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Mitologia Celtica - Cu Chulainn, eroe d'Irlanda (Capitolo 2)

Post n°27 pubblicato il 17 Marzo 2013 da nami.1991

Cu Chulainn è un eroe e un personaggio di primo piano della mitologia irlandese. Guerriero e dio al tempo stesso, è per giunta immortale, casomai gli accada di morire... Si direbbe che il mondo delle divinità dei celti tenga la logina in poco conto.
La forza sovrumana dell'eroe è sufficente a fronteggiare un intero esercito: quand'è adirato, dalla testa gli sprizza un getto di sangue grosso quanto l'albero d'una nave; i muscoli si gonfiano come tronchi; le chiome saettano; l'urlo paralizza il nemico.
Cu Chulainn è straordinario sotto più d'un profilo. Per dirne una, non ha un solo padre.
E' figlio del re dell'Uister -una delle cinque province dell'Irlanda-, tale Conchobar che, stando alle dicerie, avrebbe posseduto la sorella Dechtirè nell'ebbrezza delle libagioni. Ma anche figlio del dio Lugh, che avrebbe visitato Dechtirè nel sonno.
E non è tutto, poichè il padre "normale" è Sualtma, a cui Dechtirè è stata data in sposa in fretta...
Al pari degli altri eroi celtici, Cu Chulainn è insieme guerriero, bardo e mago. Ecco qualche storia che si racconta di lui.

LA CONQUISTA DELLA PRINCIPESSA EMER

Non appena Cu Chulainn compie sedici anni, re Conchobar decide che il tempo è maturo per trovargli moglie. Bello e forte com'è, Cu Chulainn fa strage di cuori femminili a corte; la cosa miglire, pertanto, è ammogliarlo in fretta, decidono i capi dell'Ulster.
Cu Chulainn s'incaponisce a scegliere la sposa di testa sua; la scelta cade su Emer, figlia di Forgall l'Astuto, della quale il nostro ha spesso uditocantare bellezza, virtù e dolcezza.
L'aspetto della giovinetta non delute affatto Cu Chulainn: è davvero superbo! Le si presenta vantando d'esser famoso in tutto Irlanda: alto una spanna, abbatteva già cento guerrieri senza troppa pena.
Non sono vanterie, ma la sacrosanta verità. Poi Cu Chulainn svela alla giovinette l'intenzione di sposarla: anche le pare ben disposta.
Ma non sta qui il problema; il padre è il problema. Mai consentirà al matrimonio della figlia minore, finchè non avrà maritato la maggiore.
Venuto a sapere che il giovane s'è messo a corteggiare la figlia, Forgall sparge la voce che concederà Emer in sposa soltanto a colui che accetti d'essere iniziato alla fuerra della terribile maga Scathach. La prova è considerata insuperabile e suona come una condatta a morte!
Cu Chulainn non ci pensa due volte e subisce l'iniziazione. Riesce a vincere ogni maleficio, rivelandosi un allievo modello.
Dieci lune dure la prova. Di ritorno, in cerca dell'amata, scopre che il castello di Forgall è stato fortifcato ed è guardato da un gran numero d'uomini armati fino ai denti. Con slancio incredibile, il nostro si getta di là del muro di cinta, stermina la guarnigione, sfonda senza fatica la porta della camera di Emer e rapisce la fanciulla. Così avvenne che Cu Chulainn si sposò.

IL TORO BRUNO DI CUALNE'

La storia ha inizio nel letto nunziale della regina Medb e del re Ailill, vhe regnavano sulla provinia di Connaught. La regina, il cui nome significa "ebrezza" -il potere certo la inebra- è donna autoritaria e ambizione. L'opposto del marito, buono e leale, ma debole.
Quella sera, la regina e in vena di provocazione: i beni che ha portato in dote, sostiene, superano quelli dei marito. Affermazione che, se provata, comporta serie conseguenze, dal momento che una donna più ricca dello sposo, presso i celti, diventa il capo. In tal caso, a Medb spetterebbe l'autorità regale!
Ailill e la moglie si mettono dunque a conteggiare i beni di ciascuno. Quanti piatti, brocche, gioielli, cavalli, greggi di montoni e maiali ha portato in dote lei? Quanto ne possiede lui?
Il conto si chiude in pareggio. O quasi, visto che un magnifico toro chiamato Bellecorna fa la differenze. Ed è proprietà di Ailill!
Medb, furiosa, cova propositi di vendetta: viene a sapere che nella provincia vicina, l'Ulster, c'è un toro non meno fenomenale di Bellecorna. Si chiama Bruno di Cualgè e copre ogni giorno fino a cinquanta giovenche, ciascuna delle quali mette poi al mondo, l'indomani, parecchi vitelli; la mole del toro ripara da sole e freddo cinquantaè più guerrieri, e la sera il suo muggire è così melodioso da esser ritenuto un prodigio d'arte canore.
Medb è disposta a tutto per acquistare il toro. Pur d'ottenere la bestia, fa ponti d'oro al proprietario; poi, quando fa notte, nel cuore dei festeggiamenti, a causa del vino bevuto o del pessimo carattere di Medb, o di entrambi, la rigina litiga con l'uomo. Costui s'allontana, offeso, e porta con sè la bestia.
Per mettere le mani sul toro, Medb non trova di meglio che muovere la guerra all'Ulster. Non ha fatto i conti con Cu Chulainn...

IL PUNTO DEBOLE DEGLI ULATI

Forte dell'alleanza con le altre provincie d'Irlanda, Medb raduna un esercito sterminato, condotto da Fergus che, benchè ulato -ovvero nativo dell'Ulster- è il più fedele dei guerrieri.
Medb fissa il giorno dell'attacco: la festa di Samain, ossia il periodo in cui tutti i maschi dell'Ulster sono in balia di una terribile maledizione, scagliata un termpo dalla dea Macha. Per cinque giorni e quattro notti patiscono tutte le doglie del parto e, inchiodati al letto, non possono combattere. Tutti, salvo Cu Chulainn.
Informato dell'arrivo degli invasori, Cu Chulainn traccia un cerchio magico con un ramo sul quale ha intagliato alcuni ogami, segni dell'alfabetosegreto dei druidi, escogitati dal dio Ogmios e carichi di potenza. Con quel ramo blocca il sentiero.
Allo stesso modo incide la forcella di un albero e la conficca in mezzo al guado del fiume di fianco alla strada, così nessuno potrà passare di lì.
Ferma quindi due guerrieri nemici che procedono in avanscoperta con i loro cocchieri, mozza le quattro teste e le alza in cima alla forcella. L'esercito del Connaught avanza fino alle teste tagliate.
Fergus, al quale Cu Chulainn è arcinoto dal termpo che viveva alla corte di Conchobar dell'Ulster, non ha dubbi.
-E' la firma di Cu Chulainn!- esclama.
-Di che razza di cane parli?- chiede la regina Medb, giacchè "Cu" significa "cane".
Fergus le spiega allora l'origine del nome.

IL CANE DEL FABBRO CULANN

Una sera il fabbro Culan offre un festino in onore del re Conchobar e di guerrieri scelti del seguito, tra cui il giovanissimo Cu Chulainn, ancora fanciullo.
Il bimbo s'attarda a giocare nel cortile del fabbro. Ben presto tutti si scordano di lui, chiuso là fuori. Il fabbro spranga le porte della casa e scioglie il cane di guardia, un tremendo molosso.
Appena, liberato, il cane si getta sul fanciullo per sbranarlo. Ma Cu Chulainn afferra la palla con cui si esercitava come giocoliere, la conficca nelle fauci spalancate, ghermisce il cane alla gola e lo sbatte contro il muro: la bestia morta crolla al suolo. Il re e i convitati sono sbalorditi.
Culann no: non s'è divertito alla prodezza del fanciullo. Chi monterà di guardia ai suoi beni e alle sue greggi?
Cu Chulainn si offre allora di svezzare un cucciolo della stessa razza; lui farà da guardia, finchè il cagnetto non sarà diventato un terribile molosso.
Ecco perchè il celebre druido Cathbad, che ha presenziato alla scena, gli ha dato il nome di Cu Chulainn, cioè "cane di Culann".

CU CHULAINN CONTRO FERGUS

Udite le imprese del giovane ulato, Medb decide che va eliminato più presto possibile. Decine di valorosi guerrieri incrociano allora armi con Cu Chulainn, che blocca il guado del fiume. Per il momento, è lui il vincitore; ma non può fermare da solo un esercito di molte migliaia di guerrieri.
Le truppe della reginaa procedono lente ma inesorabili e giungono infine a Cualngè. Il toro non si offre come facile preda: scalpta, incorna decine di soldati e fugge.
La regina escogita allora una serie di stratagemmi -alcuni dei quali illeciti- per ottenere il suo scopo. Per esempio: sceglie Fergus, un vecchio ulato, per sfidare Cu Chulainn in singolar tenzone.
Il giovane è stato un tempo allievo di Fergus, alla corte del re Conchobar. I due dono intimamente legati.
Fergus deve trangugiare un bel pò di vino prima di trovare la forza di raggiungere il luogo del duello. Di comune accordo, i due stringono allora un patto: al cospetto di Fergus, Cu Chulainn, abbandonerà il campo, rifiutando il duello. La prossima volta, si scambieranno le parti.

VITTORIA O DISFATTA?

Giubge infine il giorno in cui la malediozne degli ulati si estingue: finalmente esse possono di nuovo guerreggiare. Per assurdo, dato che la lotta di Cu Chulainn si prolunga da tre mesi, mentre la maledione degli ulati dovrebbe durare cinque giorni e quattro notti...Fergus si trova di nuovo al cospetto di Cu Chulainn.
Secondo il patto, stavolta tocca a lui ritirarsi.
L'esercito del Connaught è sbaragliato. Cu Chulainn, opposto di Medb in singolar tenzone, la risparmia: mai ucciderà una donna.
Nel frattempo, un drappello dell'esercito della regina ha scovato e quindi catturato il toro della discordia. Poco importa a Medb della sconfitta patita: ha comunque ottenuto quel che voleva!

BATTAGLIE INUTILI

Bruno di Cualnè viene messo al pascono in un prato non lontano da Bellecorna.
Al toro del marito di Medb la cosa non garba affatto: esso cosica all'improvviso il nuovo venuto. Lo scontro dei giganteschi animali fa rabbrividire: i muggiti risuonano ai quattro cantoni d'Irlanda.
Bruno di Cualnè fa poltiglia del rivale. Poi  ostenta trionfante, sulla punta delle corna, le scapole, il fegato, il cuore, i reni di Bellecorna. Neppure il vincitore, tuttavia, sopravvivrà alle ferite.
Finisce così una guerra senza vincitori nè vinti, le cui viende sono ricchie di insegnamenti.
La ricerca di potere e dicchezza di Medb si è rvelata una chimera. Del potente mago Cu Chulainn, esede del dio Lugh e del dio Ogmios, sappiamo invece che prenderà le parti del popolo...

LA MALEDIZIONE DI MACHA

Che hanno mai fatto gli uomini dell'Ulster per meritarsi la maledizione della dea Macha?
All'epoca in cui è sposata al buon fattore Crunnchu, Macha rimane incinta. Viene il giorno dell'assemblea annuale degli ulati: ognuno degli abitanti dell'Ulster è tenuto a presenziare.
Ma Crunnchu andrà solo, per via dello stato della moglie. Macha istruisce per bene il marito: per nessun motivo accennerà alla sua assenza.
La festa risulta magnifica: per lunghi giorni il popolo, riunitesi dai quattro cantoni dell'Ulster, allestisce parate e corse.
Il re stravince la corsa dei carri: si vanta allora che nessun cavallo o concorrente potrà mai batterlo. Crunnchu, innamoratissimo della moglie-dea, dimentica la raccomandazioni e dice: -Mai moglie, la donna dai capelli rossi come il fuoco, corre più veloce!
Il re, furibondo, vorrebbe incarcerare chi osa offenderlo. Il fattore, calmissimo, ribatte che non è un'offesa, ma la pura verità.
-Guardie, portatemi quella donna!- comanda il re. -Vedremo chi dice il vero!
Le guardie del re giungono alla fattoria: Mancha protesta il suo buon diritto di donna gravida di starsene a casa.
Le guardie non intendono ragioni el a trascinano di peso al campo delle corse. Insensibile al suo stato, il re minaccia la decapitazione di Crunnchu se la donna non accetterà di correre subito. Mancha si appella al popolo:
-Tutto ciò è contrario alla legge! Uomini, venite in mio aiuto!
Nessuno però muove un mignolo; nessuno ha il coraggio sufficente a sfidare il re. Una gelida ira s'impadronisce di Mancha.
-Quand'è così, correrò - dice. - Ma avrete di che pentirvene, tutti quanto!
E si lancia in corsa contro il carro del re, da sola, a piedi, pancia in resta!
I cavalli del re non sono ancora giunti a metà corsa, mentre lei ha tagliato da un pezzo il traguardo:ha perfino partorito due bei gemelli.
L'urlo terriricante del parto ha stregato tutti i presenti. E' la punizione della codardia: sono condannati a patire ogni anno le doglie del parto; per cinque giorni e quattro notti giacieranno impotenti nel letto.
La maledizione di Mancha s'abbatte su tutti gli uomini adulti dell'Ulster...eccettuato Cu Chulainn.

Fine Capitolo Due

 
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