chiuderci la rag io ti pronuncio di schiena, tesoro
e ci scrivo un poema di soli respiri:
che venti donne tu sei
quando arrivi,
quando prepari una cena
e ti muovi
che polvere d’oro disperdi per casa,
quando ti leghi davanti il grembiule
e sopra i seni fai un poco di brina,
piccole briciole
di gola e impazienza
io quell’imposta la lascio ammarata
come un bottone sul collo sudato,
una fessura alla gonna di casa
così la notte ci mette una mano
e quando dormi ne avrai di bei sogni
d’agitazioni
e di acqua alla prora
la lascio aperta ai velieri dei monti
che quando nevica
il cielo è di giorno,
e bruciano i labbri sul sole d’agosto;
io sono il giovane al ballo
seduto
quello che fuma
e che batte col piede,
che gira lo sguardo al bicchiere
e fa finta
che nulla gli importi di donne
e d’amore
insegnami i fiori
e le buone maniere,
che amarti, lo voglio, e restare ragazzo
con la frangetta sugli occhi perduti
quando ti prendo
che ho sempre paura di farti un po’ male
........ sempre massimo
Inviato da: frattalidellamemoria
il 19/07/2009 alle 23:55
Inviato da: x.ELIZABETH_BENNET.x
il 31/10/2008 alle 13:20
Inviato da: tenebra_liquida
il 07/06/2008 alle 10:58
Inviato da: monastero.invisibile
il 11/03/2008 alle 19:50
Inviato da: antonio.gambini
il 10/02/2008 alle 19:42