Gli anni scivolano verso la porta austera,
scacciando la rima scapestrata.
Ed io con un sospiro, lo devo riconoscere,
più pigro mi trascino dietro a lei.
La penna non sente più l’antico desiderio
di scarabocchiare i fogli volanti;
altri sogni, freddi, altre cure, severe,
turbano il sonno dell’anima mia,
sia tra i rumori mondani, sia nella tranquillità.
Ho conosciuto la voce d’altri desideri,
ho conosciuto una nuova tristezza;
per i primi non vi sono speranze,
e provo rimpianto per la tristezza antica.
Sogni, sogni! Dov’è la vostra dolcezza?
E dove sei tu, che con questa parola
eternamente fai rima, dove sei tu, giovinezza?
Veramente, veramente è alfine sfiorita la sua corona?
E in un baleno è proprio sfiorita la primavera dei miei giorni,
senza incanti elegiaci, come io,
scherzando, ho sinora ripetuto,
e davvero non ritornerà? Presto avrò dunque trent’anni?
Si ho raggiunto il mio meriggio
ed è necessario che me lo confessi, lo vedo.
Sia pure. Salutiamoci amichevolmente, mia lieve giovinezza!
Grazie per le gioie e per le tristezze, per i cari struggimenti,
per i tumulti, per le tempeste, e i festini,
per tutti i tuoi doni; grazie.
Nelle angoscie e nella pace, di te ho preso diletto,
e completamente; basta, ora!
Con l’anima limpida, m’incammino per una nuova strada,
per riposare della vita passata.
Permetti che per un istante mi guardi indietro.
Addio, ombre,dove nelle remote profondità
trascorsero i miei giorni, pieni di passioni
e di pigrizia, colmi nei sogni di un’anima pensierosa.
Ma tu, giovanile ispirazione, agita la mia fantasia,
ravviva la sonnolenza del cuore,
vola più sovente nel mio angolo,
e fai si che l’anima del poeta non geli,
né diventi crudele o insensibile o di pietra,
nell’incantesimo mortale del mondo,
fra i boriosi senz’anima e gli sciocchi brillanti,
fra gli astuti, i pusillanimi, i ragazzi matti o viziati;
i malvagi, i ridicoli, i noiosi; i giudici
stupidi e cavillosi; tra le pie civette e i servi volontari;
fra le quotidiane scene alla moda ed i tradimenti garbati e carezzevoli,
tra le fredde rampogne della crudele vanità dei calcoli,
dei pensieri e dei discorsi.
In questo gorgo dove con te, cara amica, io mi immergo.
el burlador
Inviato da: frattalidellamemoria
il 19/07/2009 alle 23:55
Inviato da: x.ELIZABETH_BENNET.x
il 31/10/2008 alle 13:20
Inviato da: tenebra_liquida
il 07/06/2008 alle 10:58
Inviato da: monastero.invisibile
il 11/03/2008 alle 19:50
Inviato da: antonio.gambini
il 10/02/2008 alle 19:42