NEWS DA ALFONSINE

Premettendo che le elezioni amministrative hanno sempre espresso un voto in parte diverso e non sempre corrispondente a quello delle consultazioni politiche, da questo voto sono emerse a mio parere tre cose importanti.

Prima di tutto l’astensionismo molto alto che però si è concentrato soprattutto sulla capitale. Poi la tenuta di PD e PdL e il crollo del M5S.

L’italiano astenuto è in gran parte colui che fugge dalla politica inconcludente, che (in parte) alle politiche di febbraio ha dato fiducia a Grillo pensando che fosse il ‘nuovo’ o per lo meno ha provato qualcosa di nuovo. Constatando ciò che poi hanno fatto i grillino in Parlamento rieccolo fuggire anche da questa illusione e ricadere nell’oblio. Sono comunque convinta che parte di coloro che non sono andati a votare fanno anche parte di quella sinistra che non ha apprezzato in modo assoluto le larghe intese. A Roma in particolare ad astenersi, a parer mio, sono stati anche elettori di destra che fin dalla scorsa tornata elettorale amministrativa non erano d’accordo con l’indicazione Alemanno. Non tutti gli elettori del PdL appoggiarono ed appoggiano il candidato proveniente dall’estrema destra. (leggi Forza Nuova, quando era ragazzo che andava a picchiare i suoi coetanei nei sobborghi popolari di Roma).

Il PD si è portato a casa mi pare sei Comuni al primo turno ed è in ballottaggio e in testa in altri 11 città. Forse vincerà in molte di queste. Ma attenzione conquistare il governo delle singole realtà non significa che il partito abbia superato le proprie difficoltà interne a livello nazionale. Questo proprio perché da sempre il voto amministrativo per la sinistra è stato espressione di giudizio sul buon governo e, nella maggioranza dei casi, la sinistra ha sempre saputo governare le città con competenza ed attenzione. Ecco perché anche a Siena il PD per ora è stato premiato.

Il PdL ha tenuto, ma ho l’impressione che sia scattato un campanellino d’allarme anche all’interno di questo partito. Se in campo nazionale Berlusconi è ancora il grande collante e il trascinatore alla pifferaio magico, nelle singole realtà i suoi uomini non riscuotono lo stesso apprezzamento soprattutto dai propri elettori. Sono poche le città a loro governo in cui si sono registrati successi o gestioni positive e questo si paga. Il cittadino sa di non aver voce in capitolo sulle scelte del Governo e del Parlamento centrale, ma sa perfettamente come far pagare l’inefficienza e il cattivo governo a chi a in mano il bene, più prossimo, della città.

Grillo: un flop clamoroso che comunque era atteso e calcolato. Il Movimento, se inizialmente poteva essere una soluzione alternativa (da provare) contro la ‘politica tradizionale’ alla resa dei conti ha fallito. Invece di mettersi in gioco e sporcarsi le mani hanno continuato solo ad accusare, inveire e rifiutare i precetti della democrazia tradizionale. Quando hanno sentito l’odore dei soldi degli stipendi parlamentari, hanno iniziato a discutere solo di scontrini, rimborsi e quant’altro dimenticandosi di essere rappresentanti del popolo italiano (o di parte di esso). E il popolo li ha puniti, o meglio chi li aveva votati è tornato sui propri passi rientrando o nelle file del voto partitico o nella grande famiglia degli astensionisti.

In poche parole, secondo me, questa tornata elettorale andrà letta attentamente non tanto attraverso i numeri e di chi ha vinto o perso, ma sotto il profilo socio politico dei messaggi che da esso ci giungono. Solo così i partiti (Movimento compreso) potranno decifrare questo voto e prepararsi per la prossima tornata elettorale politica che secondo come andranno i processi di Berlusconi non tarderà ad arrivare.

La mia è una analisi affrettata, della prima ora, ma ho voluto comunque lanciare qualche opinione in merito. Chi ne avesse altre, le scriva al solito indirizzo dg.newspress@libero.it ed io le pubblicherò sul blog.