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Mitologia Fenicia - Baal: un dio orco? (Capitolo 6)

Post n°37 pubblicato il 21 Marzo 2013 da nami.1991

Baal è un antico dio semitico. Il suo culto risale al terzo millenio avanti Cristo.
Il nome significa "il signore" oppure "lo sposo". Ci sono più divinità chiamate Baal: Baalshamen, dio dei cieli; Baal Bek, dio solare; e anche Baal Hammon, il terribile dio di Cartagine conosciuto come Moloch.
Cartagine è la più prestigiosa delle colonie fenicie. Fondata verso l'814 avanti Cristo, la prosperità economica e la modernità delle leggi valsero alla città grande ammirazione.
Ma proprio a Cartagine il culto di Baal Hammon era più diffuso.  Le tesimonianze degli autori greci a latini su tale culto danno i brividi.
Una cosa è certa: i fenici di Cartagine non vollero fare le cose a metà! Una straordinaria regia presiedeva ai sacrifici offerti al dio.
La gigantesca statua di Baal sventava nel centro della città. Era fatta di bronzo e scavata all'interno.
I sacerdoti, dal cavo della statua, alimentavno un immenso braciere. Le lingue di fuoco erano visibili a parecchie miglia di distanza.
La statua aveva braccia mobili, atte ad accogliere le offerte prima di lasciarle cadere nelle fauci spalancate. Secondo gli autori greci e romani, i sacrifici consistevano di fanciulli.
Baal era assetato di sangue giovane! I fanciulli, tutti vestiti di nero, erano precipitati vivi nelle fauci del mostro, sotto gli occhi di una massa invasata.
I greci riconoscevano in Baal il dio Crono che divorava i suoi figli. Lo storico greco Diodoro Siculo riferisce che il culto tributato a Baal suscitava nella massa uno stato di follia omicida.
A suo dire, uomini e donne ebbri di un giubilio demente si pugnalavano a vicenda e finivano gettati nel rogo. E' difficile dar credito al truculento racconto di Diodoro.
Al tempo della composizione, circa il 310 avanti Cristo, tra greci e i fenici di Cartagine era scoppiata la guerra.  La posta in gioco era il controllo della Sicilia.
Taluni storici moderni reputano la testimonianza de Diodoro Siculo pura invenzione della propaganda antifenicia.

Fine Capitolo Sei

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