E ancora persiste
nel divenire ogni passo il tempo
orientato verso l'assenza,
ininterrottamente a svelarmi
il tuo crescere arcaico
e a farne nostalgia.
In fin dei conti la vita
è un vivaio che soffoca
e smorza veterani deliri
e da protezione
ad ogni parola che si emette
e svincola da una intermittenza
svigorendola in un vuoto
di forze che ciondola.
In ognuna di esse l'incisività
ce la mettevi tu
che eri la combustione
di un pensiero e di un corpo
che sarebbero stati altro.
Ti ho idolatrato di più prima,
ti amo di più ora,
se ti penso dopo questo corpo
è perché ho la lusinga
che non sia incessante
l'inventiva dell'atto carnale
ma l'incaponirsi della leggiadria
labile ed effimera in esso,
indistinto e dissimulato
dal ricordo.