FOMORI

Fomori e tribù della dea Dana si scontrano in un'interminabile sera di battaglie. I guerrieri tuatha defunti tornato vivi il giorno seguente sul campo di battaglia. Hanno un'arma in più: un magico calderone che resuscita i morti.
Una spia dei fomori scopre il segreto, e i mostri riescono così a mettere fuori uso il Calderone della Rinascita.
Per tutti diviene allora chiaro che lo scontro finale è ineluttabile. Il tremendo Balor, capo dei fomori, uccide re Nuada.
Lugh viene quindi designato, per misurarsi con lui in singolar tenzione. Ora, basta un'occhiata dell'unico occhio di Balor per uccidere all'istante più di mille guerrieri.
Il capo fomoro ha le palpebre pesanti da sollevare: ci vuole una sforzo di quattro uomini almento, muniti di enormi picchetti.
Appena dischiusa la palpebra del re dei fomori, l'abile Lugh centra il bersaglio con un proiettile di fionda.
L'occhio fuoriesce dal cranio di Balor: i guerrieri fomori appostati alle sue spalle vengono fulminati dallo sguardo omicida.
E' il principio della disfatta dei fomori, che fuggono alla volta del mare per non fare più ritorno.

I FIGLI DI MILA

Le tribù della dea Dana, assai indebolite, non conserveranno a lungo il dominio dell'Isola Verde.
Gli dei finiranno dunque per essere battuti da comuni mortali, approdati dopo di loro sull'isola: i figli di Mila, di cui i gaelici, i celti d'Irlanda, si dichiarano discendenti.
Al termine di scontri molto cruenti, i figli di Mila risultano vincitori dei tuatha. Essi, comuni mortali, costringono gli dei immortali a rifugiarsi negli antri del sottosuoloo o sotto i dolmen.
La stirpe degli esseri luminosi e divini è reclusa ormai nell'Altro Mondo, un mondo di tenebra che viene chiamato il Sid, luogo sacro interdetto regno interdetto agli uomini.
Pur abbandonando talvolta il loro regno per unirsi in terra ai mortali, i tuatha conservano il potere degli dei.
Guai agli uomini che si avvenurano le loro fosco reame avvolto di nebbia!

Fine Capitolo Uno

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