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NO PEDEMONTANA

 
 

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Creato da: nosvincolo il 08/12/2009
Difendiamo la terra nei nostri padri ! (IPOCRITI)

 

 

L’ultimo grande saccheggio del patrimonio pubblico e dei beni comuni

Post n°17 pubblicato il 07 Gennaio 2010 da nosvincolo

Svendita del patrimonio pubblico, la volontà di fare affari attraverso lo sfruttamento dei beni comuni, ovvero quei beni di appartenenza collettiva, tra i quali ovviamente spicca l’acqua. L’ultimo grande bottino, l’ultimo grande saccheggio. Cosa resterà da vendere dopo il saccheggio dei beni comuni, se non le proprie coscienze?

E allora diciamolo chiaramente le false liberalizzazioni determineranno una crescita dei prezzi delle commodities e dei beni e servizi annessi, così come un aumento dei prezzi finali dei servizi di pubblica utilità. Si configurerà un governo iniquo dei servizi pubblici essenziali, che inibirà la sua fruizione proprio a quella parte dei cittadini che ne avrebbe più bisogno. Una legge che colpisce al cuore dunque la nostra Costituzione ed in particolare i principi di eguaglianza e solidarietà.
E allora diciamolo senza falsi pudori, questa legge, attraverso la svendita di proprietà pubbliche, serve al governo “per far cassa”, serve al governo per compensare  i comuni dei tagli di risorse delineati in finanziaria.
È veramente triste pensare che i grandi principi ispiratori della nostra Carta costituzionale, che avevano negli anni posto le basi e legittimato il governo pubblico dell’economia, secondo una logica ed una prospettiva di tutela effettiva dei diritti fondamentali, finiscano mortificati da parte di un manipolo di pseudo-politici che per far cassa e per  favorire  qualche gruppo industriale straniero ed italiano gioca a fare il liberista, introducendo al contrario posizioni di rendita che saranno poi molto difficili da sradicare.

 

 

 
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LA BANCA DEL VERDE

Post n°16 pubblicato il 23 Dicembre 2009 da nosvincolo
 

http://www.cdo.it/Home/TUTTELENOTIZIE/Anno2009/Novembre2009/BANCADELVERDEPRESENTAILPROGETTOCOMUNITASO/tabid/2468/Default.aspx

http://www.bancadelverde.org/immagine di separazione

Nasce Banca del Verde. Si tratta della nuova associazione no-profit che si pone l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza sulla piantumazione di alberi, come già avvenuto a Milano nei mesi scorsi. «I saronnesi producono più di trecentomila tonnellate di anidride carbonica all'anno – spiega Lino Longobardi, presidente dell’associazione. È ora di fare qualcosa per compensare, e salvaguardare l'ambiente in cui viviamo. In questa zona mediamente ognuno di noi, usando l'auto, il riscaldamento di casa e quant'altro, è la causa di emissioni nell'atmosfera per ben otto tonnellate di Co2 ogni anno: non siamo al livello degli Stati Uniti o della Cina, ma ci "difendiamo" molto bene. Ecco dunque farsi strada la necessità di quelle che vengono definite come le "compensazioni ambientali", non solo tramite nuove piantumazioni ma anche con molte iniziative altrettanto importanti, per un uso più consapevole dell'energia, che implichi dei risparmi e quindi meno inquinamento».
L’obiettivo dell’associazione è quello di porsi come controparte delle istituzioni in tema ambientale: «Vogliamo offrire una risposta positiva alla crescente esigenza di qualità di vita e dell'ambiente delle città e dei territori».
1/04/2009 Dal sito di Varese News leggo e pubblico.
MA CI STATE PRENDENDO PER IL CULO! Se si usa consapevolmente l'energia e quindi si risparmia non cè bisogno di spendere soldi per piantare altri alberi,bastebbere non abbattere quelli che già ci sono e che sono tipici delle nostre zone.Se si elimina un bosco non si può pensare di compensarlo con un equivalente di alberi piantato quà e la perchè si perde l'ecosistema che in esso viveva.
Mirko Giammella
Commento di un lettore anonimo:
Fatevi un giretto sul sito Banca del verde...
come farsi ambientalisti, dopo aver cementificato la Lombardia...non ho parole e quelle poche rimaste non sono complimenti!
 
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MORTE DELL'ARIA A MILANO

Post n°15 pubblicato il 08 Dicembre 2009 da nosvincolo
 

Il Comune di Milano (e non solo) può essere portato in tribunale per omicidio colposo? E' quello che chiederò ai miei avvocati. 140 milanesi muoiono ogni anno a causa delle polveri sottili. Migliaia vengono ricoverati al pronto soccorso per malattie all'apparato respiratorio. Il tutto con l'assenza e l'omertà del Comune.
Nel 2008 il Comune commissiona uno studio sull'inquinamento alla "Fondazione Lombarda per l'Ambiente" dopo l'introduzione dell'Ecopass (per chi non lo sapesse, l'Ecopass non ha nulla a vedere con il prefisso "Eco", con l'ecologia. Non proibisce alle macchine inquinanti l'ingresso in città, ma lo consente a pagamento. Chi paga, quindi, ha il diritto di inquinare. E' uno Smogpass.). Lo studio inizia il 18 febbraio 2008 a seguito dell'installazione di 50 centraline di rilevazione. I risultati, contenuti in una relazione di 114 pagine, sono consegnati al Comune nel giugno 2009. Le conclusioni sono tremende. Il Pm10 contenuto nell'aria arriva a superare quattro volte la soglia massima di 50 microgrammi in alcune zone della città. All'ospedale San Paolo sono raggiunti i 173 mc. La relazione riporta: "L'esposizione della popolazione residente che lavora a Milano, i residenti non occupati e le persone presso strutture ospedaliere presentano un grado di esposizione di tipo cronico" ("cronica: malattia a lungo decorso senza possibilità di guarigione o pericolo di morte a breve scadenza" - Devoto Oli). In sostanza mamme, bambini, anziani. i "residenti non occupati", e i malati, "persone presso strutture ospedaliere", diventano malati cronici per l'assorbimento quotidiano di Pm10, benzene, biossidi di azoto e particolato prodotto dalle gomme delle auto. Lo studio aggiunge (*): "Le medie giornaliere di concentrazione del Pm10 rilevate sia in estate sia in inverno in tutti i siti di monitoraggio sono spesso superiori ai valori limite fissati dalle normative".
Il Comune una volta entrato in possesso di uno studio che descrive Milano al pari di una camera a gas, invece di renderlo pubblico "lo nasconde, lo archivia, lo secreta (*)". Il Comune dovrebbe essere una casa di vetro, trasparente, documenti come questo essere visibili on line immediatamente. La Moratti e i suoi assessori sono i responsabili. A Milano non ci sono autobus elettrici, piste ciclabili, il centro città è invaso da ogni tipo di veicolo, i marciapiedi sono occupati dalle auto, lo stesso vale per strisce pedonali e scivoli per i portatori di handicap. L'Ecopass è figlio della mente di una moglie di un petroliere che sta seminando parcheggi e traffico in ogni luogo della città, persino sotto la Basilica di Sant'Ambrogio. I parcheggi attirano traffico, ma questo a Mortizia nessuno lo ha ancora spiegato. Il blog, appena ne entrerà in possesso, pubblicherà lo studio integrale sull'aria di Milano. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

(*) Corriere della Sera. Cronaca di Milano del 27/11/2009

Leggo e Pubblico dal sito di Grillo Mirko Giammella

 
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IL SENATORE BUTTI SU PEDEMONTANA

Post n°14 pubblicato il 08 Dicembre 2009 da nosvincolo
 

WWW.ALESSIOBUTTI.IT


Le certezze (poche), le contraddizioni (insistenti) dell'opera

infrastrutturale più attesa dal territorio



"Partiamo dalle certezze. La prima, impossibile da negare, è che il 29 marzo 2006 il CIPE approva il progetto preliminare del Sistema Viabilistico Pedemontano lombardo e la relativa deliberazione, n°77, risulta pubblicata sulla G.U.R.I. del 23 novembre 2006. In quel "preliminare" approvato fa capolino il sistema tangenziale di Como articolato in due lotti funzionali con i seguenti costi: 145 milioni di € per il primo lotto e 400 milioni di € per il secondo lotto.
E' un sogno che si avvera. Infatti il 19 febbraio 2007 diversi soggetti tra i quali la Regione Lombardia, qualche amministrazione provinciale, l'ANAS, l'Autostrada Pedemontana Lombarda S.p.A. e il Ministero delle Infrastrutture siglano l'Accordo di Programma per la realizzazione del Sistema Viabilistico Pedemontano.
L'attenta lettura dell'Accordo di Programma non può serbare brutte sorprese. All' Art. 10) si legge che "....l'opera (Pedemontana) dovrà essere realizzata nella sua interezza (cioè comprensiva della tangenziale di Como)...". All' Art. 11) s'impegna ANAS e Ministero delle Infrastrutture "...a predisporre i necessari provvedimenti al fine di garantire, in attuazione della Delibera CIPE 77/2006, i finanziamenti necessari alla realizzazione dell'intero Sistema viabilistico Pedemontano..." La nostra tangenziale è sempre lì, con i suoi due lotti e i suoi finanziamenti. E infatti il sen. Castelli in più audizioni tenutesi in Senato confermerà che se la progettazione del 2° lotto della tangenziale di Como non avesse patito la superficialità (per usare un eufemismo) di qualche genio dell'ingegneria oggi non saremmo qui a discutere.
Ma i nodi vengono sempre al pettine. Il 19 marzo 2009 Autostrada Pedemontana SpA valida il progetto definitivo dell'intera opera comprensiva dei due lotti della tangenziale di Como. Attenzione, i costi sono lievitati per il primo lotto a 222 milioni di € e per il secondo lotto a 750 milioni di €.
Per Bacco! Cosa sarà mai accaduto. Ve lo spieghiamo in due modi, uno elegante e forbito nel linguaggio; l'altro un po' più grezzo.
Il primo: nel corso della redazione del progetto definitivo emerge la criticità del 2° lotto della "nostra" tangenziale in relazione alla natura idrogeologica dell'intervento tanto che sia la Regione sia Società Pedemontana SpA chiedono alla Provincia di Como di considerare un'ipotesi progettuale alternativa.
Il secondo: qualcuno ha completamente "cannato", è proprio il caso di dirlo, il progetto preliminare dimenticandosi del Lago di Montorfano che non è propriamente il Lario ma nemmeno una pozzanghera formatasi nottetempo.
Per nascondere i vetri del vaso rotto sotto il tappeto, Società Pedemontana si premura di confermare che va ancora bene il suo progetto, ma che per la ritardata considerazione dell'esistenza del Lago di Montorfano occorrerà circa il doppio di quanto previsto inizialmente e comunque un adeguamento del progetto stesso.
A questo punto cominciamo a leggerne di tutti i colori sulla stampa locale. Dà fuoco alle polveri il presidente dell'Amministrazione Provinciale di Como (che stranamente ha un omonimo nel CdA di Pedemontana S.p.A che è responsabile dello strafalcione progettuale, così come emerge dalle audizioni tenutesi in Senato). La sintesi del suo pensiero è "si può fare tutto con 500 milioni, è solo una questione di canne...".
Altre dichiarazioni si susseguono, più o meno nel solco tracciato dal presidente della Provincia di Como. E' "l'elogio della canna"... Nessuno però, forse perché rapito dall'effetto dei fumi della "canna", si domanda chi e perché abbia sbagliato così pacchianamente il progetto. Nessuno si accorge che questo errore rischia, se non interverranno aggiustamenti in corso d'opera sia di natura finanziaria che tecnica e giuridica, di creare problemi non solo alla tangenziale di Como, ma a tutta l'opera Pedemontana.
Eh, sì! Perché non occorre essere premiati a Stoccolma per capire che la mancata realizzazione del 2° lotto andrebbe valutata anche in rapporto alla validità giuridica della stessa "concessione" originaria, che era fondata sulla realizzazione di una viabilità "pedemontana" aderente ai capoluoghi di Varese, Como e Bergamo e che non potrebbe trovare giustificazione e validazione se venissero realizzati i modestissimi tratti dei primi lotti delle tangenziali di Varese e Como....(che per Como, è opportuno rammentarlo, consta di poco più di 2 chilometri di lunghezza e non risolve i problemi della nostra viabilità.)
Nella migliore delle ipotesi i comaschi dovranno accontentarsi di un'opera che l'ing. Rognoni di CAL definirà, da me incalzato, "utile solo per una densità di traffico al di sotto dei 10 mila veicoli al giorno, quando siamo già a 25 mila...".
A spacciar fumo ci si mette anche il presidente di Pedemontana, Fabio Terragni, che seppur molto meno categorico del presidente della Provincia di Como conferma la possibilità di ripiegare con onore sull'ipotesi della "galleria a canna unica".
Morale della favola, secondo noi qualcuno ha sbagliato a progettare il 2° lotto; qualcuno non ha vigilato e si è svegliato troppo tardi sostenendo improbabili tesi di "unica canna"; molti rischiano di non vedere la tangenziale tanto sospirata (intesa come una tangenziale vera, realizzata come Dio comanda!).
Noi vorremmo tanto sapere se i due lotti della tangenziale di Como risultano finanziati, o se prima il CIPE con la sua delibera del 2006 e poi il vice ministro Castelli hanno preso un grosso abbaglio. Al riguardo non ci sono certezze, stanti le motivazioni addotte anche dall'Ingegner Rognoni di CAL (Concessioni Autostradali Lombarde S.p.A.)

Sen. Alessio Butti

 
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LA MOBILITA' NEL FUTURO

    

    Dal Vangelo secondo

      RAFFY CATTANEO

 

 

 

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