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Messaggi del 21/12/2018

Fortuna che c'è Ea

Post n°723 pubblicato il 21 Dicembre 2018 da fedechiara
 

Fortuna che c'è Ea. (Dio esiste e vive a Bruxelles).

E rinchiudere Dio in uno stanzone asfittico, dove svettano altissimi gli archivi delle persone di tutta una umanità dolente che ha riempito i secoli di storie infami, è già una bestemmia delle peggiori - e dirlo rancoroso e pasticcione e che si diverte a creare le cattive leggi della nostra sfiga perenne, compresa quella di Murphy, è andare oltre la bestemmia e creare un personaggio 'diabolico' a cui succederanno tutte le appaganti disgrazie lungo il film. 
Molte succose e miracolose cose, tante quante sono le potenzialità narrative legate alla tematica più complessa e fantasiosa della nostra e altrui religione – qui trattata, finalmente, per quello che è: un canovaccio di storie e personaggi leggendari da far muovere sulla scena a piacimento per una sceneggiatura da urlo – un film da proiettare nelle scuole e nei cineforum e nelle sale d'essai di tutta Europa nella settimana che precede il Natale. 
Dio esiste e vive a Bruxelles.

E che esista a quel modo, umorale e 'bastardo dentro' è già, nel film, l'azzardo basico che si è detto – che poi viva a Bruxelles è, di questi tempi di una Europa grama e castigata dalle stragi dei 'radicalizzati sul web' per le sue colpe filo immigratorie e di banlieues-enclaves fuori controllo e nemiche, è ulteriore e massimo vituperio per un dio che si diverte a giocare con le nostre 'vite di emme' come fanno i commissari europei di s-governo.
Ma per fortuna che c'è Ea la figlioletta ribelle di un 'dio minore', e definitivamente sminuito dalla sua ribellione e fuga in città e miracolosa apparizione fuori dal tunnel di una lavatrice celeste che lava metaforicamente tutte le nostre colpe e ci redime, mostrando che siamo quelli che siamo perché 'ci hanno disegnato così' – e il libero arbitrio della Dottrina appare come l'invenzione fumosa e bizantina di un dio che non sa fermare il Male, anzi! ci va a nozze e gode di ogni e tutte le tragedie che condiscono le nostre vite grame.

E ogni personaggio di questo film è magico e indispensabile e l'Amore di Ea-la Ribelle ci fa sentire e ascoltare le meravigliose musiche che ognuno ha dentro di sé – la mia è l'inno alla gioia di Ludwig van, sfrondato, però, di ogni indebita appartenenza europea che suona specialmente stonata, di questi tempi e castighi e deficit al 2,04.

Un film da cineteca, da rivedere ad ogni Natale per ricordarci che, seppure incombe la morte su di noi, poveri mortali, sappiamo contrastarla validamente e contrapporle l'Amore e le mille musiche meravigliose che hanno nutrito le nostre vite. The end.

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Una commedia surreale con Benoit Poelvoorde e Catherine Deneuve

 
 
 

Vie, verità e vite diverse.

Post n°722 pubblicato il 21 Dicembre 2018 da fedechiara
 

Ieri accadeva. Vie, verità e vite diverse.

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In verità vi dico che nessuno ha vero potere sulle cose e sugli eventi che accadono, però alcuni ci provano – vedi Licio Gelli, ad esempio, e qualcosa gli è riuscito di ficcarlo nell'immonda saccoccia 'politica'. E di Putin si dice che elimini (faccia eliminare) fisicamente i suoi oppositori, ma Donald Trump se ne stupisce e dice che fatica a crederlo vero perché ne ha stima - e qui si torna alla casella di partenza della verità che nessuno ha in tasca e la possiede (di certo non i nostri giudici di ogni ordine e grado), nemmeno quel grande profeta palestinese che di nome faceva Iesùs o Yehoshùa e i suoi seguaci scrissero che avesse il vezzo di cominciare i suoi discorsi/apologhi con quella formula un filo presuntuosa: 'In verità vi dico'.

E i molti e litigiosissimi seguaci 'cristiani' che parteciparono ai vari Concili nelle diverse città degli Imperi che si sono succeduti e sfasciati - per mettersi d'accordo sulle tesi contrapposte e contrastare le apostasie o le eresie - ripresero quel suo vezzo e gli misero in bocca il detto : 'Io sono la Via, la Verità, la Vita.' del catechismo nostro di bambini cattolici per nascita e battesimo in un qualche paese dell'Occidente. 
Peccato che la Via di quand'ero bambino sia profondamente diversa da quella percorsa dai vari papi che si sono succeduti sul soglio di Pietro e oggi trionfa la Misericordia di Francesco, l'ultimo regnante che ha grosse difficoltà a gestire la Dottrina e sulla scottante questione dei gay nella Chiesa si è trincerato dietro un pilatesco: 'Chi sono io per giudicare?'. Che è come dire 'fate un po' il caxxo che vi pare', tanto questo mondo caotico del terzo millennio non lo governa più nessuno figuratevi io che son nessuno. E resta il dubbio che Di Là e nella valle di Giosafatte il Supremo Giudice e i suoi aiutanti saranno altrettanto bonari e comprensivi e assolutori, - chi resusciterà vedrà e saprà e gli inferni e/o paradisi saranno suoi.

E nessuna Via, Verità e Vita catechistica si dà neanche in politica – che è il regno del possibile e anche dell'orribile delle stragi dei terroristi islamici di questo 2015 maledetto che ha cambiato faccia all'Europa, ma già quella che aveva, nelle banlieues del disagio sociale e territorio metropolitano negato ai quotidiani controlli di legalità delle forze dell'ordine parigine, era una brutta faccia, una escrescenza e metastasi del mondo rotto che ha lanciato i rottami delle sue esplosioni e guerre dentro le metropoli europee oggi prede del disordine e del sospetto che il vicino di casa o colui che ti cammina a fianco lungo le corsie dei supermercati di quartiere sia il prossimo assassino che grida improvvisamente 'allah u akbar' sparando all'impazzata contro chiunque gli capiti a tiro.

E dio non è affatto grande, come ci racconta il bravo Christopher Hitchens nel suo libro bensì è immagine asfittica del nostro immaginario irreligioso – che non sappiamo dire se veramente siamo 'credenti' in qualcosa che non sia questa idea di un futuro gramo che ci aspetta e le 'magnifiche sorti e progressive' che illusero gli uomini di fine Ottocento definitivamente morte e sepolte. E i viaggi spaziali ridotti a mito e illuminazione fantastica del solo Jules Verne, dopo il taglio dei fondi alla Nasa e i disastri delle missioni Apollo - e chissà se mai visiteremo quelle stelle e le galassie che studiamo accuratamente coi telescopi sempre più potenti montati sulle sonde spaziali.

Mi manca una visione di prospettiva, è vero, è tipico di chi è entrato nel cono d'ombra dell'età avanzata, ma pare che neanche i sedicenti 'giovani' ne abbiano una e la sappiano illustrare e ci convincano, al tempo in cui la Storia va 'col passo del gambero'.

 
 
 
 
 

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