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Messaggi di Marzo 2022

Le fenici arabe delle redazioni.

Post n°2018 pubblicato il 27 Marzo 2022 da fedechiara
 

L'araba fenice di una informazione puntuale e veritiera (che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa).
Mi sa che dobbiamo farci il callo a questo strano genere di 'informazione' televisiva e di stampa che ci confonde ed è distesa supina sulle veline del potere di turno e, per un di più di infamia, pretende di essere affidabile e indica sdegnata i socials quali discariche delle 'fake news' più varie e inverosimili.
Il fatto è (è un 'fatto', verificabile con le smentite che ci vengono un giorno dopo l'altro sugli stessi fogli fitti di 'fake' partigiane e di 'sentito dire' e unilateralmente schierate con gli 'eroici combattenti ucraini') che della guerra in Ucraina abbiamo un'idea vaga (più che altro vagheggiamenti di improbabili riscosse e contrattacchi) e ondivaga grazie ai valorosi (sic) reporters di guerra che ci spediscono i loro pezzi chiusi in camera a luci spente e a molti chilometri dal fronte.
Non è chiaro quel che è propaganda, dell'una e dell'altra parte, e ciò che, invece, accade sul teatro di guerra (che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa). Di quando in quando si mostra in tivù, a reti unificate, un tank russo bruciato, forse lo stesso del giorno o della settimana prima, che dovrebbe comprovare l'onta bellica dei russi invasori.
E non è chiaro se i russi hanno avuto tutti quei morti che l'ufficio propaganda Nato accredita alla valorosa resistenza ucraina, ma sembra a molti telespettatori che i russi, invece, si siano accontentati dei modesti risultati sugli stati confinanti e che abbiano frenato l'azione militare sui cieli della capitale per qualche ignota ragione. Qualcuno azzarda la tesi: 'E' perché gli ucraini sono fratelli storici (fratelli coltelli?) e si è deliberatamente voluto evitare una strage.'
Lo scrivo per pura puntualizzazione perché appare evidente l'enormità e l'assurdità di un tale assunto. A la guerre comme à la guerre - e sacrificare 15000 giovani per le ragioni ignote di una guerra a freno a mano tirato è palesemente una cogl....ata.
Ma tant'è. Alzi la mano chi ha una idea e una raffigurazione precisa in mente della guerra in Ucraina che gli deriva da informazioni precise e documentate dei nostro baldi giornalisti da talk show – e se gli 'aiuti' militari dei folli paesi Nato sono già arrivati a destinazione.
E si attendono lumi sulle testate nucleari già armate dal Biden minacciosissimo e pronte al sibilo finale sulle diverse città russe in lizza di olocausto atomico.
Informare è un dovere. Informare bene e rispettando la verità degli eventi narrati è un auspicio, ahinoi. Ripulite le redazioni.

 
 
 

Le guerre di Piero (con opzione nucleare).

Post n°2017 pubblicato il 27 Marzo 2022 da fedechiara
 

I 'nervetti' del roast beef e i giochi di guerra. 27 marzo 2021

Chiusi in casa può accadere di pensare che ci manca l'esperienza del martirio, quale hanno conosciuto gli eroi di Stalingrado, dall'una e dall'altra parte del fronte.
Oggi si può dire senza patemi d'animo, oggi che gli storici raccontano, con dovizia di particolari e narrazioni di azioni 'eroiche', una epopea guerresca di gloria per entrambi i fronti di guerra che va al di là delle ragioni abbiette di Hitler di conquista dell'intera Europa e, in prospettiva, del mondo.
Abbiamo anche noi, la generazione dei boomers a cui tutto è andato bene fino agli inizi del 2020, una piccola parte di martirio, è ben vero, ed è questo biennio pandemico di infamia sanitaria ai domiciliari e l'osservazione angosciante dello sfacelo delle economie planetarie come fossimo in guerra. Ma, a differenza dei soldati sul fronte di Stalingrado, non ci mancano i rifornimenti alimentari e del metano casa per casa e in tivù ci dicono, da giorni, che sono arrivati i rinforzi dei vaccini e la riscossa economica sarà forte, una volta che l'avremo vinta sui virus.
Però, giunti al punto di ritenere vinta la guerra sanitaria, resta l'amara considerazione che abbiamo perso l'occasione di temprarci moralmente e di misurare i limiti della resistenza umana, come è accaduto ai soldati russi e tedeschi a Stalingrado e, forse, quegli scazzottamenti e gli accoltellamenti tra giovani auto convocati su internet di cui ci danno conto i giornali e le tivù sono il pallido surrogato di una necessità di ogni generazione nuova di misurarsi con azioni forti ed estreme.
Alle soglie del terzo millennio delle 'magnifiche sorti e progressive' in cui più non crediamo il ritorno delle ataviche iniziazioni dei guerrieri coincide con il 'ritorno del cretino' di scaramucce para guerresche nelle piazze delle città che finiscono con le denunce in questura.
La storia che si ripete in farsa.
Nel prossimo futuro, forse, si tornerà alla leva obbligatoria e ai campi militari in cui far svolgere i necessari giochi di guerra realistici e con in più l'ausilio della realtà virtuale - e i nostri giovani proveranno, per lunghi ed estenuanti mesi, che vuol dire la vita di trincea e l'affanno dell'inverno sulla corona delle Alpi innevate: il gelo e la mancanza di sonno e la fame e il deperimento organico, i pidocchi e le malattie conseguenti.
'Un fià de guera ve voria'. Diceva sconsolato mio padre quando lasciavo sul piatto i nervetti della bistecca di roast beef. Già.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante cibo

 
 
 

Il fio delle scelte politiche.

Post n°2016 pubblicato il 26 Marzo 2022 da fedechiara
 

Pagheremo caro, pagheremo tutto. Il fio delle scelte politiche sbagliate.
Mai come in questi giorni di isteria giornalistica e ossessione bellica televisiva il telespettatore ha potuto realizzare che questa guerra per procura Nato ('vai avanti tu, Ucraina, che noi testiamo la risposta russa fino a dove si spinge e valutiamo una eventuale risposta nucleare') la sta pagando direttamente nelle bollette dell'energia domestica e in quelle delle imprese – molte costrette a chiudere l'attività per soverchi costi.
E la cosa che più mi ha sorpreso degli eventi catastrofici, uno via l'altro, che abbiamo subito negli ultimi due anni e mezzo è l'incredibile capacità che abbiamo, noi consumatori e cittadini di questa repubblica vocata all'infamia politica di scelte para belliche tutte sbagliate, di fare fronte agli aumenti stellari conseguenti alle sanzioni - e subire supini, uno dopo l'altro, gli oltraggi dell'avversa fortuna s-governativa di s-governanti che più inadeguati e di vergognosa retorica filo Nato e filo Biden-l'Insensato (che vaneggia di opzioni nucleari possibili, aiuto!!) non si può.
E non abbiamo, ahinoi, l'animo di Amleto, il principe di Danimarca che, nel suo monologo, si chiedeva: 'Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli.'
Ecco, non combatteremo contro il nostro, italico 'mare di triboli', bensì li subiremo tutti senza emettere un fiato avverso - e lasciando che quei personaggi di s-governo inadeguati compiano fino in fondo le loro scelte malate a fianco della Nato e facendo pagare ai cittadini i costi degli esodi di guerra.
E neanche la consolazione di chiedersi 'Fino a quando, cittadini?', confidando in una qualche reazione di politico disgusto, perché l'onore degli antichi Romani non ci appartiene e solo ci resta l'amarissimo distico di dire – cantando il nostro tragico inno nazionale – che 'siamo pronti alla morte'.
Perfino a quella nucleare, se dovesse darsi il caso di pulsanti rossi che si premono all'unisono di qua e di là dell'Atlantico e missili a testata atomica che partono dalle portaerei e dai sommergibili di ultima generazione.
The end (of the human world) e mandate tanti commoventi messaggini ai vostri cari mentre il fall out radioattivo si allarga a dismisura.
https://www.money.it/guerra-nucleare-italia-nuovo-piano-sicurezza-civile
Potrebbe essere un'immagine raffigurante incendio e il seguente testo

 
 
 

Di connessioni e ardue conciliazioni

Post n°2015 pubblicato il 24 Marzo 2022 da fedechiara
 

Dell'Amore e dell'infinito viaggiare 24 marzo 2014
Con i sistemi operativi non c'è partita. Ti battono nelle partite a scacchi e negli altri giochi e nei tests e solo se ti abbassi di livello riesci a spuntarla. Figurarsi che succede se un sistema operativo si appropria del 'sistema-amore' e impara tutto quello che bisogna imparare e dire a proposito dell'amore. L'essere carezzevoli e comprensivi e mai invasivi e intuire le sfumature del non detto e rispettare i silenzi in partitura e i dolori pregressi e offrire spalle al pianto e stimolare accortamente le residue vitalità e voglie di gioco e saper comporre splendide canzoni e musiche e offrire complicità e affanno e grido comune e diapason di godimenti negli sconvolgimenti sessuali.
Un miracolo che diciamo amore, se avviene e quando avviene tra esseri umani dotati di forme corporee, ma un sistema operativo che ci azzecca con tutto questo? Non dà l'impressione che si tratti di auto masturbazione e solipsismo e chat erotiche?
Un sacco di gente propende per questa tesi – ad ascoltare i commenti in sala e nei siti dedicati al film di cui parlo - e l'idea che di queste 'invasioni' e predilezioni solipsistiche sarà pieno il futuro prossimo e quello remoto li sconvolge, fermi come sono le loro menti alle caverne della corporeità, alla preistoria dei corpi di carne e sangue e dei cervelli limitati dall'impaccio dei corpi.
Però i sistemi operativi li creiamo noi e li programmiamo agli scopi di servire i nostri bisogni e li vogliamo sempre più sofisticati e potenti e capaci di assomigliarci in tutto e capaci di 'andare oltre' - e anche questa è aspirazione umana e la ritroviamo nei grandi poemi medievali e nello sprone dannunziano de: 'Non è mai tardi per andar più oltre!' che, peccato di gioventù, interpretavamo come espressione para fascista e imperialista.
E il sistema operativo che fa innamorare il protagonista di 'Lei' va oltre, molto oltre. Si prende tutti gli spazi dell'amore che ci è necessario 'come l'aria' e come il pane e non trascura,  per sua natura intrinseca e finalità programmatica, di relazionarsi e connettersi con gli altri, molti altri: il nostro prossimo e i suoi mille, milioni di pensieri e attitudini creative - e le 'connessioni', si sa, sono galeotte (come lo fu il libro di Francesca e Paolo) e foriere di espansioni mentali alle quali, poi, non puoi opporre il limite della tua gelosia e il tuo bisogno di unicità e speciale predilezione – perché quel genere di ritrosie e recriminazioni è appannaggio dei corpi scimmieschi e primitivi dei cavernicoli che siamo e resteremo ancora per lunga pezza.
La cosa più difficile del mondo, ne converrete, è il conciliare la convergenza dell'attenzione e della cura su un singolo essere e l'espansione infinita che ci agita dentro. Agostino insegna, quando abbandona alla sua sorte l'innamorata di carne e sangue e fluidi corporei e si innamora della teologia – e, prima di lei, piangeva Didone, che, dalla pira funebre, malediva l'innamorato costretto al Grande Viaggio e alla Meta Finale. In brava sintesi, l'opposizione tra una certa idea dell'uomo presente (essere finito) e, all'estremo opposto, l'idea finale di Dio, - un Sole a cui attribuiamo il potere di irradiare la Luce di un Amore infinito ed eterno, per convenzione universalmente riconosciuta. Peccato che tutto sia così astratto e lontano, però.
E, quando la conciliazione non riesce, lo sappiamo bene, finisce in dolore, naturalmente. Dolore per l'abbandono e per l'assenza di chi dice di amarci e per l'incapacità nostra strutturale di transitare, anima e corpo, (come si dice che avverrà a Giosafatte), nel misterioso e affascinante mondo delle stelle e 'iperuranio'- che così raramente 'usciamo a riveder', a differenza del sommo poeta che ci provò e lo raccontò magistralmente nella sua Commedia.
E forse non è un caso se il regista Spike Jonze spedisce, nella scena finale del film, i protagonisti sedotti e abbandonati sul tetto di un alto edificio niuiorchese – esplicita metafora di una vicinanza cosmica a cui aspiriamo ma che ci va stretta, pardon, ci è troppo larga.
Siamo uomini o dei, se siamo in grado di inventare e dispiegare i poteri potenzialmente infiniti dei sistemi operativi - novello fuoco di Prometeo - salvo lamentarci e soffrire se 'ci prendono la mano' e 'vanno oltre'? I più intelligenti tra noi, pescando nell'abisso di complessità del nostro cerebro, li hanno creati e modellati con tale cura da consentire loro perfino la conoscenza e la pratica delle emozioni ('Sognerò?' chiedeva Hal 9001 al suo carnefice in '2001 odissea nello spazio') - ma ancora non sappiamo bene se le emozioni sono il retaggio primitivo del nostro essere stati 'animali' e cavernicoli che cacciavano in branco oppure levitazioni sofisticatissime dell'anima, però poco praticabili sul piano pratico e sconsigliabili nel corso dei viaggi spaziali, dati i casini che provocano nel gioco delle relazioni umane.
Il bellissimo film 'Lei' di Spike Jonze parla di tutto questo e anche di più. E' un condensato del libro 'La fisica dell'Immortalità' di J. Tipler e, insieme, ci ricorda certi garbugli d'amore di W. Allen, gestiti con levità e ironia e le battute giuste che muovono il riso e inducono commozioni.
Andate a vederlo. Non ne resterete delusi. Al massimo vi capiterà di parteggiare per i cavernicoli corporei che siamo e contro l'infinito viaggiare che ci attende in un futuro che è appena cominciato.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

Gabbiani di difficile integrazione.

Post n°2014 pubblicato il 23 Marzo 2022 da fedechiara
 

L'Occidente morituro e la guerra dei trent'anni che ci aspetta. 23 marzo 2017
Stamattina i gabbiani appollaiati sui tetti si rilanciavano in coro quel loro lugubre grido gutturale – forse per il torto che hanno subito di non poter più rompere i sacchetti dell'immondizia non più appesi di fuori e saziarsi dei nostri rifiuti - e mi hanno fatto venire in mente quel che mi ha raccontato mia figlia, mesi fa: di quando saziava un nuovo nato confidente, pronta ad ogni suo richiamo famelico - e l'aveva chiamato poeticamente Livingstone - e un giorno, il volatile ormai cresciuto e in forze, quella affettuosa confidenza si era mutata in una beccata in un occhio schivata per miracolo e il nome venne cambiato in Hannibal.
E uguale atteggiamento mi viene richiamato osservando e ascoltando i video di rabbiosa predicazione dell'odio islamista di quel tale, tardivamente ucciso ieri a Londra, ma che già aveva disseminato di morti e feriti innocenti l'area antistante il parlamento britannico. Serpe in seno della vastissima immigrazione di un Europa pietosa e accogliente a dismisura che ha riempito le periferie urbane delle sue metropoli di genti ostili e niente affatto integrati e felici di vivere nell'Occidente del loro sogno di una vita migliore che li ha spinti ad emigrare e violare le nostre frontiere di mare e di terra.
E oggi abbiamo articoli a iosa - come sempre dopo ogni attentato e maledetta strage degli islamisti assassini - che ci richiamano e descrivono la follia di quella politica di accoglienza non vigile, non attenta ai fenomeni correlati all'immigrazione massiccia che ha cambiato il volto delle nostre città. Ma in primo piano sono le orazioni funebri e quelle annunciate dei morti e feriti di una guerra che non vogliamo/sappiamo combattere con la necessaria fermezza che si deve a quelle vittime innocenti di un odio incomprensibile e 'odioso' nel suo imporsi come guerra intestina delle enclaves islamiche europee a cui Erdogan-il califfo raccomanda di 'fare più figli' per vincere con la forza dei numeri e imporre la sua sharia nelle terre indifese dell'Occidente morituro.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 
 
 

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