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Messaggi del 20/06/2023

Una 'graphic novel'.

Post n°2643 pubblicato il 20 Giugno 2023 da fedechiara
 

Elly. Una 'graphic novel'.
Non deve essere stato facile per Elly passare il suo esame orale di maturità, ieri, di fronte a quei professori di lungo corso democratico dai nomi augusti, Guerini, Cuperlo, Franceschini (chi erano costoro?) e il solo aiuto del fido Bonaccini che non deve averle perdonato lo scherzetto delle primarie vinte dalla post moderna pulzella in barba ai pronostici.
E la tesi che era chiamata a discutere era ostica e di difficile dimostrazione agli occhi di quei 'senatori', ciascuno con il suo orticello di influenza, i suoi riferimenti territoriali, la sua corrente interna. La tesi era 'aprire al nuovo' - e per nuovo si intendeva il 'Pride' che l'aveva festeggiata di recente come sua campionessa politica e il 'campo largo', da perimetrare con quei lucignoli dei 5 stelle e in cui seppellire i denari politici di una riscossa futura.
Molto futura.
E non so se ha 'passato la maturità' la brava Elly. Non è il suo ambito di riferimento una 'Direzione' che ha il compito di tracciare il solco e indicare la spada che lo difende.
Elly è aerea e solare, con quella faccia un po' così, quelle espressioni un po' così, e se la si costringe dentro le aule severe di partito la si intristisce e avvilisce.
Lei è figlia del vento, più che del 'Sol dell'avvenir' di cui al film recente.
Elly è più veloce della luce, è la protagonista di un fumetto, pardon: una 'graphic novel' - è la sorella minore di Spiderman che lancia le sue ragnatele a distanza e si lancia di slancio a raggiungere gli obbiettivi. E sa arrampicarsi sui vetri e sugli specchi, grazie alle sue ragnatele.
Lei è il futuro, qualunque cosa abbiate in mente di abbinare a questa parola. E' una 'che va veloce', è 'rock' e non la si può costringere dentro un'aula trista a far di conto per vedere quanti voti può ricevere alla fine da quell'augusto consesso che chiamano 'il partito'. Democratico - e ci mancherebbe.
Lasciali andare al loro destino tristo, quei senatori, Elly. E' la strada, la piazza il tuo destino, dovunque ci sia un diritto da difendere, perfino quello ostico della natalità surrogata, perfino quello degli sciami di migranti aventi diritto all'assistenza europea ad onta dei naufragi organizzati, l'atroce lotteria del mare che ce li consegna a migliaia ogni giorno.
Ius soli e un futuro di serene fratellanze universali.
Non devi dimostrare nulla a nessuno, Elly, sei un super eroina , tu sai volare, sei un falco, un albatro dalle larghe ali e nessuno può metterti il sale sulla coda.
(Il prossimo numero della 'graphic novel' uscirà nelle edicole il mese prossimo. Non lasciatevelo sfuggire).
Uomo Ragno - Wikipedia
IT.WIKIPEDIA.ORG
Uomo Ragno - Wikipedia
L'Uomo Ragno (in inglese Spider-Man), il cui vero nome è Peter Parker, è un personaggio dei fumetti statunitensi pubblicati da Marvel Comics. Creato dallo scrittore Stan Lee e dal disegnatore Steve Ditko, è apparso per la prima volta sul n. 15 della collana Amazing Fantasy (agosto 1962) nella Sil...
Campo dei miracoli - Wikipedia
IT.WIKIPEDIA.ORG
Campo dei miracoli - Wikipedia

 
 
 

Farneticazioni artistiche.

Post n°2642 pubblicato il 20 Giugno 2023 da fedechiara
 

Spossessamenti ed esodi biblici - 20 giugno 2015

E, da Wroclaw, capitale della Cultura europea 2016, ci giunge un messaggio-riflessione forte sugli esodi e gli abbandoni dei territori patrii e le case e le famiglie divise, partendo dai territori contesi dalla Polonia e strappati alla Germania distrutta dalla guerra – con milioni di 'profughi' spostati di qua e di là dei nuovi confini e la perdita delle case e la voragine dell'inappartenenza che si apriva dentro ai pensieri e alle anime dei cacciati e raminghi.
Che è tema sociologico e politico di indubbia rilevanza e magone ancora attivo negli animi dei nipoti a distanza di tanto tempo (vedi i nostri 'istriani' e 'dalmati' misconosciuti e lasciati a macerare per decenni tra le braccia della destra fascista), ma avremmo preferito che il collettivo di artisti di varia nazionalità che ce lo rappresenta a palazzo Donà-Brusa (campo san Polo 2177) non avesse messo nel calderone e fatto un minestrone immangiabile con l'aggiunta delle odierne migrazioni e gli 'spossessamenti' degli africani e degli altri profughi 'che ci provano' a violare i nostri confini senza avere i titoli e i necessari riconoscimenti di necessità e urgenza.
E il risultato di questa commistione indigesta di eventi storici specifici con gli avvenimenti drammatici, di ben altra natura, che ci vengono dalle cronache dei furbi migranti che si mescolano ai pochi veri rifugiati e intendono scardinare i confini europei con la forza del fatto compiuto - e con l'aiuto prodigioso e decisivo di un verbo buonista che tutto assolve del disordine sociale che quei tali recano seco - trasforma questa esposizione 'artistica' in un manifesto a tratti rabbioso e violentemente accusatorio nei confronti dell'Europa-fortezza, al punto da pensarci ospiti di un 'centro-sociale' di gente cieca e sorda e stupidamente rabbiosa e ostile alle opinioni avverse piuttosto che di un 'evento collaterale' della Biennale.
E leggiamo volantini che riportano farneticazioni di 'no borders' e 'liberi tutti' di andare e venire di qua e di là dei paesi-Schengen, come se la costruzione del benessere europeo e le sue libertà conquistate a caro prezzo non siano state figlie di un processo politico e sociale lungo e faticoso e fitto di insidie e tuttora fragile nei suoi precarissimi equilibri – vedi gli odierni respingimenti della 'Securitè' alla frontiera di Ventimiglia e quelli ai confini coll'Austria e il 'muro' che si costruirà in Ungheria per arginare un flusso continuo di 'migranti'.
E l'Italia, prima della classe, col secchione-Renzi in testa, invece, li va a raccogliere a dieci miglia nautiche dalle coste libiche e pretende di smistarli in Europa senza neanche averli, prima, riconosciuti, schedati, e detti 'profughi' oppure 'clandestini' - e, inevitabilmente (ed effettivamente, ci rimprovera l'Europa), rimpatriati nei paesi di origine a vivere la loro storia patria e a contribuire allo sviluppo del loro paese nei modi e nei tempi storici che sono stati dati loro in sorte.
C'è bisogno di equilibrio e di una forte misura d'ordine e di severa programmazione dei flussi, in questo genere di eventi che taluno si ostina a definire 'epocali' e 'inevitabili', se vogliamo garantire lo sviluppo economico raggiunto e quella fragile cifra percentuale di una 'ripresa' tuttora emaciata e fragile - e l'auspicata, definitiva uscita dalla crisi economica che ci ha atterrito per quasi due lustri di lavoro-zero e le fabbriche e le imprese dislocate o chiuse.

 
 
 
 
 

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