Creato da paolof2014 il 13/09/2014
poesia lirica, prosa poetica, prosa, racconti, scritture, soprattutto poesia
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Post n°1 pubblicato il 13 Settembre 2014 da paolof2014
Polvere di Stelle
Una polvere di stelle era quel suo delicato roseo bacio puntellato tra gli zigomi brillanti delle guance di minuscole stelline, umido impensato Minorenne luminoso Schiuso a me donato amato magro di vietato e d’impensato di negato, e di velluto era il suo viso piccolo Fantasticato di una notte Era lei la femmina degli amori che ti vengono attorno come bambini e che tu avresti senz’altro amato, ma che hai amato in quel momento spontaneo che non avresti mai pensato. Ora è quella polvere di argenteo stupore che tu ora accarezzi attento a non sciuparla e che rivedi sparsa, della quale hai visto la bellezza, l’infanzia di quella giovinezza, il suo candore casuale riportato e che non sta più sulla terra, soltanto polvere di quelle stelle, ma delicatamente posatasi sulla tua pelle.
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Post n°2 pubblicato il 13 Settembre 2014 da paolof2014
Nuova poesia
La metrica rimane insita nella tradizione
(Simbolista )evocativa nei temi e significati
Plastici eterni della tradizione Petrarca- leopardi
Rimbaud- Campana- Ungaretti - Pasolinietc.
Fino ad arrivare alla totale combustione e
Fusione sintagmatica e sinergica nella musicalità
Sincretica abbracciante ogni espressione precedente( usandone i termini in totale abbandono e fuoriuscita) soprattutto musicalità
Musicalità e perdita conseguente
Del significato dove ogni parola
è di per sé stessa significante ed evocativa
di immagini
vuole dare un’impressione
prefigurando
la perdita del significato
spezzettato nelle sue interne
particelle significanti
tutto deve stare nella nuova metrica
a musicare ridondanza di sillabe
parole legate fra loro
in significato di nuova esordiente
poesia d’autore
i significati trapelano fra le rime
risaltando nell’evocazione delle parole
dei loro legami e dei loro suoni.
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Post n°3 pubblicato il 22 Settembre 2014 da paolof2014
Margherite
Ci sono già le più timide spaurite Margherite fra azulejos e i primi Fiori celestini occhi di madonna Piccolissimi occhi cielo d’avanguardia Visibili appena appena sparsi vicini In zolle della smossa morbida calpestio Di terra tra l’humus delle foglie bianche Grigie intrise secche o putrefatte mischiate Ai singoli rametti fra gli arbusti Rossicce frutti piccini bacche soleggiate Ampie serbatoi d’erba verde gorgogliata Ciuffi di detriti spogli e vividi spuntare Spore muffe di colori primitivi vegetali Malli delle noci mischia fertile la terra Alla corteccia d’alberi ingiallite e fusti Fustelli d’arbore ghiande di correnti Rosicchiate dagli animaletti maschi Gialle bianche tignosi e verdi muschi Come i legnosi sterpi disciolti su panchine Ecco foglie larghe bene cosparse Su quel manto ecco piccoli cori fluorescenti rosse primule fra le zone Umide e ancora ombrose verdi cardi Qua e là zolle bagnate fanghiglia Infiorescenza muschiate intarsi Mentre il sole penetra fra gli grezzi rami spogli Erti arbusti geminare foglie cosparse Ravvolte bianche pallide di grigio perle Avvizzite a ravvivare il giorno e umore Passeggio della gente e gli agrifogli Rami e vecchi vetusti mirti sempreverdi E l’aria frizza il nastro delle luci d’aghifoglie Azzurre delle voci e gridano sommesse Prime voci un tempo di pastori e greggi Stormire il vento velluto barboncini bianchi Umidi musi soventi inavvertite margherite Bianche piccole fuse ranuncoli di cori Celestini fiori adolescenti infantili D’orecchini piccoli bambini è il coro Fiato preludio intriso sofferto soffocato Aperto pesto misto franco effuso grinzo Visibile non visto inavveduto annunzio Rattristato bianco inappetente è attesa Mista rattoppata algida freschezza curva Ramata trucioli biancastri legno sparsi a terra Acqua ai bordi e fanghiglia fra le pozze E bolle spuntando fra gli sassi bianchi Pietre levigati tondi grezzi stenti foglie Rami e prime viste tizzi anime scompiglie Mentre frizza l’aria ancora voci il verno Azzurra non celeste ombrosa sola sole Sera presto cinerea che perlustra l’angelo Sirene e s’intrattiene un’erica pigiama Di foglie muschiate a terra di rugiada Di pulzelle il sole che incomincia vita Al suolo destano suonano frizzanti Al vespro la dimora il verde l’erba Frusciante calpestio morbido fango Al cielo modesti nascono sottofondi Tepidi alloggi timidi non veduti primitivi Fiori contorni al calpestio morbido frusciato Legato in una scala sottotono il sole sfronda Accorda rintocca e si prepara a dare Annunzio diapason attenzione il primo LA Ovunque sono già spuntate piccole cosparse Insieme agli azulejos sui prati sparse cosparse margherite.
24 febbraio 2011 |
Post n°4 pubblicato il 22 Settembre 2014 da paolof2014
C’è chi possiede tutto Campi pianure e Dove nulla manca e che Sarà ovviamente E che gode di ottima A luigia pallavicini Ma non tanto di più, Io sono un nero del Che quando stanca di Perchè sta Siccome è molto Io nero del bronx mi Direttore di qualcosa Quello che è strano è visto che ovviamente io la lessi la prima Io mi chiedo come mai E perché mi pregò di Io mi chiesi allora O realtà vera era Cosa? Che se avessi
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Post n°5 pubblicato il 22 Settembre 2014 da paolof2014
Impromptus
luci studi d'albe
al temporale
d'ascesa discendendo
( o dell’inamoramento imprevedibile )
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