Creato da weirde il 04/02/2008

Il branco

Il mio romanzo online

 

 

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Post n°5 pubblicato il 30 Gennaio 2009 da weirde

SALVE A TUTTI I LETTORI, PRESENTI, PASSATI E FUTURI DEL MIO BLOG QUI SU LIBERO.

CAUSA MANCANZA DI TEMPO NON POTRò PIù AGGIONARE QUESTO BLOG E IL ROMANZO CHE VI STAVO PUBBLICANDO.

HO INIZIATO A SCRIVERE UN ALTRO ROMANZO ONLINE, INTITOLATO "LA FIAMMA DEL DESTINO", SE VOLETE LEGGERLO POTETE FARLO CLICCANDO SUL BANNERINO QUI SOTTO:

Killer Mood

 

INOLTRE HO TRADOTTO UNA FANFICTION MOLTO BELLA SU bUFFY, SE, COME ME, SIETE FAN DI QUEL TELEFILM DOVETE ASSOLUTAMENTE LEGGERLA. CLICCATE SUL BANNERINO QUI SOTTO:

 Buffy

 

INOLTRE CURO E AGGIORNO SPESSO IL MIO BLOG PRINCIPALE SU SPLINDER. SE VOLETE CONTATTARMI O VOLETE LEGGERE QUELLO CHE HO DA DIRE VISITATELO. cLICCATE SUL BANNERINO QUI sotto:

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SU QUESTO BLOG PARLO DELLE MIE PASSIONI, SCRIVERE E LEGGERE E SOPRATTUTTO PARLO DI LIBRI, CON RECENSIONI E CONSIGLI. cON PARTICOLARE ATTENZIONE AD UN GENERE PIUTTOSTO NUOVO QUI IN iTALIA, L'URBAN FANTASY E IL PARANORMAL ROMANCE.

 

 
 
 

Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 20 Aprile 2008 da weirde
 

Due mesi dopo Lynn si era sistemata nel suo nuovo appartamento, aveva trovato un lavoro mal pagato all’università e…aveva scoperto di chi era la canzone che le aveva fatto da colonna sonora mentre diceva addio alla sua vecchia città. Un gruppo rock chiamato Velvet.
Il loro video passava ogni cinque minuti sui canali musicali televisivi. Cinque uomini che cantavano e suonavano vestiti di pelle nera, mentre una pioggia incessante cadeva su di loro. Non aveva ancora deciso se il regista di quel video aveva avuto un’idea geniale o terribilmente stupida.
Il suo sguardo veniva comunque sempre attirato dal cantante del gruppo.
Non era quello che si definisce un bel ragazzo, e nemmeno un ragazzo carino, era…. un tipo.
Capelli e occhi neri, una faccia scarna e una bocca carnosa un po’ troppo grande. Tutto il suo fascino stava nella sua personalità e nel modo in cui riusciva ad esprimere le sue idee, urlandole dentro al microfono.
Si chiamava Micheal.
 
Lynn lo osservava controvoglia, cercando di essere critica, di elencare tutti i difetti fisici che poteva notare…..ma alla fine doveva ammetterlo almeno a se stessa: la attraeva, senza motivo apparente.
Ogni volta che guardava quel dannato video sentiva una terribile nostalgia attanagliarle il cuore e stringerlo in una morsa. Sentiva acutamente la mancanza di qualcuno…..ma di chi? Di un cantante che non aveva mai conosciuto?  
Una cappa di calore soffocava la città di Providence. Erano diversi anni ormai che con l’arrivo dell’estate arrivava anche un caldo terribile, ma quest’anno era davvero impossibile resistere. Il termometro non superava mai i 40 gradi centigradi, ma il tasso di umidità doveva essere del 110%, cosicché le persone, anche se non facevano nessuno sforzo, si ritrovavano comunque coperte di un abbondante strato di sudore. Ogni movimento era una sofferenza.
 
La città non si trovava in pianura ma in una vera e propria conca. Una volta infatti era una zona paludosa. Dopo la bonifica avvenuta ai primi del ‘600, gli acquitrini erano stati trasformati in laghi e la città era ora artisticamente circondata da tre laghi. Peccato che le zanzare fossero ancora presenti nella stessa quantità di quando c’era la palude. Solo la disinfestazione annuale rendeva possibile vivere vicino ai laghi.
 
Il caldo, le zanzare, l’incessante frinire delle cicale, tutto rendeva impossibile dormire. I letti erano umidi come le persone,che ormai si muovevano come zombie. Ma il calore non aveva portato solo apatia sembrava influire anche sulla vita. Questa ondata di caldo dava alla testa a tutti. Faceva sciogliere le cose e anche le persone, le mandava in ebollizione. In poche parole gli innamorati non riuscivano a staccarsi per più di due secondi.Camminando per strada era impossibile non incontrare almeno dieci coppiette appiccicate con la colla. E Lynn le odiava. Non riusciva a dormire per il caldo, e quel poco di sonno che racimolava era rovinato da sogni confusi in cui era sempre presente il leader dei Velvet.

Meno cercava di pensarci e peggio era, tutto cospirava contro di lei, gli innamorati per strada, la televisione che trasmetteva il video del gruppo in continuazione, e persino la sua collega con cui divideva l’ufficio, che si chiamava Sara ed era una super fan dei Velvet. Lynn non aveva via di scampo, doveva sorbirsi lunghi monologhi di apprezzamento sul gruppo, tutto il santo giorno. Lei cercava di non pensare a loro, e Sara li nominava ogni due secondi, era una battaglia persa in partenza.

Le cose poi erano peggiorate esponenzialmente da quando i Velvet avevano annunciato le varie tappe del loro tour estivo, e Sara aveva scoperto che tra le città che avrebbero toccato c’era Charity, una cittadina a soli 60 km da Providence. Si era subito procurata i biglietti via internet e ora cercava qualcuno con cui andarci. Il suo ragazzo infatti si rifiutava di “passare ore ad ascoltare musica mediocre mentre doveva osservare la sua ragazza sbavare dietro ad altri uomini”, sue testuali parole. Perciò Sara aveva prontamente deciso che Lynn l’avrebbe accompagnata, e da venti giorni l’assillava giorno e notte per convincerla.
 
Lynn ormai non ce la faceva più.
-Lynn ti prego! Non ho trovato nessuno che mi accompagni al concerto. Non abbandonarmi, non voglio andarci da sola. Vieni con me! E poi c'è il cantante che è davvero moooooolto attraente, non puoi non innamorarti vedendolo muoversi sul palco... Dai vieni, non te ne pentirai!!!"
-E va bene, ci vengo, ma ti prego, non parlarmi più di quel dannato gruppo fino al giorno del concerto!-

Sara, strabiliata dall’improvvisa capitolazione di Lynn chiuse subito la bocca.

 
 
 

Fan - CAPITOLO 2

Post n°3 pubblicato il 04 Febbraio 2008 da weirde
 

Ci sono momenti nella vita che ti cambiano e ti fanno essere ciò che sarai. A
volte sono solo istanti, brevi attimi, altre volte.... no . E anche se li vediamo
arrivare, non siamo pronti ad affrontare questi momenti.
Seduta dietro al volante della sua auto Lynn guardava la sagoma della mura
di cinta del cimitero, le sembrava protesa verso di lei, quasi la stesse aspettando. Dopo un paio di minuti, però, riuscì a distogliere lo sguardo e a rivolgerlo alle stelle. Erano bellissime quella notte.
Ecco Orione, come ardeva camminando attraverso il nero cielo! Un vento
lamentoso scuoteva i rami dei grandi abeti che costeggiavano il viale d'ingresso,
poi senza rendersene conto si ritrovò a fissare il cupo muro di pietra del camposanto.
“Non riesco a godermi nemmeno lo spettacolo delle stelle”si disse con rabbia.
Lacrime cominciarono a scendere copiose sulle sue guance. Entrambi i suoi
genitori erano morti, la sua vita non sarebbe più stata la stessa. A soli vent’anni
era sola al mondo. Prima era morta la sua adorata nonna materna e solo un mese
dopo i suoi avevano avuto un incidente automobilistico. E ora lei stava per lasciare
 la città in cui aveva sempre vissuto per trasferirsi a Charity, dove viveva una
sua zia di terzo grado che non aveva mai visto. Sarebbe stata sola comunque,
ma in caso di bisogno avrebbe avuto un appiglio, per quanto tenue. Lasciare
la sua casa la sua città era difficile come lasciare il cimitero dove riposavano i
suoi cari. Per questo prima di imboccare l’autostrada si era fermata davanti alla
 cancellata chiusa del camposanto. E mentre la osservava si rese conto che la t
ristezza era un sentimento molto gravoso.Il peso del suo corpo infatti era diventato
 il doppio di quanto fosse un attimo prima, come se quelle tombe la stessero tirando
giù, verso di loro.
  
“Basta commiserarsi era ora di andare verso la sua nuova vita” accese l’autoradio
e guidò l’auto fuori dal parcheggio del cimitero.Una roca voce maschile uscì dagli
autoparlanti:
 
Ti ho cercata a lungo per tutta la mia vita dove sei stata?Ho sentito un grido
dentro la mia anima e poi ti ho visto. Mi chiedo se ti rivedrò.
Nel corso del tempo ho sempre saputo che tu eri là sul tuo trono,una regina sola
senza il suo re.
ti ho desiderata da sempre. Ti rivedrò? Se verrà quel giorno non lascerò che nessuno ti faccia del male. I giorni prima che tu arrivassi erano freddi e vuoti, contavo i miei respiri e mi nascondevo niente esitazioni o negazioni.Ma ora sei arrivata come una tempesta. Come la forza  di gravità non c’è scampo o via d’uscita.Cado a terra ogni volta che ti guardo. Sei  il mio tallone d’achille: non sono mai stato fedele,non sono mai stato uno di cui fidarsi, non sono mai stato leale, eccetto che con il mio stesso piacere, per questo passavo i miei giorni da solo…..”

Questa canzone aveva un che di familiare, pensò Lynn, e ricominciò a piangere.

 
 
 

Fan - CAPITOLO 1

Post n°2 pubblicato il 04 Febbraio 2008 da weirde
 

-Angeli adolescenti: fan. Aggrappati ad un sogno impossibile. Fragili, corpi caldi per amori rapidi. Corpi senza identità. Ammirano e amano uomini che non li degnano di un sguardo. Mi fanno quasi pena! Adorano noi celebrità, cantanti, sportivi attori non fa differenza, e non ci vedono nemmeno. Amano solo l’idea cha hanno di noi e si perdono dietro un sogno inconsistente. Ragazze troppo giovani per il trucco che indossano si gettano verso i loro idoli per essere usate e sfruttate. Perchè? Che senso ha?-Micheal fece una smorfia di disgusto verso la folla urlante sotto il palco.
 
-Sono persone come me e te che stanno passando una bella serata, ascoltando buona musica ad un concerto. Non guardarli come fossero vermi, per favore. Sono loro che comprano i tuoi dischi, sai!?- gli ricordò il suo manager
 
Micheal si limitò a fare una smorfia - Stanno solo sprecando tempo prezioso, sperando di sfiorare per un attimo le vite di noi cosiddetti artisti, vite che credono stupende e avventurose, migliori delle loro. E non si rendono conto che dovrebbero semplicemente fare del loro meglio per vivere le loro vite e creare qualcosa che rimanga, perché il tempo che ci è dato è troppo breve.-
 
-Dio. Ma stasera sei proprio filosofico-morboso. Per carità vai sul palco e canta prima di riuscire a deprimere anche me. Tu scrivi canzoni e le canti perché vengano ascoltate, perciò una parte di te vuole sicuramente che quelle persone siano là a pendere dalle tue labbra. Vai e fa il tuo dovere.-
 
Micheal salì lentamente sul palco. Lui e la sua band sistemarono gli strumenti, controllarono l’audio e finalmente, con una voce bassa e un po’ roca, ma dolce e suadente iniziò a cantare.
 
-“La Vita è una grande mano che gioca con noi come con dei topolini in gabbia. Un uomo non può vendicarsi della vita, si entra nella gabbia che è la nascita e allora si è costretti a vivere. La mano ti mette davanti agli occhi tante esche che tu vuoi raggiungere ma devi superare mille ostacoli, finchè tutto non finirà quando la Vita si sarà stufata di vederti correre su e giù nella gabbia e ti farà morire…..morire….”-
 
 
Micheal notò che una ragazza si faceva largo fra la folla della platea. Si concentrò su di lei, e sentì le lacrime salirgli agli occhi quando vide la somiglianza, i lunghi capelli rossi folti e ricci. La stessa figura alta e snella, gli stessi occhi verdi curiosi e intelligenti la stessa.....ma cosa stava pensando..a chi somigliava?... ...si chiese con un brivido.
Perché mai nel vederla si era sentito invadere da una specie di elettricità, eccitante ma non completamente gradevole?
A tratti il vento portava un profumo alle sue narici. Il suo profumo. Dolce e piacevole. Come la polverina di luce che usava Campanellino per incantare la gente....ma cosa stava pensando? Lui odiava le sue fan....
 
Sempre guardandola negli occhi attaccò una nuova melodia e cantò una delle poche canzoni d’amore che aveva scritto. Ora, vedendola davanti a sé si rendeva conto di averla scritta per lei.
 
-“Ti ho cercata a lungo per tutta la mia vita dove sei stata?Ho sentito un grido dentro la mia anima e poi ti ho visto. Mi chiedo se ti rivedrò.
Nel corso del tempo ho sempre saputo che tu eri là sul tuo trono, una regina sola senza il suo re. Ti ho desiderata da sempre.Ti rivedrò? Se verrà quel giorno non lascerò che nessuno ti faccia del male. I giorni prima che tu arrivassi erano freddi e vuoti, contavo i miei respiri e mi nascondevo
niente esitazioni o negazioni.Ma ora sei arrivata come una tempesta. Come la forza di gravità non c’è scampo o via d'uscita. Cado a terra ogni volta che ti guardo. Sei il mio tallone d’achille: non sono mai stato fedele, non sono mai stato uno di cui fidarsi, non sono mai stato leale, eccetto che con il mio stesso piacere, per questo passavo i miei giorni da solo…..”
La ragazza ricambiò il suo sguardo fisso e cominciò a piangere.
 
Micheal si svegliò di colpo mettendosi a sedere al centro del letto. Il sudore freddo gli scorreva sulle scapole facendolo rabbrividire, era stato un sogno, solo un sogno.
La sua psiche gli aveva fatto rivivere quello che era successo poche ore prima al concerto. Aveva pronunciato le stesse parole sia nella realtà che nel sogno, tutto era stato identico tranne quella ragazza.
Lei non era presente allo spettacolo, anzi non l’aveva mai vista in vita sua.

Da dove sbucava?

 
 
 

Il mio romanzo

Post n°1 pubblicato il 04 Febbraio 2008 da weirde
 

Questo blog ospiterà un romanzo che sto scrivendo, in modo che qualcuno possa leggerlo e darmi opinioni o commenti, per migliorarlo, completarlo e arricchirlo. Spero vi piacerà, è un' esperimento a cui tengo.

 
 
 

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