In questo incontro alle Gallerie d'Italia, il maestro fotografo di reportage e di moda ha parlato principalmente di quanto sia importante diventare autori nel mondo della fotografia, ossia prendere la responsabilità della propria visione. Il mezzo fotografico in questo dà una grande facilità di trovare il proprio messaggio, anche senza disporre di strumentazione particolarmente costosa e sofisticata. Buona lettura, vi lascio i passaggi che ho ripreso dalla sua presentazione:
Workshop con Toni Thorimbert, Gallerie d'Italia, 21.02.2020
Includere nella fotografia ciò che ci interessa, questa è la responsabilità di essere autori della visione, della parzialità. E' una scelta che esclude il resto a livello filosofico e anche pratico, l'artista valorizza ciò che più lo interessa.
Mi muovo sull'interesse necessario, a me interessa parlare del desiderio, nella fattispecie ci concentriamo su questa scultura tratta dalla mostra su Canova e Thorwalsen, con il pastorello con le gambe aperte.
Non dobbiamo aver paura del nostro desideri, l'artista mancato è quello che non esprime ciò che desidera. Con l'obiettivo della macchina fotografica escludiamo ciò che non ci interessa.
Ugo Mulas, un importante fotografo del 900 diceva: 'Il fotografo è come un bambino, guarda sotto luci diverse' = possiamo intervenire su ciò che ci interessa
Far collimare il nostro desiderio con l'immagine come noi sentiamo, anche attraverso strumenti semplici, quali una scaletta, delle torce e pannelli di polistirolo, mettendoci secondo diverse angolazioni, situazioni di luce, vicinanza/lontananza.
Decidere il tempo di esposizione, chiudendo molto il diaframma, attraverso i tempi gli abbiamo dato del volume all'immagine.
Possiamo ora anche analizzare altri punti di vista, come la posizione in cui si trova la statua, oltre al particolare anatomico.
Cerco di sottolineare due aspetti: il viso e la posizione, con il viso che guarda lontano, mentre il bacino è più immediato e disponibile, spudorato. Ci sono due luci del pastorello: il viso angelico e la gamba aperta.
Precisare
Togliere e mettere: con un pannello copro la luce su solo di una parte, poi con pila illumino parte dallo scuro. Con il pannello e le luci sottolineo ombre e luci.
Innocenza tende a prevalere se lascio gli occhi, togliendoli rimane puro corpo, io ho voluto togliere gli occhi nella foto.
Quindi ciò che importante è entrare in contatto, fare esperienza della visione di ciò che desideriamo.
Portare la fotografia come qualcosa di giocoso e di spregiudicato: questo è il mio approccio, che troppo poco vedo praticare nella fotografia, riuscire ad esprimere il proprio pensiero da poter comunicare agli altri.
Successiva fase di domande e risposte, con interventi
L'ombra si fa materia: la percezione delle cose cambia con la luce e ci fa vedere una cosa come un'altra.
Colore e bianconero: questa fotografia con il colore diventa più erotica, con il bianco e nero rimane un grafismo
Siamo partiti da una scultura, da qui la cultura e le aspettative, ciò che lo sguardo desidera vedere evidenzia come ognuno noi possa cambiare in ciò che desideriamo.
Siamo noi i censori di noi stessi, per questo invito a sperimentare e riconoscere con precisione i propri traguardi. E non fermarsi all'intenzione ma di metterla in pratica nelle proprie immagini.
Molte volte nelle presentazioni di mostre di fotografia ci sono degli enunciati belli ma le fotografie non lo evidenziano, giustifichiamo il nostro pensiero ma lo rendiamo poco attuabile.
In realtà, con pochi strumenti, abbiamo tutti la possibilità di accettare la nostra visione e punto di vista e farne partecipi gli altri.
Siamo solo noi e i nostri curatori (se ce li abbiamo), ciò che è importante è portare fino in fondo, autorizzare noi stessi a mostrare ciò che desideriamo mostrare, questo vuol dire diventare autori: mettere in evidenza ciò che merita essere riportato.
Sì trarrerà della capacità di perderti nella immagine che vuoi realizzare, non è prendere dall'immagine così rischi di perderla.
La questione del consenso
Tutti vogliono essere amati, realizzare qualcosa che ci faccia sentire amati è importante, ma prima di tutto è importante amare ciò che siamo veramente.
Il consenso è anticonsenso o superconsenso
Unica cosa che mi interessava era quello nell'incontro di oggi
Quando mi parli dei social, il mio Instagram è parte del mio lavoro, ci sono ambiti in cui questa foto con nudità può essere messa.
I Social non sono tutto, più forte è l'atteggiamento critico, più forte dovrebbe essere fare scelte alternative (con loro bisogna aderire linee guida, come entrare in casa loro)
Poi possiamo sostenere altri ambiti che non solo i social.
Non mi stupisce che ci sia censura, perché fa parte della necessità industriale di una compagna (molto peggio invece può essere un museo quando censura le foto di Mappeltorphe)
I più grandi censori siamo noi
Ambiti diversi per visioni diverse: è difficile assumersi la responsabilità dei propri desideri, perché abbiamo paura del giudizio degli altri.
Ci vuole coraggio di non aver paura di non essere affermato (ci sono cose che ti hanno affermato) stabilito che le persone hanno interesse ad ascoltarti.
Quando ho accettato e inglobato la mia origine e non l'ho combattuta (di periferia e di non studente accademico) tutto si è semplificato, tutto quello che avevo da dire si è affermato come verità, è quella.
Se ti appartiene una cosa, ti succederà, anche se non sei famoso puoi avere comunque quell'atteggiamento, tu puoi.