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Messaggi del 08/03/2022

La politica 'con altri mezzi'.

Post n°1991 pubblicato il 08 Marzo 2022 da fedechiara
 

Ridisegnare i confini. La politica 'con altri mezzi'.
L'azione politica 'con altri mezzi' sta producendo i risultati programmati dal Cremlino – e pare che Zelensky sia finalmente disposto ad 'andare a Canossa' e offrire alla Russia ciò che, per dieci anni di combattimenti sanguinosi, ha baldanzosamente negato.
Quei combattimenti, del Donbass e Lugansk, mai stigmatizzati a sufficienza dall'Occidente degli stolti(berg) paesi filo Nato come fanno oggi, lacrimosi, in occasione della guerra aperta e largamente annunciata.
E, tra le dichiarazioni che ci muovono il sorriso (amaro), registriamo quelle di un ambasciatore intervistato a Sky tg24, che dicono, senza tema di apparire irreali e velleitarie, che 'non si può accettare di rimettere in discussione i confini di un libero stato'.
Come, scusa?
La presente guerra i cui drammi e i misfatti ci vengono scodellati ad ogni ora del giorno in tivù che cosa ci rappresenta, di grazia? La fantasia al potere?
E le trattative che si andranno a intavolare che cosa esattamente prenderanno in considerazione?
Sembra un dialogo lunare e marziano, quello di chi punta la velleitaria lancia contro i mulini a vento della Storia che si inventa: di mai più spostare un confine con la guerra mentre la guerra è in corso e i suoi risultati di un diverso equilibrio planetario prevedibili e previsti.
Leaders europei spaventati e in confusione continuano a giocare agli eroi resistenti dentro la loro asfittica play station di un mondo immaginario mentre cadono le bombe a grappoli – e finalmente il leader ucraino capisce che c'è un solo modo di mettere fine alla strage: venire a patti e ridisegnare i confini.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

Nemesi dietro l'angolo.

Post n°1990 pubblicato il 08 Marzo 2022 da fedechiara
 

Matrimoni, notizie surrogate, reporters da un tanto al chilo.

Forse la più significativa 'notizia' che ci dà conto dell'irrealtà isterica in cui viviamo, grazie ai nostri baldi s-governanti e le redazioni annesse di giornali e telegiornali, è quella del soldato ucraino che organizza un check-point ad hoc al passaggio della fidanzata e si offre in ginocchio nella trita sceneggiata de 'Vuoi sposarmi?' ai post moderni 'reporters' di guerra, sempre in fremebonda attesa dell'aneddoto commovente e 'pop' che surroga la notizia.
Ridiamoci su – dal momento che quanto suesposto è il mal minore in tanto ciarpame di retorica patriottarda ed eroica dei prodi ucraini che 'bien resisten', come si diceva di Madrid assediata dalle truppe falangiste di Francisco Franco buonanima.
E, se non leggo male, l'opposizione di chiaro disincanto e aperto fastidio per quella retorica ammannita h24 dai teleschermi embedded, la possiamo agilmente leggere e controllare nei suoi alti numeri andando nel sito della 'Stampa' o del 'Corriere' alla pagina dei 'commenti'.
Quasi tutti di scherno e fastidio per i titoli eroici e la propaganda smaccata delle redazioni a favore di un popolo oggi in guerra, ma che ha avuto dieci anni e più di vita politica e leaders filo occidentali arrembanti e trionfanti a sproposito - di quando nel Donbass e Lugansk, le repubbliche secesse, si moriva a cinque cifre di morti ammazzati con particolare efferatezza e crudeltà di milizie ucraine che si richiamavano apertamente ai simboli nazifascisti.
Si chiama Nemesi ed è una divinità ellenica (e romana) che ci restituisce una ad una le nostre colpe sotto forma di severe punizioni e dolorosi castighi per 'essere andati a cercarcela'.Potrebbe essere un cartone raffigurante testo

 
 
 

La grande bruttezza.

Post n°1989 pubblicato il 08 Marzo 2022 da fedechiara
 


La grande bruttezza (La città strana 5) 07 marzo 2014

Se ti affacci sulla 'piazza' alle otto del mattino del primo giorno di Quaresima gli operai del Comune sono già al lavoro per smantellare il palco del Carnevale ed è un grande disordine che fatichi a toglierle di dosso e immaginarla pulita e silente e con lo splendore della sacra basilica a chiudere la prospettiva e proiettarla sulle cupole e sul cielo terso.
Ma se giri l'angolo della loggetta del Sansovino ti coglie la vertigine della 'grande bellezza' di questa città - e ogni diapositiva degli sguardi mirati sulla sfilata delle statue immobili stagliate sull'azzurro e/o sulla colonna del Todaro con lo sfondo dell'isola di san Giorgio la dice miracolo della Storia e architettura mirabile di là del fragoroso rotolare del Tempo.
E cento altre immagini di questa sua bellezza è facile raccogliere a quest'ora del mattino in una città ancora vuota di presenze - e viene in mente la frase del Principe di Salina che: 'Dopo aver creato la Sicilia e averla giudicata troppo bella Dio creò i siciliani a riequilibrarla' (libera citazione). Aggiustate sui veneziani e sui turisti in visita.
E, se ritorni sulla piazza e ti avvicini alla porta della basilica per osservarne i mosaici e i capitelli, noti lo sfregio delle tre sedie di un bar poste davanti al sacro portone – licenza di festosi ubriachi della notte appena scorsa - ed è insulto alla bellezza che nessuno pare notare, anzi! Uno dei vigilanti della basilica invita, ridendo, il collega a 'fare una foto' e 'non c'è santo che tenga' o sacralità che si rispetti in una città che della sua piazza ha fatto il centro-motore della licenza carnascialesca a fini mercantili - e il frastuono della musica del palco entra prepotente all'interno durante la visita e si fa beffe degli scritti che invitano al silenzio e al rispetto del sacro luogo.
E quando ti allontani e torni alla città degli uffici e dei commerci che comincia a popolarsi e le prime comitive di cinesi 'foto, foto, foto' prendono possesso della piazza al seguito della guida turistica con l'ombrellino rosso levato alto, ti vien fatto di pensare al perché ci veniamo così poco e di malavoglia, noi indigeni ostinatamente legati a un'idea di decoro e di 'grande bellezza'.
Forse per la stessa ragione per la quale abbiamo deciso di non tornare nei luoghi del vasto mondo che ci hanno regalato un'emozione or sono quarant'anni fa e, se ci torni, ti coglie l'avvilimento per la grande bellezza che c'era e se n'è fuggita a gambe levate - e vedi la sfilata dei mille alberghi e relativi turisti sulle spiagge dove andavano le tartarughe marine a deporre le uova e c'erano solo i villaggi dei pescatori a distanza di chilometri l'uno dall'altro.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 
 
 

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