Creato da weirde il 04/02/2008

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Fan - CAPITOLO 1

Post n°2 pubblicato il 04 Febbraio 2008 da weirde
 

-Angeli adolescenti: fan. Aggrappati ad un sogno impossibile. Fragili, corpi caldi per amori rapidi. Corpi senza identità. Ammirano e amano uomini che non li degnano di un sguardo. Mi fanno quasi pena! Adorano noi celebrità, cantanti, sportivi attori non fa differenza, e non ci vedono nemmeno. Amano solo l’idea cha hanno di noi e si perdono dietro un sogno inconsistente. Ragazze troppo giovani per il trucco che indossano si gettano verso i loro idoli per essere usate e sfruttate. Perchè? Che senso ha?-Micheal fece una smorfia di disgusto verso la folla urlante sotto il palco.
 
-Sono persone come me e te che stanno passando una bella serata, ascoltando buona musica ad un concerto. Non guardarli come fossero vermi, per favore. Sono loro che comprano i tuoi dischi, sai!?- gli ricordò il suo manager
 
Micheal si limitò a fare una smorfia - Stanno solo sprecando tempo prezioso, sperando di sfiorare per un attimo le vite di noi cosiddetti artisti, vite che credono stupende e avventurose, migliori delle loro. E non si rendono conto che dovrebbero semplicemente fare del loro meglio per vivere le loro vite e creare qualcosa che rimanga, perché il tempo che ci è dato è troppo breve.-
 
-Dio. Ma stasera sei proprio filosofico-morboso. Per carità vai sul palco e canta prima di riuscire a deprimere anche me. Tu scrivi canzoni e le canti perché vengano ascoltate, perciò una parte di te vuole sicuramente che quelle persone siano là a pendere dalle tue labbra. Vai e fa il tuo dovere.-
 
Micheal salì lentamente sul palco. Lui e la sua band sistemarono gli strumenti, controllarono l’audio e finalmente, con una voce bassa e un po’ roca, ma dolce e suadente iniziò a cantare.
 
-“La Vita è una grande mano che gioca con noi come con dei topolini in gabbia. Un uomo non può vendicarsi della vita, si entra nella gabbia che è la nascita e allora si è costretti a vivere. La mano ti mette davanti agli occhi tante esche che tu vuoi raggiungere ma devi superare mille ostacoli, finchè tutto non finirà quando la Vita si sarà stufata di vederti correre su e giù nella gabbia e ti farà morire…..morire….”-
 
 
Micheal notò che una ragazza si faceva largo fra la folla della platea. Si concentrò su di lei, e sentì le lacrime salirgli agli occhi quando vide la somiglianza, i lunghi capelli rossi folti e ricci. La stessa figura alta e snella, gli stessi occhi verdi curiosi e intelligenti la stessa.....ma cosa stava pensando..a chi somigliava?... ...si chiese con un brivido.
Perché mai nel vederla si era sentito invadere da una specie di elettricità, eccitante ma non completamente gradevole?
A tratti il vento portava un profumo alle sue narici. Il suo profumo. Dolce e piacevole. Come la polverina di luce che usava Campanellino per incantare la gente....ma cosa stava pensando? Lui odiava le sue fan....
 
Sempre guardandola negli occhi attaccò una nuova melodia e cantò una delle poche canzoni d’amore che aveva scritto. Ora, vedendola davanti a sé si rendeva conto di averla scritta per lei.
 
-“Ti ho cercata a lungo per tutta la mia vita dove sei stata?Ho sentito un grido dentro la mia anima e poi ti ho visto. Mi chiedo se ti rivedrò.
Nel corso del tempo ho sempre saputo che tu eri là sul tuo trono, una regina sola senza il suo re. Ti ho desiderata da sempre.Ti rivedrò? Se verrà quel giorno non lascerò che nessuno ti faccia del male. I giorni prima che tu arrivassi erano freddi e vuoti, contavo i miei respiri e mi nascondevo
niente esitazioni o negazioni.Ma ora sei arrivata come una tempesta. Come la forza di gravità non c’è scampo o via d'uscita. Cado a terra ogni volta che ti guardo. Sei il mio tallone d’achille: non sono mai stato fedele, non sono mai stato uno di cui fidarsi, non sono mai stato leale, eccetto che con il mio stesso piacere, per questo passavo i miei giorni da solo…..”
La ragazza ricambiò il suo sguardo fisso e cominciò a piangere.
 
Micheal si svegliò di colpo mettendosi a sedere al centro del letto. Il sudore freddo gli scorreva sulle scapole facendolo rabbrividire, era stato un sogno, solo un sogno.
La sua psiche gli aveva fatto rivivere quello che era successo poche ore prima al concerto. Aveva pronunciato le stesse parole sia nella realtà che nel sogno, tutto era stato identico tranne quella ragazza.
Lei non era presente allo spettacolo, anzi non l’aveva mai vista in vita sua.

Da dove sbucava?

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