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PRIMA PUNTATA

Post n°41 pubblicato il 27 Agosto 2011 da myotherworld

Ci siamo conosciuti per caso, in un posto senza nome, in un momento senza tempo come può accadere nella normalità.
All’inizio ci siamo studiati a lungo, abbiamo parlato molto, abbiamo tastato il terreno dell’atro, abbiamo tentato di capire se potevamo piacerci e poi, d’incanto, come in una favola il mio mondo si è tinto di ogni colore dell’arcobaleno…si sono incontrati gli occhi, poi i sorrisi, poi le mani, poi le labbra, poi i corpi…la mia anima conosceva già la sua, questo ho pensato quando siamo usciti a pranzo quella nostra prima domenica in cui ogni emozione era al posto giusto.
A quell’incontro ne sono seguiti altri e per un mese ho pensato che lui fosse la metà mela, il mio raggio di sole, ho creduto che il centro dell’universo fossimo noi.
Non posso negare che porto ancora nel cuore la gioia di quel primo completissimo periodo.
Io sapevo che lui era stato prete ma che da due anni aveva lasciato il ministero, aveva trovato lavoro per una grossa azienda grazie all’aiuto del fratello e viveva in un appartamento che condivideva con un amico.
Un sabato sera accondiscendo al suo desiderio di andare a messa assieme, mal sopporto l’istituzione ma penso che anche questo modo di stare assieme sia un’opportunità di crescita, di condivisione di un pezzettino della sua storia.
Durante la celebrazione sono super tesa, ipercritica, nervosa ma lui è caldo, tenero, sorridente, accogliente, mi tiene la mano per tutta la durata della messa, durante lo scambio della pace mi bacia addirittura sulle labbra.
Accidenti penso tra me…vuoi vedere che grazie a lui forse posso riscoprire il valore della fede?!
Ma sì, gliela butto lì…”cosa dici se domenica prossima torniamo a messa assieme? Non è stato terribile come pensavo e mi farebbe piacere condividere ancora momenti come questo”.
Lui glissa sulla mia domanda. Io non capisco, mi sembrava estremamente a suo agio, aveva insistito lui per andare a messa assieme quella prima volta, perché mai non dovrebbe voler tornarci con me domenica prossima? Insisto, ho bisogno di capire, c’è puzza di bruciato, campanelli d’allarme che suonano ovunque.
Mi impongo di rimanere tranquilla, è tutto perfetto, perché rovinarlo con pensieri paranoici?
No, se un pensiero nasce esige una risposta…
Arriviamo a casa mia e lui esordisce così: “ti devo parlare, forse dopo quello che ti dirò non vorrai più saperne di me, ma ci sono alcune cose sulle quali non posso più mentire”


 
 
 
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