Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Editoriali da mandare a memoria e da leggere nelle scuole di ogni ordine e grado.

Post n°3155 pubblicato il 26 Aprile 2024 da fedechiara
 

Un editoriale da mandare a memoria e affiggere sui cantoni delle vie e delle piazze. Claudio Velardi scrisse:
(...) Perchè ognuno di noi fa fatica a prendere atto che il mondo cambia ogni giorno (è questa la sua meraviglia), costringendoci a modificare punti di vista e a smentire noi stessi, a tenere in movimento e in allenamento il cervello.
Vera, oppure no, la frase attribuita ad Albert Einstein: 'La memoria è l'intelligenza degli idioti.' mi sembra fulminante nella sua verità. (...)
Leggetevi l'articolo per intero - è una rara pagina di sensatezza in tanta imbecillità lasciata libera di ferire nel corso delle belluine cose che leggiamo in cronaca il 26 di aprile, dopo i nefasti di scontri, insulti ed altre infiammazioni neuroniche dei manifestanti 'antifa'.

 
 
 

La Resistenza-Zelig degli Infiammati cronici e recidivi.

Post n°3154 pubblicato il 26 Aprile 2024 da fedechiara
 

I cattivi maestri di una Resistenza piegata alla 'narrativa di guerra'. 25 aprile 2022

Dunque (conclusivo). Ti svegli una mattina di domenica ('mi sono svegliato una mattina...') e l'invasor di turno da vituperare è quello stesso di Stalingrado e della scoperta dei campi di concentramento in corso di avanzata, ma il compito che si è dato l'odierno 'invasore' è lo stesso di ieri: 'denazificare' una nazione confinante ieri satellite fedele, ma oggi schierata con il nemico storico occidentale - e armi a tonnellate e soldi a palate da oltreoceano e dall'Europa succube per farne l'ennesimo baluardo della 'cintura difensiva' (sic) Nato.
Ditemi voi quale 25 aprile vorrete celebrare – con un presidente a vita schierato politicamente con gli stolti maggiorenti Nato bellicisti ad oltranza e un presidente del consiglio drago che aspira (dicono) a diventarne il prossimo segretario plenipotenziario.
E vanno a farsi benedire nel letamaio della Storia tutte le rappresentazioni improbabili e vetuste di quella poveretta che invocava il partigiano di '...portami via, che mi sembra di morir.'
Già, perché non è più questione di libertà chiare e solari (defending freedom, scrivono gli Ucraini, resistenti a modo loro) e dei 'boys' multietnici con il chewing gum in bocca e la cioccolata da regalare agli scugnizzi e il 'rock and roll' nelle sale diroccate - che sbarcavano ad Anzio e in Sicilia acclamati dal popolo dei voltagabbana - bensì di una nazione confinante con il 'nemico storico russo' in cui si è 'importata la democrazia' americana al modo dei paesi arabi (leggi C.i.a. nei 'fatti di Maidan'), ma che qui ha attecchito benissimo grazie alla collaborazione fattiva dei fieri nazistoni del 'battaglione Azov', di cui alle note efferatezze e belluinità commesse nella 'guerra del Donbass' di otto anni fa.
E 'festeggiare' il 25 aprile con questi po' po' di aggiustamenti storici partigiani a spanne (nel senso della vigliacca 'partigianeria' di post moderna fazione e partito preso) è davvero impresa ardua e da non capirci più niente della Storia che ci dovrebbe essere 'magistra', ma è, invece, cattivissima maestra, al pari con quelle figure istituzionali che straparlano e a sproposito di una Resistenza somigliante a quella presente dell'Ucraina - e mandano armi a tonnellate e soldi a palate al fine di continuare la guerra per procura Nato ad alto rischio di prossime esplosioni termonucleari.
I cattivi maestri sono tra noi, s-governanti di grido al vertice delle istituzioni, ahinoi.
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“Ucraina: le maschere della rivoluzione” — 2016 (sub-ITA) VIDEO
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“Ucraina: le maschere della rivoluzione” — 2016 (sub-ITA) VIDEO
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Infiammazioni antibiotico resistenti.

Post n°3153 pubblicato il 26 Aprile 2024 da fedechiara
 

Di infiammazioni e distinzioni. - 25 aprile 2016

Appartengo alla generazione degli Infiammati – che viene da 'fiamma' e quindi passione e fuoco di partecipazione e fazione politica e i nefasti furori conseguenti. Peccati di gioventù che l'età senile tempera e riscatta con le riflessioni pacate e con più larga inseminazione di 'ragione' che fronteggia il 'sentimento' ormai lontano negli anni.
Gridavamo nei cortei, 'Il 25 Aprile è nata una p....... e l'hanno nominata Democrazia Cristiana' e avevamo torto, oggi lo so, perché tutto il malaffare e il mal agire pubblico e lo s-governo e gli scandali e le ruberie che hanno distrutto quel pachiderma politico (e, oggi, il suo erede Forza Italia: grandioso esempio della 'Storia che si ripete in farsa') non giustificavano un'invettiva così rabbiosa e il malanimo e il furore che hanno portato, poi, agli 'anni di piombo' e al terrorismo delle Brigate rosse.
La Democrazia Cristiana fu anche un grande partito di popolo. Popolo moderato, è vero, - e sappiamo dalle attente letture della cronaca che si mutava in Storia quanto male abbia fatto all'Italia il 'moderatismo' usato come scudo politico e clava contro l'altro polo della storia d'Italia: il polo social-comunista - lungamente escluso dal potere e per questo logorato, come lo coglionava l'Andreotti-belzebù, buonanima, e affermava: 'Il potere logora chi non ce l'ha.'
E quella pacatezza della ragione che l'età coltiva mi portava a notare, - ascoltando l'intervento di un vecchio 'partigiano' non pentito a 'Primapagina' che paragonava i fatti della Resistenza alle 'nuove resistenze' di oggi, id est schierarsi con gli infiammati 'no borders' nostrani e lanciare anatemi e frasi ingiuriose contro gli austriaci 'fascisti', a sentir lui, che chiudono il Brennero all'ondata di tsunami immigratoria che, per decenni, noi italiani non abbiamo saputo/voluto governare e l'abbiamo lasciata tracimare a nord delle Alpi – quella pacatezza della ragione, dicevo, mi fa notare lo 's-ragionamento' e l'invettiva cretina del radio-ascoltatore che lo stesso Sansonetti, il conduttore della trasmissione, stigmatizzava e rimandava al mittente.
Perché 'misiar 'e verze' della Storia è sempre un'operazione idiota e di neuroni rattrappiti nei loro angoli e nicchie encefaliche mai scopate e lavate; e dire 'fascisti' agli austriaci e a tutti gli altri popoli che hanno chiuso le frontiere - per le ovvie ragioni degli altissimi numeri di migranti che si muta in 'onda di tsunami' capace di travolgere le economie e i faticosi equilibri sociali, (come si è mostrato nelle famigerate 'banlieues' parigine dei 'foreign fighters' radicalizzati sul web' e nel famigerato quartiere islamico di Moellenbeck che offriva covi protetti e complicità ai terroristi assassini) – è stupidaggine antica che non sa coniugare le evidenze dei fatti e le necessarie distinzioni e antepone le ruggini del sentimento antico di fazione politica alle clarità della ragione, che pure ha ispirato le sinistra giacobina delle origini - la Dea Ragione che studiavamo sui banchi di scuola.
Che il 25 aprile vi sia giorno ragionevole e sereno, oh popolo di infiammati buonisti e partigiani immaginari tuttora adusi alle vetuste e inutili invettive.
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Nuove liberazioni.

Post n°3151 pubblicato il 25 Aprile 2024 da fedechiara
 

Quei festaioli de 'la Repubblica' ce la sbattono così, a tutta pagina con una magnifica vignetta di Altan. Vogliono 'farci la Festa' a noi dell'infame governo di destra, liberare l'Italia da quella stessa democrazia che sostengono essere 'cosa loro', leggi l'editoriale a lato del direttore esimio, e se ne fanno un fregio di lontani eroi belligeranti che seppero opporsi al nazi fascismo e vinsero e imposero la loro giustizia (Norimberga) e le loro istituzioni nuove e i balli e le feste che, a 79 anni di distanza, ancora ci vedono divisi e impossibilitati a parteciparvi a causa dell'uso politico che si è fatto e si continua a fare di quella ricorrenza ormai vetusta e variamente acciaccata – vedi i fatti di stamattina che vedono contrapposti nelle piazze gli esagitati 'propal' casseurs e la mitica 'Brigata ebraica' che si fregia anch'essa della coccarda resistenziale.
E non se ne va fuori se non scuotendo il capo e pronunciando la fatidica frase 'A da passa' 'a nuttata'. e noncurando quei vandali sedicenti 'antifa' e promuovendo piuttosto le festività regionali di San Marco con relativo 'bocolo', come si vede in giro per le calli a Venezia.
Perché è un dialogo tra sordi, un battibecco di fazioni opposte che non porta a nulla – ed è inutile ricordare a quegli infiammati partigiani immaginari che ognuno e tutti i presenti ministri e il loro capo in testa hanno giurato solennemente nelle mani del capo dello Stato di 'essere fedeli alla repubblica', con ciò lasciandosi alle spalle la controversa militanza post bellica ed ogni ammennicolo post fascista preteso.
No, non vale, occorre ognora e sempre ricordare il marchio di infamia e riproporre la Liberazione come un combattimento tra galli chiusi nelle stie della asfittica politica nostrana, un uso politico della Festa aberrante e stupido e che non trova il 'consenso degli Italiani' - che continuano a votare a destra nella speranza di una transizione epocale che dimentichi gli odi e gli orrori e gli errori fatali commessi in quella temperie bellica e le mosche cocchiere partigiane che dicevano di 'aver liberato l'Italia', dimenticando i più convincenti battaglioni degli Alleati che risalivano la penisola ormai in disarmo.
E se proprio si vuole 'fare Festa' ed evocare i balli e le canzoni di una festa rinnovata nei contenuti io vi propongo 'La Carmagnole' dei Francesi al posto della lagnosa 'Bella ciao'.
Un periodo storico più facile da interpretare e condividerne i valori di riferimento malgrado la distanza storica e l'acqua che è passata sotto ai ponti.
Senza dimenticare gli orrori che si sono visti ai piedi delle 'guillotines' e i massacri della Vandea – e il seguito tragicomico del Napoleone-imperatore e la sua 'campagna di Russia' che azzerò il suo esercito totipotente (se ne ricordi Macron prima di inviare i suoi soldati in Ucraina).

 
 
 

Tormentoni.

Post n°3150 pubblicato il 25 Aprile 2024 da fedechiara
 

Tutti quei 25 aprile del nostro scontento.- 25 aprile 2021 ·

Ascanio Celestini è un attore straordinariamente facondo e inarrestabile. Gli invidio la memoria torrentizia dell'attore di monologhi – che manda a memoria un numero impressionante di parole e le sciorina, perfettamente scandite e pausate e interpretate, davanti al pubblico stupefatto e attonito per la prova gigantesca.
Ma nel monologo di oggi di 'Radio Clandestina', andato in onda sul canale 23 della rai in occasione della festa della Liberazione, l'effetto della sua recitazione è straniante, quasi fumettistico.
E il torrente delle sue parole in libertà ci rappresenta un'Italia in pieno marasma di eventi bellici tragicissimi e una Roma fitta di gente impaurita e schizofrenica: morituri che festeggiano clandestinamente l'annunciata liberazione dal nazifascismo in una città occupata militarmente dal tedesco inviperito per il voltafaccia fatale che lo espone alla sconfitta.
E ci passano davanti agli occhi le strips delle fucilazioni e delle spoliazioni: 50 chili d'oro in 36 ore dagli ebrei romani poi deportati, malgrado le promesse di salvezza, e le fosse Ardeatine con i cadaveri tirati fuori dalle cave già in fase di avanzata decomposizione e ricomposti e riconosciuti da amici e parenti chi per un dente rotto chi per una giacchetta da ferroviere.
E mi interrogo (non solo io) sulle responsabilità dei maggiorenti della guerra partigiana nel centro Italia di intervenire militarmente con azioni di 'commando' contro i tedeschi in ritirata che esponevano la popolazione civile alle ritorsioni e le decimazioni.
Una pagina di storia controversa e ampiamente dibattuta in passato, ma seppellita sotto ai sacrari dei civili caduti e travolta dai peana e dagli osanna di una Resistenza fiera e impavida e bella ciao.
E ieri guardavo per la terza o quarta volta quel bellissimo film dei Taviani 'La notte di san Lorenzo' con la scena madre del fascista colpito e ucciso in un campo di grano dalle lance dei partigiani-guerrieri greci - dentro ai grandi occhi stupiti della ragazzina-io narrante - e il copione della tragedia italica e dei paesi indifesi in cui si consumavano le stragi e le ritorsioni e le decimazioni dentro e fuori le chiese era lo stesso: i civili, uomini, donne, vecchi e bambini, che pagano un debito di sangue enorme e terribile al nemico in ritirata inviperito per il tradimento militare.
Ma non si dice: 'Al nemico che fugge ponti d'oro'? Perché non inquadrare le milizie partigiane in battaglioni annessi alle truppe alleate in risalita da sud e braccare i tedeschi in ritirata accelerandone l'evacuazione? La Storia non si fa con i 'se' e con i 'ma' e tuttavia la questione è stata posta e gli storici l'hanno dibattuta e forse qualche massacro ce lo saremmo risparmiato.
E, ancora una volta, è nello specifico delle pagine della Storia e negli interrogativi drammatici che ci presenta che si compie il rito della Memoria - che non è celebrazione, bensì rappresentazione dei fasti e dei nefasti e analisi puntuale delle parti in tragedia e dei protagonismi colpevoli.
Ma dalle rievocazioni teatrali e cinematografiche basate su quei fatti lontani sembra uscire, invece, un coro ineluttabile da tragedia greca dove i mortali sono marionette agite dagli dei olimpici e sopra tutti impera il nero Fato col seguito delle Parche.
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La ''Radio Clandestina'' di Ascanio Celestini
La ''Radio Clandestina'' di Ascanio CelestiniRAI.ITLa ''Radio Clandestina'' di Ascanio Celestini
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