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Polvere di Stelle

Post n°1 pubblicato il 13 Settembre 2014 da paolof2014

 

 

Polvere di Stelle

 

 

Una polvere di stelle era quel suo delicato roseo bacio puntellato tra gli zigomi brillanti delle guance di minuscole stelline,  umido impensato Minorenne luminoso Schiuso a me donato amato magro di vietato e d’impensato di negato,  e di velluto era il suo viso piccolo Fantasticato  di una notte
semplice che si fermò, quando lei mi baciò ma così dolcemente e delicatamente,
Spontaneamente sulla bocca senza una parola, tranne il piacere di baciarla e ribaciarla a mia volta Che avrei fatto di tutto perché esso era purpureo e puro come la polvere delle stelle che si posò un attimo E che svanì in un attimo Mentre io rimasi a interpellare me stesso pensando e ripensando le sue tettine e le sue stelline che di sicuro avrei amato.  Lei era così dolce e graziosa incantevolmente
bella e talmente pura era la sua pelle. 
Era pura e dolce e incantevole come la sua luna di quella notte di polvere luminescente che ti lasciava nella notte argentea,  ed era spontanea come quella del sogno che ti
lasciava perché a mezzanotte svaniva con il mare e i colli e l’altalena,  e il divampare dell’arco possibile dell’inutile, perché era lei viva e argentina così fanciulla e pura e bella che
così doveva restare nella polvere di quelle stelle,  Che non s’incontrano mai e che si sfiorano
per il piacere di dirti si amo la tua bellezza, di te amo tutto o qualcosa senza sapere cosa, perché sono venuta un attimo da te perché ti ho visto e ho visto in te tutto o qualcosa e io altrettanto, ho visto la tua femminea desiderabile stupenda lineare apparenza , ed eri piccola, la mia intima amica dei miei giochi e puri dei miei sogni più puri che ho avuto e che non ho avuto, la tua polvere di stelle quella pura polvere delle tue ciglia dei tuoi occhi delle tue labbra della tua bocca del tuo bacio piccolo di come allora, vero e latente.

Era lei la femmina degli amori che ti vengono attorno come bambini e che tu avresti senz’altro amato, ma che hai amato in quel momento spontaneo che non avresti mai pensato.

Ora è quella polvere di argenteo stupore che tu ora accarezzi attento a non sciuparla e che rivedi sparsa, della quale hai visto la bellezza, l’infanzia di quella giovinezza, il suo candore casuale riportato e che non sta più sulla terra, soltanto polvere di quelle stelle, ma delicatamente posatasi sulla tua pelle.

 

 
 
 

Nuova Poesia

Post n°2 pubblicato il 13 Settembre 2014 da paolof2014

 

 

 

Nuova poesia

 

 

 

La metrica rimane insita nella tradizione

(Simbolista )evocativa nei temi e significati

Plastici eterni della tradizione Petrarca- leopardi

Rimbaud- Campana- Ungaretti - Pasolinietc.

 

Fino ad arrivare alla totale combustione e

Fusione sintagmatica e sinergica nella musicalità

Sincretica abbracciante ogni espressione precedente( usandone i termini in totale abbandono e fuoriuscita) soprattutto musicalità

Musicalità e perdita conseguente

Del significato dove ogni parola

è di per sé stessa significante  ed evocativa

di immagini

vuole dare un’impressione

prefigurando

la perdita del significato

spezzettato nelle sue interne

particelle significanti

tutto deve stare nella nuova metrica

a musicare ridondanza di sillabe

parole legate fra loro

in significato di nuova esordiente

poesia d’autore

i significati trapelano fra le rime

risaltando nell’evocazione delle parole

dei loro legami e dei loro suoni.

 
 
 

Margherite

Post n°3 pubblicato il 22 Settembre 2014 da paolof2014

 

Margherite

 

Ci sono già le più timide spaurite

Margherite fra azulejos e i primi

Fiori celestini occhi di madonna

Piccolissimi occhi cielo d’avanguardia

Visibili appena appena sparsi vicini

In zolle della smossa morbida calpestio

Di terra tra l’humus delle foglie bianche

Grigie intrise secche o putrefatte mischiate

Ai singoli rametti fra gli arbusti

Rossicce frutti piccini bacche soleggiate

Ampie serbatoi d’erba verde gorgogliata

Ciuffi di detriti spogli e vividi spuntare

Spore muffe di colori primitivi vegetali

Malli delle noci mischia fertile la terra

Alla corteccia d’alberi ingiallite e fusti

Fustelli d’arbore ghiande di correnti

Rosicchiate dagli animaletti maschi

Gialle bianche tignosi e verdi muschi

Come i legnosi sterpi disciolti su panchine

Ecco foglie larghe bene cosparse

Su quel manto ecco piccoli cori

fluorescenti  rosse primule fra le zone

Umide e ancora ombrose verdi cardi

Qua e là zolle bagnate fanghiglia

Infiorescenza muschiate intarsi

Mentre il sole penetra fra gli grezzi rami spogli

Erti arbusti geminare foglie cosparse

Ravvolte bianche pallide di grigio perle

Avvizzite a ravvivare il giorno e umore

Passeggio della gente e gli agrifogli

Rami e vecchi vetusti mirti sempreverdi

E l’aria frizza il nastro delle luci d’aghifoglie

Azzurre delle voci e gridano sommesse

Prime voci un tempo di pastori e greggi

Stormire il vento velluto barboncini bianchi

Umidi musi soventi inavvertite margherite

Bianche piccole fuse ranuncoli di cori

Celestini fiori adolescenti infantili

D’orecchini piccoli bambini è il coro

Fiato preludio intriso sofferto soffocato

Aperto pesto misto franco effuso grinzo

Visibile non visto inavveduto annunzio

Rattristato bianco inappetente è attesa

Mista rattoppata algida freschezza curva

Ramata trucioli biancastri legno sparsi a terra

Acqua ai bordi e fanghiglia fra le pozze

E bolle spuntando fra gli sassi bianchi

Pietre levigati tondi grezzi stenti foglie

Rami e prime viste tizzi anime scompiglie

Mentre frizza l’aria ancora voci il verno

Azzurra non celeste ombrosa sola sole

Sera presto cinerea che perlustra l’angelo

Sirene e s’intrattiene un’erica pigiama

Di foglie muschiate a terra di rugiada

Di pulzelle il sole che incomincia vita

Al suolo destano suonano frizzanti

Al vespro la dimora il verde l’erba

Frusciante calpestio morbido fango

Al cielo modesti nascono sottofondi

Tepidi alloggi timidi non veduti primitivi

Fiori contorni al calpestio morbido frusciato

Legato in una scala sottotono il sole sfronda

Accorda rintocca e si prepara a dare

Annunzio diapason attenzione il primo LA

Ovunque sono già spuntate piccole cosparse

Insieme agli azulejos sui prati sparse cosparse margherite.

 

24 febbraio 2011

 
 
 

A wonderfull life in wonderfull world

Post n°4 pubblicato il 22 Settembre 2014 da paolof2014

 

C’è chi possiede tutto
a wonderful life in wonderful world

Campi pianure e
vastità della natura animata nella fattoria lussuosa

Dove nulla manca e che
svolge un lavoro che gli piace nei servizi più sociali

Sarà ovviamente
un’alta dirigente, che viaggia spesso e che va a roma

E che gode di ottima
stima e aspettativa di vita di salute e fa le cavalcate trekking con i pony e
il purosangue ch'essa più che ovviamente adora. A quel punto io miserabile mi
sento e come vincenzo monti (ma lui di certo miserabile non era anzi l'opposto),  le dedico una poesia

A luigia pallavicini
sperando che cada da cavallo, e che si possa almeno storcere un piede o
fratturare una caviglia

Ma non tanto di più,
una semplice soltanto sbucciatura della sua levigata e bianca pelle

Io sono un nero del
bronx mentre lei è musica nel vento ed è anche musicista ovviamente
plurilaureata. Ama i conigli i cani i gatti che possiede, le mucche, adora
le auto da corsa le barche a vela i motorshow e la montagna

Che quando stanca di
non si sa quale routine perché la vita è per lei bellissima in quanto sempre
varia e grande dono prezioso come sempre i suoi fantastici giochi e tutto
quello che fa e che soprattutto dice

Perchè sta
vivendo a wonderful life- magicaemy-in wonderful oz, monta in
sella alla sua moto di grossa cilindrata diventa centaura e giunge fino al
passo del gran san bernardo  16 ore di un suo personale record stabilito,
perché ama anche molto i cani delle nevi delle mute delle fute o dei passi
delle raticose.

Siccome è molto
disponibile verso tutti, una sera che ci trovammo per caso (lei col casco ed
una maglia di puro casmhire ricamata a mano, io scendendo
da una punto che diventai scemo per trovare un posto lungo quella
prospettiva del levante), ci ritrovammo in un semplice classico dei
più volgari pub mangiando insieme due crostini, dove mi confidò il suo
nuovo record che consisteva nell’avere raggiunto la sua abitazione sulla costa
azzurra, e poi d’essere arrivata nella località più pregiata della francia
della savoia o delle canne di provenza  o come meglio si chiama, e di avere viaggiato
ininterrottamente sulla sua moto per 25 ore di fila, al chè allibito, io
mi chiesi come fece ad andare in bagno, poi pensai che le donne di solito hanno
una resistenza molto superiore agli uomini.

Io nero del bronx mi
sono anche un poco vergognato, ma lei essendo nobile di animo ha insistito per
essere lei a pagare il suo crostino, così io ho pagato il mio, ma lei è nobile
di stirpe e suo fratello lavora alla scala di milano come

Direttore di qualcosa
o grande musicista bene non ricordo, insomma un pezzo grosso. Mentre mi parlava
ed essendone incantato,  a bocca aperta a piena voce ecc., che mi era
rimasta soltanto una nuvola al posto dei calzoni, guardavo anche nei miei
jeans  e nella mia maglia se avessi per caso qualche macchia. Mi confidò
il suo sogno ma era di una serenità e superiorità ineguagliabile,  che poi
era quello d’incontrare sull’autobus (lei prendeva l’autobus per i movimenti
urbani evidentemente le piaceva anche mischiarsi con la gente più comune) e di
conoscere un vero harleydavidson centauro super honda ontheroad con teschio
marlonbrando su ritratto in giubba pelle.  Insomma il suo uomo che
era il suo tram o desiderio giacchè una donna ha sempre tanti desideri
insoddisfatti, doveva essere assolutamente centauro.

Quello che è strano è
come facesse a mancargli l’amore e perché cercasse un uomo che avesse anche
del cuore, visto che comunque ovviamente già ce lo aveva e non le
mancava nemmeno un diesis un bemolle o un qualsiasi altro tipo di
accidente,

visto che ovviamente
aveva una vita bellissima e che stava benissimo e che era più che
soddisfatta, altissima levissima e purissima; ma la cosa ancor più strana è che
in treno di ritorno da roma un’altra volta che la vidi, mi disse che aveva
scritto una poesia

io la lessi la prima
volta e le espressi un mio pensiero, risaltandone in modo del tutto acritico le
virtù e le peculiarità di ciò che aveva scritto. Lei mi ignorò completamente e
fece del tutto finta di non avermi mai visto e di non conoscermi per niente,
non capii perché mi inviò in seguito una cartolina.

Io mi chiedo come mai
anche le persone che hanno tutto e che stanno così tanto bene con se stesse
Abbiano dei desideri se tutto quanto a loro è soddisfatto.

E perché mi pregò di
nuovo di dirle cosa pensassi io, della poesia che aveva scritto.

Io mi chiesi allora
come avesse fatto a scrivere quella poesia, ma senza
più stupirmi, perché la sua poesia era una rosa d'acqua porosa colorata
zuccherognola dolcificata, e parlava di non so quali bellissime cose o tempi,
che forse fosse una fata, che fosse una fiaba indiana, che fosse inesistente o
inventata?

O realtà vera era
vero, e io ero un nero e sono ancora nel bronx, qua dove aspetto quella nave
come otis redding in  sittin on the doch of the bay, o come nel racconto
di dublino, io sono un malfattore tenuto qua a vista, inchiodato sul mio visto
d’imbarco, e sarà allora la prossima mia ulteriore svista quando non vedrò più
niente e tutto sarà luce e voce e voce che si spegne e luce che si spegne,
adagio mentre dormo o in fretta mentre più non accorro e ligneo sarà il
calpestio e il brusio e il tempo mormorante di chissà che cosa

Cosa? Che se avessi
speso quel dollaro sarei salito dove? sulla giostra più giostrante vorticosa felicemente
folle della vita ? E se io già invece fossi stato già davvero su quell’altipiano
e ridisceso, chiamato in tanti modi ancora adesso come anche paradiso?

 




 

 
 
 

Impromptus

Post n°5 pubblicato il 22 Settembre 2014 da paolof2014

 

 

 

 

Impromptus


 

 

luci studi d'albe

vaghe scienze

toni chiazze

nitidi bagliori





splendori fusi

confusi chiaroscuri

spuntano vari

impulsi

dentro fuori

schizzi e tinte

improvvisi

nei sussulti

toni grigio chiari

chiavi della terra

impasti scuri umori

sbalzi gemiti tremori

come sordi lampi

dei brillii dei tuoni




improvvisi suona

risuona

 

al temporale

che rintocca tocca

che richiama

attorno e sfiora

nuovo sole





ora e ora che rispunta

ancora e dopo

spunta

e ancora dispiegando

forti deboli spazi

luci

 

d'ascesa discendendo

scale. oscure chiare.

 





impromptus.

 

 

( o dell’inamoramento imprevedibile )

 

 

 
 
 
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