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Messaggi del 22/10/2019

Sapevatelo

Post n°1014 pubblicato il 22 Ottobre 2019 da fedechiara
 

 

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Sapevatelo

Bisogna andarci piano, al rientro, evitare gli affollamenti, fare orecchie da mercante relativamente a certi dialoghi da assoluti imbecilli che viaggiano per l'etere di treni, vaporetti, autobus, mercati.
Da evitare come la peste i tiggi e i radiogiornali che danno conto esclusivamente dei treni di Renzi (che ne è stato del suo Air Force One?), degli incessanti barconi della pietà indebita e malintesa e dei drammi sociali relativi all'accoglienza imposta obtorto collo e delle mitiche elezioni che verranno e che riscaldano gli animi al diapason.
Perché, quando si rientra da un viaggio così, da quella Svizzera di cui si diceva: 'Me ne vado in Svizzera' proprio per dire di uno stacco necessario, di un oblio, di un cadere di braccia: di un non farcela più a reggere l'andazzo italico del casino e della sempiterna lite sociale e politica tra comari, - quando si rientra, dicevo, bisogna dosare omeopaticamente tutto quanto sa di italiano e nostrano per non rovinare l'effetto di 'apaisement' che ti è sedimentato dentro nel visitare le città diverse e nell'osservare i moti e i sorrisi di altri volti e di altri comportamenti sociali; e i dialoghi distesi e mai gridati e i silenzi: quei silenzi che non trovi mai nella partitura italica del concerto quotidiano dissonante e sgangherato con grande finale in frastuono elettorale sempiterno.

E la S-fizzera, cari voi, è davvero un gran bel paese di cittadi ottimamente organizzate e valli incantate e cime celestiali e pascoli che fanno aggio e si impongono sull'idea che abbiamo di paradiso, ma già lo sapete – e la metafora degli orologi svizzeri, che sono l'idea platonica dell'Orologio e perfetta misura del Tempo che passa e ci affanna, già vi dice della capacità di quei popoli di governare gli eventi e dominare sapientemente l'Impero del Caos – fiume carsico che sfoga e riemerge impetuoso a sud del Ticino, nelle terre delle 'diverse lingue e orribili favelle, / parole di dolore e accenti d'ira' dell'inferno italico di cui già ci narrava il Poeta secoli orsono.

E gli Svizzeri l'hanno capito da tempo, dai tempi delle guerre di religione della Riforma luterana e calvinista, osteggiata a fil di spada romana e sanguinose notti di san Bartolomeo, che l'isolamento e il chiamarsi fuori dal maledetto caos europeo giovava e giova - e perfino nel presente disordine delle migrazioni selvagge dei 'popoli del mare', s-governate dagli imbelli parlamenti nazionali e dalla superfetazione di quello di Strasburgo, i popoli svizzeri trovano una misura di equilibrio che non esclude bensì include, con lodevole senso della misura e parecchio 'grano salis', le genti varie e diverse. Incluse e 'integrate' solo se troveranno lavoro e casa e si mostreranno rispettose di leggi e divieti e non vagheranno, misere e avvilite, ad elemosinare in permanenza davanti ai supermercati come usa da noi, nel paese dell'accoglienza imposta e dello s-governo permanente delle cose.
Perché, dove il troppo stroppia, ivi è 'pianto stridor di denti' e rivolta sociale e dramma mal recitato e possibile e predicibile finale in tragedia. Sapevatelo.

 
 
 

Assedi e difese

Post n°1013 pubblicato il 22 Ottobre 2019 da fedechiara
 

Del sentirsi assediati e indifesi 21 ottobre 2015

C'è l'esempio delle città sotto assedio. Che, se gli assedianti lanciavano i rampini e le corde e salivano su per le mura spesse due metri cogli elmi e gli spadoni intesi al massacro, da sopra, legittimamente, rovesciavano i pentoloni della pece bollente e gli arcieri finivano l'opera ricacciando gli aggressori. E nessun giudice si è mai sognato (o mi sbaglio? Qualcuno può ragguagliarmi in merito alla giurisprudenza che gira attorno alla legittima difesa degli assediati?), si è mai sognato, dicevo, di imputare i difensori delle città vigili sugli spalti di 'eccesso di legittima difesa' per quella guerra dichiarata con arroganza e pretesa di dominio da signorotti e conti e re e imperatori in fregola di maggior potere e sudditanze.

E la civile casa di abitazione non può essere paragonata a una città – ne è la sua cellula-base – che, se violata e scardinata la porta d'ingresso col piede di porco o rotti i vetri delle finestre, va difesa con ogni mezzo e strumento che ti capita a tiro - e ricacciato fuori il ladro pronto a colpirti e lasciarti mezzo morto se ti opponi al suo volere di ladro e/o rapinatore (vedi le abbondanti notizie di cronache al riguardo)? Che senso ha concedere il porto d'armi e una pistola a un pensionato - che già aveva subito tre o più violazioni di domicilio da parte dell'internazionale dei ladri che imperversa impunita in questo paese - e poi imputarlo di 'omicidio volontario' se, spaventato, fa fuoco e ci scappa il morto? Quali impulsi schizofrenici (punire la vittima e lasciare impunito l'aggressore) si agitano nelle menti di certi giudici e pubblici ministeri o quali follie legislative di legislatori balenghi hanno permesso che si potesse formulare l'accusa spaventosa di 'omicidio volontario' nei confronti di un poveretto che temeva per la sua vita ed era impaurito e/o esasperato dalla reiterazione del reato e dalla sostanziale impunità che la incentiva - e si sentiva 'sotto assedio' e indifeso da parte di forze dell'ordine che intervengono solo a reato commesso e la vittima finita all'ospedale o, peggio, morta?
E la sedicente 'sinistra' di s-governo non ha proprio nulla da rimproverarsi per aver trascurato il peso sociale dell'insicurezza dei cittadini e averli abbandonati e perfino bastonati giudiziariamente se colpiti dal trauma terribile di una violazione del domicilio - col suo corollario di spavento e l'impulso spontaneo a reagire per difendere la propria vita e le proprie cose?

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