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Movimento per lo Sviluppo del Territorio

 

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Energia 2

Post n°21 pubblicato il 07 Gennaio 2013 da MoSviTe

 

                       3) La "Palazzina", sede della Direzione dell'intera “Area”, comprende :                                            - gli Uffici "CONTABILITA' E PERSONALE" il " C.E.D. , “SOCI STOCCAGGISTI E PRODUTTORI ENERGIA”      “COORDINAMENTO ATTIVITA' PRODUTTIVE DIVERSIFICATE”, “INVESTITORI PARTECIPANTI”,            con quote diverse di proprietà del Consorzio  Piccolo Azionariato),  “GRANDI GRUPPI COMMERCIALI D’ACQUISTO E STOCCAGGIO”,  “GRUPPI INDUSTRIALI D’ ACQUISTO METANO”, o del “PACCHETTO:-  Metano, Energia Elettrica, Vapore”.    Comprende inoltre:-   l'infermeria ed  Il Laboratorio Analisi  “Fisiche, Chimiche, Battereologiche ”  (che è il vero terminale nervoso che in tempo reale supervisiona e registra il buon funzionamento di tutti gli impianti), che è collegato a tutte le cabine  “controllo di processo”  e tramite i terminali presenti in ogni impianto segnala eventuali anomalie grazie anche alle centraline di rilevamento esterne presenti nell'area,  o remote e radiocollegate, segnala variazioni in atmosfera, presenza di sostanze tossiche, di Pm 10, registra altresì eventuali manifestazioni sismiche e provvede con analisi campione alla determinazione del carico batterico presente nei rifiuti conferiti;   Controlla le falde acquifere, di scarico, degli impianti e del depuratore. .

La palazzina ha una capienza sufficiente ad ospitare ricercatori di Università o di Aziende che necessitano di eseguire prove sul campo o collaudi di apparecchiature. L'assemblaggio di queste può essere eseguito nell'officina di manutenzione mezzi con la collaborazione del personale interno. Collegato al Laboratorio è situato l'Auditorio per conferenze dedicate e per la proiezione di audiovisivi per le delegazioni in visita, o didattici, per le  scolaresche..

 

                     4) Creazione della   “PIATTAFOFMA  MULTIREGIONALE PER  IL  TRATTAMENTO  TECNOLOGICO DEI RIFIUTI”, nasce dal convincimento che il problema ha tre  componenti  distinte:             

 - 1 ) Raccolta, trasporto, scarico,  2 ) separazione, selezione e indirizzo, recupero  riciclaggio materiali,   

3  )  termovalorizzazione per la produzione di energia elettrica e vapore.                                                                              

Per chiarezza proviamo a spiegare il funzionamento di una centrale a bio-masse; bisogna aprire una parentesi e precisare cosa si intende per bimassa.                  La Direttiva Europea 2009/28/CE, dice:-"si intende per biomassa la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall'agricoltura (comprendenti sostanze  vegetali dall'agricoltura), dalla silvicoltura e dalle industre connese, comprese la pesca e l'acquacoltura, nonchè la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani".

Questa la Direttiva Comunitaria, ma almeno un distinguo va fatto: colture energetiche, prodotti di  segheria, potature e sfoltimenti, vengono utilizzate in impianti dove la biomassa alimenta un caldaia tradizionale che produce vapore, fa girare una turbina collegata ad un generatore e si produce elettricità. Il sistema ha una  validità per impianti di piccola potenza poste in montagna, che per combustibile  utilizzano la risulta della pulizia dei boschi. Questi impianti sono numerosi sul nostro Appennino;  oltre ad energia elettrica, forniscono riscaldamento ad un numero di vani proporzionale alla  potenzialità dell'impianto.  In questo caso l'utilizzo di gasolio per il conferimento è ininfluente ai fini del "bilanciamento ecologico". Totalmente diverso sarebbe se prendessimo in esame un impianto di questo tipo, ma di grandi dimensioni, che utilizzi quale combustibile principale il sorbo, coltura energetica  principe. che gli agricoltori considerano poco remunerativa; più lontane sono le colture più aumenta l'inquinamento provocato dagli autotreni, più è grande l'impianto più aumentano gli autotreni; consideriamo che in tutte le fasi della coltivazione, per il taglio e il caricamento,  vengono impiegati mezzi a gasolio, quindi inquinanti;      la  teoria  secondo la quale la quantità di anidride  carbonica  rilasciata  in atmosfera durante la combustione e quella assorbita durante la crescita della pianta, si   equivalgono, diventa discutibile; si andrebbe a sommare gli inquinanti dovuti alla combustione, a quello prodotto dai vari mezzi.                                                                                                 Va tenuto in considerazione anche che per un Megawatt di energia  elettrica, occorre una superficie di almeno 300 ettari;  non credo sia conveniente sacrificare i terreni  altamente produttivi della nostra zona, anche con prodotti a “denominazione”, con produzioni poco remunerative.

Altro sistema è quello che utilizza la parte biodegradabile (frazione organica di rifiuti urbani,residui       di origine biologica dell'industria alimentare, cascami da macellazione, scarti di origine agricola, liquami) che viene immessa in percentuali più o meno costanti(liquami 25%, frazione biologica 75%) in un “Digestore”;             i andrebbe ottimizzata la frazione organica  dosandola al "secco atmosferico" per ottenere una  reazione ottimale con minori variabili;  in un reattore a tenuta stagna (digestore anaerobico),       orrizzontale o cilindrico verticale. Si otterrebbe così il Biogas con la duplice possibilità di utilizzo in un' impianto come quello  precedente, oppure, dopo una deumidificazione e filtraggio, per alimentare motori a quattro tempi collegati ai generatori;         entrambi i tipi d'impianto necessitano della interposizione di un gasogeno per l'accumulo; nel caso in oggetto l'impianto avrebbe avuto una potenza di 0,999 Mw., uguale a quelli gia funzionanti a Finale Emilia, irrilevanti per colmare il  il gap energetico regionale.

L'impianto che è stato realizzato, è orrizzontale, formato da un bunker seminterrato, con fondo e spallette in cemento armato, non di grande altezza, larghezza adeguata, con sviluppo prevalente in lunghezza;  

le dimensioni del bunker sono state predeterminate gia in fase di  “confezionamento”   della "salsiccia", che è stata "l'impalcatura" che ha permesso la realizzazione dei bunker’s.

Si è proceduto con lo scavo ed il pareggio della fossa, è stato steso uno strato di breccia colmato

con ghiaia piccola e rullata sulla quale è stato steso uno strato di calcestruzzo per creare il

supporto al successivo strato di vermiculite (Argilla espansa); al di sopra sono stati stesi dei tubi in

lamiera, che saranno i collettori dell'aria per il condizionamento dell'impianto; a questo punto si è

provveduto alla colata del pavimento ed all'armatura ed il getto delle spallette laterali e di testa,

queste ultime gia predisposte con le aperture a diversa altezza (caricamento in alto e scarico a

livello del pavimento), nella parte superiore hanno l'andamento curvilineo della volta di

copertura dalla parte interna,  rettilinea da quella esterna. Stessa cosa per le spallette laterali;

quindi si è provveduto al fissaggio delle capriate a reticolo collegate fra loro da graticci elettrosaldati,

all'inserimento della "Salciccia" all'interno della trincea e dei cartoni ad alta densità termorivestiti di

polietilene che hanno permesso il getto del cemento; una volta indurita, la "salciccia" è stata

sgonfiata,recuperati i cartoni e posizionati nel bunker successivo. Si e ottenuta una copertura

ellittica portante, che una volta catramata e sistemati i tubi di captazione, potrà essere colmata con

terriccio,  consentendo un'ulteriore coibentazione, permettendo di destinare l'area ad altro utilizzo.

Questa tecnica da noi definita a "Salciccia", è una variante di quella a "Pallone", utilizzata oggi per realizzare strutture quali bungalow, magazzini circolari di stoccaggio, ma soprattutto coperture in cemento per discoteche.E' stata messa a punto dall'Ingegner Bini di Castelfranco Emilia, ed un esempio è visibile a Piumazzo

All'interno del bunker, una trincea a pavimento dove viene stesa la biomassa da una serie di nastri trasportatori inclinati con  possibilità di invertire la rotazione ed il posizionamento longitudinale e

trasversale tramite motori e pistoni idraulici; l'apparecchiatura si sposta sostenuta da guidovie fissate a soffitto;   il tutto è azionato da una centralina  oleodinamica e da una serie di valvole pneumatiche.       L'utilizzo di questo tipo di motorizzazione è necessario per non generare scintille, in quanto durante il processo si genera gas. Stesse precauzioni valgono per l'apparato di miscelazione, ribaltamento e scarico che corre al di sopra della trincea; l'illuminazione è a faretti stagni,lo stesso per il circuito di monitoraggio,la percentuale liquida (liquami) può essere pompata sui fianchi della ltrincea; particolare cura nella costruzione delle camere di caricamento e scarico, a doppia saracinesca e in ambiente in sottopressione; l'aria aspirata è convogliata  alle caldaie per regolare la combustione. Questo accorgimento dovrebbe annullare completamente il rilascio di miasmi in atmosfera. Per accelerare il processo di fermentazione ed ottimizzare il risultato, al di sotto della trincea viene fatta circolare aria surriscaldata, con portata regolabile, proveniente dallo scambiatore di calore aria-aria posto all'interno del camino principale  per il  raffreddamento dei fumi di combustione, prima dell'abbattitore a pioggia e la torre di filtraggio di cui parleremo in seguito.       I bunker dovranno essere realizzati in batterie di tre; questo permetterà, il carico del primo, la fermentazione nel secondo, lo scarico del terzo. Se l'apporto di materiali sarà costante e sufficiente ed i bunker calcolati alle dimensioni giuste, si potrà contare su due o più batterie;              si otterrà un processo a ciclo continuo, dal caricamento allo scarico, con possibilità di intervenire sulla quantità di materiale trattato (fermo di parte o di una batteria), il monitoraggio dell'intero ciclo con sonde e misuratori

collegati ad una centrale,  dove l'operatore ha il solo controllo visivo.    Tutti i dati elaborati sono inviati,  in tempo reale,come quelli degli altri impianti, al laboratorio analisi  “fisico chimico battereologico”,       presente nell'area, che funge da supervisore ultimo, che tramite centraline ed analisi, controlla anche le falde acquifere, segnala la presenza di inquinanti nel terreno, eventuali emmissioni di fumi superiori ai parametri , presenza di polveri sottili nell'ambiente, eventuali movimenti sismici.

 

Perché “PIATTAFORMA MULTIREGIONALE”:- La raccolta, il conferimento dei rifiuti, differenziati o no, alle

“piattaforme ecologiche”, alle discariche, inceneritori o termo-valorizzatori tradizionali, ha dimostrato nella maggioranza dei casi dei lati carenti in termini di economicità d’esercizio, o rapporto sfavorevole servizio-costi per l’utente; alla raccolta tradizionale si è provato in certe zone a sostituire la raccolta porta a porta, in giorni stabiliti,  dedicati ognuno ad un tipo di rifiuto, ottenendo così una “raccolta differenziata” a monte.

Questo comporta un’attenzione dei Cittadini ai problemi ecologici, che spesso è carente ed in alcune zone inesistente.  Per curiosità segnaliamo la simpatica iniziativa di un Comune Calabrese di montagna dove per la

“Raccolta differenziata” vengono impiegate le asine di una “Cooperativa femminile” che commercializza appunto

Il latte di questi animali: -è un bel esempio di “Integrazione di reddito”.  Certo è un sistema che non può essere

applicato nelle Città.  Altro problema reale è il reperimento di aree idonee, dove localizzare nuove discariche.

Spesso le autorità si sono trovati a combattere contro popolazioni contrarie a nuove discariche.

E’ l’effetto “Nimby” : -La discarica è necessaria, ma non nel mio cortile “ !

Il rifiuto a chilometro zero non esiste più.  Meglio pensare ad un grosso centro, dove, potendo operare su una

considerevole quantità di “rifiuto”, si deve mantenere uno standard di controllo molto alto.

Va tenuto presente che il rifiuto, venendo da diverse zone e in diversi periodi dell’anno, l’apporto calorifico varia;   operando su grandi quantità sarà  più  omogeneo  nel tempo.       Il trasporto ferroviario, i “compattatori scarrabili” (da costruire, come i carrelli ferroviari  progettati per lo svuotamento automatico, il lavaggio e la disinfezione), garantiscono bassi costi di gestione.

 

“LA SEPARAZIONE MECCANICA”  (Sintesi):-  Il materiale, dopo lo scarico automatico nella trincea, va al cilindro rotante a basso regime di giri,  passa al tunnel di DISIDRATAZIONE  e prosegue per la SEPARAZIONE MECCANIZZATA delle materie riciclabili.     L'impianto della Piattaforma è ad altissima automatizzazione,

studiato e realizzato da un’industria della nostra zona, affermata a livello internazionale.

 

“POSSIBILITA’  PRODUTTIVE DEL CONSORZIO”, fornirà  servizi e a regime produrrà:-  Metano Biologico,  “Compost  per agricoltura e  Umus per floro- vivaistica”,  CO2 per ricarica estintori, CO2 acidula per imbottigliamento, vermicoltura, micocoltura, itticoltura di pregio, coltivazione in serra.                             il rimanente è destinato al  “Termovalorizzatore”  per la produzione di Energia  Elettrica e Vapore Tecnico.   Unito a quello della Centrale Elettrica potrà essere utilizzato per il"Teleriscaldamento di Massa, della frazione di Canaletto, del Polo Industriale per il riscaldamento dei capannoni;  l’ impianto di teleriscaldamento potrà essere esteso a Finale Emilia.

Peccato che questo sogno, senza l'interesse condiviso di tutti, sarà destinato a rimanere tale.

 

 
 
 
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Tratto da: http://www.youtube.com/watch?v=OOYaU0NUrg0
Pubblicato da: SpiritoDiAcciaio

 

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