Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi di Gennaio 2017

Giove e i Titani - atto secondo

Post n°352 pubblicato il 31 Gennaio 2017 da fedechiara
 

E’ la riproposizione della mitica lotta tra Giove e i Titani. E Giove era il prototipo, l’archetipo del ‘fascista’ che i mitici Titani, riottosi e strenui difensori multietnici del loro mondo caotico e primitivo, avversavano fieramente.
Ma non è detto che finisca in egual modo. Che il ‘fascista’ Trump/Giove, cioè, riesca a imbrigliare i suoi molti, troppi nemici le cui strida e alti lai si amplificano vieppiù ad ogni suo atto di governo e firma sui controversi e assai discussi provvedimenti di limitazione degli ingressi nel paese che lo ha eletto.
Però, noi viaggiatori dell’Occidente, curiosamente accettiamo di buon grado – se decidiamo di viaggiare in Iran o in altri paesi compresi nella lista dei sette paesi islamici designati quali ‘indesiderati’ – di correre nelle ambasciate/consolati di pertinenza e chiedere rispettosamente (e pagare profumatamente) un visto che gli occhiuti funzionari e agenti della dogana sottoporranno a severo controllo negli aeroporti di ingresso del paese.
Ma Trump governa la maggiore democrazia del pianeta, un porto di mare multietnico, mi obbietteranno i giornalisti pellerossa della riserva indiana di radio3 – che hanno mantenuto almeno un residuo senso dell’ironia e hanno fatto spallucce radiofoniche a quell’ascoltatore che gli chiedeva come mai, da mesi e mesi a questa parte, sembra di ascoltare la radio libera di un qualche centro sociale e i ‘no borders’ dai neuroni infiammati e impazziti come gli elettroni di un atomo sul punto di disgregarsi.
Faziosità al diapason, la loro, e cassa di risonanza di una pretesa ‘riscossa democratica’ degli sconfitti delle elezioni americane.
Chi vivrà vedrà e presto sapremo se i giudici/titani dell’America furiosamente multietnica che si oppongono ai provvedimenti di Trump e lo avversano a botte di ricorsi alla Corte Costituzionale riusciranno a incatenare il novello Giove alla mitica roccia e mandargli ogni mattina nuova la mitica aquila che gli strappa il fegato o il cuore.

 titani11

 
 
 

Le 'fake news' e la ridotta pellerossa dell'informazione rai

Post n°351 pubblicato il 30 Gennaio 2017 da fedechiara
 

Se si vuole avere una idea precisa di quanto sia scivolosa la china che le sinistre europee – e quella italiana in particolare – hanno deciso di volere discendere col censurare le cosiddette ‘fake news’ basta ascoltare la mattina ‘radio 3 mondo’ e i programmi di informazione di radio 3 in genere.

Non ho monitorato scrupolosamente gli altri canali rai che, peraltro, non brillano per autonomia di giudizio e i cui vertici sono ancora sotto la zampa autoritaria dei nominati di Renzi (lo saranno fino alle prossime elezioni e faranno il loro sporco lavoro per condizionarne gli esiti) ma radio 3 è una vera e propria ridotta pellerossa, una riserva indiana dell’informazione buonista che continua a sparare a palle incatenate ogni minuto secondo contro Trump e la signora May con toni e scelte di ‘fake news’ e ‘post verità’ spacciate per pareri autorevoli e insindacabili dei ‘giornaloni’ che dicono tutto il male possibile del presidente americano e delle sue scelte di severa politica immigratoria – e tutt’ora si spendono a favore della maledetta ‘globalizzazione’ che ci ha precipitato nella crisi economica globale ormai sono vent’anni e, forse, non ne usciremo vivi.

E assistiamo/ascoltiamo le rivolte annunciate e prevedibili (ahi quanto!) dei globalisti e buonisti associati di ogni risma che si indignano e manifestano contro le misure di argine e contenimento anti terroristico firmate da Donald Trump e sapevamo che non sarà facile ricondurre a ordine e governo l’immenso caos di un mondo rotto quale ci hanno consegnato le sinistre europee di s-governo e l’amministrazione Obama, – finalmente entrata nel cono d’ombra post elettorale e che non rimpiangeremo se non per l’assunto popolare che afferma che ‘il peggio non è mai morto’ e che ‘se si semina vento si raccoglie tempesta’.

E il vento delle catastrofi annunciate delle immigrazioni senza freno e argine è sotto gli occhi di tutti e ben leggibile nelle cronache degli attentati terroristici di Parigi, Nizza e Berlino e solo le ‘fake news’ della rai embedded e dei giornaloni schierati a favore di un buonismo cieco e colpevole riescono a nascondere l’evidenza che, dove la presenza islamica è all’otto per cento del totale della popolazione indigena, ivi è il regno della paura e dell’insicurezza sociale – e le orrende periferie urbane dei ghetti di nuova immigrazione covano il sonno della ragione e ospitano i mostri degli attentati che verranno – come mi confidava un mastro birraio a Bruxelles, l’estate scorsa, e concludeva sconsolato: ‘On sait bien que ce n’est pas fini.’
Non è certo finita, ahinoi, e viviamo vite blindate e rabbiose a causa dell’insensatezza delle politiche immigratorie di un’ Europa stolidamente buonista e abbiamo solo il fragile e insufficiente strumento del voto per cacciare dalla scena pubblica i responsabili di tanto disastro civile.

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Il mondo rotto (3)

Post n°350 pubblicato il 23 Gennaio 2017 da fedechiara
 

E’ successo. Che le elezioni americane sono state vinte da un certo Donald Trump grazie allo specialissimo meccanismo elettorale che premia i caucus e i grandi elettori dei singoli stati e non la somma dei singoli voti elettorali. E il popolo che ha perso le elezioni può presentare istanza di annullamento presso le sedi amministrative e costituzionali competenti per denunciare irregolarità ed eventuali brogli, ma, una volta eletto e insediato, il presidente degli Stati Uniti è colui che ha vinto le elezioni, punto. Se ne facciano una ragione gli oppositori e si lecchino le ferite e si chiedano dove hanno sbagliato le politiche dei loro campioni messi nell’angolo e ‘knocked out’.

Elementare, direbbe Sherlok Homes, ma per la ‘marea umana’ – come l’hanno definita quasi tutti i media televisivi e i giornalisti dei ‘giornaloni’ alla loro quarta crociata (tu nota i sostantivi e gli aggettivi smaccatamente partigiani) – elementare non è, e continuano a sfilare imperterriti e a manifestare contro ‘l’intruso’, il ‘mostro’, il ‘fascista’ Donald per chissà che strane ragioni ed elucubrazioni fantasiose di parte avversa.

Già, perché se l’evidenza di buongoverno casalingo dei ‘democrats’ e la loro azione geostrategica sullo scacchiere medio orientale fosse stata da tutti ugualmente leggibile e chiara e condivisibile – se non ci fosse stata l’esplosione mondiale incontrollata del terrorismo assassino, che ha in Siria e in Iraq il suo covo di serpenti, se non ci fossero stati i morti e i feriti nelle strade e piazze e nei teatri e gli aeroporti di Parigi, Bruxelles, Nizza e Berlino, nessuno si sarebbe sognato di denunciare la follia di un ‘mondo rotto’ e globalizzato che è il cavallo di battaglia zoppo e ferito dei ‘democrats’ e delle sinistre europee di s-governo degli ultimi due lustri.
E non avremmo avuto la ‘brexit’ e Hofer a un passo dal governo in Austria e la crescita dei cosiddetti ‘populismi’ all over the world e le frontiere chiuse in Europa e l’imbonitore fiorentino dallo slogan atroce de:’ Salviamo vite’ se l’evidenza di un mondo globalizzato fosse tale da dirci che viviamo nel migliore dei mondi possibili.

Per tutto ciò esposto e ripreso dalle cronache dell’ultimo lustro di sgomento e affanno globale diciamo che Donald Trump, il ‘mostro’ politico demonizzato da tutti i media ‘buonisti’ e dalle pretese ‘intelligentsia’ liberal e democrats, è il sotto prodotto di un dramma epocale avviato a un suo prossimo ‘cupio dissolvi’ e che solo provvedimenti altrettanto drammatici di contrasto al mondo rotto e malamente globalizzato delle cattive immigrazioni e dei fallimentari ‘liberi commerci’ che saranno assunti dalla sua amministrazione potrebbero arginare e contenere.
Di certo non risolvere, perché l’ampiezza del dramma e della ‘catastrofe umanitaria’ globale lasciata esplodere nel tessuto sociale dell’America e dell’Europa dagli s-governanti europei e dall’amministrazione Obama è di tale enormità che non basteranno i due prossimi lustri a disinfiammarla.

Attendiamo fiduciosi l’esposizione di un nuovo ‘new deal’ non vanamente retorico da parte dei ‘democrats’ che sfilano per le vie e le piazze di Washington, qualcosa di diverso e meno privo di senso e vuota retorica dell’obamiano ‘yes we can’.
Perché non ci è ancora chiaro che cosa abbiano potuto, Obama e i suoi ‘democrats’, a parte l’aver condotto il mondo sull’orlo di una catastrofe globale che peggio è davvero difficile immaginare.

Ogni suggerimento e chiarimento in proposito è gradito.

 100.000 per la Questura. Marciare fa bene alla

 
 
 

Parce sepulto

Post n°349 pubblicato il 18 Gennaio 2017 da fedechiara
 

E, non diversamente da un archeologo al lavoro sul campo, estraggo dal fondo dei cassetti gli oggetti dimenticati e 'in sonno' e li valuto per il peso e l'ingombro e l'inutilità prossima e futura – eppure li ho identificati e comperati per un uso che il tempo ha cancellato e sono stati relegati in seconda e terza fila nei polverosi scaffali e lì dimenticati, non diversamente dalle nostre vite in quest'era senile crudele in cui ci addentriamo sospettosi e rabbiosi e incerti, -ma non era da meno, nel suo farsi e definirsi, l'era lontana della giovinezza e dell'età adulta e solo la forza dei muscoli e dei tendini e dei nervi ci accompagnava nelle imprese quotidiane e ci diceva guerrieri vincenti.

E l'archeologia domestica degli scatoloni e degli scaffali finalmente vuoti e pronti per il passaggio di mano a qualche sconosciuto usufruitore ti rimanda, nel correre dei pensieri oziosi, a tutta l'archeologia sociale e politica dei giornali che leggi distrattamente mentre ne avviluppi gli oggetti più fragili. 
Epopee di carta e parole in cui abbiamo vissuto e combattuto battaglie di avanguardia e di retroguardia e mi passano davanti agli occhi Craxi e i craxiani e i 'favolosi' Ottanta della Milano da bere e da cantarne i peana dei socialisti ambrosiani arrembanti sugli altari di Montecitorio, ma poi nella polvere dei 'mariuoli' di Mario Chiesa e del Pio albergo Trivulzio. 
E, ancora, lo tsunami di 'Mani Pulite' - che sembrava consegnarci il trofeo ambitissimo di una vittoria contro la corruzione dilagante nella prima repubblica, ma oggi siamo ancora lì nei pressi: corrotti e corrompibili alla terza e quarta crociata perché è una fede, quella del rubare e malversare nella cosa pubblica, e una religione da cui mai riusciremo a congedarci, diversamente da questo mio riempire scatoloni e sacchi e valigie e cercare invano un riconoscimento e una identità del passato che sempre più ci guarda con occhi vitrei e distanti.
E non siamo più quelli che siamo stati e viviamo vite a compartimenti stagni e mostriamo le 'spalle al futuro' perché apparteniamo ad ogni presente che si fa subito passato e 'paesaggio nella nebbia' come nel film di Anghelopous - che narrava di bambini sperduti e di storie patrie brumose e che 'non macinano più', come tutta l'acqua che è 'passata sotto i ponti' delle nostre vite e trascina seco i sedimenti dei monti che abbiamo scalato e della terra che abbiamo calpestato e ci ricoprirà, prima o poi. Parce sepulto.

L'immagine può contenere: montagna, cielo, nuvola, spazio all'aperto, natura e acqua
L'immagine può contenere: una o più persone, persone in piedi, cielo, spazio all'aperto e natura
L'immagine può contenere: albero, pianta, spazio all'aperto e natura

 
 
 

Giova ricordare (4) I tortuosi percorsi mentali dei buonisti

Post n°348 pubblicato il 13 Gennaio 2017 da fedechiara
 

13 gennaio 2016

Chapeau 
Per dare un'idea del dialogo tra sordi tra le opposte fazioni buoniste/cattiviste (si fa per dire e semplificare) su come va il mondo e quali piccolissimi rimedi e inutili impiastri mostriamo nella vetrina della farmacia nostra occidentale che speriamo leniscano le offese e le ferite inferte al vivere civile vi riferisco il 'percorso mentale' di un professore esimio della locale Università degli studi nonché curatore e organizzatore di sondaggi su tutte le questioni del nostro vivere civile: Ilvo Diamanti, - questa settimana lettore delle prime pagine dei giornali su Radiotre.
Riferiva dell'Europa demograficamente sempre più vecchia, l'esimio professore, e dei provvedimenti dei governi europei che, a sentir lui, sono in grande maggioranza orientati a garantire il benessere dei vecchi contro la precarietà e il malessere dei giovani – vecchia polemica e stantia che ha fatto la fortuna del nostro imbonitore nazionale Renzi Matteo: il principe dei rottamatori, oggi in affanno sulla questione delle banche che falliscono una dopo l'altra e i correntisti e i clienti azionisti ridotti al ruolo di pirla che se la sono presa in quel posto e vale l'italica legge del menga e addio a tutti i loro sudati risparmi.
E concludeva, scorato, il bravo Ilvo, commentando da par suo: 'E ci meravigliamo del fatto che i giovani migranti corrono a frotte e barconi per riempire questo vuoto.'
Come se lo spaventoso fenomeno migratorio e i suoi numeri impazziti e i suoi drammi fossero il naturale fenomeno fisico dei vasi comunicanti: da accettare allargando le braccia, benché questo travaso e riempimento avvenga in clamorosa violazione di norme e trattati e frontiere e leggi e regolamenti degli Stati membri dell'Unione e ci affanni quotidianamente con le cronache di tragedie annunciate e anni orribili che si susseguono uno dopo l'altro.
Come se tutta la cronaca di questi ultimi anni: di clandestini e 'migranti economici' aggregati ai pochi profughi e che rifiutano di dare le generalità e le impronte e vagano indisturbati per lo spazio-Schengen senza arte né parte – come ci ha sempre rimproverato l'Europa rifiutando per questo di avviare la redistribuzione – non contasse un accidente di nulla e i fatti di Charlie Hebdo e i quartieri-ghetto di Parigi e Bruxelles dove la polizia ha paura di mettere piede e che ospitano i covi dei terroristi non significhi nulla - e nessuna politica di contenimento e di nuovo ordine e convivenza pacifica ed efficaci risposte al 'disagio sociale delle periferie' sia possibile.
Dobbiamo, perciò, 'mettercela via', noi europei storici e indigeni da molte generazioni - a detta del pensiero 'buonista' - perché siamo vecchi e 'largo ai giovani' da dovunque provengono e sebbene le loro culture e tradizioni e comportamenti conseguenti (vedi i fatti di Colonia e Zurigo e Helsinki) si mostrino indigeribili e criminali - e indipendentemente dal fatto che lo sviluppo economico del vecchio continente non decolla, malgrado la caotica immissione di tutti quei giovani, e non decollerà prima di molti anni - e intanto paghiamo il prezzo del troppo che stroppia e di un vaso comunicante che si è riempito a dismisura
grazie al lassismo delle politiche immigratorie della sinistra di s-governo evidentemente condivise e applaudite dall'esimio professore. Chapeau!
How today’s migration could unsettle Europe for generations.
NYTIMES.COM|DI ROSS DOUTHAT
 
 
 
 
 

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