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Messaggi del 11/06/2023

La trappola di Cambridge.

Post n°2627 pubblicato il 11 Giugno 2023 da fedechiara
 

La trappola di Cambridge. - 11 giugno 2016

'La verità su Giulio Regeni', quel soprassalto retorico che ha infiammato il nostro paese – immemore di tutte le altre verità taciute o mal o mai indagate (le molte stragi italiche, ad esempio) – si arena, come era prevedibile, sulla spiaggia di Cambridge, luogo di silenzi colpevoli e di verità che mai verranno a galla, se son veri i sospetti che avanzavo fin dall'inizio di questa storia che non di una asettica ricerca universitaria da topo d'archivio si trattasse, bensì di un metter le mani e gli occhi e perfino dei soldi in un vespaio assassino, (tale è l'Egitto della satrapia militare di Al sisi), per conto di qualche servizio segreto occidentale interessato o incaricato di destabilizzare quell'area di immani conflitti post moderni e vera bocca d'inferno delle tragedie islamiche che affliggono/eranno l'Europa.
Qualcosa di simile a quello che si mostra nei primi venti minuti del film 'I tre giorni del Condor', per intenderci, e l'unico dubbio che ho è sul ruolo di Regeni: se di un ingenuo ricercatore male informato dei rischi legati alla sua ricerca o, invece, persona ben 'informata sui fatti' e sulle potenzialità venefiche delle vespe assassine che sarebbe andato a disturbare – un dubbio che non sarà mai sciolto; e il resto della storia è scritto sul suo corpo orrendamente straziato dalle torture.
E quella dolente figura di madre che va peregrinando di lido in lido e di video in video chiedendo e impetrando una impossibile verità sul figlio morto è figura tragica di un mito antico destinato a riproporsi nel tempo presente e futuro. Madre di verità taciute o negate, madre di dolori al cui passaggio alcuni si inchinano retoricamente e altri, platealmente, si girano di spalle e si attengono rigidamente ai consigli dei loro legali. L'onta di Cambridge.
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Il senno perduto dell'Occidente.

Post n°2626 pubblicato il 11 Giugno 2023 da fedechiara
 

Il senno perduto dell'Occidente che abbaia alla Luna. 11 giugno 2022

Era possibile. Insieme stigmatizzare l'aggressione di uno stato nei confronti di un altro – con tutto l'ambaradan retorico di un collettivo 'atteggiamento fermo' e 'massima solidarietà a chi è aggredito' – senza strafare e farsi belli, come si è fatto, con 'sanzioni severissime e dissuasive' e armi all'Ucraina 'que bien resiste', come si cantava ai tempi della guerra di Spagna.
In fin dei conti avevamo taciuto (noi dell'Occidente ipocrita) per ben otto anni sulla guerra dell'Ucraina contro i suoi concittadini russofoni e che chiedevano le necessarie e giuste 'larghe autonomie' e minacciavano secessioni in mancanza di quelle.
Avevamo taciuto e avevamo continuato i nostri lucrosissimi commerci di materie prime a noi necessarie come il pane (gas, petrolio, terre rare) con una Russia che, chissà perché e per quale ghiribizzo di dottori Stranamore redivivi oltre Atlantico, oggi torna ad essere il nemico storico, la bestia immonda da schiacciare e umiliare con tutta la forza militare della Nato e delle gloriose e baldanzose economie occidentali che, ci dicono, 'possono fare senza'.
Senza il convenientissimo gas russo e il suo petrolio che calmieravano i prezzi sul mercato globale.
Si è già fatto in Tirolo e in molte altre regioni confinarie di trovare una soluzione politica post bellica a quel genere di problemi, perché, invece, si è silenziosamente autorizzato l'Ucraina a combattere una sua guerra interna con decine di migliaia di morti e vittime civili senza insorgere e strapparsi i capelli e gridare al lupo russo come si fa ora sulla stampa mainstream e sulle televisioni e tiggi riuniti?
Va bene stigmatizzare la guerra, ma ogni guerra, vivaddio!
Coerenza politica si doveva imporre e non i 'due pesi e due misure' con cui abbiamo pesato la Guerra degli Otto Anni degli ucraini contro il loro stesso popolo nel Donbass e pesiamo la presente dei russi come maledetta rivalsa.
E se si fosse stigmatizzata con uguali toni e sdegni la guerra degli ucraini Azov contro i suoi stessi abitanti delle regioni confinarie forse non avremmo avuto questo esito estremo di fronte al quale siamo tutti impazziti (noi dell'Occidente) - e gridiamo al vento come ossessi le folli cose che: 'la Russia non deve vincere la guerra' (si, ma come?) e 'l'Ucraina è la nostra fortezza Bastiani occidentale' e 'chi per la patria muor vissuto è assai'.
Ma dite davvero? Morire per l'Ucraina? Dissestare le fragili economie dell'Occidente e mandare a gambe all'aria i faticosi equilibri geo strategici di ieri e i lucrosi commerci a noi necessari come il pane per le convenienze politiche di un solo: la disastrosa presidenza Biden che si accartoccia sotto il peso di eventi troppo più grandi di lei – inclusa la marcia di ritorno dei migranti della Meso America, ben decisi ad occupare Los Angeles e Detroit, come recitano nei loro slogans suggestivi di moderni invasori?
Diamoci una poderosa regolata, gente! Mandiamo qualche post moderno Astolfo sulla Luna a ritrovare e riportare sulla Terra il senno che abbiamo perduto. Ce lo raccomandavano già gli antichi poemi.
Potrebbe essere un'immagine in bianco e nero

 
 
 

I lucchetti dell'amore.

Post n°2625 pubblicato il 11 Giugno 2023 da fedechiara

Dubbi atrocissimi - 11 giugno 2014
Che poi 'sta storia dei 'lucchetti dell'amore' che hanno fatto crollare la balaustra di un famoso ponte di Parigi ha un retro aspetto inquietante, al di là della stupidaggine che informa le menti di quegli amanti ingenui che usano incautamente la parola 'per sempre' (un'ingenua promessa o una terribile minaccia?). Le chiavi. Le chiavi dei lucchetti, intendo. Che fine fanno?
Se le terranno in saccoccia, quegli improbabili amanti per sempre, o sul fondo dei capienti zaini che danno addosso ai passeggeri in quelle scatole di sardine (senza l'olio che lubrifica e faciliterebbe gli scivolamenti in entrata e in uscita) che sono i vaporetti veneziani? O le buttano in acqua nel Canal Grando - novelli dogi di serenissimi sponsali col mare? E se il rapporto d'amore eterno finché dura si spezza, che fanno? Tornano a Venezia, in cerca del lucchetto sfigato, per toglierlo dalla balaustra e gettarlo a mare (quelli che le chiavi le hanno prudentemente tenute)?
Domande inquietanti che pongo a una mia amica che vorrebbe, invece, togliere via, manu militari, nottetempo o sul far dell'alba, tutto quel ciarpame ridicolo di amorazzi turistici che, statistiche alla mano, non giustifica il ricorso alla pesantezza di un lucchetto sgraziato che 'lascia il tempo che trova' e somiglia tanto, quanto a mancata grazia ed eleganza, alle schifezze dei fogliettini adolescenziali attaccati col chewing gum sulle pareti della corte interna della casa di Giulietta, - la sfortunata amorosa di Romeo, morta per l'inganno e l'insipienza di chi quell'inganno tragico aveva architettato.
Nessuna descrizione della foto disponibile.
  • Caro amico, ribadisco che preferisco sul far dell'alba. Per quanto riguarda la fine delle chiavi dei lucchetti, o cosa avvenga in caso di rottura del rapporto amoroso……..beh, complice anche il caldo di oggi, posso dirti che il problema non mi tocca minimamente! Insisto invece con il mio desiderio di munirmi di cesoie!

 
 
 
 
 

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