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Messaggi del 31/10/2019

Narrazioni contrapposte e voglia di censura.

Post n°1022 pubblicato il 31 Ottobre 2019 da fedechiara
 

Narrazioni contrapposte e voglia di censura.

Quarant'anni fa (che impressione fa una tal cifra sul groppone della memoria!), visitando la città di Fez, Marocco, ebbi a fare un gesto di diniego, accompagnato da un sorriso, all'offerta di un ragazzo indigeno che si offriva di farci da guida dentro la città. In quel tempo un tal genere di offerte capitava di averne ogni due passi ed era un elemento di disturbo per i visitatori quale oggi non accade più, mi dicono. Ne ebbi in risposta la staffilata di : 'Raciste!' accompagnata da uno sguardo d'odio che mi ferì per l'idiozia palese che conteneva e che quel desso non intendeva – e a nulla sarebbe valso il tentare di fargliela intendere.

Cito quest'episodio lontano nel tempo per dire che 'le parole sono pietre', se scagliate con odio e ignoranza di ciò che si dice o con l'ottusa arroganza di chi pretende che la propria narrazione personale (o di gruppo e partito) sia vangelo da imporre 'erga omnes' - e chi dissente sarà vessato e sanzionato o punito per via di legge e conseguente sentenza passata in giudicato.

Vale per gli 'odiatori', veri o pretesi, ma vale anche per chi, sul fronte politico opposto, si erige a giudice delle narrazioni opposte e non condivise - e il timore che la commissione senatoriale che indagherà sul cosiddetto 'hate speech' (quando la finiremo di sostituire la nostra lingua con l'inglese?) imponga una sua narrazione unilaterale e allarghi a dismisura il suo ambito interpretativo sul dissenso sociale e politico è concreto.

E bene hanno fatto i senatori della destra ad astenersi e sollevare il dubbio che un pensiero unico si imponga (oltre a quanto già avviene ad abundantiam in tivù e sulla carta stampata) e faccia strame di ogni voce dissenziente, come è avvenuto, per anni, sulle contestate questioni della pretesa 'accoglienza' e i mille e mille arrivi giornalieri sulle nostre coste spacciati come benedizioni del cielo e 'risorse' - e la censura giornalistica, di contro, sulla delinquenza nelle strade e le carceri stracolme e sul mendicismo diffuso che ne conseguiva e le case occupate, ma non si poteva/doveva dire pena il passare per 'razzisti' e 'fascio-leghisti'.

E nacque e si diffuse per l'etere politico e dei 'social' l'invettiva gratuita di 'fascio-leghisti' dei Vauro e dei Rubio e dei Toscani, e quella di 'populisti-sovranisti': sibilate con palese disprezzo dell'avversario politico e quella, odiosa, di 'razzisti' - e il canto esorcistico di 'bella ciao' levato in coro ad ogni stormir di foglia di diverso colore politico.

E bene ha fatto l'ex ministro dell'interno, Salvini, a chiedere pubblicamente che cosa si intende per 'razzismo' - e la risposta della Segre, che ha citato il vocabolario, non contiene e non dà risposta convincente a tutto l'odio anti sovranista e anti salviniano sparso a pieni video e titoli di scatola sulle prime pagine dei giornali fino a ieri.

La speranza è che una tale commissione di inchiesta abbia vincoli di mandato precisi e vigilatissimi dall'opposizione perché il rischio di imporre manu militari e giudiziaria una narrazione a senso unico e di sanzionare a sproposito l'avversario politico è alto davvero. 
No alla censura; e vigilanza attiva in parlamento e nel paese contro l'imposizione di un pensiero unico sinistro. Sinistro nel senso proprio e in quello del linguaggio della politica.

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Il Senato dice sì alla commissione Segre, ​​​​polemiche per l’astensione del centrodestra - La Stampa
LASTAMPA.IT
Il Senato dice sì alla commissione Segre, ​​​​polemiche per l’astensione del…

 
 
 

I baobab e la memoria

Post n°1021 pubblicato il 31 Ottobre 2019 da fedechiara
 

I baobab e la memoria

Periodicamente, un'assistente sociale specializzata in gerontologia, viene a far visita agli anziani del centro che ospita mia madre e ne sottopone alcuni ai tests che dimostrano l'avvilente avanzata (raramente la regressione) della demenza senile che svuota gli sguardi e le espressioni e trasforma i volti di quegli anziani in desolate 'maschere del Nulla' – l'antichissimo teatro che tutto e tutti ci dissolve nelle sue nebbie o forse solo 'ci trasforma', come recita quella formula della fisica che: 'nulla si crea, nulla si distrugge...'.

E, naturalmente, è lo stato della memoria il test principe di quell'esame periodico dai tristi esiti e scontati. Tristi tropici di una vegetazione mnemonica che fu lussureggiante di piante di alto fusto e vigorosi arbusti del sottobosco e oggi è come la piana desertica del Madagascar in cui si erigono i baobab, sopravvissuti al massacro pel loro essere 'sacri' nell'immaginario degli indigeni.

Ed è vero che è la nostra capacità di veritiera ricostruzione del passato che ci ha coinvolti e che dovremmo saper testimoniare e raccontare che ci salva dal marasma della 'demenza senile' - e provate voi a fare uno dei tests proposti a mia madre del ricordare la sequenza precisa degli ultimi otto presidenti della repubblica succedutisi al Quirinale, invece di giocare a: 'Chi sei stato nella tua vita precedente' e 'Che colore sei' con lo sconfortante esito del 'Nero'.

Così, ieri, è andato in onda uno di quei tests al Quirinale, appunto, in cui dei magistrati e degli avvocati di noti imputati mafiosi hanno giocato a ricostruire, davanti a un quasi novantenne presidente della repubblica, il chi e come eravamo negli anni delle stragi mafiose e delle bombe nelle chiese e della 'presunta' trattativa tra lo Stato e la mafia per farle cessare. 
E non me ne vorrà 're Giorgio' se scrivo che l'impressione che ne ho avuto, dai resoconti di stampa e telegiornali, è quella di altri mitici, deserti mnemonici italici: 'Non so, non ricordo, se c'ero dormivo' o mi occupavo d'altro.

Perché il Tempo fa il suo corso, maledizione! e la memoria umana, a differenza di quella degli elefanti, è labile, - anche e sopratutto quella collettiva: che tutto perdona e cancella - e le troppe diplomazie e i pelosi 'rispetti istituzionali' che hanno consentito quell'esame quirinalizio per nulla 'ricostruttivo' e 'chiarificatore' hanno prodotto, invece, l'ennesima nebbia di altre stragi dimenticate e vanamente commemorate ogni anno, e quest'altra impressione: che una 'demenza senile' ci riguardi e condizioni i nostri comportamenti 'civili' - di tutti quanti noi cittadini di questa repubblica, nessuno escluso.

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